RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 16 maggio 2016

FINALMENTE UFFICIALE: IL PORTO DI TRIESTE E' IL CENTRO ECONOMICO DEL TERRITORIO - OLTRE 12.000 LAVORANO DENTRO I "PUNTI FRANCHI" - UN NUOVO TERMINAL PORTUALE PER LO SVILUPPO ECONOMICO E ALTERNATIVA OCCUPAZIONALE ALL' AREA A CALDO DELLA FERRIERA -



Era ora che venisse fuori: ancora oggi più di 12.000 persone lavorano dentro il recinto dei Punti Franchi del Porto Franco Internazionale di Trieste.
Lo ha rilevato l' Autorità Portuale attraverso la distribuzione dei "badge" per l' accesso (QUI l' articolo odierno).


A questi devono essere aggiunti tutti quelli che lavorano nell' indotto senza aver bisogno di entrare nei Punti Franchi: dagli impiegati degli spedizionieri con uffici in città, ai trasportatori, per arrivare alle assicurazioni che a Trieste sono nate proprio per assicurare le spedizioni e i carichi marittimi.
Presso l' Associazione degli industriali vi è uno studio che stima fra i 16.500 e i 19.500 i posti di lavoro prodotti dal Porto di Trieste SUL NOSTRO TERRITORIO, a fronte di una popolazione di soli 205.000 abitanti del comune.


Scommettiamo che gran parte dei Triestini pensavano che ormai fossero molti, ma molti, di meno.


E in questo contesto strategico i lavoratori hanno dato vita ad un nuovo sindacato indipendente, il CLPT, che è diventato maggioritario ed ha posto al centro della sua azione il Porto Franco Internazionale di Trieste e il rispetto dell' Allegato VIII.


Trieste, come una sonnambula drogata da un' informazione di parte, aveva quasi dimenticato di essere una città portuale, al punto che il povero "advisor" Ernst & Young (prontamente soprannominato Ernesto & Jure !), imbeccato dai soliti politici locali, non ha neppure messo fra "le 5 anime di Trieste" la portualità (vedi foto sotto).


La città è stata indotta a dimenticare il porto e i Punti Franchi per cui è nata e cresciuta e, brancolando nel buio, trascinata a immaginare un improbabile futuro nel solo turismo e ristrutturazioni urbanistiche.

Come se per avere un futuro economico e civile bisognasse affidarsi a sogni e fantasie INVECE DI RAFFORZARE E FAR CRESCERE L' ESISTENTE sfruttando le nuove opportunità offerte dai traffici internazionali (come ad esempio la Nuova Via della Seta di Pechino).


C' è voluto un movimento indipendentista di massa per rimettere al centro la questione del Porto Franco Internazionale di Trieste.
Indipendentista ma aperto al mondo e capace di coniugare il Globale con il Locale (glocal), storia e nuove opportunità economiche e geopolitiche


C'è voluto l' arrivo di un Commissario serio perchè i dati sull' utilità dei PUNTI FRANCHI, prima misconosciuta dal "mainstream" locale soprattutto del PD, venisse fuori a livello ufficiale (mentre era chiarissima a livello popolare) e perchè venissero fuori i dati sulla occupazione in porto.


C'è proporzione tra il centinaio di posti di lavoro dell' "area a caldo" della Ferriera che occupa un' area enorme in concessione portuale (oltre 300.000 mq, pari al 12 % dei 2.500.000 mq totali del Porto) e i 12.000 occupati nel Porto? 

C'è proporzione fra il centinaio dell' Area a Caldo e i 1.647 nuovi posti di lavoro possibili con un Nuovo Grande Terminal Portuale sulle banchine di Servola come attesta uno studio di Alpe Adria, sociatà dell' Autorità Portuale?  (Clicca QUI per le slides).


C' è proporzione con i sogni  FANTATURISTICI, futuribili a 25 anni come dice lo stesso "advisor", con annessi trenini in Porto Vecchio con cui si stanno alienando 600.000 mq di area produttiva (pari a un quarto dei 2.500.000 mq totali) dotata di banchine con profondità dai 12 ai 14 metri e servite da ferrovia (come gli stessi trenini dimostrano)?


Trieste ormai ha le informazioni per cambiare rotta, per svegliarsi dal sonno indotto dal "canto delle sirene" di una politica ed un' informazione locale interessati a far dimenticare il Porto dell' Impero e, come Ulisse, riprendere il suo viaggio verso casa e un futuro migliore.

LE SLIDES DELLA NOSTRA CONFERENZA- "RUOLO DEL PORTO DI TRIESTE NEI NUOVI SCENARI GEOPOLITICI EUROASIATICI":
 CLICCA QUI
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Ecco il testo completo dell' articolo, interessante per i dati offerti dall' Autorità Portuale:
TRIESTE Oltre 12 mila persone lavorano nel porto di Trieste. Lo rileva la stessa Authority nella relazione annuale 2015, approvata del Comitato portuale, che fornisce una radiografia completa dello scalo relativamente agli aspetti organizzativi, le attività svolte, i progetti di sviluppo, i lavori di grande infrastrutturazione e di manutenzione straordinaria, i finanziamenti comunitari e regionali, la gestione del demanio, le tasse portuali. «Attraverso la fornitura di ulteriori 10mila badge è stato possibile censire con esattezza gli oltre 12mila soggetti operanti all’interno dei Punti Franchi del Porto di Trieste», si legge nel paragrafo sugli strumenti informatici. Ma tutti i cittadini potranno rendersi conto di quello che è il primo motore dell’economia triestina in occasione dell’Open day in programma domenica 29 maggio e che viene presentato in una conferenza stampa alla Torre del Lloyd oggi alle 12.
I titolari di concessione nello scalo triestino risultano essere 400 e occupano 1.634.253 mq più 305.961 mq di specchi acquei più 884.511 mq di pertinenze. Di questi 198 che occupano complessivamente 637.956 metri quadrati con 1.423 metri quadrati di specchi acquei e pertinenze per altri 694.396 mq figurano nella categoria commerciale e in particolare 34 sono terminal operators, 136 svolgono attività commerciali e 28 gestiscono magazzini portuali. Il servizio passeggeri coinvolge due concessionari (Ttp e Scalo Legnami, ndr.) con 72.395 mq e altri 17.741 mq. di pertinenze. Attività di tipo industriale è invece svolta da 29 concessionari che occupano 710.257 mq. più 73.599 mq di specchi acquei e 8.394 di pertinenze. Di questi attività industriali in senso stretto sono svolte da 3 soggetti, uno gestisce un impianto fotovoltaico, 8 si occupano di depositi costieri e 17 svolgono attività legate alla cantieristica. Le concessione nella categoria turistica e da diporto sono 76 per complessivi 87.734 metri quadrati, 229.639 mq di specchi acquei e perinenze per altri 76.435 mq. Funzioni turistico-ricreative sono svolte da 27 di questi concessionari, mentre di nautica da diporto si occupano altri 49. L’ambito della pesca coinvolge 14 concessioni con 12.642 mq e 1.117 mq di specchi acquei e 1.118 mq di pertinenze. Altre 55 concessioni su 82.763 mq, specchi acquei per 183 mq e pertinenze per altri 9.029 mq. riguardano i servizi di interesse generale e tra queste 24 i servizi tecnico-nautici, 28 le infrastrutture e 3 le imprese che eseguono opere all’interno del porto. Infine 26 concessionari su 30.502 mq e 77.398 mq di pertinenze riguardano diversi e vari ambiti.
Questo l’elenco delle imprese che svolgono attività portuali: IdealService, Frigomar, Terminal Frutta Trieste, Samer Seaports&Terminals, Promolog (ex Grandi Molini Italiani), Italcementi (avviato il procedimento per la revoca della concessione art. 18 e autorizzazione art. 16), Midolini F.lli, Romani&C., Tertrans, Siderurgica Triestina, Timt, Trieste Marine Terminal, Compagnia Portuale, Ortolan Mare, Seaway, Autamarocchi, Intermodale Trieste Scarl, Cooperativa Triestina Lav.Facch., Steinweg-Gmt, Korman Italia, Adria Distripark, Leo Sferch, Pacorini Silocaf, Pacorini Metals Italia, Cimsa Adriatico, Saipem, General Cargo Terminal, Gruppo Servizi Trieste, Europa Multipurpose Terminal, Delta Uno, Sea Metal, Sml. Nell’elenco di queste 32 imprese autorizzate sono inclusi 16 terminalisti portuali titolari di concessione demaniale.
Queste le imprese che svolgono invece servizi portuali: Auta Marocchi, Sorveglianza diurna e notturna, Watson Gray Italia, Cooperativa triestina Lavori di facchinaggio, Intermodale Trieste Scarl, IdealService, Petrol Lavori, Polinvestigation, Sea Service, Leo Sferch, Seaway, Sml, Delta Uno, Compagnia Portuale, Sea Metal, Italpol Group, Snab Sicurezza, Gruppo Servizi Trieste, Vega Italia,
Questi infine i terminalisti: Steinweg Gmt, Saipem, Samer seaports&terminals, Terminal fruttaTrieste, Romani&c., Europa multipuropose terminals, Promolog, Pacorini Silocaf, Timt, Trieste marine terminal, General cargo terminal, Siderurgica Triestina, Siot, Depositi costieri, Italcementi, Alder, Frigomar, Cimsa Adriatico, Ortolan mare, Kri

Su suggerimento del committente Cosolini "Magna & Bevi" al posto della portualità e logistica: Le 5 anime di "Ernesto & Jure"- CLICCANDO QUI TROVATE LE SLIDES DELL' "ADVISOR" -


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