RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 31 agosto 2018

LE VIE DELLA SETA E DELL’ AUTONOMIA - Se si parla tanto di Trieste come terminal della Nuova Via della Seta è grazie all’Autorità Portuale che in AUTONOMIA ha coltivato relazioni con autorità e imprese cinesi – Per gestire lo sviluppo sul territorio serve AUTONOMIA (il Cantone Autonomo di Trieste) e l’ iniziativa della Giunta Fedriga va in questa direzione.



C’è sempre soddisfazione quando si vedono i propri auspici e speranze che cominciano a prendere corpo nella realtà.
Fin dal 2013 su queste pagine, e in perfetta solitudine, parlavamo delle straordinarie potenzialità per Trieste delle Nuove Vie della Seta proposte dal Presidente cinese Xi Jinping.
Ora sembra che con il viaggio della delegazione governativa in Cina si arrivi ad un punto di svolta e si sente parlare di investimenti cinesi per diverse centinaia di milioni nel nostro Porto Franco Internazionale, per cominciare. 


E per giunta in un' area che può portare alla alternativa occupazionale e di riconversione per la irrisolta questione della Ferriera con la creazione di un nuovo grande terminal portuale e logistico, come auspichiamo da anni mentre altri aprono la bocca per muovere l’ aria con slogan o promesse inconcludenti.

Ma come si è arrivati a questo mentre fino a poco fa sembrava che il Terminal delle Nuove Vie della Seta marittime sarebbe stato il fantomatico porto Off-Shore di Venezia?
In una recente intervista l’ Ambasciatore Cinese a Roma, Li Ruiyu (clicca QUI), ha parlato chiaramente, oltre che degli innegabili vantaggi della posizione strategica di Trieste naturale cerniera tra Oriente ed Europa Centrale, delle visite e degli incontri in Cina di Zeno D’ Agostino che hanno fatto conoscere il nostro porto.
Questi viaggi, visite e contatti sono iniziati immediatamente dopo il conferimento stabile dell’ incarico di Presidente dell’ Autorità Portuale e nessuno li aveva fatti prima.
Trieste ha avuto finalmente un bravo "commesso viaggiatore" che, con pesante impegno personale, ne ha promosso immagine e vantaggi invece di restare in ufficio a lisciare il pelo ai cani.

L’ ambasciatore Li Ruiyu ha parlato anche della grande importanza della “Zona Franca” in zona industriale, dopo decenni di discredito sullo strumento di Zone e Punti Franchi gettato da una “classe politica e dirigente” locale composta in prevalenza da “minus habens” con una visione da cortile e ignoranti del fatto che la Cina ha costruito un modello di sviluppo di grande successo sulle Zone Economiche Speciali (Franche) che peraltro si stanno sviluppando in tutto il mondo.
Questa “Zona Franca”, per quanto solo un inizio, è la concretizzazione dell’ “Uso produttivo dei Punti Franchi” che, in perfetta solitudine, abbiamo sostenuto per anni.

Chi, come il porto di Venezia, invece di agire in autonomia si è affidato alle potenti maniglie politiche che aveva il prodiano Paolo Costa nel precedente governo nazionale, è rimasto tagliato fuori con nostra grandissima soddisfazione.

La fortunata coincidenza dell’ arrivo nel nuovo governo, di cui auspicavamo la nascita, di economisti intelligenti e capaci come Michele Geraci sta permettendo che la visita governativa in corso a Pechino e Shanghai porti risultati per Trieste.

Leggiamo oggi che martedì prossimo Fedriga incontrerà il ministro delle Regioni Erika Stefani per trattare nuove competenze autonome per la Regione (tributi, finanza, scuola e non dimentichi "beni culturali" con una Sovrintendenza che interferisce negativamente anche sul porto).

E’ un passo ulteriore del processo autonomistico che abbiamo indicato: più competenze alla Regione sull’ esempio del Veneto, successiva delega “a cascata” delle competenze ai  Cantoni promessi da Fedriga in campagna elettorale e in particolare  al Cantone Autonomo di Trieste. Nessun bisogno di nuove leggi costituzionali.

E’ chiaro che l’ approccio autonomista è quello che funziona: se l’ Autorità Portuale non avesse preso AUTONOMAMENTE l’ iniziativa verso la Cina ma si fosse affidata ai governi nazionali, a pietire e implorare come era stato fatto finora, Trieste non sarebbe adesso sotto i riflettori internazionali.


Se, come auspichiamo e come sembra realistico, vi sarà un forte sviluppo economico legato all’ inserimento del Porto Franco Internazionale di Trieste nelle Nuove Vie della Seta è necessario che vi sia un nuovo ente elettivo AUTONOMO in grado di governarlo nell’ interesse del nostro territorio.
Chiamiamolo come vogliamo: lo svizzero "Cantone" come propone Fedriga, "Provincia Autonoma" come a Bolzano, "Città Metropolitana" per far contenti alcuni “fissati”, "Mario" o "Giuditta", ma è necessario essendo ormai certificato il fallimento delle UTI.

Questi, secondo noi, sono i temi centrali mentre la stampa locale si perde in articoli di fondo con invettive ed elucubrazioni incomprensibili e il dibattito pubblico langue perché una “classe politica” totalmente spiazzata dagli eventi “si sta cercando” e arrampicando su vecchie ipotesi economiche infondate e ridicole come quella della plurifallimentare urbanizzazione turistica di Porto Vecchio, mentre ci sarà bisogno di spazi per l’ uso produttivo del regime di punto franco.

Per una volta siamo ottimisti perchè nella nebbia degli eventi abbiamo una bussola: “molta è la confusione sotto il cielo: la situazione è eccellente” per chi ha le idee chiare.
Se la missione in Cina di Geraci e Tria si concluderà positivamente per Trieste, come molti ritengono probabile, ci sarà da fare finalmente festa !



Il nuovo manifesto per la Barcolana secondo il sito Faq-Trieste in vena di umorismo