RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 1 ottobre 2016

COLOMBAN, IL NUOVO ASSESSORE DELLA GIUNTA 5 STELLE A ROMA, E' UN INDIPENDENTISTA VENETO - A RIPROVA CHE ALLEANZE SONO POSSIBILI, ANZI NECESSARIE.


Massimo Colomban è il nuovo Assessore alle Aziende Partecipate (AMA, ATAC, ACEA, METROPOLITANE): l' assessorato più rognoso e complesso di Roma.
Massimo Colomban è un imprenditore di successo da sempre riferimento per l' Indipendentismo Veneto, scelto per le sue qualità professionali.

Il primo commento è che il Movimento 5 Stelle ha buoni rapporti con l' indipendentismo.
Il secondo è che alleanze sono possibili e che, se ci fossero state alle amministrative di Trieste, non ci sarebbe stata la vittoria di Di Piazza.
Le tre formazioni indipendentiste hanno totalizzato quasi il 4% complessivamente ma, proprio per la frammentazione, l' astensione è stata molto alta.
Un "terzo polo" di M5S, indipendentisti e antisistema avrebbe avuto un effetto di forte attrazione sull' astensione e ci sarebbe stata un' altra storia alle ultime amministrative
Invece non abbiamo niente se non una presunta purezza.
Chi si contenta gode

venerdì 30 settembre 2016

RENZI PER IL PONTE "TRENTO-TRIESTE" - TRECENTRENTATREMILA POSTI A TRENTO E TRIESTE - LA SPIAGGIA DI SABBIA DI BARCOLA COLLEGATA CON LE DOLOMITI ! TURISMO A CARRIOLATE IN PORTO VECCHIO !


Un dispaccio ANSA ci informa che il Premier Renzi si è espresso favorevolmente alla costruzione del Ponte tra Trento e Trieste nel corso di una manifestazione per il SI al Referendum del 4 dicembre.

"Finalmente si realizza il sogno centenario degli Italiani" ha detto il Premier.
 "Conto di realizzarlo entro il 2018: Centenario della Vittoria contro i Crucchi " ha precisato "Sarà un motivo in più per chiedere la Flessibilità di Bilancio che Berlino ci nega ".
"Anche il Nord deve avere il suo Ponte, quello sullo Stretto di Messina è solo l' inizio!" ha aggiunto.


Previsti trecentotrentatremila posti a Trento e Trieste e un collegamento rapido e diretto tra la Spiaggia di Sabbia di Barcola e i boschi delle Dolomiti: un attrazione che lancerà Porto Vecchio come meta turistica mondiale e porterà a Trieste 12 milioni di turisti all' anno.

GIA' PRONTO IL PROGETTO DELL' "ADVISOR" PER IL PONTE:






AVVISO - NON CREDETE A NESSUNA PROMESSA DEL GOVERNO E DEL PD: SONO IN CAMPAGNA PER IL REFERENDUM E SONO VENDITORI DI FUMO COME DIMOSTRA IL PERDURARE DELLA CRISI ECONOMICA E LA VICENDA DI "PORTO VECCHIO" DOVE IL DEGRADO CONTINUA - "SPIAGGE DI SABBIA A BARCOLA" , "PONTI SULLO STRETTO", AUMENTI DI PENSIONI E STIPENDI SONO FUMO NEGLI OCCHI - VIGNETTE

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giovedì 29 settembre 2016

PORTO VECCHIO: LA SAGA CONTINUA - "FAR E DISFAR XE TUTO UN LAVORAR": NIENTE MERCATO ITTICO E 15 MILIONI PER L' INFRASTRUTTURAZIONE ( MA NE SERVONO 350 !)...Spiagge di Sabbia, Attrattori Culturali e Central Park per "insempiar la gente". E LA NO TAX AREA DOV' E' FINITA?



BALLE A GO-GO DA TUTTI I FRONTI...Porto Vecchio, come il Ponte sullo Stretto di Messina, si candida a diventare il posto con maggior concentrazione di fantasie e di balle del pianeta.

Così all' inizio di settembre Di Piazza e Rossi, durante la conferenza stampa (clicca QUI): "il ministero non vuole l' ICGEB (biotecnologie) in Porto Vecchio: ci metteremo l' Attrattore Culturale Transnazionale ( ovvero i musei cittadini)": invece pare sia vero il contrario e che l' istituto di ricerca debba esserci.
In effetti è l' unica cosa ragionevole in questa giostra di ipotesi campate in aria.


Di Piazza: "il Mercato Ittico (all' ingrosso) andrà al Molo 0 in Porto Vecchio sono già d' accordo con il commissario D'Agostino e faremo il trasferimento in un anno..": invece pare non sia vero visto che D' Agostino dice che il Mercato Ittico non si farà lì perchè stonerebbe con iniziative culturali ed inoltre i famosi 50 milioni non possono essere utilizzati per questa ideona.

Continua la saga di Porto Vecchio tra Blitz, Attrattori Culturali Transnazionali, Fish Market, Trenini, Spiagge di Sabbia a Barcola, Central Park domaci, e, udite... udite, ben 15 milioni per l' infrastrutturazione primaria (fogne, bonifiche, reti...) che tecnici seri valutano AD ALMENO 350 MILIONI, con progettazione (e realizzazione) a carico del Comune. 

Ridda di ipotesi che non poterà a nulla perchè un' urbanizzazione con finalità turistiche dell' area è COMPLETAMENTE FUORI MERCATO e non ci possono essere investitori privati che esistono solo nei sogni e nelle chiacchiere dei politici...


Però ormai tutti i politici sembrano essersi dimenticati dell' unica cosa seria, efficace e priva di costi: la NO TAX AREA che, tra l' altro, Renzi vuole mettere anche nell' area dell' ex Expò di Milano... e Milano non è una zona depressa...

I BAMBINI A RISCHIO CONTAGIO DI TBC SONO IL SEGNO DEL DEGRADO DELLA SANITA' TRIESTINA: NON E' SOLO UN ERRORE UMANO, E' UNA ROBA DA TERZO MONDO MAI SUCCESSA PRIMA A TRIESTE- DA TEMPO MEDICI E PAZIENTI SEGNALANO IL DEGRADO CONTINUO - LE RESPONSABILITA' DELLA "RIFORMA SERRACCHIANI" -


Da tempo i medici e i comitati di pazienti segnalano il continuo degrado della sanità triestina a causa dei pesanti tagli ulteriormente accentuati dalla "(contro) riforma Serracchiani".
Ricordiamo che il 5 luglio la Regione ha impedito il Referendum sulla Sanità (clicca QUI ).


La Sanità Triestina, in particolare quella pediatrica con il Burlo, era stata un vanto per la città ed era fin dall '800 all' avanguardia europea, per non parlare di quella, scassatissima, italiana.


Quando un servizio e una struttura pubblica vengono messi in stato di stress continuo si verificano incidenti e casi gravi, così come avviene nei cantieri edili, in porto o  in fabbrica.


Ogni episodio o incidente sul lavoro ha una storia a sè ma è un fatto inoppugnabile che si verificano sempre e solo in situazioni di stress organizzativo e finanziario e tensioni sul lavoro che indeboliscono le strutture e lasciano spazio agli inevitabili errori umani. 


E' secondario come l' operatrice sanitaria abbia contratto la malattia ma non è ammissibile che una pediatra malata di una grave malattia contagiosa sia addetta alla vaccinazione dei bambini o comunque sia a contatto coi medesimi.

Non è pensabile che questa situazione perduri per un anno intero.
Non è mai successo prima a Trieste, nemmeno nell' 800: abbiamo consultato gli archivi storici.


Invece è successo nel 2016: in una situazione che medici e pazienti denunciano essere di grave degrado della sanità triestina.


Non è un caso e non è un incidente dovuto solo a errori  e leggerezze umane ma si iscrive in un quadro preciso di degrado da tempo denunciato.

A questo caso ne seguiranno altri in altri settori: aumento della mortalità, aumento delle malattie per difficoltà e lungaggini di accesso agli esami, alle cure e ai farmaci, errori chirurgici e così via.
Come avviene in Italia con lo stato alla canna del gas.
E la sanità triestina diventerà sempre più uguale a quella italiana del Sud, con gran soddisfazione dei nazionalisti.



martedì 27 settembre 2016

CENTO GIORNI DI DIPIAZZA: LAVORO E RILANCIO ECONOMICO COL MITICO TURISMO E L' "ATTRATTORE CULTURALE TRANSNAZIONALE" (?) - FERRIERA ANCORA INQUINANTE E SILENZIO SULLA "NO TAX AREA" -



Ci risiamo, come ai tempi di Cosolini: "TURISMO E RICERCA SCIENTIFICA SONO LE TEMATICHE PRIORITARIE PER IL RILANCIO ECONOMICO DI TRIESTE" dice Piero Camber capogruppo del Centro Destra in Comune in occasione del centesimo giorno della Giunta Dipiazza che vede l' "area a caldo" della Ferriera ancora attiva e inquinante.
Turismo, mitico turismo, fantaturismo: non hanno altro in testa come se Trieste fosse Grado, Cortina o Venezia.

Si aggiunge sempre " ricerca scientifica" che sta sempre bene come il prezzemolo e "fa moderno", proprio mentre si elimina la possibilità del trasferimento dell' ICGEB (biotecnologie) al Magazzino 26 che era l' unica proposta decente.

Hanno abolito la prospettiva del rilancio delle attività produttive che si sviluppano intorno al porto e ai Punti Franchi, utilizzando i privilegi doganali e fiscali.

Il turismo a Trieste può ancora crescere, come abbiamo sempre detto, dai livelli attuali che sono bassi rispetto al PIL locale, ma è e resterà una risorsa di contorno del tutto insufficiente al rilancio economico di una città nata e cresciuta intorno al porto e alle attività produttive collegate.

Quanto al Porto Vecchio urbanizzato in funzione turistica lo stesso Piero Camber dice che "SI PARLA DI 20 ANNI DI LAVORI E DI INVESTITORI CHE NON CI SONO". Cioè si parla di aria fritta.

E trarne le conseguenze e puntare sulla NO TAX AREA che si aggiungerebbe ai vantaggi del Punto Franco?

E pensare, finalmente, a Porto Vecchio produttivo grazie alla "fiscalità di vantaggio" che favorisce insediamenti puliti: dall' Hi Tech alla finanza come era previsto con l' Off-Shore Finanziario della legge 19/91?


Sono cretini il sindaco di Milano che sta ottenendo la No Tax area dove c' era l' Expò, e il Governatore della Lombardia Maroni che la richiede nelle aree al confine con la Svizzera?

Milano e la Lombardia sono una zona depressa dell' Italia visto che hanno ottenuto l' appoggio del Governo ?
E sono scemi gli stessi parlamentari del PD che, insieme al sindaco di Gorizia, la richiedono nel goriziano ?
E i sindaci che la vogliono come quello di Taranto e quello di Napoli (per l' ex area della Ferriera di Bagnoli) sono deficienti?
Sono cretini i veneziani che stanno istituendo una zona franca a Marghera con l' appoggio del governo?

Stavano delirando parlando di ipotesi irrealizzabili la Serracchiani, e il presidente della APT D'Agostino che la appoggiava, a luglio quando veniva proposta la No Tax Area nei Punti Franchi del Porto di Trieste?

Nessun politico locale di nessun schieramento ha aperto bocca : PERCHE' FANNO FINTA DI NIENTE SU UNA QUESTIONE COSI' IMPORTANTE?




lunedì 26 settembre 2016

IL CANTON TICINO ITALIANO CHIUDE AI LAVORATORI ITALIANI E ALL' IMMIGRAZIONE DALL' ITALIA - Non è questione di nazionalismo: «il Canton Ticino è una repubblica democratica di cultura e lingua italiane» (art. 1 Cost.) - Nemmeno l' indipendentismo a Trieste è una questione di nazionalità ma di sopravvivenza economica.


Secondo la Costituzione cantonale «
il Canton Ticino è una repubblica democratica di cultura e lingua italiane» (art. 1 Cost.) e il preambolo chiarisce che «il popolo ticinese» è «fedele al compito storico di interpretare la cultura italiana nella Confederazione elvetica».

Perchè la stampa parla di nazionalismo e via insultando?
Cosa c' entra la questione nazionale con il voto che ha sancito il blocco per l' immigrazione dall' Italia e per i lavoratori frontalieri italiani in un Paese di lingua e cultura italiana? Sono tutti italiani!

Giusto o sbagliato che sia l' esito del voto, gli Italiani del Canton Ticino Svizzero, che si guardano bene dal chiedere l' unificazione con la Madrepatria  forse perchè non vogliono fare la fine di Trieste, intendono semplicemente tutelare la loro economia (florida) e la loro autonomia, non certo rinunciare alla loro identità culturale e nazionale italiana.

Analogamente quando a Trieste si rivendica l' indipendenza si intende semplicemente tutelare la nostra economia (disastrata da 100 anni di malgoverno italiano) e la nostra autonomia da uno stato corrotto e allo sfacelo.


Dalla parte italiana del confine svizzero non è che tiri un vento diverso: La Repubblica oggi ha un paginone con un' inchiesta di Demos di Ilvo Diamanti che documenta che il sentimento di gran lunga prevalente (83%) tra gli italiani è a favore della chiusura delle frontiere e di sfiducia in Bruxelles (clicca QUI).

Quando si hanno simili risultati è meglio evitare insulti e anatemi e cominciare a ragionare seriamente su quello che sta succedendo.


A TRIESTE L' INDIPENDENZA NON E' UN PROBLEMA DI CONFLITTO TRA NAZIONALITA' CHE QUI POSSONO CONVIVERE IN ARMONIA ALLA FACCIA DEI NAZIONALISTI CHE HANNO AVVELENATO QUESTE TERRE: E' UN PROBLEMA DI SOPRAVVIVENZA. 



domenica 25 settembre 2016

"PORTO VECCHIO URBANIZZATO" COME IL "PONTE SULLO STRETTO": SI BUTTANO SOLDI NELLE GRANDI OPERE MA LA "NO TAX AREA" E IL PIANO ANTISISMICO NON ARRIVANO MAI - LA SPIAGGIA DI SABBIA A BARCOLA E' UN PROGETTO SERIO COME L' URBANIZZAZIONE DI PORTO VECCHIO: LO DICE L' AUTORE !


L' urbanizzazione, previa sdemanializzazione, di Porto Vecchio è una "grande opera" che costerebbe 5 miliardi secondo il sen. Russo di cui domenica è uscito un nuovo intervento (che riportiamo sotto) in cui insiste sulla idea balzana della spiaggia di sabbia a Barcola ("solo" 25 milioni di costo, secondo lui) che lega strettamente alla vicenda di Porto Vecchio.

5 miliardi sono lo stesso costo finale del MOSE (oltre tre volte la stima iniziale) che sarà forse completato nel 2018: opera probabilmente inadeguata a proteggere Venezia ma finora utilissima ad arricchire le società indagate e i politici corrotti.

Sono stati finora ben 600 i milioni sprecati in studi e lavori preliminari per non fare il Ponte sullo Stretto di Messina che Renzi, ha appena rilanciato.

Sono 26 i miliardi da spendere per completare, nel 2042, l' Alta Velocità Torino-Lione, una delle più inutili grandi opere della storia, che servirà a sostituire una rete ferroviaria già esistente e in grado di assorbire un traffico merci e passeggeri limitato e pure in calo.
Sono 3 i miliardi  che il sindaco di Venezia, amico di Dipiazza, vorrebbe far investire nel porto Off-Shore: un' isola artificiale per prendersi tutti i traffici dell' Alto Adriatico (anche quelli per la Mitteleuropa) dopo che il Porto di Venezia ha già superato quello di Trieste quanto a container.


Nell' ultimo terremoto italiano, finiti i discorsi roboanti e i cordogli, si scopre che non si erano trovati più di 509 (cinquecentonove #) euro per la sicurezza del campanile di Accumuli che è crollato uccidendo una famiglia. 

Nel terremoto di un mese fa i danni sono stati di 4 miliardi, meno di quanto previsto per Porto Vecchio, e l' annunciata "Casa Italia" per la messa in sicurezza antisismica di tutto il territorio nazionale prevede 2 miliardi all' anno: su queste cifre si temono infiltrazioni mafiose ed affaristiche e non si riesce ad ottenere da Bruxelles la flessibilità di bilancio necessaria.

Nonostante se ne parli fin dal tempo del terremoto in Friuli, non è mai stato realizzato un grande piano per la messa in sicurezza antisimica.


Trieste è ancora classificata zona 3 a basso rischio sismico malgrado i geologi abbiano da più di 3 anni documentato l' esistenza di faglie sismogenetiche nel golfo e malgrado il precedente del devastante terremoto con tsunami del 1511, e pertanto sarebbe esclusa a priori da qualsiasi piano e stanziamento pubblico per la messa in sicurezza e conseguente stimolo all' economia reale.

Trieste ha bisogno di un forte rilancio economico che ne arresti il declino che perdura da 100 anni, determinando anche un forte calo degli abitanti.


Una classe politica sciagurata e incompetente insiste, come toccasana, sulla storiella fantasy della urbanizzazione dell' enorme area di Porto Vecchio come volano di sviluppo in senso prevalentemente turistico ed a costi pazzeschi (se 5 miliardi vi sembran pochi provate voi a reperirli...).

Il consulente (advisor) incaricato di uno studio preliminare ha elaborato una semplice raccolta di dati e ipotesi, priva di qualsiasi idea operativa che non fosse nelle indicazioni del committente, che stima in "solo" 25 anni la realizzazione del progetto senza precisare chi ne saranno i finanziatori.
Non è un "masterplan" ma una semplice "compilation" di buone intenzioni, anche se politici e media insistono a chiamarlo così per confondere le idee (scaricalo QUI).


Intanto a due anni dall' approvazione della legge che ha dato il via  alla "sdemanializzazione":
--- il degrado in Porto Vecchio è continuato implacabile, 

--- l' iter burocratico si presenta ancora lunghissimo perchè sono necessarie anche modifiche al Piano Regolatore appena varato E NON SI HA ANCORA NEMMENO UNA STIMA DEL VALORE DELL' AREA,
--- si è bloccata l' infrastrutturazione primaria (fogne ecc.) dell' area più pregiata, quella concessa a Greensisam, perchè l'Autorità Portuale, che si era impegnata, non sarà più titolare dell' area mentre i privati non sono disposti ad accollarsi i costi perchè, uniti a quelli del vincolo architettonico, sono fuori da qualsiasi logica di mercato.

L' ipotesi di un turismo di massa con "Attrattori Culturali Transnazionali" (museo) e di "grandi eventi" che sostengano economicamente l' operazione è del tutto campata in aria anche perchè ovunque, dall' Oktoberfest al Giubileo a Roma fino a Parigi, si registrano cali pesantissimi e antieconomicità.
Anche l' Expò di Milano è stata in forte perdita, come è noto.


Finora la sdemanializzazione ha prodotto solo costi: per parcelle di "Advisor", per Trenini, per pratiche burocratiche, per impossibilità di creare infrastrutturazione primaria e contenzioso coi concessionari (vedi area Greensisam).
E neanche un posto di lavoro in due anni.


Quando l' area sarà di piena proprietà del Comune, e dunque dei cittadini, vi saranno nuovi costi di gestione, messa in sicurezza, progettazione ed esecuzione della infrastrutturazione primaria dell' area che DEVE necessariamente essere sotto regia pubblica altrimenti è il caos (almeno 350 milioni).


NON SE NE FARA' NIENTE, PERCHE' E' UN PROGETTO FUORI MERCATO E NON CI SONO PIU' SOLDI PUBBLICI, A DIFFERENZA DI ALTRI PRECEDENTI RECUPERI IN CITTA' MOLTO PIU' GRANDI, AFFLUENTI E IN SVILUPPO COME BARCELLONA, MARSIGLIA , LONDRA E AMBURGO: IL DEGRADO CONTINUERA' INESORABILE.


Lo abbiamo detto due anni fa all' atto dell' approvazione dell' emendamento Russo, lo ripetiamo oggi nella certezza che l' IMMOBILISMO continuerà proprio ad opera di quelli che fanno finta di opporsi.

C'è una inquietante somiglianza tra il "Ponte sullo stretto di Messina" e l' "urbanizzazione di Porto Vecchio di Trieste": se ne parla da 30 anni e si spendono soldi senza realizzare niente; si sono succeduti numerosi progetti da Polis a Trieste Futura a PortoCittà e Greensisam e l' unico serio e utile, il Centro Finanziario Off-Shore che utilizzava le prerogative uniche nel Punto Franco, è stato bloccato dalla volontà politica locale, nazionale ed europea malgrado avesse finanziatori prestigiosi come Generali e Fiat e fosse previsto dalla legge 19 del 1991.

La via d' uscita è semplice e lineare, rapida e priva di costi insostenibili:
ISTITUZIONE DELLA NO TAX AREA, in aggiunta al Punto Franco extra UE, per attrarre insediamenti produttivi (dall' Hi Tech alla Finanza) come tra l' altro promesso dalla stessa Serracchiani a luglio.


Una Zona Franca in Porto Vecchio non comporta pesanti costi di urbanizzazione e consente uno sviluppo rapido e pulito come dimostrano tutte le zone franche del mondo che sono circa 3.000 con 66 milioni di posti di lavoro.

Una No Tax Area che si aggiunga ai Punti Franchi doganali non comporta costi ma solo "volontà politica" che i politici locali evidentemente non hanno.

E' perfettamente realizzabile come dimostra il fatto che Renzi vuole crearne una nell' area dell' ex-Expo' di Milano, che non è una zona depressa, e che la stessa Serracchiani ne ha parlato a luglio (clicca QUI).

Il Presidente del Consiglio, la sua potente Vicesegretaria e Governatrice della Regione nonchè responsabile delle Infrastrutture del PD, il sindaco di Milano  per l' area ex- Expò e il Governatore della Lombardia per una zona  presso il confine svizzero sono forse persone così poco serie da parlare di cose campate in aria e irrealizzabili come sembrano suggerire le reazioni inesistenti o scettiche della politica locale?

Ne parlano solamente, come del piano di prevenzione antisismica che creerebbe lavoro diffuso in primis nell' edilizia, senza voler realizzare nulla ?


Perchè per le "classi dirigenti" sono le Grandi Opere che rendono sia in immagine elettorale che, banalmente, in denaro facile: non certo l' economia reale e diffusa che coinvolge anche le piccole imprese e i cittadini.


N.B. Stamattina, 26/9, FAQ TRIESTE ha pubblicato un' intervista a Cosolini su Porto Vecchio che trovate cliccando QUI e che commenteremo nei prossimi giorni.

Ecco l' intervento del sen. Russo sul Piccolo, divertente fin dal titolo in cui rivendica la serietà della baggianata della spiaggia di sabbia a Barcola e la lega all' intero progetto di urbanizzazione di Porto Vecchio, altrettanto serio. Fa pensare che provenga non da uno qualunque ma dall' autore della legge sulla sdemanializzazione e privatizzazione di Porto Vecchio.

La spiaggia di Barcola è un progetto serio 

di Francesco RUSSO

Non è certamente nel mio stile fare proposte “poco serie”: per questo voglio ribadire i motivi per i quali la spiaggia di Barcola, inserita all'interno della riqualificazione di Porto Vecchio, è un progetto ambizioso ma realizzabile e soprattutto utile per il nostro territorio. Non tanto e non solo perché, negli ultimi trent’anni, a partire da Primo Rovis fino ad arrivare all’assessore Giorgi, questa proposta ha trovato un consenso politico trasversale (sinistra, centro e destra) ma soprattutto perché è certificata da studi scientifici tra i quali il più qualificato e approfondito è senza dubbio quello del professor Brambati, geologo triestino di fama internazionale. Il quale - rispondo così alle obiezioni di molti cittadini che in questi giorni mi hanno scritto (la maggioranza per appoggiare il progetto) - tra le varie cose ha analizzato la concreta fattibilità del progetto tenendo conto delle caratteristiche morfologiche della costa triestina (correnti, mareggiate, venti prevalenti). Sfatando, tra gli altri, il timore relativo alla possibilità di utilizzare la sabbia nel nostro Golfo. Il progetto ha, infatti, ipotizzato una spiaggia mista (sabbia, ciottoli e rocce) capace di resistere anche ai venti di bora; senza tener conto che le più recenti innovazioni hanno reso possibili in diverse realtà di tutto il mondo (pensiamo alle isole artificiali di Dubai ma anche alle spiagge di Barcellona e Copenhagen) realizzazioni un tempo inimmaginabili per costi e difficoltà tecniche. A questo punto del ragionamento anticipo un’altra lecita obiezione: se effettivamente è realizzabile, perché fino ad adesso non se ne è mai fatto nulla? Io credo per due motivi principali. Il primo è la mancanza di coraggio da parte di un pezzo della classe politica locale. Sensibile – ieri e oggi - più al rischio di esporsi a qualche critica invece che alla possibilità di pianificare una parte del futuro di Trieste. Come qualsiasi proposta che potrebbe rivoluzionare un tratto significativo della città anche la spiaggia, infatti, si è scontrata (e si scontra tuttora) contro il partito trasversale dei “nostalgici” che in sintesi, argomentano in questo modo: “la mia città mi piace così e non voglio che cambi”. Eppure, proprio perché si continua a non fare nulla, la città sta già cambiando, ma non in meglio, sotto gli occhi di tutti noi: è proprio l’indisponibilità al cambiamento che sta portando Trieste verso il declino. Il secondo motivo va ricercato certamente nella mancanza di risorse economiche. La spiaggia a Barcola costa circa 25 milioni, una spesa che l’amministrazione comunale non era e non è certamente in grado di sostenere. Oggi rispetto al passato, però, abbiamo una carta in più da giocare: la riqualificazione di Porto Vecchio. Mi spiego meglio: in un progetto - quello della ristrutturazione dei vecchi magazzini e dell'intera area - che deve avere l’ambizione di portare tra i 3 e i 5 miliardi di investimenti privati, la spiaggia potrebbe rappresentare uno dei cosiddetti oneri di urbanizzazione. È prassi comune in tutti i grandi progetti di riqualificazione di aree urbane: il soggetto pubblico cede un’area a privati e oltre a incassare i proventi derivanti dalla vendita, inserisce nelle clausole dell’accordo anche l’obbligo da parte dell’investitore di realizzare una o più opere destinate alla collettività e finalizzate ad accrescere il valore complessivo dell'area stessa. Non è un sogno campato in aria, una proposta poco seria o una boutade elettorale: si tratta di un’operazione ambiziosa, non semplice ma concretamente realizzabile. Certamente un valore aggiunto per la nostra città: innanzitutto per i triestini (penso in particolar modo a chi ogni estate non può permettersi di andare in vacanza nelle località di villeggiatura), ma anche per intercettare una quota significativa di quel turismo che oggi non si ferma a Trieste. Più turismo significa più posti di lavoro e più ricchezza per tutta la collettività. Su questo progetto, e più in generale sulla riqualificazione di Porto Vecchio, ribadisco al sindaco Dipiazza e alla sua giunta la massima disponibilità alla collaborazione. Perché questa è un’opportunità talmente bella per Trieste da non lasciare spazio a personalismi o a divisioni di partito. A patto, però, che ci sia un vero cambio di passo e che siano disponibili ad alzare l’asticella dell’ambizione rispetto a quanto fatto finora. *Senatore del PD