RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 4 giugno 2018

TRIESTE CANTONE AUTONOMO CON ZONA FRANCA: SE NON ORA QUANDO? - DAL MINISTRO COMPETENTE AL PRESIDENTE DELLA REGIONE, AL VICESINDACO: TUTTI HANNO ESPRESSO POSIZIONI IMPEGNATIVE PER L' AUTONOMIA - IL RISCHIO CHE IL VENETO DIVENTI PIU' AUTONOMO (E POTENTE) DELLA REGIONE F-VG E DI TRIESTE: INSERIRSI NELLA TRATTATIVA REGIONI-GOVERNO SUCCESSIVA AI REFERENDUM DI VENETO E LOMBARDIA -


TRIESTE CANTONE AUTONOMO: SUBITO! TRIESTE COME BOLZANO !
L' "ALLINEAMENTO DEI PIANETI" 

Dopo le elezioni si sono susseguite delle dichiarazioni importanti di esponenti leghisti dal Governo in giù.

Intervista a Erika Stefani, veneta e della Lega, neo ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie (Corriere della Sera 2/6/18 clicca QUI):
 "Non teme d’essere ostacolata dagli alleati del M5S, «il partito del Sud»?
«Se si affossa l’autonomia, salta il governo. Per noi è una partita fondamentale, ci abbiamo messo la faccia e abbiamo preteso fosse inserita nel “contratto”. Non vedo, però, per quale ragione dovrebbero mettersi di traverso: in Veneto e in Lombardia l’hanno sostenuta, perché non dovrebbero farlo in parlamento? ».

"Metterete mano alle autonomie speciali di Trento e Bolzano?
«Se lo faremo, sarà per rafforzarle. Le Province autonome sono il modello a cui ci ispiriamo per Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e per tutte le Regioni che vorranno intraprendere lo stesso percorso di virtuosità e responsabilità».
 "Mi attende una bella sfida, riuscire a dare risposta ai 2 milioni di veneti che il 22 ottobre sono andati a votare chiedendo più autonomia per la loro regione. È stato un plebiscito, sento su di me il peso di una grande responsabilità".

FEDRIGA:"noi vorremmo degli enti di area vasta ( i Cantoni), non 18 come le Uti, che rappresentino le diverse identità territoriali; che siano elettivi e che prendano la gestione amministrativa perché la Regione deve rimanere ente legislativo e di grande programmazione. Ma deve essere il territorio ad amministrare. Non voglio una Regione che detiene tutto il potere in mano a poche mani" (comunicato della Regione del 30/4/18)
Barbara Zilli, Lega neoassessore regionale Bilancio: "Credo di poter incidere in particolare sulla rinegoziazione dei patti finanziari con Roma e sul rilancio del progetto fiscalità di vantaggio." ( il Piccolo 3/6/18).

Mettiamo alla prova queste parole.

La Regione Friuli - Venezia Giulia come noto ha un autonomia molto, ma molto, più limitata delle Provincie Autonome di Trento e Bolzano e la possibilità di trattenere sul territorio una percentuale assai più piccola delle due Province Autonome (attualmente, dopo i nefasti accordi con il governo di Tondo e Serracchiani, poco più del 30% contro il 90% di Bolzano).
Il Fatto che il Veneto dopo il vittorioso referendum abbia intrapreso, con il vento in poppa, il percorso dell' autonomia con l' obiettivo di raggiungere quella di Bolzano lo porterà ad avere sia autonomia che tasse trattenute sul territorio molto superiori al Friuli Venezia Giulia che tuttora indugia su posizioni difensive e attendiste.
E questo lo porterà a breve ad essere molto più forte e pesante politicamente ed economicamente della Regione da cui Trieste, volente o nolente, dipende.
Ma la situazione è propizia per cambiare strada, soprattutto per Trieste.

Il nuovo governo nazionale ha la leghista veneta, da sempre autonomista e federalista, Erika Stefani come ministro degli Affari regionali; la Regione Friuli Venezia Giulia ha il triestino leghista Massimiliano Fedriga come Presidente con una larga maggioranza, il triestino leghista  Roberti come Assessore alle Autonomie, la leghista Barbara Zilli come Assessore alle Finanze; Trieste ha come vicesindaco il leghista Polidori aperto alle istanze del TLT, come vicesindaco.

La situazione è dunque propizia per realizzare il CANTONE AUTONOMO DI TRIESTE dotato di una ZONA FRANCA: uno dei cinque, corrispondenti grossomodo alle aziende sanitarie, che sono stati annunciati in campagna elettorale e confermati dopo da Fedriga.

Il percorso è chiaro: rivendicare per la Regione F-VG maggiori autonomie che la portino al livello delle Province Autonome di Bolzano e Trento, analogamente a quanto ha richiesto il Veneto con il referendum e la successiva trattativa, e delegare “a cascata” tali competenze al Cantone Autonomo di Trieste da costituire con legge regionale insieme agli altri.

Attualmente le autonomie e le competenze regionali del Friuli - Venezia Giulia sono mortificate ed enormemente al di sotto di quelle di Bolzano (dove il 90% delle tasse resta sul territorio) e della Valle d' Aosta. Pertanto bisogna inserirsi nelle trattative in corso tra Veneto, Lombardia e Roma, approfittando del fatto che il neocentralismo renziano è stato messo da parte e sostituito dall' autonomismo e federalismo del nuovo governo.
In tal modo non occorrerebbero leggi costituzionali e basterebbe il decentramento dei poteri.

Inoltre c'è la possibilità di richiedere, analogamente a quanto sta facendo da anni Gorizia, una ZONA FRANCA con fiscalità di vantaggio, come da accordi internazionali già recepiti con il riconoscimento della Slovenia e quindi non contestabili dalla UE, come abbiamo già illustrato in numerosi precedenti articoli (clicca QUI).

E' ORA DI MUOVERSI ANCHE A TRIESTE !

NON CI SONO PIU’ SCUSE PER NON FARE QUESTO PRIMO PASSO VERSO LA LIBERAZIONE DI TRIESTE DALLA PALLA AL PIEDE CHE NE FRENA LO SVILUPPO.

E' stata aperta dal voto popolare una linea di credito a Fedriga: non la sprechi.

Ecco il motivo del nostro forte interesse per le recenti vicende elettorali e governative regionali e nazionali: così si arriva ad una "autonomia spinta" per via politica e, relativamente, veloce.

SE CI SONO LA VOLONTA' POLITICA E LA SPINTA DAL BASSO, OVVIO !

"Non importa il colore del gatto: l' importante è che acchiappi i topi" (Deng Xiao Ping)

L' ACCORDO PER LA GRANDE NAVE IN PORTO VECCHIO: "E TUTTI ANDARONO PRESSO LE COLONNE DEL TEMPIO DI RE SALOMONE ED OGNUNO EBBE CIO' CHE GLI ERA DOVUTO" - I LAVORATORI LA FORMAZIONE, D' AGOSTINO I GIUSTI RICONOSCIMENTI DI AUTORITA' E COMPETENZA, LA GMT LO SCARICO DELLA NAVE E TRIESTE LA DISCUSSIONE SULL' USO PRODUTTIVO DI "PORTO VECCHIO" E DEL PUNTO FRANCO FINORA INGIUSTAMENTE DENIGRATO E SPEZZETTATO - E LA SELECO ANDRA' SUL MOLO III -



La crisi della grande nave all' Adriaterminal di Porto Vecchio con un carico eccezionale, mentre un' altra con un carico analogo stava scaricando nel Punto Franco di Scalo Legnami, ha prodotto un accordo che soddisfa tutti e fa fare un salto in avanti al dibattito pubblico in città.

I lavoratori del CLPT.USB, il sindacato indipendente maggioritario in porto, che si battevano da tempo per avere la formazione necessaria a svolgere tutte le mansioni, ne hanno ottenuto l' inizio e stamane lavoreranno con l' affiancamento di formatori all' Adriaterminal. Attendono che altrettanto avvenga in Porto Nuovo e al Molo VII.

Il presidente dell' Autorità Portuale Zeno D'Agostino ha ricevuto unanimi attestati di stima e avuta universalmente riconosciuta la sua autorità, capacità e il ruolo di regista. Tutta la città e le forze politiche si sono apertamente pronunciate e la sua posizione è ulteriormente rafforzata.


Il terminalista GMT avrà la sua nave scaricata con efficienza anche senza doversi sobbarcare i costi di trasferta da Genova di una squadra.


Infine Trieste ha ricominciato a discutere dell' uso produttivo di Porto Vecchio e del suo Punto Franco, che qualcuno voleva ridurre ad un museo, come rileva lo stesso Piccolo nell' articolo che riportiamo sotto.

La SELECO (televisori ecc.) inoltre ha confermato la richiesta di insediamento sul Molo III, magazzino 5, in Porto Vecchio e in Punto Franco per farvi uno stabilimento (vedi immagine in fondo).

Il Presidente degli Spedizionieri Stefano Visintin ha così commentato il post sulla nostra pagina Facebook:
"Contemporaneamente la m/v Stamina, operava allo Scalo Legnami per sbarcare un quantitativo di lingotti di alluminio un po' più piccolo di quello della nave citata nell'articolo, con personale completamente triestino. Bisogna procedere al più presto nel potenziamento delle competenze del personale dell'agenzia del lavoro portuale e delle cooperative, perché scaricare sacchi di caffè non è uguale a sbarcare pani di alluminio o rizzare camion su una nave ro/ro. Spedizionieri e terminalisti non si sottraggono al loro compito. Bisogna essere pronti perché quella che può sembrare una coincidenza positiva (due navi convenzionali grosse che si aggiungono al lavoro ordinario dello scalo) sarà probabilmente una situazione usuale."

QUI Faq Trieste riporta il Medittelegraph (clicca).

Ecco l'articolo odierno del Piccolo dell' ottimo Fabio Dorigo che ci cita positivamente, così siamo contenti anche noi:

La politica sul caso Gmt «Appoggio a D’Agostino»
Il presidente del Porto difeso da istituzioni ed eletti dopo la minaccia di dimissioni per la querelle sui genovesi all’Adriaterminal. Accordo trovato col sindacato Usb.

di Fabio Dorigo

Non ci sono genovesi che tengano. Zeno D’Agostino, presidente dell’Autorità portuale, incassa un’incondizionata fiducia dalle istituzioni e dal mondo politico. Posto che dimissioni non arriveranno ed è tutto bene quel che finisce bene (alla fine è stato trovato un accordo) la vicenda della Gmt all’Adriaterminal, all’interno del Porto vecchio, ha riconfermato la grande stima universale di cui gode il presidente del Porto di Trieste. «Non si dimette nessuno, è stato trovato un accordo ed ora partiranno gli affiancamenti e la formazione finalmente», fa sapere il Coordinamento lavoratori portuali di Trieste (Clpt Usb) che venerdì scorso aveva aperto la vertenza bloccando l’intervento della squadra di 10 portuali genovesi arrivati a Trieste con tre carrelli elevatori per svolgere attività di carico e scarico merce sulla nave “Bunum Elegance” all’Adriaterminal. E se la minaccia di dimissioni di D’Agostino è stata derubricata, resta l’effetto che ha creato. «Sono contento che alla fine abbia prevalso il buon senso. Non aggiungo altro», commenta il senatore M5s Stefano Patuanelli che, pur confermando la sua stima a D’Agostino, non vuole alterare in alcun modo il fragile equilibrio ritrovato. «Mi è parso uno sfogo legittimo. Mi sento molto vicino e solidale con lui. Stima incondizionata a D’Agostino. Le barricate di certi sindacati, oltre che strumentali, mi sono parse anche controproducenti per gli stessi lavoratori del porto. Mi piacerebbe che altri sindacati facessero sentire la loro voce sulla vicenda» commenta Paolo Polidori, vicesindaco leghista di Trieste. «Bisogna lasciar lavorare D’Agostino. Per lui parlano i risultati. Non servono a nessuno le sterili polemiche di alcuni sindacati. Non fanno bene al Porto e neppure ai lavoratori» aggiunge Sandra Savino, parlamentare di Forza Italia. «D’Agostino, assieme al segretario Mario Sommariva, ha il merito di aver portato tanto lavoro al porto di Trieste. E di averne migliorato la qualità. La neonata agenzia dell’articolo 17 ha triplicato i numeri in questi anni. Non siamo più in una situazione come anni fa quando se veniva una squadra da fuori portava via il lavoro ai triestini. Quindi fa bene D’Agostino ad andare avanti per la sua strada», sintetizza il consigliere regionale dem Roberto Cosolini che da sindaco di Trieste aveva indicato per il Porto il manager veronese. «Piena vicinanza con il presidente del Porto. In questi anni ha messo in pratica le politiche del lavoro più innovative. Se c’è qualcuno di inattaccabile su questo versante è proprio lui assieme al segretario Sommariva. Con quest’azione sindacale si rischiava di creare un precedente pericoloso. Per arrivare a minacciare le dimissioni vuol dire che stavolta qualcuno ha esagerato», ribatte il consigliere regionale del Pd Francesco Russo.
Il caso Gmt ha riaperto anche il dibattito in città sulla sdemanializzazione del Porto vecchio. «In Porto vecchio una grande nave con un carico eccezionale e carenza di personale: questo il fatto alla base della vertenza che ha portato alla minaccia di dimissioni di uno dei più apprezzati e autorevoli presidenti di Autorità portuale», titola il blog economico “Rinascita Triestina”. Alla faccia di coloro che «per anni hanno detto che in Porto vecchio si possono fare solo turismo e musei perché non ci sarebbero fondali, banchine e quant’altro». La morale della vicenda, insomma, è questa: «All’Adriaterminal in Porto vecchio e grazie alla parte di Punto franco salvatasi dalla “sdemanializzazione” la Gmt movimenta 300 mila tonnellate all’anno. Inoltre la Gmt fa l’attività di “Borsa Metalli” molto vantaggiosa col Punto franco. Un’attività che crea posti di lavoro come si vede in questi giorni in cui si volevano lavoratori di rinforzo, inviati addirittura da Genova. La vertenza si risolverà certamente per la buona volontà dei lavoratori del Clpt-Usb e la saggezza dell’Autorità portuale. E Trieste non perderà un ottimo e autorevole presidente del Porto franco internazionale. E forse si capirà che Porto vecchio ha grandi potenzialità produttive grazie al Punto franco: in molti settori, non solo nella portualità
».


 Il Piccolo 4/5/18