RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 9 luglio 2016

CHI SONO I DELINQUENTI ? QUELLI CHE RUBANO E SPERPERANO I SOLDI PUBBLICI O CHI FA DISOBBEDIENZA CIVILE NONVIOLENTA ?


Ci sconcertano gli sdegni pelosi  e le lezioncine buoniste di "senso civico", nonchè gli articoloni intimidatori sulla vicenda delle obiezioni fiscali a Trieste.
Che provengano da politici, sindaci, rubastipendio pubblici, giornalisti o romanzieri.
Leggi cliccando qui l' ennesimo articolo del piccolo.
Come se  l' Italia fosse un paese di santi e verginelle e l' amministrazione pubblica fosse un esempio di virtù e buona amministrazione e non di saccheggio del denaro pubblico.


Notoriamente solo una piccola parte degli introiti fiscali è destinata a servizi, ospedali e strade mentre le pensioni derivano dai contributi versati da cittadini ed imprese.


E adesso sono imminenti gli impieghi di soldi pubblici per salvare banche decotte, malamministrate e legate alla politica come MPS.


Si possono imputare a dei cittadini che effettuano una protesta simbolica e non violenta la catastrofica situazione dei servizi pubblici e comportamenti da codice penale ?

Qua sotto la copertina dell' ultimo numero dell' Economist che ben rappresenta il futuro italiano grazie alla crisi bancaria ormai conclamata.




ARTICOLI INTIMIDATORI SULL' OBIEZIONE FISCALE E CONSIGLI DI LETTURA AI TROMBONI. #Triexit


Oggi ancora articoli intimidatori sulla "obiezione fiscale" legata al TLT.
Stavolta è il sindaco Dipiazza a diffidare gli obiettori.


Abbiamo già fornito documentazione sulla vicenda con due articoli: clicca QUI e QUI.

Oggi ci limitiamo a fornire dei consigli di lettura a tutti quelli che riguardo le tasse italiane fanno dei discorsi ridicoli dicendo che servono per servizi pubblici quando a questo scopo è destinata solo a una piccola parte del gettito fiscale e le pensioni sono finanziate dai contributi versati da lavoratori e imprese.

Il Bilancio dello stato si trova cliccando QUI (tenere presente che nelle Spese Correnti ci sono gli stipendi della burocrazia).

Consigliamo i libri di Carlo Cottarelli che era stato il responsabile, poi rimosso, della razionalizzazione della spesa pubblica italiana.


COTTARELLI: LA LISTA DELLA SPESA
La verità sulla spesa pubblica italiana....
FELTRINELLI

Dovrebbe essere una lettura d'obbligo per politici, amministratori pubblici, professori di diritto amministrativo.
Sabino Cassese, Il Sole 24 ore




COTTARELLI: IL MACIGNO
Perchè il debito pubblico ci schiaccia.
FELTRINELLI

Sono decenni che gli italiani lo sanno: il debito pubblico è un problema spaventosamente grande, tanto che sembra troppo enorme per essere affrontato. Solo Carlo Cottarelli può riuscire a raccontare in termini chiari e trasparenti come stanno davvero le cose, spiegando i concetti fondamentali senza tecnicismi e utilizzando una miriade di esempi che nascono dalla sua esperienza di dirigente al Fondo monetario internazionale e di commissario per la Revisione della spesa.


Frongia e Maragnani: E IO PAGO
Da documenti inediti tutti i soldi che gli italiani pagano per mantenere la capitale più corrotta e inefficiente d' Europa. - CHIARELETTERE -
“Ci sono molte cose che possiamo imparare dal disastro di Roma.
E chiedere che siano fatte, in tutta Italia, per ridurre gli sprechi e i danni alla nostra vita.”
Daniele Frongia, presidente della Commissione per la spending review di Roma Capitale

UN LIBRO UNICO e rivelatore. Per la prima volta vengono resi pubblici i dati raccolti dalla Commissione che per più di due anni ha lavorato sui conti dissestati e dissennati di Roma Capitale. UN TESORO DI DOCUMENTI INEDITI “dimenticati” nei cassetti dell’amministrazione Marino.


Finalmente possiamo vedere i numeri del grande saccheggio di Roma A SPESE DI TUTTA ITALIA. E scoprire quello che nemmeno potevamo immaginare. Che il Campidoglio perde 400 milioni di euro annui tra i servizi (non dovuti) offerti gratuitamente alla Chiesa e le tasse evase dal Vaticano. Che l’acqua per le fontane della capitale ci costa più di 5 milioni di euro l’anno; che cooperative, circoli sportivi e ospedali privati fanno affari in residenze da sogno a spese nostre; che otto inquilini su dieci del Comune (naturalmente in pieno centro) non pagano l’affitto da anni. E molto altro: c’è un’Italia che se ne frega di bollette, multe, tasse, contratti, e c’è un Comune che non riesce a farsi pagare niente. Tanto c’è l’altra parte del paese che paga per tutti: almeno mezzo miliardo l’anno. Roma è il simbolo di una mala gestione diventata sistema in tanti, troppi comuni. Dall’esperienza del buco capitale, ecco un vademecum per i cittadini che vogliono DARE LA CACCIA AGLI SPRECHI e dire BASTA AI BILANCI FASULLI delle loro città. Una guida chiara alla buona amministrazione e un metodo facile, che può far risparmiare tutti.


PER COMINCIARE BASTA.
Speriamo che basti a far capire la situazione ai ridicoli tromboni che parlano di sanità, strade ecc. come bimbi delle elementari  rinfacciandoli a chi ha obiettato fiscalmente non pagando simbolicamente una multa, un bollo o un' ingiunzione.
Compreso Gramellini che farebbe meglio a continuare a fare lo scrittore di romanzi leggeri di successo invece di occuparsi della Triexit di cui non sa niente come la stragrande maggioranza degli italiani.


Riguardo la gravissima crisi che perdura ormai da 9 anni in presenza, ed anche a causa, di una pressione fiscale da strozzo che secondo l' Ufficio Studi di Confcommercio, è del 52,5% del PIL  (in cui da un anno si sommano le attività illegali e il "sommerso")  consigliamo a questi grandi intellettuali e politici moralisti una lettura che forse li aiuterà a capire perchè la gente non ce la fa più a pagare le tasse italiane.


KEYNES
COME USCIRE DALLA CRISI
Laterza - Nove saggi classici del maggior economista del XX secolo: scritti negli anni immediatamente precedenti la stesura della sua opera fondamentale la "Teoria generale", nel periodo della Grande Depressione degli anni Trenta, i saggi di Keynes inclusi in questo volume analizzano i problemi del periodo e propongono una politica economica in grado di risolverli. Con uno stile polemico e brillante ma facilmente accessibile, Keynes aggredisce temi come disoccupazione, carenza di investimenti, operazioni speculative internazionali che allora come oggi costituiscono gli elementi di crisi del sistema economico.



Come si vede  non parliamo nemmeno di TLT e delle leggi internazionali a cui il Governo Italiano dovrebbe attenersi riguardo Trieste.
Solo di letture che dovrebbero aiutare ad usare il buonsenso anche a chi non abita a Trieste e/o non è indipendentista.

venerdì 8 luglio 2016

L' IDEA DIPIAZZESCA DI METTERE IL MERCATO ITTICO IN PORTO VECCHIO E' UN PIANO DIABOLICO PER RIFORNIRE DI PESCE TAX-FREE LA "SAGRA DELLA SARDELLA" DELL' ASSESSORE GIORGI - USERANNO IL PUNTO FRANCO CHE ANCORA OCCUPA I 15 METRI DALLA COSTA ! SARDELLE PORTATE CON DRONI DAL PUNTO FRANCO A CAMPANELLE DOVE CI SARA' IL 12° PUNTO FRANCO !



Siamo rimasti esterefatti dalla idea geniale di Dipiazza di trasferire il Mercato Ittico in Porto Vecchio anzichè trasferirlo al magazzino ex-Coop  al Canale Navigabile come già deliberato dal Consiglio Comunale (clicca QUI).
In Porto Vecchio infatti è rimasto il Punto Franco su tutta la fascia costiera per 15 metri e all' Adriaterminal.
SARDONI TAX-FREE?
Certo, ma non per tutta la popolazione...Dio scampi e liberi da tanto utopico estremismo!

I nostri potenti Servizi hanno scoperto il complotto:
vogliono utilizzare il regime di extradoganalità del Punto Franco, che elimina IVA e tasse doganali, per rifornire la Sagra della Sardella dell' attivissimo neoassessore Giorgi.

Fonti segrete ci hanno informato che è già stata fatta richiesta all' Autorità Portuale di trasferire una porzione di Punto Franco di Porto Vecchio  a Campanelle  visto che ne ha 300.000 mq ancora disponibili.
Pensano di trasportare le sardelle da Porto Vecchio a Campanelle con appositi droni, in attesa dell' apertura di un "corridoio doganale".

Ecco un' idea veramente moderna e innovativa per utilizzare il regime di Punto Franco, altro che quegli evasori fiscali di indipendentisti che vorrebbero mettere in Porto Vecchio un Centro Finanziario off-shore come quello previsto dalla legge 19/91 !
Come non averci pensato prima !

Grazie Dipiazza !

NO TAX E TAX FREE A TRIESTE: FINALMENTE SE NE PARLA - CAMPAGNA MEDIATICA PER EVITARE IL CONTAGIO, PRENDERE LE DISTANZE E GHETIZZARE GLI INDIPENDENTISTI - E SE AVESSERO RAGIONE, COME L' HANNO AVUTA SU PORTO FRANCO E ALLEGATO VIII ?


PER IL SECONDO GIORNO ABBIAMO PAGINONI SUL PICCOLO SULL' "OBIEZIONE FISCALE" IN NOME DEL TLT.
I motivi di questa campagna mediatica iniziata con un comunicato del Prefetto / Commissario del Governo sono principalmente tre:
1) Impedire un "effetto contagio" vista la grave situazione economica e la difficoltà di famiglie ed imprese a pagare le tasse.
2) Prendere le distanze dal movimento indipendentista e ghettizzarlo proprio nel momento in cui la Presidente della Regione Serracchiani ha riconosciuto la validità delle tesi di fondo riguardanti il Porto Franco Internazionale e l' applicazione dell' Allegato Ottavo (clicca QUI).
Non vorremmo che fra qualche tempo si riconoscesse  anche la validità delle tesi in campo fiscale per evitare trasferimenti di ricchezza a Roma.
3) Arrivare ad una resa dei conti e una liquidazione per via repressiva dell' indipendentismo triestino dopo  una maldestra presentazione elettorale frammentata.

Esaminiamoli uno per uno:

A) Il fenomeno della "autoriduzione" fiscale è molto più diffuso di quanto vogliano ammettere le rapaci Autorità e temono che "una scintilla incendi la prateria".
La causa non è in motivazioni "psicologiche" di "rancore" come da sorprendenti argomentazioni da "salotto bene" dell' amico Roberto Weber sul Piccolo: lo informiamo che c'è una grave crisi economica contemporanea ad una pressione fiscale intollerabile e non c'è più liquidità.

La gente non ha soldi non solo per comperare, e i negozi conseguentemente chiudono, ma nemmeno per pagare tutte le tasse.

Perfino persone "benestanti" secondo l' ISEE perchè proprietarie di immobili, ereditati o acquistati con mutui in precedenza, ormai invendibili per  la crisi sono prive dei liquidi per pagare i balzelli.

La pressione fiscale in Italia lo scorso anno è stata secondo il Governo il 42,5 % del PIL (in cui adesso si conteggiano pure le attività illegali come prostituzione ecc. e una stima del "nero") ma secondo l' Ufficio Studi di Confcommercio è del 52,5%: una cifra abnorme.

Si sono sentiti discorsi infantili come "le tasse servono per i servizi pubblici e le strade": questo avviene nei libri di educazione civica delle elementari ma non nel mondo reale e soprattutto non in Italia.
"Quelli delle Tasse" del PD sono in prima fila con questi anatemi e con questo atteggiamento adorante verso il Totem Fiscale.
In realtà lo Stato Italiano spende solo una piccola parte delle tasse per servizi di pubblica utilità, sanità, istruzione, sicurezza, strade e per lo "Stato Sociale": la stragrande maggioranza delle entrate va in stipendi per una burocrazia elefantiaca e clientelare, per foraggiare clientele e favori e alimentare corruzione (perfino all' Expò di Milano con contatti con la Mafia, come si vede), per gli interessi del Debito Pubblico nazionale.

La spesa sanitaria, comprensiva di stipendi, è stata solo del 9,1% del PIL (clicca QUI) e quella per l' istruzione il 4,5% (clicca QUI).

Le pensioni NON sono una regalia  derivata dalle tasse ma sono erogate  sulla base dei CONTRIBUTI versati da lavoratori ed imprese.
Contributi che adesso il Governo vuole utilizzare per finanziare le banche in crisi: prima fra tutte quel Monte dei Paschi di Siena gestito fino a poco fa dal PD toscano, da cui provengono Renzi e la Boschi, e che ha già ricevuto 4 miliardi e mezzo (volatilizzati ?).

OLTRE A PARLARE DI UN OBBLIGO DI PAGARE LE TASSE (SE RAGIONEVOLI), SI PARLI ANCHE DI COME VENGONO USATI, MALAMENTE, QUESTI SOLDI !

In più abbiamo più volte dimostrato su queste pagine che Trieste genera un gettito fiscale superiore del 40% alle necessità per i servizi pubblici locali.
In altre parole il 40% delle tasse dei triestini serve ad alimentare la macchina mangiasoldi romana.

E' chiaro che tutto questo è benzina e che si danno da fare a soffiare sulle candele accese.

B) La famosa lettera della Serracchiani a Renzi sulla No-Tax Area nel Porto Franco di Trieste riprende in modo sorprendente le tesi del movimento indipendentista, che in questo si è dimostrato un precursore ed un' avanguardia: dalla extraterritorialità doganale derivante dal Trattato di Pace, alla unicità giuridica a livello europeo, all' Allegato Ottavo. Clicca QUI per il nostro commento.
E adesso si sente il bisogno di marcare le distanze.
Chissà  se fra un paio d' anni si riconoscerà anche la questione fiscale.

Ad esempio ci si domanderà se le leggi fiscali a Trieste sono state adattate dal Commissario del Governo alla realtà locale dove  il Trattato di Pace vieta di imputare il Debito Pubblico Italiano ?

Fino al 1964 il Commissario del Governo aveva "filtrato" le leggi nazionali controfirmandole  ed adattandole per renderle operative anche a Trieste, ma poi gran parte della legislazione fiscale è stata paracadutata senza questo passaggio.
E ci sono sentenze di Cassazione (323 del 1965, vedi nota) che invalidano riscossioni effettuate sulla base di leggi non rese operative dal Commissario del Governo a Trieste (TLT attuale o Ex-TLT in amministrazione a seconda delle opinioni).

A proposito qualcuno può spiegare ai cittadini perchè il Commissario del Governo è una figura che esiste solo a Trieste (e nelle Province autonome di Bolzano e Trento) mentre in Italia  ci sono solo i Prefetti?

Cosa fa il Prefetto di Trieste quando indossa i panni del Commissario del Governo?
Quale la differenza tra le DUE funzioni? Perchè a Trieste queste due cariche si sommano in un' unica persona?
Perchè esiste solo a Trieste in adempimento agli obblighi derivanti dal Trattato di Pace (clicca QUI dizionario giuridico) ?

Chissà che fra un po' si scopra ufficialmente che le leggi fiscali nazionali non sono applicabili a Trieste per non aver ottemperato il passaggio obbligatorio tramite il Commissario del Governo che deve adattarle, così come è successo per l' Allegato VIII fino a tre anni fa sconosciuto.

C) Non siamo mai stati d' accordo con iniziative avventuriste che possono scatenare una repressione indiscriminata e indebolire il movimento: anche noi come Weber abbiamo visto dopo il '68 queste dinamiche.
Tuttavia troviamo grottesco che Roberto Weber paragoni sul Piccolo di oggi gli "anni di piombo" del terrorismo italiano con il rifiuto nonviolento di pagare qualche multa o qualche ingiunzione: cerchiamo di non straparlare.

Pertanto, pur non facendone parte, non facciamo mancare la nostra solidarietà ai 229 concittadini che attualmente si trovano nel mirino.
Sono persone pacifiche e nonviolente che applicano un metodo 
gandhiano di disobbedienza civile e non possono essere accomunate al terrorismo nemmeno lontanamente con malevoli accostamenti.

E ricordiamo che la questione delle tasse è sempre stata al centro dei cambiamenti e del progresso da Robin Hood ai Tea Party dell' indipendenza americana, all' indipendenza irlandese.

Definire le tasse un bene in sè, anche se ingiuste e vessatorie, ci pare una sciocchezza enorme smentita dalla storia. 
I tiranni si sono sempre alimentati di tasse e "Oro alla Patria" da portare al sicuro oltreconfine.

Nota:Corte di Cassazione  sentenza 26 febbraio 1965, n. 323 della sua I Sezione civile, in materia fiscale: «Poiché il decreto legislativo 29 marzo 1947, n. 143, istitutivo della imposta straordinaria progressiva sul patrimonio, non è stato esteso al Territorio Libero di Trieste, i cittadini italiani ivi residenti al 28 marzo 1947 non possono essere assoggettati a tale imposta, indipendentemente dalla circostanza che i loro beni siano situati in tutto o in parte fuori del Territorio Libero di Trieste.»;


NO TAX E TAX FREE



UN LIBRO CONSIGLIATO:
E IO PAGO
Tutti i soldi che gli italiani pagano per mantenere la capitale più corrotta ed inefficiente d' Europa - di Daniele Frongia e Laura Maragnani - Chiarelettere





giovedì 7 luglio 2016

PERCHE I CONTRIBUENTI TRIESTINI DOVREBBERO FINANZIARE LE BANCHE ITALIANE ? TASSE, BREXIT, BANCHE, ECONOMIA, EURO - #RisparmiatoreStaiSereno CI PENSANO RENZI E MARIA "ETRURIA" BOSCHI !



1) Il TLT è tornato oggi agli onori della prima pagina del Piccolo con quello che sembra l’annuncio di una ondata repressiva sulla questione fiscale, sull' onda di un comunicato stampa emesso non si sa se dalla Prefetto o dalla Commissaria del Governo preposta a tutela degli accordi internazionalii relativi al Trattato di Pace del 1947 (clicca QUI Dizionario Giuridico per rammentare di cosa si tratta e perchè il Comissario del Governo esiste solo a Trieste e nelle province autonome di Bolzano e Trento).

Un fisco rapace per “rientrare” dal debito pubblico italiano come da austerity della UE sta mettendo in difficoltà cittadini ed imprese, favorevoli al TLT o meno.
E l’obiezione fiscale è un pericolo che non possono tollerare “ da una scintilla nasce l' incendio della prateria ”…

2) L’ altro ieri è stato negato ai cittadini di esprimere il proprio parere con un referendum regionale sulla Sanità che li tocca da vicino: i tagli imposti dalla politica di austerity della UE stanno compromettendo la sanità triestina.
Idem per le riforme amministrative come le UTI che per risparmiare come da austerity della UE stanno imponendo un nuovo centralismo statale e regionale e rigettando anche la proposta di due province autonome, Trieste e Friuli come Bolzano e Trento.

3) Oggi si legge, riguardo la crisi che attanaglia il sistema bancario italiano, che il Governo tenta di avere l’ autorizzazione della UE ad intervenire con soldi pubblici (tasse) per salvare gli istituti in caso di inevitabile “crisi sistemica”: prima della UE ed ancora adesso nei paesi fuori dall’ Euro interveniva la Banca Centrale che stampava moneta SENZA UTILIZZARE LE TASSE DEI CITTADINI:  così hanno fatto Inghilterra, USA, Giappone ecc. In un momento di deflazione non ci sono neanche rischi di stimolare l’ inflazione con la stampa di moneta.

A ben guardare c’è un filo che collega questi fatti ed è quello delle politiche  contro lo stato sociale, di feroce spremitura fiscale dei cittadini, contro il mondo del lavoro (che in Francia si ribella ma in Italia ha subito) e favorevoli alle élite economiche che tutti i Governi  membri della UE stanno applicando su direttive della tecnocrazia di Bruxelles e conformemente alla dottrina dogmatica del neoliberismo di stampo tedesco (detto Ordoliberismo).

Non c’è nessun beneficio per le economie reali  dei vari paesi dal punto di vista della occupazione e del benessere diffuso ma una grande concentrazione di ricchezze nelle mani di pochi, un vantaggio dei paesi creditori rispetto a quelli debitori e uno sviluppo del capitale finanziario a scapito delle attività produttive.


E la gente comincia a ribellarsi votando ai referendum diversamente da quello che vorrebbe il Palazzo e cercando di non farsi rapinare da un Fisco rapace. 

Se le tasse sono diventate insostenibili ed INGIUSTE è per questi motivi, e lo sdegno espresso oggi sul Piccolo contro i cittadini che fanno “obiezione fiscale”  non tiene conto che le spese per opere e servizi di pubblica utilità sociale (Stato Sociale) sono solo UNA MINIMA PARTE della spesa dello Stato Italiano che sperpera ovunque compreso appalti a mafiosi per l’ Expo’ di Milano e soprattutto per mantenere se stesso.
Cliccando Qui trovate una breve sintesi del bilancio dello stato italiano e QUI IL BILANCIO completo.


La Spesa Sanitaria complessiva comprensiva di stipendi, ad esempio, è inferiore al 9% del PIL mentre il prelievo fiscale ufficiale è del 43,5% sul PIL (clicca QUI)-
Preghiamo di tener presente che le pensioni sono pagate con i contributi di lavoratori e imprese e non con le tasse come qualche furbetto vuol far credere.

Farebbero bene tutti i cittadini che considerano INGIUSTO e RAPACE il  Fisco ad unirsi, TLT o meno, perché lasciar passare una repressione di massa contro l’ “obiezione fiscale” comunque motivata è un danno per tutti.

Il rifiuto opposto a fare i Referendum regionali si è alimentato anche delle posizioni dopo la Brexit secondo le quali il “popolo bue”non deve permettersi di votare in modo diverso da quello che pensano gli “ottimati”.


E viene usata anche la carta della PAURA .
Nel caso del referendum sulla Sanità regionale hanno parlato di blocco del servizio sanitario anche con la sola indizione del Referendum; nel caso della Brexit hanno parlato di "catastrofe economica" per l’ Inghilterra.

Sono passate due settimane  ed esaminiamo le conseguenze della "catastrofe":
la Borsa inglese dopo i primi due giorni di speculazione ribassista è ai massimi livelli dal 2011, ed è la migliore a livello mondiale.

La sterlina calata del 7% favorisce le esportazioni inglesi e il turismo a Londra.

Il governo annuncia che, libero da vincoli europei, calerà le imposte sulle aziende dal 20% al 15% per favorire investimenti e nuovi arrivi (in Italia l' IRES è al 27,5%).

Inoltre la Banca centrale d' Inghilterra 
 ha deciso di alleggerire i vincoli di capitale imposti alle banche per invogliarle a sostenere l'economia britannica.
L'istituto centrale precisa poi che, a fronte della "sfida" rappresentata dalla Brexit, questa misura consentirà di un capacità aggiuntiva di prestiti di 150 miliardi di sterline (178,9 miliardi di euro), da destinare alle famiglie e alle imprese ( SENZA CHE UNA SOLA STERLINA SIA PRESA DALLE TASSE).




Le economie più prospere sono quelle FUORI DALL’ EURO secondo i dati dela Banca Mondiale che esamina la crescita degli ultimi 20 anni: Svezia + 41%, Australia + 42 %.

L’ economia più prospera in assoluto è di una Città Stato, ovviamente piccola , come Singapore che non sente nessun bisogno di far parte di una Unione Monetaria.
 
L’ Italia con tutta la sua prosopopea pro UE è cresciuta solo del 1,9% in 20 anni ed è in crisi nera con una disoccupazione superiore al doppio di quella inglese.
Perfino la Grecia è cresciuta di più: 13,5%.

C’è una bella differenza tra sostenere il sistema bancario immettendo liquidità tramite la Banca Centrale che stampa moneta senza rischio d’ inflazione, come fanno la Gran Bretagna e la FED, e invece usare le tasse dei cittadini per pompare miliardi alle banche in crisi !

In un prossimo post parleremo dei paesi europei che non solo non hanno l’ Euro ( Inghilterra, Danimarca, Svezia, Svizzera, Norvegia ecc.) ma che NON SONO NEMMENO NELLA UE COME LA NORVEGIA (e la Svizzera)  e vivono benissimo senza.

Bisogna cominciare a separare il concetto di Europa geografica, storica, culturale, economica da quello di "Unione Europea" che è un progetto partito bene con nobili ideali anche sociali, ma finito male grazie all’ assenza di democrazia interna, al potere enorme ai tecnocrati, al predominio di teorie dogmatiche neoliberiste e degli aspetti finanziari su quelli politici.

L' inerzia dei sedicenti "progressisti" rispetto a problemi e realtà che non sono conformi alle loro ideologie e aspettative rischia di lasciare in molti paesi il monopolio della protesta, sacrosanta, ai nazionalismi più estremi.


I numeri qua sotto parlano chiaro:







20 milioni di tasse ai mafiosi:



mercoledì 6 luglio 2016

IL DEPUTATO ARIS PRODANI FA UN INTERROGAZIONE SULLA TAX-FREE AREA NEL PORTO DI TRIESTE DI CUI HA PARLATO LA SERRACCHIANI- ADESSO IL GOVERNO DEVE RISPONDERE - MENTRE SI TENTA DI FARE UNA ZONA FRANCA FINANZIARIA IN PORTO VECCHIO, DIPIAZZA PENSA A PORTARCI IL MERCATO ITTICO ALL' INGROSSO- PESSE TAX FREE !


ARIS PRODANI RILANCIA SULLA NO TAX AREA LEGATA AL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE

Il deputato Aris Prodani riprende gli argomenti della " Lettera a Renzi per la NO TAX AREA " spedita da Debora Serracchiani e riportata dai media e, inchiodando la governatrice a quanto scritto, ha presentato una interrogazione parlamentare rivolta al Governo: sotto riportiamo il testo.

Dal momento che una Zona Franca di questo tipo faciliterebbe attività finanziarie e di servizi, come ha detto anche il Commissario D' Agostino, che renderebbero nuovamente attuale il Centro Finanziario Off-Shore nel Punto Franco di Porto Vecchio previsto dalla legge 19 del 1991, l' ineffabile sindaco Dipiazza, invece di correre alla City di Londra come il suo collega neoeletto di Milano, pensa bene di metterci il mercato all' ingrossso del pesce. Clicca Qui.

Ecco l' interrogazione di Prodani:

Interrogazione a risposta scritta

Al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro dello Sviluppo Economico

— Per sapere – premesso che:


Come riportato dal sito istituzionale dell'Autoritá Portuale di Trieste, " il referente normativo primario del regime giuridico del Porto Franco di Trieste è l’Allegato VIII al Trattato di Pace di Parigi del 1947" mente negli articoli dall'1 al 20 del Memorandum di Londra del 1954 "sono contenuti i principi fondamentali della disciplina del Porto Franco, i parametri generali di riferimento per lo Stato italiano, competente a darvi attuazione con propri atti";

la legge 28 gennaio 1994, n. 84, sul «Riordino della legislazione in materia portuale», all'articolo 6, comma 12, fa salva la disciplina vigente per i punti franchi del porto di Trieste, demandando al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentita l'autorità portuale competente, il compito di stabilirne con un proprio decreto l'organizzazione amministrativa;
a 22 anni di distanza, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti non ha ancora emanato nessun decreto in materia, causando incertezza sull'applicazione della normativa di agevolazione riservata ai punti franchi triestini e limitandone fortemente lo sviluppo;

in conseguenza dell'art 1, commi 618 e 619, della Legge 22 dicembre 2014 n.190, in data 26 gennaio 2016 il Commissario di Governo della Regione Friuli Venezia Giulia ha decretato (Prot. n.19/8-5/2016) il trasferimento del regime giuridico internazionale di Punto Franco dal Porto Vecchio a 5 nuove aree individuate come da proposta formulata dall'Autorità Portuale di Trieste;

in data 01 luglio 2016, il sito online della Regione Friuli Venezia Giulia, in un comunicato stampa dal titolo “Fiscalità: Serracchiani a Renzi, Porto Franco Ts diventi “no tax area”” informa di una missiva inviata dalla Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi e per conoscenza anche al Ministro dell’ Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e al Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, per delineare le opportunità offerte in particolare dal Porto di Trieste nella prospettiva che possa concretizzarsi l'ipotesi di istituire alcune “no tax area” a seguito della cosiddetta “Brexit”. (il 23 giugno 2016, a seguito del referendum indetto sulla «Brexit», il 51,9 per cento dei cittadini elettori britannici, ha votato per l'uscita dall'UE);


la nota stampa riporta quanto scritto dalla Presidente ossia che: «l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea impegnerà gli Stati membri in un processo di straordinaria complessità, ulteriormente complicata da probabili riflessi sistemici sulle economie, al momento difficilmente misurabili. In questo scenario, desta particolare interesse la proposta (…) di istituire nel nostro Paese alcune “no tax area”, finalizzate ad attrarre investimenti». È in tale prospettiva, e con particolare riguardo all'individuazione geografica di tali aree, che Serracchiani, nello scambio epistolare con il Governo, individua un’opportunità nella Regione del Friuli Venezia Giulia e in particolare a Trieste in quanto sede di un porto franco che «rappresenta un autenticounicum nell'ordinamento giuridico italiano e comunitario».


Secondo Serracchiani «si tratta, in concreto, di uno strumento caratterizzato, essenzialmente, da due regimi: la massima libertà di accesso e transito e l'extradoganalità (o “extraterritorialità doganale”) dove i vantaggi/benefici possono essere raggruppati in un gruppo di norme che assicurano la libertà di transito e la libera circolazione all'interno del porto franco. Con queste norme, ad esempio, i TIR provenienti dalla Turchia non sono sottoposti alle quote bilaterali tra Stati per cui il transito da e per il Porto di Trieste (Autostrada del Mare Trieste - Turchia) è libero».


Per quanto concerne, invece, il corredo giuridico dell'extradoganalità, implicante tutta una serie di effetti favorevoli, Serracchiani ha ricordato nella lettera, a titolo di esempio, che «le merci provenienti dai paesi non comunitari possono essere sbarcate e depositate (senza limiti di tempo) immuni da dazio o altra tassa, fino a quando non varcheranno i confini del punto franco, per essere importate all'interno del territorio doganale italiano/comunitario. Degno di nota - ha aggiunto - è che, per le merci in regime di deposito illimitato non è necessaria la prestazione di alcuna garanzia. Inoltre, poiché le merci unionali lasciano il territorio dell'Unione non appena fatto il loro ingresso nel porto franco, l'esportazione non è soggetta ad IVA».


La Presidente ha poi evidenziato che «un'altra peculiarità del regime in parola, è che attività quali la manipolazione (imballaggio, etichettatura ecc.) e la trasformazione anche di carattere industriale delle merci avvengono in completa libertà da ogni vincolo doganale». E ancora, «con l'applicazione dell'istituto del cosiddetto “credito doganale”, le merci importate nel mercato comunitario attraverso i punti franchi godono di una dilazione del pagamento dei relativi dazi e imposte doganali fino a sei mesi dalla data dello sdoganamento, ad un tasso di interesse annuo particolarmente contenuto».


La presidente del Friuli Venezia Giulia ha fatto, infine, notare come «l'Autorità Portuale di Trieste, grazie ai provvedimenti di spostamento delle aree del punto franco di Porto Vecchio, conseguenti alle recenti norme nazionali sulla sdemanializzazione, abbia esteso i benefici del punto franco triestino ad alcune aree retro portuali: aree nelle quali potranno dunque essere collocate, con procedure semplificate, attività industriali e logistiche passibili di beneficiare dei vantaggi sopra descritti, in un habitat fiscale e doganale assolutamente unico nel panorama europeo».


in data 02 luglio 2016, il quotidiano Il Piccolo di Trieste, nell’articolo dal titolo “Soluzione strategica per i nostri Punti Franchi” riporta le dichiarazioni del Commissario dell’Autorità Portuale, Zeno D’Agostino che ha affermato come la No tax area : «aprirebbe la possibilità di insediamento a Trieste non soltanto di aziende di logistica o manifatturiere, ma anche di aziende del terziario, fornitrici di servizi e dell’ambito della finanza»;

come, e se, i Ministri interrogati intendano dare seguito agli impegni richiesti dalla Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia nella missiva richiamata in premessa.

On. Aris Prodani
On. Mara Mucci





martedì 5 luglio 2016

IL PD COI SUOI SATELLITI IMPEDISCE I REFERENDUM REGIONALI SU SANITA', ABOLIZIONE UTI E ISTITUZIONE DI DUE PROVINCE AUTONOME TRIESTE E FRIULI COME BOLZANO E TRENTO - ARROCCATI NEL PALAZZO HANNO PAURA DELLA CONSULTAZIONE POPOLARE - MA NON FINISCE QUI... #GiuntaSerracchianiStaiSerena



Come dei signorotti feudali arroccati nella fortezza, i membri della maggioranza che guida la Regione ( PD e satelliti) hanno rifiutato anche solo l' ammissibilità dei referendum regionali sui temi cruciali come,  SANITA', ABOLIZIONE UTI E ISTITUZIONE DI DUE PROVINCE AUTONOME TRIESTE E FRIULI COME BOLZANO E TRENTO -

E' un grave vulnus alla democrazia perpetrato da una casta che parla di "populismo" per qualsiasi cosa metta in pericolo il suo potere, anche per dei referendum previsti dall' ordinamento su temi che toccano la vita dei cittadini.

La legge regionale prevede che per essere esaminata la richiesta di ammissibilità del quesito di un referendum debba essere accompagnata da 500 firme.
Il referendum sulla SANITA' era accompagnato da oltre 2.500 firme, cinque volte quanto richiesto, raccolte in pochi giorni visto lo stato grave che ogni cittadino può verificare, conseguente ai tagli.
Successivamente si sarebbe dovuto provvedere alla raccolta di firme vera e propria per arrivare all' indizione del Referendum.
Spieghiamo la trafila perchè ci sono dei DISINFORMATORI professionali che dicono che 2.500 cifre sulla Sanità sono insignificanti: invece sono cinque volte quanto richiesto per iniziare la procedura.

Ormai il PD ha scelto la linea ANTIDEMOCRATICA  di opporsi all' espressione diretta della volontà popolare.


Addirittura di mettere in discussione lo strumento del referendum stesso: perchè voterebbe il "popolo bue, ignorante e disinformato" e non gli "illuminati" di cui si ritengono parte.

A parte, naturalmente, il referendum di ottobre sulle "riforme costituzionali" che sarà celebrato PERCHE' NON HA UN QUORUM e Renzi è certo di vincerlo con le sue truppe camellate e una sempre più alta astensione visto il tema che non tocca i problemi che i cittadini vivono ogni giorno, come la sanità.


Che differenza con paesi di antica democrazia come la Svizzera e l' Inghilterra dove si è votato sia per l' indipendenza della Scozia che per la Brexit!

L' Italia è una repubblica delle banane dove decide il Caudillo di turno.
Perdipiù con una forte tendenza neocentralista in atto.


Tutti i media italiani servili a parlare di catastrofe Brexit per l' Inghilterra ma la Borsa inglese dopo i primi due giorni di speculazione ribassista è ai massimi livelli dal 2011, la sterlina calata del 7% favorisce le esportazioni inglesi e il turismo a Londra, mentre il governo annuncia che, libero da vincoli europei, calerà le imposte sulle aziende dal 20% al 15% per favorire investimenti e nuovi arrivi.
Inoltre la Banca centrale d' Inghilterra 
 ha deciso di alleggerire i vincoli di capitale imposti alle banche per invogliarle a sostenere l'economia britannica. L'istituto precisa poi che, a fronte della "sfida" rappresentata dalla Brexit, questa misure consentirà di un capacità aggiuntiva di prestiti di 150 miliardi di sterline (178,9 miliardi di euro), da destinare alle famiglie e alle imprese.

L' Italia invece, grazie ai vincoli UE, non riesce a trovare soluzione al problema della crisi bancaria che ha visto le azioni delle banche italiane deprezzarsi di un terzo in sei mesi con il Monte dei Paschi che crolla del 20% in due giorni.

Dimostrazione che LA DEMOCRAZIA DIRETTA FA MALE A CHI NON LA PRATICA.

Non è che esorcizzando i referendum riusciranno a salvarsi: stanno facendo come gli struzzi che non vogliono vedere la realtà e nascondono la testa sotto la sabbia.

In realtà la richiesta di referendum sta aumentando in tutta europa: in ottobre l' Ungheria ha annunciato che ne farà uno contro le regole UE sull' immigrazione.

Sui quesiti referendari regionali IMPEDITI oggi si raccoglieranno nuovamente 500 firme e saranno ripresentati.

#GiuntaSerracchianiStaiSerena non finisce qui...

LA SANITA' E' UNA COSA TROPPO SERIA PER LASCIARLA IN MANO AI POLITICI DI PROFESSIONE !






L' ALLEANZA FRA DIPIAZZA E IL SINDACO DI VENEZIA BRUGNARO E' NEFASTA PER IL PORTO DI TRIESTE - VOGLIONO L' OFF-SHORE A VENEZIA PER TOGLIERE TRAFFICI A TRIESTE - ALLUCINANTE INTERVISTA DI BRUGNARO A TELE4

L' intervista di Telequattro ieri a Brugnaro chiarisce bene la BRUTTA situazione.
Con la scusa di un attacco, condivisibile, alla Serracchiani e l' esibizione di "buoni sentimenti" collaborativi fanno passare il Porto Off-Shore di Venezia, nato per rubare i traffici del Nord Adriatico a Trieste e Capodistria, con spese enormi per i contribuenti (oltre 3 mld).

GUARDATE L' INTERVISTA CLICCANDO QUI 


DIPIAZZA ha fatto dell' alleanza con Brugnaro, sindaco di Venezia, uno dei pilastri della sua campagna elettorale come abbiamo più volte segnalato.

PROPRIO IERI, MANCO A FARLO APPOSTA, AVEVAMO PUBBLICATO L' INTERVENTO DEL PROF. SERGIO BOLOGNA CRITICO SULL' OFF-SHORE DI VENEZIA DEFINITO VOOPS IN TERMINE TECNICO. (clicca QUI ) -
Invitiamo Dipiazza e Brugnaro a leggerlo perchè parlano come persone digiune dell' argomento, malgrado siano sindaci.

Eccone un passo:
""... Il porto VOOPS (acronimo che designa l' Off-Shore) ndr. di Venezia è pensato e progettato per concentrarvi il traffico diretto o proveniente dai territori che stanno alle spalle dell’Alto Adriatico. 

Quindi è destinato a “succhiare” i traffici di Trieste, di Koper, di Rijeka.
Se non tutti, una buona parte, in particolare quelli che viaggiano sulle navi giganti, quelli dei servizi fondamentali, coi noli più convenienti. 


Riesce infatti molto difficile credere alla tesi che tutti i porti nordadriatici ci guadagneranno dal progetto VOOPS. 

Se i carichi destinati ai territori retrostanti Trieste, Koper e Rijeka passeranno dal terminal off shore di Venezia, meglio, verranno intercettati da esso, cosa resterà di traffico ai porti della Venezia Giulia, della Slovenia, della Croazia? 
Se le grandi navi si fermeranno al VOOPS, a Koper o Trieste ci andranno solo i feeder? 
A parte Trieste, che ha una capacità di reazione limitata, ma Koper e Rijeka, ovvero la Slovenia e la Croazia, staranno a guardare indifferenti, inerti, il loro declassamento? 
Per quale ragione Koper e Rijeka debbono buttar via gli investimenti che hanno fatto, in infrastrutture, in mezzi di sbarco e imbarco? 
Continueranno a ritrovarsi ai pranzetti del NAPA come se niente fosse? Koper e Rijeka hanno dei costi del lavoro inferiori del 20/30% rispetto a quelli italiani, il progetto VOOPS avrà tariffe così convenienti da essere competitivo con Koper e Rijeka? 
E perché un THC al terminal off shore di Venezia dovrebbe costare meno che a Koper o Rijeka?
 Oggi il costo di porti come Koper è inferiore del 30% circa al costo di Trieste, di Venezia e di Ravenna. Il VOOPS sarà sicuramente più caro se non altro per la rottura di carico, il trasferimento del personale, la manutenzione.
Perché le compagnie marittime dovrebbero favorirlo e rinunciare a porti come Koper che costerebbero a quel punto non 30% ma 50% in meno? 
Salvo che il VOOPS non sia interamente a carico del contribuente..."




lunedì 4 luglio 2016

L' INTERVENTO CRITICO DEL PROF. SERGIO BOLOGNA SUL PROGETTATO PORTO OFF-SHORE DI VENEZIA -



L' INTERVENTO CRITICO DEL PROF. SERGIO BOLOGNA SUL PROGETTATO PORTO OFF-SHORE DI VENEZIA SUL SITO DELLA SIPOTRA- 
SCARICALO CLICCANDO QUI .


I patrocinatori dell'isola artificiale chiamata porto Off-Shore o VOOPS di Venezia, Costa e Maresca (consulente del Governo e della Giunta Regionale ed ex-presidente della APT), sono gli stessi che avevano proposto il mega terminal di Monfalcone, abortito in tempi brevi anche per il giudizio negativo espresso pubblicamente dal presidente dell'APT del tempo. 

I presidenti dei porti di Capodistria e di Fiume sono contrari all'isola artificiale (e dietro di loro, ci sono le autorità politiche dei rispettivi paesi)  e infatti stanno perfezionando i piani per il potenziamento dei loro porti. 
Il porto di Ravenna è pure contrario, dopo un iniziale e lontano appoggio, che mutò con il cambio del presidente di quella autorità portuale. 

Dunque si può pensare alla sindrome del Mose, che affligge ancora il Veneto, per pompare soldi in laguna senza recare alcun reale beneficio a Venezia, unico bene da tutelare a beneficio di tutto il mondo. 

Il porto di Venezia è importante ma non tanto da cancellare il ruolo di tutti gli altri nell'alto Adriatico. A Venezia la posizione di Sergio Bologna è ampiamente condivisa , ma la viltà civica e' molto forte e si preferisce aspettare un altro aborto piuttosto che il parto assistito di un serio e realistico programma che, nell'interesse di tutto il paese, doti i porti e il loro retroterra di adeguate infrastrutture logistiche.

""... Il porto VOOPS (acronimo che designa l' Off-Shore) ndr. di Venezia è pensato e progettato per concentrarvi il traffico diretto o proveniente dai territori che stanno alle spalle dell’Alto Adriatico. 

Quindi è destinato a “succhiare” i traffici di Trieste, di Koper, di Rijeka.
Se non tutti, una buona parte, in particolare quelli che viaggiano sulle navi giganti, quelli dei servizi fondamentali, coi noli più convenienti. 


Riesce infatti molto difficile credere alla tesi che tutti i porti nordadriatici ci guadagneranno dal progetto VOOPS. 
Se i carichi destinati ai territori retrostanti Trieste, Koper e Rijeka passeranno dal terminal off shore di Venezia, meglio, verranno intercettati da esso, cosa resterà di traffico ai porti della Venezia Giulia, della Slovenia, della Croazia? 
Se le grandi navi si fermeranno al VOOPS, a Koper o Trieste ci andranno solo i feeder? 
A parte Trieste, che ha una capacità di reazione limitata, ma Koper e Rijeka, ovvero la Slovenia e la Croazia, staranno a guardare indifferenti, inerti, il loro declassamento? 
Per quale ragione Koper e Rijeka debbono buttar via gli investimenti che hanno fatto, in infrastrutture, in mezzi di sbarco e imbarco? 
Continueranno a ritrovarsi ai pranzetti del NAPA come se niente fosse? Koper e Rijeka hanno dei costi del lavoro inferiori del 20/30% rispetto a quelli italiani, il progetto VOOPS avrà tariffe così convenienti da essere competitivo con Koper e Rijeka? 
E perché un THC al terminal off shore di Venezia dovrebbe costare meno che a Koper o Rijeka?
 Oggi il costo di porti come Koper è inferiore del 30% circa al costo di Trieste, di Venezia e di Ravenna. Il VOOPS sarà sicuramente più caro se non altro per la rottura di carico, il trasferimento del personale, la manutenzione.
Perché le compagnie marittime dovrebbero favorirlo e rinunciare a porti come Koper che costerebbero a quel punto non 30% ma 50% in meno? 
Salvo che il VOOPS non sia interamente a carico del contribuente..."