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martedì 1 gennaio 2019

CLAMOROSO AUTOGOL DEL PD – Porto Vecchio: LA “SDEMANIALIZZAZIONE” DEL SEN RUSSO E’ INCOSTITUZIONALE SECONDO I CRITERI DEL RICORSO ALLA CONSULTA PRESENTATO DAL PD CONTRO LA “MANOVRA DEL POPOLO” - Dettagli e pareri di illustri costituzionalisti.



L’ "EMENDAMENTO RUSSO" PRESENTATO IL 18/12/14 IN COMMISSIONE BILANCIO DEL SANATO VENNE DICHIARATO INAMMISSIBILE, MA POCO DOPO, A NOTTE FONDA, FU INSERITO NEL MAXIEMENDAMENTO DEL GOVERNO E FATTO VOTARE IL 19/12 IN BLOCCO IN  AULA CON LA “FIDUCIA” SENZA NESSUNA POSSIBILITA’ DI ESAME E DISCUSSIONE ARTICOLO  PER ARTICOLO, IMPOSTI DALL’ ART. 72 DELLA COSTITUZIONE. 

Il 28 dicembre alle ore 13 il collegio di costituzionalisti incaricati dal gruppo del Pd del Senato ha depositato alla Corte costituzionale il ricorso contro la Legge di Stabilità (detta "Manovra del Popolo") del Governo Conte (clicca QUI).

Il ricorso alla Consulta sostiene sia stato violato l'articolo 72 della Costituzione, secondo il quale ogni testo legislativo deve essere esaminato dalla Commissione di merito e votato articolo per articolo dall'Aula.

Da anni questa disposizione costituzionale viene aggirata da TUTTI i governi e i partiti 
presentando una "legge di stabilità" (detta anche "Finanziara" o "Manovra") di diverse centinaia di pagine formalmente costituita da UN solo articolo che ha però molte centinaia di commi sugli argomenti più disparati.
Su questo impianto il governo produce poi un maxiemendamento omnicomprensivo che viene fatto approvare ponendo la "fiducia": ovvero se non viene approvato cade il governo e tutti a casa.
In tal modo in parlamento vengono approvati senza reale discussione enormi polpettoni legislativi aggirando l' art.72 della Costituzione.
Stavolta il PD essendo all' opposizione ha deciso di denunciare il fatto alla Corte Costituzionale.

Il 29 dicembre l' illustre costituzionalista triestino prof. Sergio Bartoleha pubblicato un suo intervento sull' argomento, che riportiamo integralmente alla fine.

Il prof. Bartole, non sospetto di simpatie per l' attuale governo, spiega:

..."Si sostiene che il comportamento di Conte, dei ministri e della maggioranza ha messo seriamente in discussione l’osservanza dell’art. 72 della Costituzione, per cui ogni disegno di legge va esaminato da una commissione della Camera cui è stato presentato, e poi dalla Camera stessa, che «l’approva articolo per articolo e con votazione generale".
Se queste tappe non sono rispettate vi è stata violazione della Costituzione e la legge così approvata è incostituzionale."...


..."È conforme a Costituzione sottoporre a voto di fiducia in un unico emendamento di un solo articolo, di più di 200 pagine, l’intero contenuto normativo della legge di bilancio?
Forse, ad una motivata risposta non ha nemmeno interesse chi al governo nelle precedenti legislature è ricorso allo stesso strumentario parlamentare."...

Infatti qui esaminiamo se sia avvenuta
 secondo le prescritte procedure costituzionali  l' approvazione del famoso "emendamento Russo" che ha determinato lo spostamento del Punto Franco, di fatto la sua riduzione drastica, da Porto Vecchio e la "sdemanializzazione" dell' area assegnandola al Comune con l' impegno a cederla a privati (clicca QUI).


Si tratta dell' emendamento al comma (non articolo!) 272 della 
 Legge di Stabilità 2015 (Legge del 23 dicembre 2014 n. 190,) che riportiamo in fondo.
Questo emendamento era stato presentato il 18 dicembre alla Commissione competente del Senato MA ERA STATO DICHIARATO INAMMISSIBILE DALLA COMMISSIONE (clicca QUI e QUI) .

Qui il suo iter costituzionalmente stabilito avrebbe dovuto concludersi.

Invece, a notte fonda, con il celeberrimo BLITZ l' emendamento fu inserito nel maxiemendamento del Governo, presumibilmente grazie alla ministro per gli affari col Parlamento Maria "Etruria" Boschi.

Tutto il polpettone di 735 commi (alias articoli camuffati) fu fatto approvare dall' Assemblea del Senato poche ore dopo, il 19 dicembre con voto di fiducia: prendere o lasciare se no casca il governo; altro che lettura e discussione articolo per articolo (clicca QUI e QUI) !

Di discussione su questo emendamento nemmeno l' ombra se non quella nella Commissione competente che però lo aveva giudicato inammissibile il giorno prima.

E' stato approvato senza alcun dibattito (e nemmeno conoscenza) nelle aule parlamentari un emendamento che notoriamente riguarda la modifica unilaterale di aspetti definiti da trattati internazionali recepiti in Costituzione come il Trattato di Pace del 1947 e il suo Allegato VIII che regolamenta il Porto Franco Internazionale di Trieste, nonchè il regime demaniale di aree portuali: non solo una banale questione locale. 


Dell' inserimento "con destrezza" dell' emendamento Russo nella Legge di Stabilità se ne erano accorti solo gli autori: per questo è stato giustamente definito BLITZ da politici e giornalisti, ovvero frutto di grande furbizia parlamentare.

Il polpettone poi è arrivato alla Camera che lo ha votato, come in Senato, a scatola chiusa con la fiducia, il che ha reso vano ogni tentativo di opposizione.

Se c' è stata violazione dell' art. 72 sulla "Manovra del Popolo" testè approvata, come sostenuto dai costituzionalisti Beniamino di Caravita, Valerio Onida, Giuseppe De Vergottini, Barbara Randazzo, Marcello Cecchetti, Alberto Lucarelli e Giandomenico Falcon, pare evidente anche a noi, che giuristi non siamo, che per l' emendamento Russo la violazione sia stata doppia: perchè oltre alla totale mancanza di discussione e approvazione articolo per articolo, e perfino di conoscenza dei contenuti, ci si è pure fatti beffe del giudizio di inammissibilità della Commissione competente del Senato.


Sostiene il prof. Bartole: ..."è certamente ammissibile che un cittadino qualsiasi, in un giudizio nel quale la legge di bilancio si debba applicare, possa sollecitare il giudice a chiedere alla Corte costituzionale di pronunciarsi sulla costituzionalità o meno della stessa"...


Dunque qualsiasi cittadino, operatore portuale o imprenditore
 che per qualsiasi motivo fosse danneggiato dal famoso "emendamento Russo" su Porto Vecchio potrebbe, in giudizio, chiedere alla Consulta di pronunciarsi sulla sua costituzionalità.


Il ricorso del gruppo del Senato del PD sarà esaminato preliminarmente dalla Corte Costituzionale il 9 gennaio e potrà forse essere dichiarato inammissibile perchè come dice il prof. Bartole "la Corte Costituzionale ha sin qui escluso che partiti e gruppi parlamentari possano chiedere il suo intervento in presenza di doglianze per lesioni di loro attribuzioni", altrettanto però non può dirsi per i numerosi cittadini e imprenditori danneggiati dall' "emendamento Russo" su Porto Vecchio.


Il PD con il suo temerario ricorso alla Corte Costituzionale ha aperto, in modo alquanto stupido, un' autostrada ad azioni analoghe contro i suoi stessi provvedimenti. 
Del resto la "condotta suicidiaria" sembra essere diventata prevalente nel PD.

Ecco l' intervento del prof. Bartole:


Sergio Bartole

LA MANOVRA BLINDATA E IL RICORSO
ALLA CONSULTA
Piccolo 29/12/18 pag. 19

In un’intervista il Presidente del Consiglio dei ministri, docente di diritto ed avvocato del popolo, ha risposto alle accuse di voler comprimere il vaglio parlamentare del bilancio, testualmente affermando: «Avrei senz’altro avuto piacere di lasciare un più ampio margine di discussione della manovra al Parlamento». È una dichiarazione che riduce a un rapporto di cortesia quella che è invece una relazione costituzionale, che non chiede al governo dimostrazioni di gentilezza, ma lo vincola all’osservanza di doveri di ordine istituzionale funzionali ad un corretto rapporto fra esecutivo e legislativo. Si sostiene che il comportamento di Conte, dei ministri e della maggioranza ha messo seriamente in discussione l’osservanza dell’art. 72 della Costituzione, per cui ogni disegno di legge va esaminato da una commissione della Camera cui è stato presentato, e poi dalla Camera stessa, che «l’approva articolo per articolo e con votazione generale». Se queste tappe non sono rispettate vi è stata violazione della Costituzione e la legge così approvata è incostituzionale. In particolare, l’inosservanza della Costituzione rappresenta una lesione dei poteri dei parlamentari, che nella procedura si sono trovati ad essere coinvolti, lesione che si ritorce sugli elettori, i quali si vedono privati della pubblicità dei lavori legislativi. È, quindi, comprensibile che rebus sic stantibus un gruppo politico pensi ad investire la Corte costituzionale del problema. Ma la questione non è così semplice. Dimenticarlo significa dimostrare ignoranza costituzionale pari a quella rivelata dall’on. Di Maio quando chiese la messa in accusa del Presidente della Repubblica. Anzitutto, se è certamente ammissibile che un cittadino qualsiasi, in un giudizio nel quale la legge di bilancio si debba applicare, possa sollecitare il giudice a chiedere alla Corte costituzionale di pronunciarsi sulla costituzionalità o meno della stessa, non è altrettanto chiara quale sia la via praticabile per portare direttamente alla stessa Corte la questione, come minaccia di voler fare il Partito Democratico. In primo luogo, si tratta di capire quale sarà il soggetto dell’iniziativa: il partito politico, il gruppo parlamentare Pd del Senato, o i singoli parlamentari componenti dello stesso? È una scelta che va fatta con ponderazione, giacché la Corte costituzionale ha sin qui escluso che partiti e gruppi parlamentari possano chiedere il suo intervento in presenza di doglianze per lesioni di loro attribuzioni: e nel caso i partiti come libere associazioni sono estranei alle procedure parlamentari mentre non vi sono dirette attribuzioni costituzionali dei gruppi parlamentari, la cui attività è disciplinata dai regolamenti delle Camere che sono esse stesse giudici della loro osservanza. Resta la possibilità di un’iniziativa diretta dei singoli parlamentari. Precedenti non vi sono, ma in una recente ordinanza la Corte ha lasciato capire che potrebbe ripensare il problema del trattamento delle funzioni costituzionali dei membri delle Camere. Ma debbono essi impugnare la legge o le discusse decisioni procedurali? Il Partito Democratico si muove, dunque, in terre ignote, con il rischio di prendere un’iniziativa di rilievo meramente politico, infruttuosa sul terreno giuridico, laddove forse il caso meriterebbe maggiore attenzione. Se modalità e tempi dell’odierno esame del bilancio trovano nella stessa loro mostruosità le ragioni della loro censura costituzionale, la pratica dei maxiemendamenti vuole una disamina più tecnica ed argomentata. È conforme a Costituzione sottoporre a voto di fiducia in un unico emendamento di un solo articolo, di più di 200 pagine, l’intero contenuto normativo della legge di bilancio? Forse, ad una motivata risposta non ha nemmeno interesse chi al governo nelle precedenti legislature è ricorso allo stesso strumentario parlamentare. —



TESTO EMENDAMENTO RUSSO, prima cassato in Commissione poi inserito nottetempo nel maxiemendamento del Governo:
Dopo il comma 272, aggiungere i seguenti:
        «272-bis. Il Commissario di Governo per il Friuli-Venezia Giulia, previa intesa con il Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia e con il Sindaco di Trieste, adotta, d'intesa con le istituzioni competenti, i provvedimenti necessari per spostare il regime giuridico internazionale di Punto Franco dal Porto vecchio di Trieste ad altre zone opportunamente individuate, funzionalmente e logisticamente legate alle attività portuali.
        272-ter. In conseguenza dei sopracitati provvedimenti, le aree, le costruzioni e le altre opere appartenenti al demanio marittimo compresi nel confine della circoscrizione portuale, escluse le banchine, l'Adriaterminal e la fascia costiera del Porto Vecchio di Trieste , sono sdemanializzate ed assegnate al patrimonio disponibile del Comune di Trieste per essere destinate alle finalità previste dagli strumenti urbanistici. Il Comune di Trieste aliena, nel rispetto della legislazione nazionale ed europea in materia, le aree e gli immobili sdemanializzati e i relativi introiti sono trasferiti all'Autorità Portuale di Trieste per gli interventi di infrastrutturazione del porto Nuovo e delle nuove aree destinate al regime internazionale di Punto Franco. Sono fatti salvi i diritti e gli obblighi derivanti dai contratti di concessione di durata superiore a quattro anni in vigore, che sono convertiti, per la porzione di aree relative, in diritto di uso in favore del concessionario per la durata residua della concessione. Il presidente dell'Autorità portuale, d'intesa con il Presidente della regione Friuli Venezia Giulia e con il Sindaco di Trieste, delimita le aree che restano vincolate al demanio marittimo.
        272-quater. L'uso delle aree demaniali del Porto Vecchio di Trieste è disciplinato da apposito regolamento da emanarsi a cura dell'Autorità Portuale di Trieste in esecuzione di quanto previsto dall'articolo 6, comma 1, lettera a), dall'articolo 8, comma 3, lettera h) e dall'articolo 13, comma 1, lettera a) della legge 28 gennaio 1994, n. 84».


"Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
  Lc 6,39-42