RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 23 dicembre 2016

FERRIERA: INTERVIENE LA PROCURA - QUANDO LA POLITICA LASCIA UN VUOTO, VIENE RIEMPITO DALLA MAGISTRATURA...

Perchè stupirsi se interviene la magistratura ?
La Politica ha lasciato un vuoto e l' inquinamento prosegue mettendo a repentaglio la salute di cittadini e lavoratori.

Il PD e la Regione sostengono Arvedi mentre Dipiazza dopo i famosi 100 giorni è ancora in alto mare, fa proclami ma di concreto non ha ottenuto niente.
E' logico che intervenga la magistratura, ed è l' ennesima sconfitta per la Politica.
Semplicenmente perchè al potere nazionale e locale non c'è una buona politica ma solo dei mestieranti.
Adesso Arvedi avrà più difficoltà a presentarsi all' ILVA di Taranto come quello che è in grado di gestire un' Area a Caldo salubre.

STUPORE  ???

giovedì 22 dicembre 2016

NON SI TROVANO I 5 MILIARDI PER IL MONTEPASCHI, SPARISCE IL FANTASTICATO FONDO DEL QUATAR E INTERVIENE IL GOVERNO: MA IL SEN. RUSSO E LA SUA BANDA FANTASTICANO SU INVESTITORI PER 5 MILIARDI IN PORTO VECCHIO ! BUM ! IN DUE ANNI DI "SDEMANIALIZZAZIONE" NON E' CAMBIATO NIENTE, ANZI IL DEGRADO CONTINUA - E RISPUNTA IL RIGASSIFICATORE COME DICIAMO DA ANNI...



Fallisce il tentativo di trovare i 5 miliardi per salvare il Monte Paschi di Siena la più antica banca del mondo, quella che all' inizio dell' anno Renzi diceva essere un ottimo investimento (clicca QUI).

Dunque quelle di Renzi erano solo colossali balle, tipiche della "politica degli annunci" del PD.

Adesso pagheranno i contribuenti chiamati a metterci 5 miliardi che non sono briciole.

Avvertiamo i Triestini che lo stesso sta succedendo per Porto Vecchio: il sen. Russo fantastica di "fondi sauditi" disposti ad investire i 5 miliardi da lui preventivati (clicca QUI e QUI), mentre Di Piazza  sbandiera interessamenti in Dubai (clicca QUI).

NON E' VERO NIENTE: come si è dileguato il fondo del Quatar che, secondo il PD, doveva investire nel MontePaschi, così NON ESISTONO INVESTITORI PER L' URBANIZZAZIONE DI PORTO VECCHIO!

Sono solo BALLE !
E' un progetto idiota come il vincolo architettonico e che non sta in piedi economicamente !


Triestini finitela di credere a questi ciarlatani !Sono passati DUE ANNI dal famoso "blitz" della sdemanializzazione di Porto Vecchio e non è stato ristrutturato un solo mattone e non si è creato neanche un posto di lavoro mentre il degrado continua e cresce.

Vi hanno raccontato che il Rigassificatore

non sarebbe stato fatto ma ecco che oggi rispunta fuori: clicca QUI.






Sono 60 anni che vi menano per il naso e intanto la città ha perso 75.000 abitanti dal 1970 !

Non siete stupidi ignoranti che vengono dalla campagna e credono a tutte le baggianate dei politici ! Guardate i fatti !


L' unica possibilità di riutilizzo di Porto Vecchio è quella PRODUTTIVA con una NO TAX AREA.
L' unica cosa che resterà di questa follia della sdemanializzazione con urbanizzazione sono un cumulo di spese a carico del Comune.


Non siate succubi di un' informazione asservita 
e di balle elettorali !




POLETTI HA LA FACCIA COME IL CULO, ci adeguiamo al linguaggio in voga nella Direzione PD - L' Italico Ministro del Lavoro è un cialtrone che infanga i giovani costretti a cercare lavoro all' estero -


Ci adeguiamo al linguaggio da trivio in voga nella Direzione del PD, e finito in tutte le televisioni, solo cambiando soggetto:
POLETTI HA LA FACCIA COME IL CULO.

Il Ministro dell' italico Lavoro ha dichiarato: "Se 100 mila giovani se ne sono andati, non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola. Questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi."

Era lo stesso giorno dell' attentato di Berlino in cui la sventurata Fabrizia Di Lorenzo, emigrata a Berlino per studiare e lavorare, è stata assassinata dall' ISIS. 

Poletti, dopo la sconfitta del referendum si è bevuto il cervello al punto di dichiarare che bisogna andare presto al voto al solo scopo di impedire il referendum sul Job Act: un totale dispregio della democrazia.

Non si tratta solo di gaffe di un mentecatto arrogante cui il potere ha dato alla testa, e nemmeno di semplici parole sbagliate come cerca di far credere l' on. Rosato, ma sono invece l' indice della mentalità dei vertici del PD che affiorano.
E purtroppo si concretizzano in leggi che mortificano il lavoro, come il Job Act .

Ricordiamo una brutta foto. Roba di due anni fa, erano i giorni dell'inchiesta denominata Mafia Capitale. Poletti è seduto a una tavolata in compagnia di ceffi tremendi: c'è Salvatore Buzzi, responsabile della Cooperativa 29 giugno e compare di Massimo Carminati, er cecato, Banda della Magliana, entrambi considerati i capi del malaffare romano e attualmente, per questo, processati. Ci sono l' ex boss dell' Ama Franco Panzironi (poi arrestato) e un esponente del clan dei Casamonica (la pancia debordante sotto la felpa con la scritta Italia). Della simpatica brigata, anche l'ex sindaco Gianni Alemanno e un gruppetto di facce del peggior sottobosco politico capitolino.

Lo scatto fu realizzato nel 2010, quando Giuliano Poletti non era ancora ministro ma solo - diciamo così - il potente presidente della Lega delle Cooperative (quella stessa che ha rilevato con indubbio vantaggio le Cooperative Operai di Trieste).
La domanda, quindi, resta identica e ancora attuale: che ci faceva lì, accanto a certi personaggi, in una cena che Buzzi aveva organizzato per ringraziare tutti i politici che gli erano a fianco?

Questi sono i Ministri del Governo Italiano, persone di fiducia del "premier ombra" Renzi: un governo asservito alle banche e al capitale finanziario che ha come programma quello di svalutare il lavoro.
E con il Job Act e i vaucher ci è riuscito benissimo.

Trieste ha avuto la grande disgrazia di finire amministrata dal Governo Italiano anzichè, ad esempio, da quello Svizzero o Austriaco: da allora ha subito politiche cui non possiamo restare indifferenti.
Il Job Act e le politiche governative, in seguito al Memorandum di Londra del '54 che han affidato l' amministrazione di Trieste al Governo Italiano, vengono purtroppo applicate anche ai Triestini che speriamo se ne ricordino quando ci sarà il referendum sul medesimo.








martedì 20 dicembre 2016

PORTO VECCHIO - ECCOLO QUA L' "ATTRATTORE CULTURALE TRANSNAZIONALE": UN ACCORPAMENTO DI MUSEI DOVE NON VA NESSUNO AL PUNTO CHE CONVIENE ELIMINARE IL CASSIERE !

 

Troppo scarsi i biglietti staccati rispetto al costo del personale...
 

Si sa che da Cosolini a Dipiazza l' unica idea per PORTO VECCHIO è quella di metterci musei il cui accorpamento, dopo la  conferenza stampa di Dipiazza, si deve ora chiamare pomposamente "Grande Attrattore Culturale Transnazionale" .


Cosolini aveva la fissa del Museo del Mare, il cui cuore dovrebbe essere la mostra sulle "Navi del Lloyd" che quest' anno in Porto Vecchio ha visto una scarsissima affluenza di turisti.
Abbiamo chiesto più volte i dati e i bilanci di quella mostra ma sono, ovviamente, Top Secret per non rendere pubblico il flop.
Poi si era entusiasmato per il generoso dono al futuro Museo del Mare della nave Vittorio Veneto che attualmente arrugginisce a Taranto perchè nessuno ha i soldi per bonificarla e renderla agibile visto che è imbottita di amianto ed altre porcherie.


Dipiazza invece ha annunciato che vuole costruire il mitico "Grande Attrattore Culturale Transnazionale" accorpando musei deserti tra cui il "Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata" di via Torino dell' IRCI cui adesso il Comune da un  contributo di 157.000 euro per ripianare parte del deficit ed evitare la chiusura.

Il problema è che sommando diversi zero la somma continuerà a dare ZERO che è esattamente il valore reale per la città della nuova bufala denominata "Grande Attrattore Culturale Transnazionale" in Porto Vecchio.


La sdemanializzazione di Porto Vecchio, con il contributo di Centro Sinistra e Centro Destra, si sta palesando per essere la più solenne fesseria mai immaginata a Trieste, in grado solo di produrre costi insostenibili per il Comune distruggendo la grande opportunità del Punto Franco.



lunedì 19 dicembre 2016

L' AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONTRO IL "PORTO FRANCO INTERNAZIONALE" - VOGLIONO TASSE (ICI) SUI CAPANNONI MA E' UN' AREA DOGANALE EXTRATERRITORIALE REGOLATA DALL' ALLEGATO VIII -


L' Amministrazione Comunale vuole l' ICI sui capannoni interni al Porto Franco Internazionale incurante che così si danneggia la competitività della principale risorsa di Trieste.

Proprio mentre si parla di No Tax Area e di fiscalità di vantaggio per attirare insediamenti industriali e logistici in una città che ha un disperato bisogno di lavoro si sognano di pretendere tasse sugli immobili interni al Porto Franco che non sono mai stati tassati in precedenza.
Proprio mentre nella limitrofa Gorizia si muovono con decisione per avere una zona franca fiscale (clicca QUI) e in Slovenia tengono basse le tasse sulle imprese, il Comune di Trieste vuole appesantire le tasse sulle attività produttive che creano lavoro in Porto Franco.
Proprio mentre si tenta di attirare insediamenti produttivi e industriali nei Punti Franchi si decide di pretendere centinaia di migliaia di euro per ICI colpendo in particolare i capannoni adibiti a trasformazione delle merci.


Eppure il Porto Franco Internazionale di Trieste è regolato dall' Allegato VIII che dice chiaramente che NON è dovuta nessuna tassa se non come corrispettivo di servizi portuali resi (art.5)

Con un ottica assolutamente miope si danneggia un asset strategico di Trieste per raccogliere significative somme di denaro da convogliare, magari, nella demenziale avventura di Porto Vecchio urbanizzato che produce solo costi.

Abbiamo documentato in questi giorni come dal 31 dicembre il passaggio di proprietà di Porto Vecchio al Comune produrrà costi enormi che il bilancio comunale non consente.

Adesso vogliono tassare pure gli edifici portuali produttivi.
Non bastano le scorrerie e i vincoli della Sovrintendenza che viole applicare assurde disposizioni sul paesaggio (legge Galasso) in un Porto Franco Internazionale.


E' una follia togliere risorse a settori produttivi inseguendo invece sogni senza senso economico come l' urbanizzazione di Porto Vecchio.

Nell' articolo del Piccolo qui sotto si spiega la questione e si spiega che sia il Centro Destra che il Centro Sinistra perseguono questa politica priva del lume della ragione.

Grandi Molini e Comune in guerra per l’Ici
Finisce in Cassazione la controversia legata a immobili in concessione nell’area portuale. In ballo mezzo milione di euro
di Massimo Greco
Una faccenda tributaria molto italica e piuttosto intricata che si trascina perlomeno dal 2007 e che periodicamente riemerge, soprattutto in vista degli approdi giudiziari. Si tratta della tenzone che oppone il Comune di Trieste ai concessionari demaniali del porto riguardo il pagamento dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili): il Comune la accerta e la vuole incassare, la controparte non è d’accordo e resiste. Sono in ballo cifre rilevanti, che il Municipio tergestino stima tra il milione e mezzo e i due milioni di euro all’anno, per una buona metà di pertinenza comunale (il resto va a Roma ndr). La pretesa è assolutamente trasversale, in quanto è stata sostenuta dal Dipiazza II-III, così come dall’esecutivo cosoliniano. Stavolta, a riportare alla pubblica attenzione la questione, è la Grandi Molini Italiani, che, avendo perso due volte prima avanti la Commissione tributaria provinciale poi avanti quella regionale, ha presentato ricorso in Cassazione. Non è una bazzecola, perché i tre accertamenti del Comune ammontano in tutto a circa 500mila euro. Allora nella riunione dello scorso 12 dicembre la giunta Dipiazza III ha deliberato, su proposta dell’assessore al Bilancio Giorgio Rossi, di costituirsi in giudizio e ha affidato l’incarico legale allo Studio Uckmar, che ha già patrocinato il Municipio triestino su questo e su altri casi di natura fiscale (vedi Tarsu). A tale fine, per fruire della competenza dell’avvocato Caterina Corrado Oliva iscritta nel foro genovese, è stata impegnata la cifra di 28 mila euro. Una settimana prima della delibera, il 5 dicembre, si era spento all’età di 91 anni Viktor Uckmar, al cui nome era legato il prestigioso studio: è stato uno dei più famosi tributaristi italiani, di famiglia giuliana, aveva insegnato nelle Università di Genova e alla Luiss. Aveva ricevuto dal Comune il sigillo trecentesco. Torniamo al punto. L’assessore Rossi, il vicesegretario generale Fabio Lorenzut, il responsabile dell’Area finanza-tributi Vincenzo Di Maggio hanno ritessuto il lungo filo di questa storia, che dal punto di vista normativo parte dal 1° gennaio 2001, cioè quando entra in vigore la legge 388/2000, la quale dispone che anche i concessionari di beni demaniali debbano pagare l’Ici. L’imposta viene determinata in base alla rendita catastale: qui - secondo la narrazione comunale - s’accende il contenzioso. Perché se l’accatastamento avviene in classe E, con semplice riferimento al servizio di carico/scarico merci, l’edificio è esente dall’Ici. Se invece l’accatastamento del bene avviene in classe D, esso concerne l’attività di trasformazione e stoccaggio delle merci, quindi è soggetto al pagamento dell’Ici. La disputa si fa delicata perché incrocia rapporti inter-istituzionali. Il Comune, appoggiato dall’Agenzia delle Entrate, ritiene che l’amministrazione portuale inclini ad accatastare nella classe E, per evitare che i concessionari paghino più tasse e fare invece in modo che i beni interessati siano conseguentemente più attrattivi. Fatto sta che nel 2007 il Comune ha iniziato la verifica dei pagamenti, attività proseguita negli anni successivi. Ma le discordanze sulle classi catastali hanno causato - prosegue l’interpretazione del Municipio - molte inadempienze e così molti avvisi, emessi dal Comune, non sono stati pagati. A questo si aggiungono le differenti valutazioni che possono verificarsi da porto a porto, per cui il pagamento dell’Ici non è oggetto di un approccio standard. Rossi, Lorenzut, Di Maggio rammentano che finora il Comune ha avuto quasi sempre ragione nei vari gradi di giudizio e che ormai esiste ampia giurisprudenza sul tema. Grandi Molini ha deciso di arrivare fino in Cassazione: la partita è seria perché - come riporta il testo della delibera comunale - «un’eventuale pronuncia ... che dovesse accogliere l’avversaria tesi avrebbe importanti e, forse, definitive conseguenze su tutto il contenzioso in tema di tributi locali e Porto di Trieste».