RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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giovedì 22 dicembre 2016

POLETTI HA LA FACCIA COME IL CULO, ci adeguiamo al linguaggio in voga nella Direzione PD - L' Italico Ministro del Lavoro è un cialtrone che infanga i giovani costretti a cercare lavoro all' estero -


Ci adeguiamo al linguaggio da trivio in voga nella Direzione del PD, e finito in tutte le televisioni, solo cambiando soggetto:
POLETTI HA LA FACCIA COME IL CULO.

Il Ministro dell' italico Lavoro ha dichiarato: "Se 100 mila giovani se ne sono andati, non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola. Questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi."

Era lo stesso giorno dell' attentato di Berlino in cui la sventurata Fabrizia Di Lorenzo, emigrata a Berlino per studiare e lavorare, è stata assassinata dall' ISIS. 

Poletti, dopo la sconfitta del referendum si è bevuto il cervello al punto di dichiarare che bisogna andare presto al voto al solo scopo di impedire il referendum sul Job Act: un totale dispregio della democrazia.

Non si tratta solo di gaffe di un mentecatto arrogante cui il potere ha dato alla testa, e nemmeno di semplici parole sbagliate come cerca di far credere l' on. Rosato, ma sono invece l' indice della mentalità dei vertici del PD che affiorano.
E purtroppo si concretizzano in leggi che mortificano il lavoro, come il Job Act .

Ricordiamo una brutta foto. Roba di due anni fa, erano i giorni dell'inchiesta denominata Mafia Capitale. Poletti è seduto a una tavolata in compagnia di ceffi tremendi: c'è Salvatore Buzzi, responsabile della Cooperativa 29 giugno e compare di Massimo Carminati, er cecato, Banda della Magliana, entrambi considerati i capi del malaffare romano e attualmente, per questo, processati. Ci sono l' ex boss dell' Ama Franco Panzironi (poi arrestato) e un esponente del clan dei Casamonica (la pancia debordante sotto la felpa con la scritta Italia). Della simpatica brigata, anche l'ex sindaco Gianni Alemanno e un gruppetto di facce del peggior sottobosco politico capitolino.

Lo scatto fu realizzato nel 2010, quando Giuliano Poletti non era ancora ministro ma solo - diciamo così - il potente presidente della Lega delle Cooperative (quella stessa che ha rilevato con indubbio vantaggio le Cooperative Operai di Trieste).
La domanda, quindi, resta identica e ancora attuale: che ci faceva lì, accanto a certi personaggi, in una cena che Buzzi aveva organizzato per ringraziare tutti i politici che gli erano a fianco?

Questi sono i Ministri del Governo Italiano, persone di fiducia del "premier ombra" Renzi: un governo asservito alle banche e al capitale finanziario che ha come programma quello di svalutare il lavoro.
E con il Job Act e i vaucher ci è riuscito benissimo.

Trieste ha avuto la grande disgrazia di finire amministrata dal Governo Italiano anzichè, ad esempio, da quello Svizzero o Austriaco: da allora ha subito politiche cui non possiamo restare indifferenti.
Il Job Act e le politiche governative, in seguito al Memorandum di Londra del '54 che han affidato l' amministrazione di Trieste al Governo Italiano, vengono purtroppo applicate anche ai Triestini che speriamo se ne ricordino quando ci sarà il referendum sul medesimo.








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