RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 16 aprile 2016

CHIUSO IL SONDAGGIO SUI CANDIDATI SINDACI INDIPENDENTISTI - AUTONOMISTI


SI E' CHIUSO ALLE 24 DI SABATO 16 IL NOSTRO SONDAGGIO SULLA DOMANDA:
"QUALE CANDIDATO SINDACO DI AREA INDIPENDENTISTA O AUTONOMISTA RITIENI ABBIA CONCRETE POSSIBILITA' DI ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO ?"

La domanda è stata postata su diverse pagine di area indipendentista / autonomista.
Ci sono state 346 risposte in 6 giorni con questi risultati:


NESSUNO 51%
POTENZA 20%
SPONZA 16%
MARCHESICH 13%

 La maggioranza assoluta NON crede che uno di questi candidati possa arrivare al ballottaggio.


Ovviamente questa indagine non ha alcuna pretesa di scientificità ed è certamente viziata anche da un voto "militante" verso qualche candidato. 

Tuttavia fornisce un' indicazione di massima sull' opinione prevalente all' interno della stessa area dei candidati, all' inizio della campagna elettorale.
Seguiremo le evoluzioni fino al voto.  

BOSCHI A TRIESTE: PROCESSIONE DI POLITICI E GIORNALISTI PER LA POTENTE MINISTRA INAMOVIBILE


Celebriamo l' arrivo a Trieste della ministressa Maria "Etruria" BOSCHI con una degna processione (link video):

PROCESSIONE SANTA BOSCHI (CROZZA)


Ringraziamo Maurizio Crozza per la tempestiva collaborazione.




venerdì 15 aprile 2016

ITALIA, STATO SEMIFALLITO IN UN’ EUROPA IN FALLIMENTO


 La decisione dell’ Austria di ripristinare i confini, e la richiesta di inviare proprie forze di polizia e militari perchè non si fida di quello che fa l' Italia, impone l’inizio di una seria riflessione su quello che sta succedendo e che probabilmente tra qualche decennio sarà nei libri di storia.

Da tempo si parlava di una possibile formazione di un’ EUROPA A DUE VELOCITA’:  un’ Europa centrale e del Nord economicamente forte e socialmente sviluppata con una valuta forte e un’ Europa periferica e del Sud in uno stato di crisi economico – sociale permanente, con un debito pubblico incontrollabile e con una valuta debole.
Il  fatto di ripristinare i confini ante Schengen tra Austria e Italia, ma anche fra Francia e Italia ed ovviamente fra Svizzera ed Italia,  è la rappresentazione plastica di questa impostazione che avanza inesorabilmente.

Il problema per Trieste, che tuttora vive prevalentemente di portualità e indotto realizzato al 90% estero su estero, è di restare isolata dal suo entroterra naturale mitteleuropeo e “imprigionata” nell’ europa periferica del Sud e per di più in uno Stato semifallito come quello Italiano.
E’ noto che il ripristino di controlli alle frontiere determina un aggravio importante di costi di trasporto  per le merci, tra cui quelle provenienti dal nostro porto e dirette in Europa.
Due ore di fila rappresentano oltre 100 euro di costo aggiuntivo per TIR o container come sottolineano gli autotrasportatori. Quasi lo stesso prezzo del trasporto navale dall' estremo oriente a Trieste.

Il Ministro Del Rio è venuto ieri a Trieste ad assicurare, in periodo elettorale, un ipotetico sostegno del Governo Italiano al Porto di Trieste, vecchio e nuovo.
Il problema è che questo sostegno governativo si può concretizzare solo in buone parole e pacche sulle spalle perché lo stato è alla canna del gas con un debito pubblico al 132,7 % in crescita inarrestabile.

Lo Stato Italiano è da tempo tecnicamente fallito, il sistema bancario italiano ha oltre 200 miliardi di crediti inesigibili e altrettanti “in sofferenza”, continua la deflazione che è il male più temuto in economia, con conseguente disoccupazione, la crisi continua da otto anni, sui flussi migratori non sanno che pesci pigliare con masse di profughi pronte ad arrivare attraverso il Mediterraneo.
Ci fermiamo qui per misericordia.

Dopo gli attentati di Bruxelles c’ è stato un gran parlare sulla stampa del Belgio come “Stato Fallito”.
La definizione generalmente accettata per stato fallito e la seguente (link):


·         Perdita di controllo fisico del suo territorio, o del monopolio dell'uso legittimo della forza fisica.
·         erosione della legittima autorità per prendere decisioni collettive.
·         l'incapacità di fornire servizi pubblici adeguati.
·         l'incapacità di interagire con altri Stati come membro a pieno titolo della comunità internazionale.
·         Spesso una nazione non riuscita è caratterizzata da fallimento sociale, politico ed economico.

Lo stato italiano non controlla intere zone del Paese soggette invece al controllo della Criminalità Organizzata (Mafia, Camorra, Ndrangheta ecc.) che esercita una giurisdizione con tanto di prelievo fiscale (pizzo), uso della forza ed esecuzioni sommarie.
Le decisioni del governo sono prese, da Monti in poi, senza legittimazione elettorale e le leggi (vedi Tempa Rossa e Porto Vecchio) passano nottetempo in mostruosi maxiemendamenti di 735 articoli sottoposti al voto in blocco col sistema della “fiducia”.
C’è un tracollo dei servizi pubblici.
L’ Italia non riesce ad interagire in modo paritario con gli altri stati, nemmeno confinanti, e la vicenda dei confini austriaci lo dimostra,così come il ruolo di zerbini in Europa (Germania).
Ma soprattutto c’ è una evidenza di fallimento sociale, politico ed economico, con masse inaccettabili di giovani senza lavoro e senza futuro.
Perciò parlare dell’ Italia come stato semifallito non è solo legittimo, ma addirittura generoso.

Alcuni buontemponi  parlano dell’ inserimento di  Trieste  nel contesto economico e statuale Italiano come di un grande privilegio che chiamano “italianità”.
A noi pare che queste persone tradiscano Trieste e i suoi interessi vitali per inseguire una chimera del ‘900, il Nazionalismo, che ha prodotto solo guerre e disastri.

E’ giunto il momento che i Triestini comincino a badare ai propri interessi e soprattutto a quelli dei propri  figli, rivolgendo lo sguardo al proprio retroterra naturale mitteleuropeo, con cui hanno più affinità e interessi geopolitici, economici e culturali che non con la Penisola, quantomeno da Firenze in giù.
Puntando a costruire una “comunità politica” mitteleuropea laddove il concetto di “comunità etnica” legata agli stati nazionali ha fallito ed è alla base del fallimento anche del presente tentativo europeo viziato da un’ impostazione finanziaria, monetarista e tecnocratica.
Tutto ciò non è in contrasto con aneliti all’ autonomia e all’ indipendenza: ne è un necessario completamento
TRIESTE E’ MITTELEUROPA, FACCIA PARTE, CON LE AUTONOMIE DOVUTE A UNA CITTA’ PORTO CHE SERVE PIU’ NAZIONI,  DI UNA COMUNITA’ POLITICA MITTELEROPEA  E SI DIA DA FARE PER REALIZZARLA.

Foto:
Sopra la prima pagina di Libero di oggi;
sotto la macroregione danubiana già operativa.


PORTO FRANCO DI TRIESTE: LA VISITA PROPAGANDISTICA DEL MINISTRO DEL RIO



La visita preelettorale del ministro dei trasporti Del Rio ha offerto l' occasione per innescare la grancassa della propaganda su Porto Vecchio e Porto Nuovo.

Dal momento che li condividiamo, proponiamo ai nostri lettori i commenti del sito specializzato FAQ-TRIESTE.
Sono molto utili a farsi un' opinione personale sulla situazione reale.
Ecco i links agli articoli (cliccare):

Diamo inoltre notizia dell' interrogazione di Sossi di Sinistra per Trieste che punta il dito su uno dei misteri burocratici della "Sdemanializzazione di Porto Vecchio" che riguarda i 5 magazzini già dati in concessione per 90 anni a Greensisam di Maneschi e che Cosolini dice di poter privatizzare per primi: 
visto che l'emendamento "blitz notturno" Russo che ha sdemanializzato il Porto vecchio ha mantenuto in essere le concessioni superiori ai quattro anni stabilendo cioè che tali aree non possono essere sdemanializzate, come possono sdemanializzare i magazzini Greensisam per primi ? Ovvero cosa succede ad una concessione demaniale di 90 anni se l'area viene sdemanializzata, pur non potendo farlo? 
La soluzione di tale rovello giuridico burocratico presumibilmente frutterà la candidatura al Nobel  per la giurisprudenza.

3) 
MOZIONE SOSSI SU PORTO VECCHIO - COMINCIANO I PROBLEMI




giovedì 14 aprile 2016

SFACELO ITALIA: PREMIER ED EX-PRESIDENTE ASTENSIONISTI CONTRO IL PARERE DELLA CORTE COSTITUZIONALE



L' Italia è un paese allo sbando con continui conflitti istituzionali: solo in Italia può succedere che il Premier e l' ex-Presidente della Repubblica che l' ha nominato sollecitino l' astensione a un referendum ammesso e promosso dalla Repubblica stessa con l' avvallo della Corte Costituzionale.

Infatti il Presidente della Corte Costituzionale invita ad andare a votare (clicca).


Ma, a ben vedere, è ovvio che il Premier (non eletto) di un Governo infiltrato dalle lobby petrolifere e gassiere, come dimostra lo scandalo che ha portato alle dimissioni della ministra Guidi, voglia far fallire un referendum non con il confronto delle idee ma stimolando l' astensionismo: per poter continuare indisturbato a fare i propri comodi.

E' un motivo più che sufficiente per andare a votare domenica, possibilmente votando SI per dare un segnale forte di opposizione allo strapotere delle multinazionali degli idrocarburi che vogliono installare il RIGASSIFICATORE A TRIESTE.




CINQUE PUNTI PER TRIESTE: MENIS BATTE ROSOLEN 2 A 0

#TriesteAmministrative

Ci sono le prime prese di posizione pubbliche di  candidati sindaco sui CINQUE PUNTI (clic), poi diventati SEI, per noi  discriminanti per queste elezioni amministrative.

Riguardano Porto Vecchio Produttivo e le Leggi Internazionali per il Porto Franco ( allegato VIII, Trattato di Pace):
PAOLO MENIS risponde positivamente ad entrambi (punti 2)
ALESSIA ROSOLEN non solo è contraria ma sollecita l’ attuazione dell’ urbanizzazione di Porto Vecchio (punti 0, anzi meno -1)

VINCE MENIS  2  A  0.


QUI (link) trovate anche i risultati del nostro sondaggio su Porto Vecchio.

Sotto le posizioni espresse sulle Segnalazioni del Piccolo dai due candidati.

LA POSIZIONE DI MENIS
R ispondo a Roberto Morelli che, dalle pagine del Piccolo di domenica 27 marzo, chiedeva al M5S di esprimersi sul futuro del Porto vecchio. Discutiamo sul come, non sul se: perfettamente d’accordo, ma segnalo che il M5S ha sempre presentato proposte concrete sul recupero dell’area. Nonostante questo, siamo sempre stati tacciati di “immobilismo”. È utile ricordare al lettore che non è solo il centrodestra ad aver fallito nella partita del Porto vecchio. Ricordo che Illy è stato sindaco per dieci anni, e per cinque presidente della Regione. Per cinque anni c’è stato un presidente dell’Autorità portuale espressione del Pd (Boniciolli), e questo presidente è riuscito a produrre il “risultato” di Portocittà, costato ai cittadini 100mila euro. Ancora sul come: è dal 2011 che il M5S di Trieste parla di punto franco, non come una scusa per non fare nulla ma come potenzialità per il rilancio economico della città tutta, a cominciare proprio dall’area del Porto vecchio. Fino alla sentenza n.400 del 2013 del Tar regionale, venivamo derisi non appena citavamo la validità dell’Allegato VIII: per fortuna è intervenuto un atto di un tribunale ad avvalorare la nostra tesi, nonchè successivi atti del Commissario di governo. A parlare per l’attenzione del M5S Trieste per il punto franco sono poi gli atti depositati in Consiglio comunale negli ultimi cinque anni, a partire dalla richiesta fatta più volte in aula affinché il sindaco chiedesse con forza l’adozione del regolamento attuativo della legge 84/94, un passaggio dimenticato dai partiti da più di vent’anni. Per far funzionare davvero il porto libero di Trieste sarebbe poi necessario un regolamento ad hoc dell’Agenzia delle dogane. Quindi: per il “come” è necessario prima definire chi può fare cosa, soprattutto in relazione alla trasformazione delle merci. Cosa: bisogna creare le condizioni affinché anche nelle aree del Porto vecchio si sviluppino attività economiche. In questo senso il confermato interesse di Fincantieri per il bacino del Molo zero dimostra che le nostre (e non solo nostre, giacchè sono patrimonio comune anche di altri movimenti cittadini) idee non sono fantasie. Sul piano urbanistico la situazione è chiara, ed è definita dalla “variante Barduzzi”. Che non parla di porto, ma di portualità allargata. Allora: bene la crocieristica, bene la nautica da diporto con tutti i servizi connessi, bene la cantieristica di alto livello, bene luoghi di cultura e di ricerca legati al mare, senza però demonizzare, laddove serve, uno strumento straordinario come il punto franco internazionale, così come più volte ha sottolineato il commissario straordinario Zeno D’Agostino. In tutto questo, sono però i cittadini, attraverso le forze politiche che li rappresentano, che devono decidere cosa fare del Porto vecchio, e non un advisor voluto da Cosolini. Sulla discussa questione della destinazione d’uso residenziale, assolutamente no. Rispetto ad altre città in cui sono stati eseguiti recuperi di zone dismesse, Trieste ha un rapporto incredibilmente sbilanciato rispetto al Porto vecchio. La decrescita della popolazione residente è evidente nei dati, e parlare di una città a misura di 300mila abitanti quando ad oggi ne totalizza 205mila è non solo una follia ma anche una previsione che non ha gambe. Ci sono già 10mila appartamenti sfitti e l’area del Porto vecchio destinata ad uso residenziale ingrandirebbe la città di un settimo dell’esistente. Una parola a parte merita l’impatto del nuovo assetto del Porto vecchio sui conti della città. La legge che ha avviato l’iter per la sdemanializzazione mette in serio pericolo l’equilibrio del bilancio comunale. Il Comune si ritroverà, al termine del procedimento di intavolazione degli immobili, proprietario di beni senza avere le risorse economiche per curarli a dovere: custodia, vigilanza, manutenzione, sicurezza e gestione della viabilità all’interno dell’area costano. Inoltre, secondo la legge, i proventi della possibile (e ripeto: possibile, non certa, almeno in tempi brevi) vendita dei beni sdemanializzati dovranno essere versati interamente all’Autorità portuale. Il Comune non avrà alcuna voce in capitolo sulla destinazione di tali fondi. Anche se la legge prevede che l’Autorità portuale destini questi soldi a investimenti in Porto nuovo, non pone alcun vincolo su tempi e modi di utilizzo. Per questi motivi, il M5S Trieste, sul Porto vecchio, e non solo, vuole voltare pagina, una volta per sempre. *candidato sindaco M5S Trieste
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LA POSIZIONE DELLA ROSOLEN
T rieste non può prescindere dal riscatto del Porto vecchio. Ma non ha senso cristallizzarsi su analisi astratte, vaghe, generiche. Soprattutto, non cediamo alla tentazione di nascondere la mancanza di progetti e di visione dietro una non meglio chiarita necessità di coinvolgere la cittadinanza. Propongo una serie di considerazioni. Precise. Puntuali. Non fraintendibili. Sbagliato, innanzitutto, incolpare Illy per l’immobilismo sul Porto vecchio. Ricordiamo che solo grazie all’emendamento Russo il Comune ha titolo ad occuparsi dello sviluppo dell’area. Prima di questo provvedimento, la proprietà dell’area era dell’Autorità portuale. L’Ap stabiliva destinazioni d’uso, aveva pieno potere rispetto alle concessioni e all’uso di aree e pertinenze. Il Comune poteva fare da spettatore. Secondo: in questi anni (circa quindici) passi in avanti concreti sono stati fatti. L’obiettivo finale è ancora lontano, ma evitiamo pericolose retromarce. Ricordo le attività di Pacorini, di Trieste Futura (la prima volta che il Porto vecchio si aprì ai cittadini) e dell’architetto Antonella Caroli, che hanno portato tra l’altro al restauro di tre edifici nell’area di Porto vecchio. Terzo, in questi anni di “andamento lento” è stata approvata dall’Autorità portuale e dal Consiglio comunale la variante di Piano regolatore portuale che prevede le attività di portualità allargata: la cosiddetta variante Barduzzi. Questo piano urbanistico, approvato con il parere vincolante del Ministero dei Beni culturali, sarà la base per lo sviluppo dell’area. Quarto, anche con la cosiddetta “sdemanializzazione” il regime di punto franco non viene eliminato. Rimangono infatti nel demanio portuale tutte le banchine, tutti gli specchi acquei, i moli e gli edifici che vi insistono. Viene ceduto al Comune tutto ciò che in Porto vecchio è lontano dal mare, e lontano dalla possibilità di essere utilizzato oggi a fini portuali/commerciali. Quinto, è pletorico e vagamente demagogico chiedere che siano i cittadini a decidere sullo sviluppo dell’area, mediante i loro rappresentanti in Consiglio comunale. Qualsiasi variante al Piano regolatore viene discussa ed approvata dal Comune. Se e quando si vorrà proporre una variante per il Porto vecchio, quali che siano i suggerimenti e le indicazioni dell’advisor, sarà il Consiglio comunale a decidere. Sesto, sulla decrescita demografica della città. Trieste sta declinando, sia sotto il profilo economico-culturale sia dal punto di vista demografico. Chi ha a cuore il presente e il futuro di questa città dovrebbe darsi da fare per cogliere nuove opportunità di sviluppo economico e culturale in modo tale da arrestare il declino demografico. Il recupero di Porto vecchio è un’opportunità di sviluppo economico e culturale irrinunciabile. Settimo, una quota residuale di destinazione residenziale è già prevista nella variante Barduzzi. In ogni caso, la storia dell’urbanistica insegna che su aree così ampie la mono destinazione non porta buoni risultati. Ottavo, l’advisor. Ben venga un advisor che delinei in base a conoscenze e capacità (e conti supportati da analisi fatte da tecnici competenti) e alla realtà del mondo economico e finanziario un quadro di possibilità per la valorizzazione dell’area. Sarà poi il Consiglio comunale a decidere, alla luce di progetti concreti e dati tecnici, evitando il rischio di incorrere in abbagli e illusioni. Ragionevoli le preoccupazioni sulla gestione e sulla valorizzazione dell’area. Come trovare le risorse per completare questo percorso? È chiaro che il Comune dovrà momentaneamente accollarsi le spese di gestione fino a che non avrà valorizzato gli immobili, senza ingessare il bilancio comunale. Su questo punto l’unica risposta seria della politica è l’impegno a non perdersi in infinite discussioni, ad affidarsi a tecnici scelti per competenza e trovare il coraggio di prendere decisioni univoche. Ribadiamo la convinzione che questo percorso debba essere contraddistinto dalla trasparenza e dalla partecipazione dei cittadini, senza che questa divenga un alibi. Su questo, siamo e saremo impegnati in prima linea, ma a partire da dati oggettivi, senza fare demagogia. Tutto il resto è solo immobilismo. *candidata sindaco di Un’Altra Trieste-Popolare

mercoledì 13 aprile 2016

UN NUOVO VIDEO RARO SU TRIESTE NEL PERIODO DEL TLT - PER I NOSTRI LETTORI


Ha avuto molto successo la proposta sul nostro blog di filmati storici  che riguardano Trieste in periodi del '900 su cui è piombata la "cancellazione della memoria" (la romana "damnatio memoriae"): ovvero quando era fiorente città-porto dell' Impero e poi "capitale" del TLT.
Questa volta ne proponiamo uno girato dalle truppe angloamericane tra il 1946 e 1947.
Sono bel visibili molti concittadini dell' epoca e forse qualcuno potrà riconoscerli.
Dura 9' 47".

Clicca : TRIEST US TROOPS 
(comparirà una pagina con una descrizione in inglese e bisogna cliccare sulla freccia del primo fotogramma per avviare la visione).

Se vi interessa, fate girare questo post dovuto alla solerzia del nostro lettore 
 BERTO GARBIN (link per facebook) nominato sul campo responsabile della nostra sezione STORIA.



IL SESTO PUNTO PER TRIESTE: LA MACROREGIONE DANUBIANA E IL FESTIVAL "LA CULTURA MITTELEUROPEA INCONTRA IL MARE"



Avevamo proposto un confronto sui 5 PUNTI PER TRIEST
E (link) ai candidati sindaco.
E’ necessario però aggiungerne un sesto vista l’ evoluzione del quadro internazionale.
Ci riferiamo al ripristino dei controlli ai confini con l’ Austria ed altri paesi della Mitteleuropa (link) che rischiano di lasciare Trieste isolata dal suo entroterra commerciale e storico e confinata in un Sud sempre più in crisi economica e civile.
E ci riferiamo al fatto che l’ Italia non aderisce, a differenza della Slovenia (col porto di Koper), alla MACROREGIONE DANUBIANA EUROPEA (link) bensì  solo alla Adriatico Ionica che va dalla Sicilia all’Albania.
Trieste può salvarsi solo se rivitalizza le sue radici mitteleuropee e ripristina i collegamenti e i rapporti col suo entroterra.
Il Sesto Punto è il seguente:
IL NUOVO SINDACO SI IMPEGNA PER L’ ADESIONE DEL NOSTRO TERRITORIO ALLA MACROREGIONE DANUBIANA (link) E NEL FRATTEMPO CHIEDE DI PARTECIPARE COME OSSERVATORE AI LAVORI DELLA STESSA;
E SI IMPEGNA A REALIZZARE IL GRANDE EVENTO CULTURALE “ LA CULTURA MITTELEUROPEA INCONTRA IL MARE” (link) DI CUI ABBIAMO GIA’ PARLATO .

Attendiamo prese di posizione pubbliche.

TRIESTE E' MITTELEUROPA 









martedì 12 aprile 2016

TRIESTE DALLA PARTE SBAGLIATA DEL CONFINE, PRIGIONIERA DELL' ITALIA

#Schengen
La chiusura dei confini con l' Austria e la barriera in costruzione al Brennero fanno emergere una realtà paradossale:
IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE, CHE LAVORA AL 90% ESTERO SU ESTERO, SI TROVA "DALLA PARTE SBAGLIATA DEL CONFINE" CHE LO SEPARA DAL SUO ENTROTERRA COMMERCIALE NATURALE.


L' Italia si lamenta della decisione dell' Austria (e di tutti i paesi della Mitteleuropa) però non si adegua ai parametri europei sul controllo dell' immigrazione come richiesto dai paesi confinanti.
Anche i confini
 francese e svizzero sono "chiusi" con aumento dei controlli da mesi.

E' analoga la situazione del confine di Tarvisio: link

L' Italia lamenta che l' introduzione di controlli ai confini provocherà danni economici.
Purtroppo è vero: è ipotizzabile un rallentamento di almeno 2 ore dei transiti commerciali il che per un TIR che trasporta un container equivale ad un  costo maggiore di circa 100 euro: link.

Le imprese di autotrasporto del Veneto calcolano in 17 milioni all' anno i costi per le code dovute ai controlli al confine: link

Tutto questo indubbiamente danneggia il nostro porto e la nostra città.
Ma è un dato di fatto che questo aggravio di costi, rispetto ai porti concorrenti del Nord Europa, non ci sarebbe se Trieste non fosse di fatto "prigioniera" dell' Italia e delle sue politiche, malgrado la nostra città sia nata e cresciuta in un contesto economico e geopolitico diverso da quello italiano.


Ieri, sul Corriere della Sera, Gian Antonio Stella ricordava che il "patriarca" dei sudtirolesi Silvius Magnago diceva :"
«Sì, qualche volta ho ancora la sensazione di essere “prigioniero” dell’Italia, capita quando passo la frontiera del Brennero. Avverto un certo disagio, come una fitta al cuore".


Adesso al Brennero sono in costruzione delle barriere e la fitta al cuore, ed anche al portafoglio, la avvertiamo anche noi constatando che Trieste, con il suo porto che continua ad essere il nostro vero motore economico, si trova "dalla parte sbagliata del confine".
Bottino di guerra dell' Italia da 100 anni ormai, confinata nel Sud dell' Europa in crisi irreversibile...e l' invecchiamento e il calo della popolazione e il tracollo dell' economia e dei posti di lavoro stanno a dimostrarlo.

UE ED ITALIA RESPONSABILI DEL DISASTRO SE LA PRENDONO CON VIENNA
ANZICHE' CON SE STESSI:



COSA DICONO GLI AUTOTRASPORTATORI:







LA NOTTE DELLA DEMOCRAZIA: EMENDAMENTI "PORTO VECCHIO" E "TEMPA ROSSA" INSERITI NOTTETEMPO IN FINANZIARIA



SE QUESTA E' DEMOCRAZIA ...
In cosa è consistito il celebre "blitz" su Porto Vecchio di Trieste del sen. Russo ?
Semplicemente nell' inserire nottetempo d' intesa con la ministra Boschi l' emendamento in un malloppo di 150 pagine con 730 altri emendamenti tra cui quello petrolifero su Tempa Rossa, che ha provocato le dimissioni della ministra Guidi, ed innumerevoli altri per favori agli amici.

Così si fanno le leggi in Italia, anche quelle che modificano le condizioni di un Porto Franco stabilite da un Trattato di Pace Internazionale, SENZA NESSUN DIBATTITO SPECIFICO E CON I PARLAMENTARI CHE VOTANO IN BLOCCO, CON LA "FIDUCIA", UN MAXI EMENDAMENTO DI 150 PAGINE E 735 COMMI DI CUI NON SANNO NULLA E NON POSSONO NEMMENO SAPERLO viste le modalità.
Nottetempo, senza nessuna necessità di urgenza e su argomenti che NON hanno nulla a che fare con la "legge di stabilità" (già Finanziaria).

Se qualcuno pensava ad approfonditi dibattiti e duro lavoro parlamentare si sbagliava: basta mettersi d' accordo col "ministro per i rapporti col parlamento" ed il "blitz" è servito in barba anche alle parvenze di democrazia.

Su FAQ TRIESTE potete trovare anche il famoso Maxi Emendamento con un commento, clicca:

EMENDAMENTI TEMPA ROSSA E "TEMPA RUSSO" - STESSO PERCORSO




PORTO VECCHIO DI TRIESTE: I RISULTATI DEL NOSTRO SONDAGGIO


#PortoVecchioProduttivo

N.B. PARTECIPA AL SONDAGGIO ALLA FINE DELL' ARTICOLO, è ancora attivo.

Mentre il giornale locale ci informa che il consulente (detto "advisor" perchè fa figo) del Comune ha finito le sue consultazioni di grandi imprese (dette "stakeholders" perchè fa figo); mentre ci informa che il sen. Russo sta trafficando con Sgarbi, l' autore del "vincolo architettonico idiota"(copyright arch. Semerani) su Porto Vecchio, noi abbiamo, molto più modestamente, raccolto i risultati di 15 giorni di consultazione sul Web.

Avevamo lanciato un sondaggio sul riutilizzo di Porto Vecchio che, a differenza degli altri, prevedeva anche un riutilizzo PRODUTTIVO in regime di Punto Franco e spiegava di cosa si parlava.
Abbiamo diffuso "a pioggia" il quesito su pagine FB di vario genere e orientamento.
Questo ha generato 9.506 visite sul post del sondaggio di questo blog con 653 partecipazioni attive al sondaggio.


Il risultato è:
Riutilizzo Produttivo 75,16%
Riutilizzo Urbanistico (quello dei partiti) 15,62 %
Non so 9,15 %


Questo, chiariamo subito, non ha un valore scientifico però indica una tendenza.


Il dato principale è che se viene presentata e spiegata l' alternativa del riutilizzo PRODUTTIVO la gente lo preferisce, malgrado l' enorme pressione mediatica che da anni viene esercitata sull' argomento dai partiti e dalla stampa collusa.


Mentre finora veniva, fraudolentamente, posta solo l' alternativa fra urbanizzazione / sdemanializzazione / privatizzazione  e degrado con "pantigane" incorporate.


Noi manteniamo su questo blog un Sondaggio Permanente su Porto Vecchio e lo riproponiamo in fondo, e ne ricordiamo le domande e i contenuti.  


DOMANDA:PORTO VECCHIO: CHE UTILIZZO SAREBBE MIGLIORE PER TRIESTE ?
  • URBANISTICO, commerciale, turistico, abitativo con urbanizzazione, sdemanializzazione e privatizzazione
  • PRODUTTIVO, con insediamenti di imprese ed attività in regime agevolato di Punto Franco
  • Non lo so


Per "URBANIZZAZIONE" si intende che l' area viene ceduta a privati per farne un nuovo rione o un nuovo Centro Storico della città a tutti gli effetti.

Per "RIUTILIZZO PRODUTTIVO" si intende che Il Porto Vecchio/Punto Franco Nord si presta, oltre che al mantenimento delle attività portuali che vi continuano ad operare (dall’ Adria Terminal alla Saipem), ad un utilizzo produttivo che sfrutti le possibilità offerte dal particolare regime di Punto Franco ovvero:
• Imprese ad alta tecnologia pulite, sul tipo della “Silicon Valley”;
• Incubatori di “Start-up” giovanili con fiscalità di vantaggio;
• Centri di ricerca legati alle aziende dell’area di ricerca ed alle istituzioni scientifiche;
• Centri finanziari e bancari “Off-shore”, extra UE, per realizzare la nostra “city”;
• Custodia, borsa e manipolazione di materie prime e metalli, anche pregiati ed opere d’arte anche per operazioni finanzarie come avviene nel punto franco dell’aeroporto di Ginevra e Singapore;
• Trasformazione di merci, anche nel campo della moda, tessili ed alimentari, in regime extradoganale;
• Assemblaggio di macchinari ad alta tecnologia per impieghi specializzati, potenziando ed incentivando quanto già viene prodotto dalla Saipem con i robot per le trivellazioni sottomarine;
• Potenziamento delle attività portuali esistenti come l’Adriaterminal, alla quale sono stati tolti i collegamenti ferroviari nel 2010.


Sondaggio permanente
Esprimi la tua opinione su Porto Vecchio.
Dai il voto più alto (3) all' opzione preferita ed a calare alle altre, fino a zero. Clicca il bottone FINE.

SONDAGGIO PORTO VECCHIO

lunedì 11 aprile 2016

NESSUN MURO FRA L' AUSTRIA, TRIESTE E IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE: SIA MESSO OLTRE DUINO, PIUTTOSTO !


#TriesteEuropa

Giusto pochi giorni dopo la storica visita del Sindaco di Vienna Haupt a Trieste, dopo 100 anni di forzato distacco, apprendiamo che vengono alzate barriere fra Italia e Austria al Brennero.
Non vorremmo che, per sconsiderate politiche dell' Italia che la isolano dal contesto europeo, Trieste nuovamente abbia a soffrire per la separazione dal suo entroterra naturale mitteleuropeo.


E' noto che barriere per persone e merci non fanno che aumentare  i costi e le difficoltà e per i trasporti delle merci in transito dal nostro Porto Franco Internazionale.


Vogliamo stare dalla stessa parte del muro della Mitteleuropa e non certo restare confinati, insieme all' Italia, in un Sud Europa in crisi irreversibile.

Trieste è Mitteleuropa !

SONDAGGIO: QUALE CANDIDATO SINDACO DI UNA LISTA INDIPENDENTISTA / AUTONOMISTA PENSI ABBIA LA POSSIBILITA' CONCRETA DI ANDARE AL BALLOTTAGGIO ?

#TriesteAmministrative
Iniziamo una serie di nostri sondaggi sulle prossime elezioni per il Comune di Trieste.

Questo serve a capire se i nostri lettori ritengono che un candidato sindaco di una lista indipendentista / autonomista abbia una concreta possibilità di arrivare al ballottaggio, e chi eventualmente sia.
Naturalmente non si tratta di un' indagine scientifica, tuttavia fornisce delle indicazioni soprattutto sul "sentiment" diffuso nell' area più vicina.


Una volta scelto il candidato cliccando sulle freccette della casella e sul nome, premere il pulsante "FINE" per registrare il voto. Se pensi che nessuno possa farcela, clicca "NESSUNO".  E' possibile un solo voto.

Il sondaggio termina sabato 16 aprile alle 24 .

Crea la tua indagine per il feedback degli utenti

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RIGASSIFICATORE: PERICOLO TUTTORA INCOMBENTE SU TRIESTE



OSTACOLARE LE LOBBY PETROLIFERE E GASIERE AL GOVERNO VOTANDO "SI" AL REFERENDUM DI DOMENICA -

Tendiamo a dimenticare le cose spiacevoli -
La città si sta dimenticando che è tuttora in corso presso il Ministero dello Sviluppo Economico della dimissionaria ministra petrolifera Guidi l' iter di approvazione, dopo che ha ottenuto il via libera dal Ministero dell' Ambiente.

La Guidi si è dimessa in seguito al noto scandalo di "Tempa Rossa" che dimostra la connivenza del Governo con lobby petrolifere e gasiere.
Attualmente l' interim se l'è preso Renzi.
E questo potrebbe portare anche ad un' accelerazione dell' iter di approvazione.
Meno di un anno fa così scriveva Il Piccolo riportando inquietanti di
chiarazioni di sottosegretari:

"Il 30 marzo rispondendo a un’interrogazione del deputato triestino Aris Prodani, il sottosegretario all’Ambiente Silvia Velo ha affermato che «il definitivo parere della Commissione tecnica Via-Vas ha evidenziato che non si riscontrano ulteriori incompatibilità con le componenti ambientali esaminate causate dalle previsioni del nuovo Piano regolatore del porto di Trieste anche a seguito degli approfondimenti del quadro ambientale e degli studi effettuati da parte dell’Autorità portuale». La pratica ha dunque lasciato definitivamente le stanze del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti per entrare in quelle del ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi dove appunto si svolgerà la riunione di martedì prossimo. Ma già qualche giorno prima, il 19 marzo, ancora più chiaro era stato il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti. Rispondendo a un ’interrogazione di alcuni parlamentari di Sel tra i quali Serena Pellegrino aveva sottolineato che «il ministero dello Sviluppo economico non può negare l’autorizzazione alla costruzione senza un motivo giuridicamente valido, né esprimersi sull’incompatibilità dell’infrastruttura con il traffico marittimo del porto di Trieste, poiché sull’argomento si è già espresso il ministero dell’Ambiente». (vedi link) 

LEGGI ANCHE:

Il sottosegretario Velo risponde in aula a Prodani dopo il sì del Comitato Via «Nessuna incompatibilità. Rigettate le obiezioni».



domenica 10 aprile 2016

ZONA FRANCA: PURE I TOSCANI LA VOGLIONO !


#ZonaFrancaTerritorialeTrieste  ZFTT

GLI AUTONOMISTI TOSCANI: MAREMMA ZONA FRANCA!
E nel chiederla indicano, tra le tante zone al mondo proprio il Porto Franco di Trieste.
Lo riporta una famosa testata economica, vedi link sotto:
MAREMMA ZONA FRANCA clicca


SVOLTA NELLO SCENARIO POLITICO ITALIANO: L'M5S VINCEREBBE IN UN BALLOTTAGGIO CON RENZI



Calo accentuato della fiducia nei confronti del Governo: lo attesta uno studio, pubblicato su Repubblica di oggi, della Demos di Ilvo Diamanti il più autorevole sociologo politico italiano CLICCA QUI -
Avanzata del M5S insieme alla protesta.
Tra i leader più apprezzati la Meloni ( Fratelli d' Italia) di provenienza neofascista, a riprova della svolta in corso nella pubblica opinione e di dove stanno i veri pericoli per la democrazia.
Anche a Trieste è certo che in un ballottaggio fra Cosolini e Menis vincerebbe Menis.
Qualsiasi ragionamento politico deve tenerne conto.

L' IMPERATORE CARLO 1° VISITA TRIESTE NEL 1917 - RARO FILMATO.



#Storia #Trieste
Per i nostri lettori un raro filmato d' epoca, da vedere nel week- end (min. 8,33):
L' IMPERATORE CARLO 1° VISITA TRIESTE (1917 in piena Inutile Strage) - cliccare.
Come è noto Carlo Primo è stato fatto Beato dalla Chiesa Cattolica.