RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

giovedì 7 febbraio 2019

CARO DIPIAZZA, LA "CITTA' METROPOLITANA" TE LA SCORDI SE I VIGILI NON TUTELANO I CONCITTADINI DI LINGUA SLOVENA, COME SEMPRE E' AVVENUTO QUANDO TRIESTE ERA AMMINISTRATA DA PAESI CIVILI (Austria, USA, UK) - "QUI SIAMO IN ITALIA E SI PARLA ITALIANO" UN PUBBLICO UFFICIALE NON LO PUO' DIRE - UN BRUTTO EPISODIO CHE SI AFFIANCA ALLA TOLLERATA RITRASFORMAZIONE DEL VIALE IN COVO FASCISTA E NAZIONALISTA - LA LEGGE VA RISPETTATA -


Perchè i comuni minori a maggioranza slovena dovrebbero fidarsi di fare una "Città Metropolitana" con una amministrazione comunale che non tutela i diritti dei concittadini di lingua slovena e permette che il Viale, in pieno centro storico, diventi nuovamente una zona fascista e nazionalista con ripetute manifestazioni di questa feccia?

Ci pensi bene il Sindaco e la sua sgangherata maggioranza prima di approvare comportamenti dei Vigili Urbani lesivi dei diritti dei cittadini di lingua slovena (clicca QUI) e di accogliere a braccia aperte le varie formazioni neofasciste (clicca QUI).

Oggidì si può avere a costi irrisori l' ausilio di un traduttore in lingua slovena anche tramite radio o telefono: perchè negare questo diritto a chi lo richiede esplicitamente citando le norme di legge relative?
Possibile che in una città come Trieste non ci siano Vigili Urbani che conoscano lo sloveno da far intervenire quando serve?


Se si vuole fare una prova di forza nazionalista se ne pagherà un costo elevato.


La contestazione di una multa è un "procedimento amministrativo" comportante un "processo verbale" (detto comunemente "verbale") immediato che DEVE essere svolto (o almeno tradotto) nella lingua del concittadino a norma dell' art. 8 della legge nazionale 
38 /2001 che sotto riportiamo, unitamente all' art. 109 comma 2 del Codice di Procedura Penale.


Il concittadino cui è stato negato il diritto alla traduzione di un processo verbale in corso si è appellato anche all' Allegato VI del Trattato di Pace di Parigi (e di conseguenza nella legge italiana 3054 del 1952) e al successivo Memorandum di Londra che impone all' Italia la tutela della Minoranza Slovena del Territorio di Trieste, mentre lo Sloveno era considerata una lingua ufficiale durante il TLT amministrato dal Governo Militare Alleato.

Sta di fatto che i diritti delle minoranze linguistiche e in particolare di quella slovena sono stati sistematicamente violati solo dall' Italia mentre erano riconosciuti durante l' Amministrazione Austriaca e quella congiunta di USA e Inghilterra, tutti paesi  ben più civili dello sgangherato Stivale devastato dalla criminalità organizzata.

Che ha dimostrato un livello di civiltà infimo e di ignoranza giuridica altissima quando un "pubblico ufficiale" ha dichiarato due volte: " Aò qui siamo in Italia e si parla Italiano !" esprimendo una  rozza CONCEZIONE ETNICA E LINGUISICA DELLO STATO.

Una frase del genere sarebbe stata accolta con crasse risate, nella più benevola delle ipotesi, nella provincia di Bolzano dove perfino i carabinieri sono in grado di interloquire in tedesco con la popolazione.
Non si può mandare per le strade personale totalmente all' oscuro delle leggi di tutela delle minoranze linguistiche e con una concezione primitiva ed etnica dello stato.

Qualcuno ha detto che il concittadino evidentemente "provocava"richiedendo di interloquire in sloveno con l' Autorità come era suo diritto.
Non di "provocazione" si tratta ma di un atto di civile protesta individuale non violenta di fronte alla sistematica omissione e perfino consolidata abitudine a non rispettare i diritti.

Una protesta civile e non violenta che ha a che fare con la "disobbedienza civile" e "resistenza passiva" che personaggi come Gandhi hanno portato alla ribalta mondiale come metodo di lotta democratico.
E che invece non ha nulla a che fare con le provocazioni, violenze, attentati di cui sono sempre state prodighe le formazioni neofasciste turbonazionaliste che nuovamente trovano tolleranza e spazi in centro città, malgrado siano formalmente vietate dalla costituzione.

Si obblighino i dipendenti pubblici a studiare i seguenti strumenti giuridici, e magari anche le lingue parlate nella zona dove lavorano (non gli farà male), prima di lasciarli sproloquiare sulla pubblica via:

DAL "MEMORANDUM DI LONDRA":
..."Gli appartenenti al gruppo etnico jugoslavo nella zona amministrata dall'Italia e gli appartenenti al gruppo etnico italiano nella zona amministrata dalla Jugoslavia saranno liberi di usare la loro lingua nei loro rapporti personali ed ufficiali con le autorità amministrative e giudiziarie delle due zone. Essi avranno il diritto di ricevere risposta nella loro stessa lingua da parte delle autorità; nelle risposte verbali, direttamente o per il tramite di un interprete;"...



ART 8 LEGGE 38 /2001 approvata dal Parlamento.
(Uso della lingua slovena nella pubblica amministrazione)
...1. Fermo restando il carattere ufficiale della lingua italiana, alla minoranza slovena presente nel territorio di cui all'articolo 1 (province di Trieste, Gorizia e Udine ndr) è riconosciuto il diritto all'uso della lingua slovena nei rapporti con le autorità amministrative e giudiziarie locali, nonchè con i concessionari di servizi di pubblico interesse aventi sede nel territorio di cui all'articolo 1 e competenza nei comuni di cui all'articolo 4, secondo le modalità previste dal comma 4 del presente articolo. È riconosciuto altresì il diritto di ricevere risposta in lingua slovena:
a) nelle comunicazioni verbali, di norma direttamente o per il tramite di un interprete;
b) nella corrispondenza, con almeno una traduzione allegata al testo redatto in lingua italiana.
2. Dall'applicazione del comma 1 sono escluse le Forze armate e le Forze di polizia nell'espletamento dei rispettivi compiti istituzionali, SALVO CHE PER I PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI (e un "processo verbale" per una multa lo è - Ndr), per le Forze armate limitatamente agli uffici di distretto, avviati a richiesta di cittadini di lingua slovena e fermo restando quanto stabilito dall'articolo 109 del codice di procedura penale. Restano comunque esclusi dall'applicazione del comma 1 i procedimenti amministrativi avviati dal personale delle Forze armate e di polizia nei rapporti interni con l'amministrazione di appartenenza.

3. Nei comuni di cui all'articolo 4 gli atti e i provvedimenti di qualunque natura destinati ad uso pubblico e redatti su moduli predisposti, compresi i documenti di carattere personale quali la carta di identità e i certificati anagrafici, sono rilasciati, a richiesta dei cittadini interessati, sia in lingua italiana e slovena sia nella sola lingua italiana. L'uso della lingua slovena è previsto anche con riferimento agli avvisi e alle pubblicazioni ufficiali..... "


Art. 109 comma 2 del Codice di Procedura Penale:

...2. Davanti all'autorità giudiziaria avente competenza di primo grado o di appello su un territorio dove è insediata una minoranza linguistica riconosciuta, il cittadino italiano che appartiene a questa minoranza è, a sua richiesta, interrogato o esaminato nella madrelingua [Cost. 6] e il relativo verbale [134 ss.] è redatto anche in tale lingua [6465208294350351388421422]. Nella stessa lingua sono tradotti gli atti del procedimento a lui indirizzati successivamente alla sua richiesta (1)(2). Restano salvi gli altri diritti stabiliti da leggi speciali e da convenzioni internazionali...


"QUI SIAMO IN ITALIA E SI PARLA ITALIANO !": Trieste Porto Franco Internazionale, detto da "Tutore dell' Ordine" il 6/2/2019 a concittadino di lingua slovena. SINGAPORE, Porto Franco Internazionale, 4 LINGUE UFFICIALI (malese,inglese,cinese,tamil - tutte parlate e scritte dai dipendenti pubblici) SU SOLO 5 MILIONI E MEZZO DI ABITANTI ! SVIZZERA: 4 LINGUE UFFICIALI: italiano, tedesco, francese, romancio su 8,4 milioni di abitanti. LUSSEMBURGO: 3 LINGUE UFFICIALI: francese, lussemburghese, tedesco su 602.000 abitanti. Clicca QUI per il video del "siamo in italia e si parla italiano"

lunedì 4 febbraio 2019

CAMBER INIZIA IL TENTATIVO DI SABOTAGGIO DEGLI INVESTIMENTI CINESI NEL PORTO DI TRIESTE, D' INTESA CON I NEMICI DELLE "NUOVE VIE DELLA SETA" E CON I PORTI ITALIANI CHE RESTANO ESCLUSI.


CAMBER INIZIA IL TENTATIVO DI SABOTAGGIO DEGLI INVESTIMENTI CINESI NEL PORTO DI TRIESTE, D' INTESA CON I NEMICI DELLE "NUOVE VIE DELLA SETA" E CON I PORTI ITALIANI CHE RESTANO ESCLUSI.
Lui e la sua "Forza Italia" in grande crisi cercano di rilanciarsi additando, come sempre, un nuovo "nemico" esterno e seminando paure ingiustificate.
Come sempre a spese di Trieste che dovrebbe restare nella palude in cui l' ha mantenuta in decenni di gestione personale del potere.
Mentre l' arrivo di grandi operatori internazionali spazzerebbe via il suo misero orticello localistico e provinciale e le rendite di posizione.
E fa pure finta di essere polemico con Roma, lui sempre legatissimo alla politica nazionale e proconsole locale di Forza Italia.

A dicembre non c' era stato il solito manifesto disneyano di "Giulio": lo ha fatto ora provocatoriamente in coincidenza del Capodanno Cinese mettendo pure delle scritte in "cinese" che non significano assolutamente niente!

Si domanda "Chi garantisce cosa ?": la cosa certa è che il "potere camberiano" e di Forza Italia ha "garantito" decenni di decadenza a Trieste e di profitti a lui e alla sua "corte dei miracoli" che si sente minacciata dallo sviluppo economico.
L' unica garanzia è fare esattamente il contrario di quello che vorrebbe lui.