RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 25 luglio 2018

GRECIA BRUCIA: TROJKA ASSASSINA - L' AUSTERITY IMPOSTA DA UE, FMI E BCE HA TAGLIATO LA PROTEZIONE CIVILE, IL PERSONALE E I MEZZI - "A lungo non si è visto nessun intervento, niente elicotteri o aerei antincendio, nessun piano di evacuazione. I vigili del fuoco sono arrivati molto dopo.I Pompieri nel febbraio 2017 avevano manifestato ad Atene per la riduzione da 12 mila a 8 mila. Tolti, da primavera, alla sorveglianza antincendio altri 34 milioni di euro tra personale e mezzi. Sempre meno pompieri e in condizioni fisiche precarie " - Un articolo di Fubini sul Corriere della Sera.


Ieri quando abbiamo cominciato a scrivere riguardo l' influenza dell' Austerity targata UE sui roghi catastrofici in Grecia qualcuno ha storto il naso ponendo l' accento sulla possibile origine dolosa degli incendi.
Qualsiasi ne sia l' origine un' efficiente Protezione Civile consente di ridurre i danni, quantomeno in termini di vite umane.
Oggi abbiamo trovato conferma delle nostre tesi in un articolo sul Corriere della Sera di Federico FUBINI,  vicedirettore del Corriere della Sera, consigliere scientifico di Limes (
clicca QUI) che riportiamo per intero sotto.
Oggi rincariamo la dose mettendo per iscritto che la cosiddetta Trojka composta da UE (Commissione Europea), FMI (Fondo Monetario Internazionale) e BCE (Banca Centrale Europea) è capitanata da delinquenti economici con gravissime responsabilità omicide, non solo per gli incendi, appartenenti a pericolose sette neoliberiste e ordoliberiste che si spacciano per "scuole economiche" e che hanno imbottito la testa vuota anche di una "sinistra" tipo PD. 
Hanno letteralmente mandato al rogo il popolo greco per i loro interessi finanziari, con la connivenza perfino della ex-sinistra di Tsipras: bisogna fermarli perchè non hanno ancora finito con la periferia sud dell' Europa.

Ecco l' articolo di Fubini, che certamente non è un estremista o un "populista", leggetelo:

DIETRO LE QUINTE

Grecia, tagli alla Protezione civile 
nel pacchetto austerità: così è arrivata fragile al «traguardo» europeo

SOLO LA SCORSA PRIMAVERA L’AREA DELLA SORVEGLIANZA ANTINCENDIO HA PERSO 34 MILIONI DI EURO TRA PERSONALE E MEZZI. SEMPRE MENO POMPIERI E IN CONDIZIONI FISICHE PRECARIE

di Federico Fubini

In teoria, tra pochi giorni doveva venire il momento delle pacche sulle spalle. Il primo momento, dopo nove anni, in cui il governo greco non avrebbe più dovuto prendere ordini dal resto d’Europa e il resto d’Europa non avrebbe più dovuto darne. La voglia di rivendicare il lavoro fatto era percettibile appena sotto la superficie. Dopotutto 4 primi ministri di ogni tipo — centrosinistra, centrodestra, tecnocrati, populisti — ha eseguito sotto dettatura qualcosa che letteralmente non è mai accaduta nella storia economica: correggere in otto anni il saldo di bilancio del 16% del reddito nazionale — da un profondo deficit al surplus — mentre il reddito tracolla del 29%. E poco importa se quel crollo, unito al rifiuto di condonare ciò che palesemente non è rimborsabile, ha fatto esplodere il debito in proporzione a un’economia ormai ristrettasi. Gli investimenti sono stati falciati a un terzo di quelli di un Paese normale.
Nessuno credeva che tutto questo fosse pensabile, prima che l’Unione europea lo imponesse a un Paese di poco meno di 11 milioni di abitanti (ne ha persi mezzo milione nel frattempo). Per questo quando ad agosto la Grecia uscirà dal terzo programma di assistenza della Ue e del Fondo monetario internazionale, dopo 14 manovre di austerità, la tentazione a Bruxelles, a Berlino o negli ambienti di governo ad Atene era evidente: congratularsi con se stessi per essere arrivati fin qui. Almeno, finanziariamente ancorati a qualcosa.
Se mai fosse stata una piccola festa
, ora sarà impossibile. 
Di fronte a catastrofi come quella di ieri in Attica, affrettarsi a dare giudizi e sentenze di colpevolezza non ha senso. Però, quando il fumo si sarà dissipato, i fatti conosciuti probabilmente susciteranno alcune domande. L’ultimo taglio al ministero della Protezione civile, dal quale dipendono i vigili del fuoco in Grecia, è arrivato con il quattordicesimo pacchetto di austerità a primavera dell’anno scorso. L’area della sorveglianza antincendio ha perso allora 34 milioni di euro, distribuiti fra il personale e i mezzi.
È difficile dire oggi se quell’ennesima sforbiciata su un’infrastruttura civile del Paese 
spieghi, almeno in parte, ciò che riferiscono alcuni testimoni dall’area più colpita dalle fiamme: a lungo non si è visto nessun intervento, niente elicotteri o aerei antincendio, nessun piano di evacuazione. I vigili del fuoco sono arrivati molto dopo. A migliaia fra loro a febbraio del 2017 avevano manifestato ad Atene perché la fine dei contratti a termine stava riducendo il loro numero da 12 mila a 8 mila. Da allora sono stati riassunti circa metà di coloro che erano stati fatti scadere. Ma quella di ieri è solo la più grave, non la prima volta che le loro squadre si trovano senza mezzi né preparazione per gestire l’aggressione del fuoco attorno ad Atene. Era già successo nel luglio 2015 e di nuovo 11 mesi fa.
Proprio in quel momento tre ricercatori greci, guidati da Fotis Chatzitheodoridis
, stavano pubblicando uno studio sui pompieri del loro Paese in una rivista internazionale di nutrizione. Risultati: il 79% fra gli addetti delle squadre antincendio risultava sovrappeso o obeso, due su tre confessavano di essere passati negli ultimi anni ad alimenti meno sani a causa dei tagli ai salari. Non è il simbolo di cui la Grecia aveva bisogno proprio adesso, ma ricorda la fragilità di un Paese che arriva prostrato a questo punto di svolta. Il lento ritorno alla normalità è la superficie. Qualunque evento si discosti da essa può riportare un’intera nazione fra i suoi fantasmi.
24 luglio 2018