RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 10 giugno 2016

PERDERE LE ELEZIONI MA VINCERE NEI FATTI - PUNTI FRANCHI SOTTO CONTROLLO DELL' AUTORITA' PORTUALE E NON DELLE DOGANE ITALIANE E PRESENTATI A SHANGHAI - SAN ZENO E SANT' AGOSTINO DANNO UNA MANO A S. GIUSTO PER FARE IL MIRACOLO - I PUNTI FRANCHI, FINORA DEMONIZZATI COME ANACRONISTICI, SONO INVECE UNA RISORSA ! ANZI, UN' ARMA !



MIRACOLO A TRIESTE !
Il Piccolo parla dei Punti Franchi come di una risorsa: addirittura un' arma !


I Punti Franchi non solo vengono sottratti agli artigli delle Dogane Italiane e messi sotto la gestione dell' Autorità Portuale interessata a sviluppare i traffici, ma addirittura presentati in Cina a Shanghai come un PLUS formidabile del nostro porto lasciatoci in eredità dal Trattato di Pace del 1947 che degli stupidi ignoranti hanno finora fatto oggetto di dileggio.


Poco più di due anni fa quando Rinascita Triestina ha iniziato la sua attività sul Web con la PIATTAFORMA PORTO 2104 (scaricala QUI) parlare di Punti Franchi era un' eresia da "adepti dell' allegato VIII", oggetto di ostilità e scherno da parte del Pensiero Unico che ha avuto il suo alfiere in Federico Pacorini, ex candidato sindaco del PD, e il suo megafono nel Piccolo, per cui i Punti Franchi erano una "cosa obsoleta da nostalgici immobilisti".

Bene, se quello che viene annunciato oggi sul Piccolo è vero, se è vero quanto detto dal Commissario Zeno d' Agostino alla Rai (clicca QUI, dal minuto 14) metà della nostra PIATTAFORMA PORTO 2014 si realizza: metà dell' Allegato VIII diviene realtà.


Vale la pena perdere le elezioni se il "premio di consolazione" è questo.


Questo NON sarebbe successo se non ci fosse stato un movimento popolare indipendentista che ha posto al centro del futuro di Trieste il PORTO FRANCO INTERNAZIONALE anzichè i fumi fantaturistici del PD.


NON sarebbe successo se il frutto migliore di questo movimento non fosse stata la costituzione di un sindacato indipendente dei lavoratori del porto, il CLPT ormai maggioritario, che ha posto al centro della sua azione l' applicazione dell' Allegato VIII.


Non sarebbe successo senza la testardaggine e lo spirito di sacrificio di centinai di militanti triestini che in cambio hanno ricevuto solo denunce e insulti.

Non sarebbe bastato l' arrivo di un tecnico capace e intellettualmente onesto come Zeno D'Agostino se fin dal primo giorno non fosse stato informato e pressato sulla questione del Porto Franco Internazionale e dell' Allegato VIII, da un movimento esterno e da un sindacato interno capace di indire scioperi maggioritari.

E' una vittoria parziale, ma pur sempre una vittoria che dimostra che la linea perseguita dalla "Piattaforma Porto 2014" è giusta e fruttuosa.


Errori ne sono stati fatti ed il disastro elettorale dimostra che bisogna lavorare sodo per formare una nuova classe dirigente triestina, capace e responsabile.


Bisognerà verificare se tutte le dichiarazioni odierne corrispondono a verità.

Siamo ancora in campagna elettorale e le balle elettorali continuano a fioccare.
Bisogna dar credito alla Serracchiani quando pochi minuti fa ha dichiarato che il Rigassificatore non si farà e che il Governo non lo vuole più  mentre il Ministero ha appena concesso le autorizzazioni il 30 maggio?
Solo i FATTI potranno dirlo.


Intanto però l' inversione completa di rotta sui Punti Franchi trasformati da "ostacolo" in "arma" dimostra che questo muro lo abbiamo sfondato e la breccia è aperta.



Questo il testo dell' articolo del Piccolo ( se la prendono con Capodistria come scusa per non dover ammettere l' inversione di marcia):

L’arma dei Punti franchi contro i concorrenti sleali 
Diramate le nuove disposizioni sui vantaggi presenti nelle aree a regime speciale Il direttore delle Dogane: «Capodistria salta i controlli per velocizzare i traffici».

Il comportamento della Slovenia per quanto riguarda i controlli doganali nel porto di Capodistria non è al di sopra di ogni sospetto il che finisce per danneggiare Trieste. Pesanti le dichiarazioni rilasciate ieri dal direttore interregionale delle Dogane Maurizio Montemagno a margine della conferenza stampa svoltasi all’Agenzia delle Dogane in cui sono state annunciate le nuove disposizioni e agevolazioni dei Punti franchi di Trieste. «La concorrenza della Slovenia alle volte può essere sleale - ha denunciato Montemagno - perché la rapidità delle operazioni dovrebbe essere sempre coniugata con l’esigenza dei controlli. Chi è preposto a una certa funzione - ha spiegato - deve sempre controllare determinate spedizioni a rischio. Se non lo fa viene meno alla propria funzione. Compito dell’Unione europea è anche facilitare i commerci, ma logicamente senza saltare i controlli. In realtà, potremmo paragonare i 28 Paesi dell’Ue a 28 portieri: alcuni sono molto attenti per non far passar ciò che non deve, altri un po’ disattenti, altri ancora preferiscono girarsi dall’altra parte. Nei singoli Stati vi sono legislazioni diverse e in quelli del Nord ad esempio vi è meno sensibilità nei confronti di certe tipologie di frodi. A Capodistria a causa della vicinanza con Trieste e dunque per motivi di concorrenza non sempre viene controllato tutto quello che dovrebbe essere controllato: non è uno scoop ciò che affermo - ha concluso Montemagno - ma un dato di fatto». Trieste dunque rischia di restare indietro per questo motivo, ma non può nemmeno essere competitiva con la Slovenia dal punto di vista dei costi. I Punti franchi dunque di cui ora l’Agenzia delle Dogane e l’Autorità portuale hanno diffuso una nuova versione delle Disposizioni di servizio, con le loro agevolazioni in grado di attrarre investitori e traffici anche in questo “derby”, oltre che per quanto riguarda la concorrenza in generale, potranno essere la carta vincente. Tanto più adesso che l’area franca tolta dal Porto vecchio viene ricollocata in cinque nuovi settori: l’interporto di Fernetti, l’ex stazione di Prosecco, l’ex Aquila dove sorgerà il terminal ro-ro di Teseco, il Canale navigabile di Zaule e le Noghere, e potrà essere sfruttata non solo per scopi strettamente portuali, ma anche logistici e, a certe condizioni, manifatturieri. Le agevolazioni triestine (ad esempio il fatto che la durata di permanenza delle merci in deposito non è soggetta ad alcuna limitazione) saranno recepite anche nel testo della nuova legge sui porti. Lo ha sostenuto il commissario dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino che ha anche annunciato che questo must tutto triestino sarà illustrato ai consulenti legali degli operatori logistici cinesi al Transport logistic di Shanghai, grande fiera mondiale della logistica che si apre martedì prossimo e alla quale Trieste sarà presente. «Queste disposizioni - ha spiegato il commissario dell’Authority - colmano il vulnus prodotto dalla mancata emanazione dei cosiddetti decreti attuativi del regolamento dei Punti franchi e forniscono certezza giuridica agli operatori e agli investitori anche con specifici riferimenti a quell’Allegato ottavo del Trattato di pace che era una continua discussione da osteria che ora finalmente deve essere troncata». In base al Protocollo d’intesa con l’Authority firmato già l’estate scorsa, le Dogane contribuiscono, snellendo le procedure a velocizzare i traffici anche con l’aiuto dell’informatica dal momento che il porto mette a disposizione la propria piattaforma tecnologica. Non svolgono infatti, come sottolineato dallo stesso direttore interregionale, solo l’aspetto repressivo. «Anche le amministrazioni doganali - ha specificato Montemagno - vengono messe in concorrenza perchè possono contribuire a velocizzare o meno i traffici, in primis con i tempi di sdoganamento. Chi punta ad attrarre traffici sarà in grado di farlo anche sulla base dei tempi di sdoganamento e non soltanto grazie al bagaglio infrastrutturale. È anche prevista - ha aggiunto - a favore degli operatori una procedura di accreditamento che va sotto il nome di “Aeo”, acronimo inglese di “Operatore economico autorizzato”: attraverso un’istanza all’Ufficio doganale una società è in grado di farsi dare un certificato che le fornisce una patente dal punto di vista della solvibilità e della sicurezza: in questo modo le viene abbattuta in percentuale notevole la serie di controlli doganali da subire». (Silvio Maranzana)

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