RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

domenica 5 giugno 2016

IL CONTROCANTO - #Elezioni: LA NOSTRA RISPOSTA AL " FONDO" DEL PICCOLO FIRMATO MORELLI - STAVOLTA BISOGNA MANDARE A CASA I "PARTITI DELLA NAZIONE"



Leggiamo sempre con attenzione gli "articoli di fondo" di Roberto Morelli sul Piccolo.
Così veniamo a conoscenza, da questa "trombetta del sistema", sia delle posizioni del Piccolo che di quelle della Confindustria e della sedicente "classe dirigente" locale in genere.

Oggi la ditta ci serve il seguente  piatto forte, che coincide con le speranze dei potentati locali: "il ballottaggio sarà tra Cosolini e Dipiazza. Menis resterà fuori  perchè se ci fosse lui alla fine vincerebbe. E chi lo controlla più ?".

Inoltre prevede, e stimola già col titolo, una fortissima astensione perchè è esattamente quello che vogliono: truppe cammellate dei Partiti della Nazione al voto e cittadini furibondi e sdegnati a casa.


E' la prima volta che si vota un giorno solo e durante un "ponte", con un governo che dice che quello che conta sarà il prossimo referendum, senza quorum, mentre ha appena invitato ad astenersi dal referendum sulle trivelle.


All' astensionismo danno una mano degli irresponsabili che pensano che i "segnali astensionisti" e le ennesime e ripetute "dichiarazioni di non voto" servano a qualcosa di diverso che a riempire i cestini e gli elenchi della DIGOS.

Altri integralisti di liste minori, che non hanno alcuna possibilità di mandare il loro candidato al ballottaggio, danno una mano alla eventuale difficoltà a raggiungerlo da parte dell' unico candidato alternativo che ne ha la possibilità concreta, Paolo Menis del M5S accreditato di un "testa a testa" con Cosolini e Dipiazza, infatti costoro non vogliono dare la ragionevole indicazione di "voto disgiunto": malgrado questo non tolga loro un solo voto e malgrado così rischino di consegnare Trieste ad altri 5 anni di Partito della Nazione.

Sono i seguaci del "tanto peggio, tanto meglio" e cultori dell' egoismo di gruppo o lista alla faccia degli interessi di Trieste e dei Triestini.


Non resta che appellarci al buon senso degli elettori: andate a votare, votate la lista che volete ma date l'indicazione di Paolo Menis come sindaco, segnando il suo nome: il primo in alto a sinistra. 

Ci fa piacere se date sostegno all' area indipendentista, ed in particolare ad UpT che ha fatto proprio testualmente il nostro programma elaborato in due anni su queste pagine, ma l' obiettivo principale di queste elezioni è mandare a casa i Partiti della Nazione, vecchio e nuovo: spianare il terreno e demolire i ruderi del passato per costruire la nuova casa comune.
Vedi  come cliccando QUI.


pd

Il testo del "fondo" COMMENTATO IN ROSSO E BLU (come a scuola !)
Trieste, campagna elettorale spenta Speriamo almeno nel ballottaggio
di ROBERTO MORELLI
Oggi le urne ci restituiranno l’esito della più moscia e scalcagnata campagna elettorale che Trieste ricordi.(RESTATE A CASA! NON VOTATE!) E da stasera comincerà la seconda e più importante partita, quella del ballottaggio. All’incertezza sul risultato contribuisce l’indeterminatezza dei giorni che abbiamo alle spalle, talmente insondabili nella difficoltà dei candidati nel “bucare” l’opinione pubblica da non consentire alcun vero termometro. 

Che voterà poco più di un triestino su due, è scontato.(RESTATE A CASA! per Dio!)Che nessuno conseguirà la maggioranza assoluta né un vantaggio decisivo, altrettanto.
 Il resto è tema di congetture. Il tono dimesso della campagna è un chiaro segno dei tempi. Mai si era speso così poco (e non è certo un male).
 Mai la distanza dell’elettorato dalla politica è stata così evidente. (RESTATE A CASA! Lasciateci in pace !) Mai i veicoli tradizionali del consenso sono stati così sterili. Di comizi neanche a parlarne: roba da venti attivisti portati di peso. Rarefatti gli spot, disadorni persino gli spazi per i manifesti. Gli unici segni visibili sono stati il chiacchiericcio sui social e quegli orridi gazebo in piazza della Borsa, animati solo dall’aperitivo con il prosciutto. È stata la campagna del porta a porta, delle strette di mano e del contatto diretto.
Sarebbe anche una buona cosa, se non denotasse un distacco senza precedenti (RESTATE A CASA! NON VOTATE!) Ma da domani la campagna s’infiammerà, quando due soli attori saranno rimasti sul campo. In concreto se la giocano in tre: l’uscente Cosolini a sinistra, il predecessore Dipiazza a destra,il pentastellato Menis. (E' VERO, piaccia o non piaccia. ndr)
È probabile che saranno i primi due a prevalere (SPERIAMO! dicono Loro ndr).
Logico attendersi un ottimo risultato del movimento di Grillo, ma non abbastanza da scalzare uno degli altri due (GUAI SE VA AL BALLOTTAGGIO MENIS!).
Troppo disincantato è l’elettore triestino e non abbastanza furente (Sei sicuro?) da voler tirare uno sberleffo storico alle forze tradizionali premiando l’outsider, come invece accadrà a Roma, dove Virginia Raggi diventerà sindaco e in qualche modo il nuovo ago della bilancia della politica italiana
.(MEGLIO LA MERDA ATTUALE CHE LA NOVITA') I governi locali degli ultimi 15 anni (ovvero Dipiazza e Cosolini) possono esser piaciuti o meno, ma di certonon hanno precipitato la città nel disastro né dato lavoro a Palazzo di giustizia, ciò che è appunto la storia della Capitale. (MEGLIO LA MERDA ATTUALE CHE LA NOVITA')
Trieste sonnecchiava ieri e sonnecchia oggi (SPERIAMO CONTINUI A DORMIRE); ma è migliore e più vivace di quanto fosse un quarto di secolo fa.
 Sta qui il paradosso della situazione di Menis. Il suo problema è arrivare al ballottaggio: vi arrivasse, diventerebbe automaticamente il favorito, poiché gli elettori della parte sconfitta preferirebbero lui al partito avverso (SPERIAMO NON SUCCEDA) .
Ma è improbabile che accada.
 (AIUTO! SPERIAMO BENE)
La Trieste laboratorio (qui nacquero l’autonomismo prima della Lega, il centrosinistra moderno con Willer Bordon prima dell’Ulivo,lo sdoganamento della destra prima di An) potrebbe essere diventata tardiva, oppure essere già laboratorio di un ritorno a schieramenti tradizionali nel futuro (SPERIAMO NON SUCCEDA NIENTE DI NUOVO! Siamo cagati sotto...).
Il presumibile ballottaggio fra Cosolini e Dipiazza (CHE DIO CE LA MANDI BUONA!) sarebbe un curioso confronto tra due personalità che non potrebbero essere più differenti per carattere, approccio e identità finanche nella fisiognomica. Cosolini dovrà fronteggiare l’esondanza dello sfidante facendo leva sulle realizzazioni di questi 5 anni, che sono più di quelle che siariuscitoa comunicare.Ha dalla sua la stabilità che rappresenta, econtro di sél’ineluttabile impopolaritàdi chiunque abbia governato in tempi di bufera e con tagli finanziari micidiali. Dipiazza trascorrerà due settimane a stringere mani e dispensare buffetti, ciò che gli riesce meglio che a chiunque altro per l’impareggiabile carica di cui è dotato. Ha dalla sua un ottimismo vibrante che può intercettare gli aneliti dell’elettorato moderato, e contro di sé una patina berlusconiana e del “già visto” oggi fuori corso. Se questo confronto sarà, sarà più frizzante di quanto l’ha preceduto (evviva le bollicine col parsuto - qua se magna qua se bevi...!). Ci auguriamo solo, per il bene della città, che sia sui contenuti e non su luoghi comuni ormai stucchevoli: la vittoria di Cosolini non sarebbe quella dei “comunisti” né dei “regali alla Ferriera”, quella di Dipiazza non sarebbe il ritorno “alle forze oscure dell’immobilismo”.
Abbiamo bisogno di altro e di meglio ( APPUNTO: PAOLO MENIS! ndr). 



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