RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 8 luglio 2017

(IN)CIVILTA' GIURIDICA ITALIANA: MORTO IN CARCERE PER SCIOPERO DELLA FAME L' INDIPENDENTISTA SARDO "DODDORE" MELONI, PROCESSO IL 10 LUGLIO CON GRAVI IMPUTAZIONI AGLI INDIPENDENTISTI TRIESTINI CHE HANNO DIFESO I PUNTI FRANCHI PRESIDIANDO LA BRETELLA CHE AVEVA, ED HA, IL DIVIETO DI TRANSITO - MENTRE CHI AVEVA DENIGRATO I PUNTI FRANCHI PER ANNI ORA SALE SUL CARRO DEL "PORTO FRANCO" SENZA ALCUNA AUTOCRITICA - MAGISTRATI E AVVOCATI DEMOCRATICI TACCIONO SU CASI GRAVISSIMI CHE AVREBBERO PROVOCATO UN PANDEMONIO IN PASSATO - DEMOCRATICI "A SENSO UNICO" -


Può sembrare sproporzionato accostare il caso degli indipendentisti triestini sotto processo, e con sentenza prevista il 10 luglio prossimo, alla sconvolgente morte in carcere per sciopero della fame di Doddore Meloni (clicca QUI).

Quest' ultimo barbaro evento che ha visto un anziano indipendentista sardo morire mentre gli erano stati negati i domiciliari provocherà processi in sede internazionale ed interventi della stampa estera al pari dello scandalo internazionale provocato dalla analoga morte dell' indipendentista irlandese Bobby Sands.


 Ma ancora non si sono visti interventi dei magistrati ed avvocati democratici: quando c'è di mezzo l' indipendentismo la coscienza democratica in Italia va a farsi fottere, specie quella dei democratici "a senso unico".

Sul piano giuridico però assistiamo ad altre mostruosità, sottomissione del diritto e compressione della democrazia in ossequio ad una presunta "ragion di stato".


Come noto il 10 febbraio 2014 alcune centinaia di indipendentisti triestini hanno effettuato un presidio dimostrativo, in difesa del regime di Porto Franco, presso la Bretella di Porto Vecchio dove vigeva e vige tuttora il "Divieto di Transito" e quindi non creando nemmeno alcun danno alla circolazione (clicca QUI).

Questo presidio assolutamente pacifico, senza incidenti e ovviamente senza alcun "blocco stradale" perchè in una zona già interdetta al traffico, ha fruttato accuse abnormi tra cui il reato di "radunata sediziosa" con finalità di eversione introdotto dal fascismo e mai applicato prima in epoca repubblicana.
Per non parlare della "
ribellione verso i pubblici poteri" che stavano assassinando il Porto Franco in attesa da oltre un ventennio del decreto attuativo previsto dalla legge 84 del 1994.

All' epoca era presidente dell' Autorità Portuale, e responsabile della "Bretella" presidiata, quella Monassi
 adesso provocatoriamente premiata da Dipiazza col Sigillo Trecentesco per "meriti fantasiosi".
Mentre a breve Dipiazza consegnerà il Sigillo a quel senatore Russo che, con animo forcaiolo e inventandosi storie di armi, invocava l' intervento liberticida del Ministero dell' Interno contro gli indipendentisti anche in relazione al presidio del 10 febbraio (clicca QUI). 


Questi cittadini erano lì per difendere il Porto Franco che era sotto attacco mediatico
da anni, denigrato e sbeffeggiato come inutile orpello del passato.




Adesso però si scopre, tardivamente, che il Porto Franco con l' uso produttivo dei suoi Punti Franchi è il vero motore per la rinascita economica di Trieste e che serve all' Italia per non essere tagliata fuori dalla Nuova Via della Seta... e così tutti i ciarlatani che fino a ieri erano nel coro di quelli che "Il Porto Franco è robaccia per nostalgici" cercano di salire sul carro senza nemmeno accennare ad un' autocritica.
E senza finire in galera come meriterebbero per i danni arrecati per decenni a Trieste.


Però i cittadini che si sono battuti in prima persona per tenere aperta la possibilità del Porto Franco e per l' applicazione dell' Allegato VIII, che i sopracitati cialtroni nemmeno sapevano cos' era, rischiano ancora la galera.

Mentre i tromboni della democrazia, sia tra gli avvocati che tra gli "intellettuali", tacciono.

Questa è una porcheria che finirà sui libri di storia e di diritto insieme ai commenti sulla (in)civiltà giuridica di una Repubblica delle Banane. 



"DODDORE" MELONI






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