RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 4 luglio 2017

PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE: DECRETO ATTUATIVO, ALLEGATO VIII E "NO TAX AREA" - PROSEGUIRE SULLA STRADA GIUSTA: LA NO TAX AREA FISCALE E' NECESSARIA -


Non conosciamo ancora il testo del Decreto Attuativo del Porto Franco Internazionale di Trieste.
Tuttavia ieri abbiamo affrontato, commentando i dubbi posti dal Piccolo, due temi: quello del potenziale conflitto tra Autorità Portuale e Sindaci sulla gestione del territorio e l' allargamento dei Punti Franchi e quello sulla procedura della nomina del Presidente dell' Autorità Portuale che ha le funzioni del Direttore del Porto previste dall' Allegato VIII (clicca QUI).


E' chiaro che il Governo Italiano amministratore riconosce finalmente a tutti gli effetti la vigenza della normativa internazionale riguardante i Punti Franchi del Porto di Trieste e dell' Allegato VIII in particolare.
Il comunicato dell' Autorità Portuale non lascia dubbi in proposito: "il presente decreto ha riconosciuto in modo organico l’attuale vigenza della normativa internazionale che caratterizza i punti franchi triestini, ma soprattutto ha evidenziato come l’Italia sia ancora impegnata nel rispetto della volontà del legislatore internazionale. Non a caso  i richiami espliciti del decreto all’Allegato VIII del Trattato Internazionale di pace del 1947, al memorandum di Londra del 1954, ai decreti del commissario del Governo del 1955  e del 1959,  testimoniano da parte governativa la vocazione internazionale dello scalo giuliano, come unicum nel panorama del nostro paese."(clicca QUI).


Ieri abbiamo citato gli articoli 3 e 18 dell' Allegato VIII (clicca QUI per il testo completo  vedi Note 2 e 3) oggi parleremo dell' articolo 1 che recita "come consuetudine negli altri porti liberi nel mondoriguardo le caratteristiche del Porto Franco Internazionale di Trieste (Nota 1).

Ricordiamo che ormai non c'è dubbio alcuno che il Governo Italiano sia obbligato a rispettare, come da lui stesso riconosciuto col Decreto in oggetto e come da giurisprudenza del TAR, gli articoli dall' 1 al 20 dell' Allegato VIII tuttora vigenti come prescritto dal Memorandum di Londra del 1954.


Ebbene, da un' analisi dei Porti Franchi mondiali effettuata presso la FEMOZA  - Federazione Mondiale della Zone Franche con sede a Ginevra (clicca QUI) - risulta che oltre alle agevolazioni derivanti dalla piena extraterritorialità doganale (esenzione da Dazi, IVA, accise ed altre imposte "indirette" sulle merci) sono quasi ovunque affiancate agevolazioni fiscali riguardanti le imposte "dirette" ovvero imposte sui redditi di persone e società ed agevolazioni o esenzioni totali sui contributi per il lavoro dipendente.

Sono vantaggi fiscali sull' imposizione diretta che sono stati previsti con il decreto governativo del 9 giugno scorso che istituisce le ZES per i soli porti del Sud Italia (clicca QUI), escludendo tra l' altro Trieste che la potrebbe utilizzare vantaggiosamente per diventare terminal marittimo della Nuova Via della Seta cinese e compensare, almeno in parte, la concorrenza fiscale del Porto di Capodistria che si avvantaggia della tassazione  e del costo del lavoro inferiore della Slovenia.

Perfino Gorizia richiede una Zona Franca per compensare il dumping fiscale della Slovenia (clicca QUI) mentre una penosissima "classe politica triestina" composta da ignavi incompetenti impegnati con spiagge di sabbia e mortadelle tace colpevolmente sull' argomento.

Dunque, per rispettare l' Allegato VIII e rendere il Porto Franco Internazionale di Trieste "come gli altri porti liberi del mondo" è indispensabile aggiungere ai Punti Franchi extradoganali anche la "No Tax Area" (o ZES che dir si voglia) con vantaggi sulla fiscalità diretta.

Tanto più se Trieste intende proporsi come terminale marittimo e interfaccia tra nave e ferrovia della Nuova Via della Seta della Cina, un paese che ha fatto delle Zone Franche o ZES il motore principale della sua economia ed è perciò molto sensibile sull' argomento.

La Cina, infatti, pur essendo entrata tardi nel mercato globale, con il boom di Zone Franche negli anni novanta, ha attirato il 70% del capitale estero che ha creato il 60% del PIL cinese.
Le Zone Franche cinesi hanno dimensioni variabili, dalle poche decine di kmq, alle centinaia, sino a raggiungere l’incredibile cifra di 34.000 kmq dell’intera isola di Hainan, grande come la Sardegna e la Corsica messe assieme, e diventata la principale Zona Franca di tutta la Cina.

Per comprenderne la portata si può, ad esempio, considerare l’esperienza della città di Shenzhen, città sub-provinciale di Guangdong in Cina, che grazie all’ introduzione di una delle prime ZES cinesi si è trasformata da un piccolo villaggio di pescatori ad uno dei più importanti motori dell’economia cinese in cui hanno sede molte delle più importanti multinazionali.

Ricordiamo che lo stesso Allegato VIII all' articolo1, comma a, definisce il Porto Franco di Trieste come "extradoganale" cioè con facilitazioni che riguardano le sole merci e la fiscalità indiretta e non lo definisce "extrafiscale" con vantaggi per persone e società sulla fiscalità diretta (Nota 1): su questo si sono coltivati troppi equivoci ed aspettative infondate perchè le tasse sui redditi e i contributi sul lavoro si sono sempre pagati anche durante il TLT.

Nel luglio scorso il Presidente dell' Autorità Portuale Zeno D'Agostino si è dichiarato favorevole all' istituzione di una No Tax Area nei Punti Franchi del Porto e l' ha pubblicamente definita sul Piccolo "una soluzione strategica". 

Siamo d' accordo.

NOTE - Dall' Allegato VIII

1) Article 1:.... in such manner as is customary in other free ports of the world (... come consuetudine negli altri porti liberi nel mondo ).
(a) Ci sarà un porto extra doganale nel Territorio Libero Di Trieste TLT entro i limiti previsti o stabiliti in accordo con l’articolo 3 del presente Strumento.
(b) Le merci che passeranno nel Porto Libero Di Trieste godranno della libertà di transito come stipulato dall’ articolo 16 del presente Strumento).
2. The international regime of the Free Port shall be governed by the provisions of the present Instrument (Il regime internazionale del Porto Libero sarà governato con le condizioni del presente Strumento).

2) art.3 comma 4 :  In caso di necessità di dover incrementare l’area del Porto Libero tale allargamento può essere fatto su proposta del Direttore del Porto Libero con la decisione del Consiglio di Governo e con l’approvazione dell’Assemblea Popolare.

3) art. 18 - 1. L’amministrazione del Porto Libero sarà guidata dal Direttore del Porto Libero che lo rappresenta in qualità di personalità giuridica. Il Consiglio del Governo dovrà sottoporre al Governatore una lista di candidati qualificati per il posto di Direttore del Porto Libero. Il Governatore incaricherà il Direttore scelto tra i candidati a lui presentati dopo essersi consultato con il Consiglio del Governo. In caso di disaccordo la questione sarà sottoposta al Consiglio di Sicurezza. Il Governatore ha la facoltà di dimettere il Direttore su richiesta della Commissione Internazionale o del Consiglio di Governo.
2. Il Direttore non deve essere cittadino Yugoslavo o Italiano.
3. Tutti gli altri impiegati del Porto Libero saranno assunti dal Direttore. In tutte le assunzioni di personale la preferenza deve essere data a cittadini del TLT.


Nessun commento:

Posta un commento