RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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giovedì 6 luglio 2017

E' MORTO UN UOMO VERO - "DODDORE" MELONI, INDIPENDENTISTA SARDO, MUORE IN CELLA DOPO 66 GIORNI DI SCIOPERO DELLA FAME E 30 DELLA SETE, CON LA BANDIERA SARDA E IL LIBRO DI "BOBBY SANDS" - "Per uno stato civile la sua fine è indecente" commenta lo scrittore sardo Marcello Fois - UNA VERGOGNA UNIVERSALE PER LO STATO ITALIANO -


E' sconvolgente la morte per sciopero della fame IN CELLA di "Doddore" Meloni, noto indipendentista sardo, tanto più se raffrontata all' assenza di spina dorsale che caratterizza lo Stato Italiano, vile e incivile.
Una macchia incancellabile sull' Italia.


Ci inchiniamo alla sua memoria con sincero dolore e commozione e per far conoscere la vicenda lasciamo la parola al famoso scrittore Marcello Fois sul Corriere della Sera di oggi e all' articolo di Alberto Pinna sullo stesso giornale.


«Per lo Stato la sua fine è indecente» 
Intervista a Marcello FOIS


Scrittore Marcello Fois è nato a Nuoro nel ‘60. L’ultimo romanzo è «Del Dirsi Addio», Einaudi

Marcello Fois, scrittore: da barbaricino, come vedeva Doddore Meloni?
«Non mi sembrava illuso, era estremamente convinto del suo progetto indipendentista. Era una persona rispettabile e leale sotto tutti i punti di vista».
L’ha sorpresa sapere come è morto?
«Mi sembra coerente con il tipo di personaggio che è stato, e mi sembra indecente per uno Stato civile».
Pensa che avrebbero dovuto concedergli i domiciliari?
«A lui non stava simpatica l’Italia e all’Italia non stava simpatico lui, era un fastidio reciproco e credo che questo abbia prodotto una certa pedanteria nel modo di applicare le leggi. Viviamo in uno Stato dove per evasione fiscale si fanno accordi milionari con supervip che non fanno un giorno di galera. Presumo che Meloni avesse una pendenza inferiore a quella di Valentino Rossi...».
Se fosse un personaggio dei suoi romanzi?
«Gli darei il ruolo di quelle persone che anche per opposizione nella società servono: si può dire tutto, ma non che non abbia concepito questa missione come una cosa da vivere in prima persona totalmente. La sua morte lo ha dimostrato, ci vuole rispetto. È meglio di un personaggio finto».
Condivide il suo progetto indipendentista?
«Se noi sardi davvero vogliamo l’indipendenza, dobbiamo metterci nella condizione politica, etica, culturale, intellettuale di potercelo permettere. Al momento non mi pare che sia così».
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Sardegna, morto dopo sciopero della fame l’indipendentista «Doddore»

Arrestato il 28 aprile scorso, Salvatore «Doddore» Meloni aveva annunciato il gesto entrando in carcere e sventolando un libro dell’indipendentista irlandese Bobby Sands

di Alberto PINNA

È entrato in carcere sventolando un libro di Bobby Sands, l’indipendentista irlandese lasciatosi morire nel 1981 in carcere dopo un lungo sciopero della fame. «Farò come lui» aveva annunciato a denti stretti. È stato di parola, Salvatore «Doddore» Meloni, una vita di «lotta - diceva lui - per la liberazione della Sardegna dalla tirannia dello Stato italiano»: ha rifiutato cibo per 66 giorni ed è morto in ospedale, piantonato nel suo letto, da detenuto. «Tutti sapevano, era gravissimo» ha denunciato il suo difensore, Cristina Puddu, che ha presentato due richieste di concessione della detenzione domiciliari. Respinta la prima perché le sue condizioni di salute sono state ritenute «compatibili con la detenzione in carcere». Senza risposta la seconda, quando Meloni era stato già trasportato all’ospedale «in condizioni disperate», dice ancora l’avvocato. È morto dopo due giorni di coma: arresto cardiaco.
La militanza per l’indipendenza
Clamori e polemiche, fino all’ultimo atto; pochi giorni fa il consiglio regionale aveva chiesto quasi unanime che fosse liberato: poteva essere salvato? Sulla scena politica sarda da più di 50 anni, Doddore Meloni era all’inizio militante e dirigente del Partito Sardo d’Azione. Ma era uscito sbattendo la porta:«Sono come gli altri partiti: non mai vogliono separare dall’Italia». Alla fine degli anni ’70 l’arresto e l’accusa: cospirazione, per aver organizzato insieme ad altri 13 (fra i quali un cittadino libico) un «complotto» con l’obiettivo di fare della Sardegna una repubblica indipendente sotto la protezione della Libia di Gheddafi. Condanna a 9 anni di carcere, scontati. E anche allora sciopero della fame e morte sfiorata. Riuscirono a salvarlo con l’alimentazione forzata.
La Repubblica di Malu Entu
Qualche tempo di silenzio:«Ho promesso alla mia famiglia di starmene tranquillo fino ai 65 anni». Ritornò con un’iniziativa clamorosa, l’occupazione dell’isola di Mal di Ventre, disabitata e di proprietà di un nobile eccentrico inglese, al largo della coste di Oristano. Con un manipolo di indipendentisti fondò la Repubblica di Malu Entu (nome dell’isola in sardo). Una tenda sulla spiaggia, una bandiera. Si proclamò presidente e nominò sei ministri. «Chiederemo il riconoscimento dell’Onu». Mostrò il vessillo, rossoblù con un cerchio al centro costellato di bronzetti nuragici, annunciò che avrebbe battuto moneta: «Si chiamerà Shardana».
L’indagine per evasione
Indipendentista vero (e pericoloso) o personaggio folkloristico, abile press agent di se stesso? Polizia, carabinieri e magistrati hanno a lungo coltivato questo dubbio. Così fra comparse nelle aule di giustizia, dove pretendeva di essere interrogato in lingua sarda, cortei in verità non molto numerosi («Ma un giorno la Sardegna intera si ribellerà») e sit in di protesta, Doddore Meloni è incespicato su un’indagine per frode fiscale e falso. La sua azienda di autotrasporti non pagava le tasse: evasione per circa 7 milioni. «Non pago - sosteneva - perché non riconosco lo Stato italiano». Processi e condanne a raffica, pene cumulate per poco meno di 9 anni, quasi quanto ne aveva avuto per il «complotto» all’ombra di Gheddafi.
L’arresto
Meloni è stato arrestato il 28 aprile scorso. «Non avevo intenzione di fuggire, andavo a costituirmi in carcere. Hanno inscenato un inseguimento e mi hanno bloccato». Si dichiarò «prigioniero politico» e annunciò sciopero della fame e della sete ad oltranza: «Come Bobby Sands» disse mentre veniva caricato su un’auto dei carabinieri, mostrando il libro dell’indipendentista irlandese.
Lo sciopero della fame
Non era folklore. «La sua volontà è ferma, assoluta, irremovibile», aveva segnalato da subito l’avvocato Puddu. L’aver ripreso a bere, ma soltanto pochi sorsi d’acqua al giorno, ha forse fatto credere che non facesse sul serio. Anche la moglie aveva capito che nulla avrebbe potuto fare per fermarlo.«E’ più forte di lui. Le sue idee sono quelle e io le rispetto».
La morte
Era già debolissimo e a stento parlava, Meloni, quando un mese gli fu riferito che la Cassazione aveva cancellato le condanne di primo e secondo grado (poco più di un anno di reclusione) per aver causato danni ambientali durante l’occupazione dell’isola di Mal di Ventre. A giugno il crollo fisico:«Il perdurare del digiuno, l’età del paziente e il clima caldo umido di questi giorni potrebbero fare precipitare in modo repentino le condizioni di salute», l’allarme dato dal medico che lo aveva visitato in carcere, non sufficiente per il via libera alla detenzione domiciliare. Quando l’ambulanza è uscita dal carcere di Uta con Doddore steso in barella e semincosciente, era ormai troppo tardi e il suo avvocato già notificava «tutte le azioni necessarie per accertare eventuali responsabilità penali da parte dell’amministrazione sanitaria e carceraria».

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