RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 3 luglio 2017

TRIESTE CITTA'- STATO COME BREMA E AMBURGO - SERVE UN BORGOMASTRO CHE GOVERNI PORTO FRANCO INTERNAZIONALE E TERRITORIO - RESTITUIAMO TRIESTE ALLA MITTELEUROPA -


Non si conosce ancora il testo dei Decreti Attuativi dei Punti Franchi del Porto Franco Internazionale di Trieste che già fioccano interpretazioni e dubbi.

Scrive oggi Morelli sul Piccolo: " è come se avessimo due sindaci, l’uno in piazza Unità e l’altro in via Von Brück. Il che suggerisce anche un doppio monito: a che tra i due vi sia sempre una costante collaborazione, come sta avvenendo tra Dipiazza e D’Agostino, a pena di paralisi della città (si pensi solo al conflitto che può sorgere su un piano regolatore);"

A quanto oggi è dato di sapere effettivamente il potere che i "Decreti" danno all' Autorità Portuale di allargare e gestire i Punti Franchi può confliggere con quelli dei sindaci dei comuni limitrofi generando la solita paralisi amministrativa.

Ma ancor di più scontrarsi con la soffocante burocrazia italiana, nota per essere tra le più inefficienti, contorte e corrotte al mondo, che paralizza ogni scelta.
Gli esempi non mancano:

Dal 2000 quando è stato istituito il SIN Sito Inquinato Nazionale nella Zona Industriale e stanziati 10 miliardi di Lire, non è stato fatto assolutamente nulla...

Ci sono voluti più di 23 anni per avere i Decreti Attuativi sui Punti Franchi previsti dalla legge 84 del 1994.

Si pensi che il Comune di Trieste dovendo assumere circa 130 impiegati ha appena dichiarato che ci vogliono sei mesi (6 mesi !) solo per individuare le procedure da avviare per selezionare le persone...: in 6 mesi i cinesi costruiscono una ferrovia con stazione ferroviaria compresa !!!

Un Porto Franco Internazionale che deve confrontarsi col mondo e vuole creare sviluppo sul territorio non può convivere con queste procedure defatiganti e questi tempi eterni.

Morelli dice anche: "che la procedura per la nomina di un non elettivo “Sindaco 2” sia a prova di bomba. Oggi abbiamo un manager coi fiocchi che ha impresso al porto una svolta decisiva. Domani, per opera di qualsiasi governo (Italiano ndr) che ha qualcuno da sistemare (e tutti hanno qualcuno da sistemare), potrebbe arrivare chiunque. Ricordiamocene e non sottovalutiamo il rischio",
Con la recente riforma delle Autorità Portuali la procedura di nomina è centralizzata a Roma e noi non sottovalutiamo assolutamente il rischio di trovarci 
alla guida del porto nuovamente un anatomopatologo, una biologa o qualche incapace protetto politico.

A questi interrogativi del Morelli, che in genere riporta il "sentiment" di Confindustria, si può rispondere che lo stesso Allegato VIII (i cui articoli dall' 1 al 20 sono pacificamente in vigore): all' art 3 indica delle procedure di buon senso che prevedono però l' esistenza di istituzioni quali l' Assemblea Popolare e il Consiglio di Governo del TLT
(nota 1) e all' art.18 indica una procedura di garanzia ("a prova di bomba" come richiesto) per la nomina del Direttore del Porto (nota 2).

E' evidente che l' assetto istituzionale, burocratico e amministrativo attuali sono inadeguati all' esistenza e allo sviluppo di un Porto Franco Internazionale.
E prima o poi sarà palese a tutti, soprattutto agli operatori stranieri abituati a burocrazie ben più rapide ed efficienti.


Non resta che analizzare le esperienze di successo a livello mitteleuropeo, area di cui Trieste fa parte, tra cui spiccano le Città Stato Portuali di Brema e Amburgo, autentici stati con parlamento e poteri fiscali e amministrativi indipendenti federati alla Repubblica di Germania.

La Provincia Autonoma di Bolzano pur godendo di importanti autonomie ed essendo in una situazione di gran lunga migliore di quella attuale di Trieste, non ha tuttavia i livelli di indipendenza di governance del territorio che sono indispensabili ad un Porto Internazionale che si confronta con un mondo globalizzato.

Ormai molti parlano di restituire Trieste alla sua funzione storica e naturale di Porto della Mitteleuropa: per farlo veramente è necessario operare con pragmatismo imparando dalle esperienze di successo.


Probabilmente Trieste, restituita alla mitteleuropa di cui ha sempre fatto parte, non ha bisogno di "due sindaci" come ipotizza Morelli, ma ha bisogno di un BORGOMASTRO che governi Porto e Città, e questo si scontra con la tendenza dei triestini a votare con le emozioni, le appartenenze e le simpatie invece che con la testa, tuttavia pensiamo che se in questo momento un bravo manager come Zeno D' Agostino fosse candidato a furor di popolo, sarebbe facilmente eletto Borgomastro di Trieste, libera città-stato portuale... (
Adulatio perpetuum malum regum  😉).


NOTE - Dall' Allegato VIII
1) art.3 comma 4 :  In caso di necessità di dover incrementare l’area del Porto Libero tale allargamento può essere fatto su proposta del Direttore del Porto Libero con la decisione del Consiglio di Governo e con l’approvazione dell’Assemblea Popolare.

2) art. 18 - 1. L’amministrazione del Porto Libero sarà guidata dal Direttore del Porto Libero che lo rappresenta in qualità di personalità giuridica. Il Consiglio del Governo dovrà sottoporre al Governatore una lista di candidati qualificati per il posto di Direttore del Porto Libero. Il Governatore incaricherà il Direttore scelto tra i candidati a lui presentati dopo essersi consultato con il Consiglio del Governo. In caso di disaccordo la questione sarà sottoposta al Consiglio di Sicurezza. Il Governatore ha la facoltà di dimettere il Direttore su richiesta della Commissione Internazionale o del Consiglio di Governo.
2. Il Direttore non deve essere cittadino Yugoslavo o Italiano.
3. Tutti gli altri impiegati del Porto Libero saranno assunti dal Direttore. In tutte le assunzioni di personale la preferenza deve essere data a cittadini del TLT.




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