RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 30 maggio 2017

IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE E' LA GALLINA DALLE UOVA D' ORO: L' ITALIA LO CAPISCE DOPO DECENNI - VISITA RICHIESTA DAI CINESI - TRIESTE NON E' ASSISTITITA MA DA MUNGERE - PORTO VECCHIO: VINCE UN PROGETTO PRODUTTIVO E NON UN MUSEO -


Il primo articolo sulla Nuova Via della Seta e Trieste è stato pubblicato da Rinascita Triestina, allora solo con una pagina facebook, nel gennaio 2014, tre mesi dopo l' annuncio da parte del Presidente Xi Jinping.

Parlavamo anche di un nuovo grande terminal portuale sotto la Ferriera di Servola come alternativa occupazionale pulita e di collegamenti ferroviari con Vienna fino alla Russia.

Eravamo gli unici e da destra a sinistra (abbiamo conservato i nomi) ci sono stati commenti sprezzanti che parlavano di "utopia" o peggio, mentre la realtà ed il futuro sarebbe stato il meraviglioso sviluppo economico grazie all' urbanizzazione in chiave turistica di Porto Vecchio.

Secondo costoro Trieste era ed è una città assistita dalla benevolenza di Roma e vocata a diventare una meta turistica come Pompei  ed altre città morte o moribonde.
Sicuramente non ad avere un futuro di sviluppo economico reale con lavoro vero nei settori portuali, industriali, finanziari.


Sono passati tre anni e mezzo ed il tempo è galantuomo: Portovecchio turistico e sdemanializzato è solo una ridicola "bretella" monca dipinta a terra in viale Miramare che porta a ruderi vuoti, mentre la Nuova Via della Seta avanza.

La stessa Italia che per 23 anni si è "dimenticata" dei decreti attuativi dei Punti Franchi previsti dalla legge 84/94 si è resa conto di amministrare una gallina dalle uova d' oro, l' unica in grado di collegare un paese ormai alla canna del gas a un flusso imponente di traffici e innovazione.

Una mucca da mungere come vuole fare Lubiana col Porto di Capodistria che si trova in una condizione simile ma privo dei Punti Franchi: una specialità triestina molto apprezzata dai Cinesi che hanno costruito il loro sviluppo con il sistema delle Zone Franche Speciali.

I Punti Franchi fino a poco fa considerati inutili e obsoleti se non dannosi e da abolire e che adesso invece si rivelano una carta fondamentale.


Il vento gira grazie alle condizioni geopolitiche globali. non certo grazie al branco di somari nazionali e locali che adesso si affolleranno intorno al nuovo business da loro, finora, attivamente boicottato insieme al Porto Franco.

Trieste riscoprirà e sarà consapevole della propria autonomia economica, base per l' autonomia politica e amministrativa; quotidianamente si scontrerà con l' inefficenza amministrativa italiana e con il rapace bisogno di rinpinguare, a spese delle attività economiche sane, le casse statali in deficit irrecuperabile.
Sentirà l' attrazione della Mitteleuropa e dei mercati internazionali.
Capirà che se vuole svilupparsi ed assicurare un avvenire ai figli deve rivolgersi all' Europa mollando gli ormeggi dalla fatiscente piattaforma italiana.

Anche su Porto Vecchio stiamo assistendo ad un cambiamento di vento: il più votato dal pubblico è stato  un progetto produttivo nel settore agroalimentare  (vedi sotto) e non certo un Museo, una passeggiata o una spiaggia di sabbia o qualche altra fantasia paraturistica.
Si pensi ai vantaggi doganali e fiscali  che avrebbe la produzione agricola idroponica in regime di Punto Franco, mercato di vendita al dettaglio compreso.
Mentre in due anni e mezzo dalla "sdemanializzazione" l' unica cosa concreta che si è vista in Porto Vecchio non c'entra nulla con la medesima: è il polo mondiale per la robotica subacquea della Saipem nella parte di Punto Franco rimasta (QUI).


Sotto riportiamo gli articoli del Piccolo.

Lasciamo i politicanti locali ai loro musei, alle loro bancherelle e bretelle e pensiamo alle cose serie.

Grande è la confusione sotto il cielo e nelle menti dei politicanti: la situazione è eccellente.



La Via della Seta porta i cinesi a Trieste Dopo il vertice di Pechino una delegazione dell’ambasciata ha voluto visitare il porto: «Collaborazione a 360 gradi»
 di Giovanni Tomasin

Il Drago poggia il suo sguardo sul golfo di Trieste. Una delegazione dell'ambasciata cinese ha visitato ieri il porto e incontrato il vicepresidente della Regione Fvg Sergio Bolzonello. Un primo contatto, dopo che a Pechino il presidente Xi Jinping ha definito Trieste un potenziale snodo della Nuova Via della Seta. Esito soddisfacente per ambo le parti. Il ministro consigliere dell'Ufficio economico commerciale dell'Ambasciata di Cina in Italia Xu Xiaofeng, capo della delegazione, ha commentato a fine giornata che si aprono possibilità per «una collaborazione a 360 gradi». La visita è stata organizzata «a tempo di record», fa sapere la Regione, dopo la richiesta formulata dall' ambasciata cinese. La giornata triestina della delegazione si è aperta con un colloquio con il segretario generale dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale Mario Sommariva nella sede dello scalo. Il segretario ha illustrato le caratteristiche del porto, dalla connessione al network intermodale europeo ai piani di sviluppo futuri. Un tema che ha interessato molto la delegazione, che ha rivolto numerose domande in materia. La visita è proseguita con una visita al molo Settimo e al cantiere della costruenda piattaforma logistica, per concludersi nel Palazzo della Regione in un faccia a faccia con Bolzonello. «Visita e incontro - ha dichiarato il consigliere Xu al termine dell'incontro - ci hanno lasciato un'impressione bellissima. Il vicepresidente Bolzonello ci ha presentato i vantaggi settoriali della Regione e credo che integrandoli con la politica del riaggiustamento economico cinese e con il nostro upgrading strutturale avremo una collaborazione a 360 gradi». Per Bolzonello la visita «ha permesso di cogliere appieno il valore del Friuli Venezia Giulia come regione tra le più innovative d'Italia e d'Europa sotto il profilo della produzione e il ruolo della nostra logistica come vero terminale della Via della Seta». Il vicepresidente ha fatto riferimento alla recente visita del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio a Pechino: proprio in quell'occasione Trieste è entrata ufficialmente tra i potenziali snodi della nuova grande strategia della Repubblica popolare. «Il Fvg è una regione molto sviluppata nel manifatturiero, nei trasporti e nell'innovazione - ha evidenziato Xu nel confronto con Bolzonello - e questi tre settori sono un grande potenziale di collaborazione con la Cina». Durante l’incontro, la delegazione ha salutato con favore il fatto che il porto di Trieste già oggi dedichi all'Estremo Oriente una parte importante della sua movimentazione di container, cosicché, come ha rilevato Xu Xiaofeng, «già abbiamo una buona base». Sono stati ricordati i «buoni esempi di collaborazione» che esistono nel settore produttivo sul territorio regionale. Il ministro consigliere Xu ha parlato di «un'impressione profonda sul ruolo del porto di Trieste in Europa e con l'Estremo Oriente, in particolare - ha osservato il rappresentante diplomatico - per la situazione dell' intermodalità ferroviaria con varie città europee, di cui - ha aggiunto - non avevamo un'impressione sufficiente, mentre ora tutto è chiaro». E se Xu ha insistito sull'opportunità di uno sviluppo bilaterale delle relazioni settoriali, Bolzonello ha risposto assicurando l'invio di materiali informativi dettagliati all'ambasciata del Regno di Mezzo a Roma

il sondaggio
 La serra-mercato è l’idea più votata per Porto vecchio
E se Porto vecchio ospitasse una serra-mercato sul mare, totalmente autosufficiente, in cui produrre prodotti bio a chilometro zero e degustare i prodotti enogastronomici locali? Un sondaggio online condotto dal Piccolo sulle idee di sviluppo per Porto vecchio, a partire da quelle presentate dal Rotary Club due settimane fa, ha visto prevalere proprio questo progetto di recupero tra i 12 proposti. L’ipotesi di fattoria urbana (spazio di produzione) unita a quella di un mercato (spazio commerciale), da collocare nel Magazzino 1A, è stata presentata da “ProgettiAmoTrieste”, associazione di attivisti civici che intende promuovere percorsi di progettualità partecipata dal basso. La serra-mercato si è aggiudicata il 41% degli oltre 4mila voti, seguita dall’idea di collocare uno Science Center al Magazzino 26 (28% delle preferenze) e dalla visione “Il Faro della Scienza” (27%) dell’ing. Pierpaolo Ferrante, coordinatore della commissione tecnica del Rotary. Il sondaggio, dal valore puramente indicativo, si inserisce nella scia indicata da Ferrante, ovvero «cercare di portare alle autorità nuova linfa, idee e proposte con la logica bottom-up, ovvero della popolazione che parla alle autorità. Perché queto è il momento che abbiamo aspettato per decenni». Esprime soddisfazione Alessandro Tronchin, presidente di “ProgettiAmo Trieste”: «Siamo rimasti piacevolmente sorpresi. Vuol dire che la popolazione triestina ci dà un po’ di credito». Trevigiano d’origine ma ormai triestino d’adozione, «da 12 anni, ovvero da quando sono qui, ho visto piani di riqualificazione da sogno ma irrealizzabili». Tronchin si occupa di progettazione e gestione di fondi comunitari. Assieme ai membri dell’associazione, ha individuato nelle risorse regionali per lo sviluppo rurale «quei due o tre milioni di euro necessari» ai lavori di restauro e implementazione dell’idea. «Non parliamo di cifre astronomiche. Le risorse ci sono, bisogna iniziare a fare. Il Magazzino individuato è prossimale alla città e tornerebbe subito utile, anche alla luce della spinta turistica che sta avendo Trieste in questo periodo. Sarebbe un ottimo segnale». L’idea fonde due modelli: Farm 360 a Indianapolis, esempio virtuoso di recupero di spazi industriali che consente produzione agricola durante tutto l’anno grazie alla tecnica della coltura idroponica, e quello delle botteghe tradizionali per gli artigiani del gusto (utilizzando il piano terra) del Mercato Coperto di Firenze. «Zeno D’Agostino è rimasto colpito dalla proposta: dobbiamo incontrarci per approfondire il discorso», conclude Tronchin. Oggi alle ore 18, intanto, alla Centrale Idrodinamica, verrà presentato lo studio di Ernst&Young per il recupero dell’antico scalo. Tra le ipotesi al vaglio dell’advisor milanese ci sarebbe anche quella di un mercato (di pesce) in Porto vecchio. 

Nessun commento:

Posta un commento