RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 29 luglio 2016

PORTO UNICO TRIESTE-MONFALCONE GIA' BOCCIATO DAI TECNICI NEL 2011 (vedi relazioni allegate) - PERICOLO DI ANNACQUAMENTO DEL "PORTO FRANCO INTERNAZIONALE" DI TRIESTE TRASFORMATO IN "PORTO REGIONE" -

Noi, e pensiamo anche i nostri lettori, siamo stufi del "marketing" politico e della "politica degli annunci" che usa giochi di parole per far sembrare positive ed esistenti quelle che in realtà sono fregature, potenziali o reali, e illusioni ottiche come il "trenino di Porto Vecchio" inaugurato in campagna elettorale da un ministro (Franceschini), costato € 270.000 più personale e manutenzione, e con 70 PASSEGGERI ALLA SETTIMANA in un periodo turistico.
In questa  tecnica da venditori di pignatte applicata all' aria fritta politica ormai il PD di Renzi, in tutte le sue componenti, ha superato il Maestro Berlusconi.

"SUPERPORTO TRIESTE-MONFALCONE" e "TRIESTE CITTA' METROPOLITANA" sono parole che suonano bene ma se andiamo ad esaminare cosa significano concretamente scopriamo che le "Città Metropolitane" che grazie alla legge, guarda caso, Delrio sono già operative in Italia, ad esempio a Milano, sono un colossale bidone come ha denunciato la trasmissione Report della Gabanelli (clicca QUI): si tratta solo della vecchia Provincia ma con meno poteri, fondi e non elettiva ed è stata pensata per risparmiare. E riceve dalla UE gli stessi fondi di un normale Comune e SOLO a fronte di progetti seri e praticabili.

Ne parliamo perchè sempre il ministro Delrio ha varato ieri un' altra riforma, quella delle Autorità Portuali, che unifica Trieste con Monfalcone e Porto Nogaro nell' ottica del famoso "Porto Regione", caldeggiato dalla Serracchiani e da Maresca, e perchè straparlano di fare la Città Metropolitana Trieste-Monfalcone in funzione di questa ipotesi portuale.


Abbiamo sempre avversato l' ipotesi di fondere il Porto Franco Internazionale di Trieste con porti italiani per i seguenti motivi:


1) Rischio di perdita o di annacquamento delle prerogative uniche di PORTO FRANCO INTERNAZIONALE  che derivano dal Trattato di Pace del 1947 e dall' Allegato VIII e che riguardano ESCLUSIVAMENTE il Porto di Trieste e i suoi Punti Franchi come precisamente definiti geograficamente.


Creare un' unica nuova entità con porti (insabbiati) regionali ne stravolge la natura giuridica unica nel panorama europeo ed apre la strada alla contestazione delle sue prerogative uniche, compresa l' extradoganalità rispetto alla UE.

2) Per motivazioni squisitamente tecniche e di portualità e a tale scopo rimandiamo alla relazione del 2011 di Claudio Boniciolli, ex presidente dell' APT, che è pur sempre un tecnico e già presidente della AP di Venezia, con cui cassava in modo definitivo l' ipotesi di Superporto Trieste- Monfalcone progettato da Unicredit su ispirazione di Maresca che è ora ritornato alla carica con il "Porto Regione". 

Clicca qui per la registrazione VIDEO completa, in più blocchi, dell' audizione in Consiglio Comunale.

Non ci sembra che ci sia molto da aggiungere.

Dal momento che Boniciolli è stato anche candidato alle primarie del PD come sindaco, che il PD cerchi di mettersi d' accordo con se stesso e risolva i suoi problemi interni che vedono nuovamente il sen.Russo scatenato con la vendita del bluff della Città Metropolitana (che si aggiunge al bluff di Porto Vecchio  privatizzato e urbanizzato senza Punto Franco mentre adesso farebbe comodo per una No Tax Area finanziaria) e la ripresa della bufala del Porto Regione con l' unificazione di Trieste con le paludi di Monfalcone e Nogaro.


Sul Porto sia dato spazio ai tecnici, come D' Agostino, e messa la mordacchia ai politici, specie se governativi.


"REPORT" DELLA GABANELLI: DOMENICA 19 MARZO 2015:
"
Province: tutti volevano la loro chiusura, e adesso cosa succede? In realtà esistono ancora e sono state riordinate dalla legge Delrio ( che istituisce le Città Metropolitane), che prevedeva che restassero loro poche funzioni fondamentali, strade e scuole, e trasferiva a comuni e regioni le altre. Succede che alcune province (ora Città Metropolitane ndr) non hanno più fondi per fare la manutenzione alle strade provinciali, che diventano pericolose, e ne chiudono alcune  isolando paesi. E poi sono saltati fuori 20.000 esuberi." SEGUE ACCURATO SERVIZIO SULLE CITTA METROPOLITANE GIA' ISTITUITE - clicca QUI.


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