RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 30 luglio 2016

E' BENE TUTTO QUELLO CHE RICOLLEGA TRIESTE ED IL PORTO AL SUO ENTROTERRA MITTELEUROPEO - E' MALE CIO' CHE LA ISOLA E LA RIDUCE A UNA DEPRESSA PROVINCIA ITALIANA - 6.000 NUOVI POSTI DI LAVORO IN 5 ANNI SE SI SVILUPPA UN NUOVO TERMINAL PORTUALE DICE TMT (Terminalista Molo VII) : E' L' ALTERNATIVA OCCUPAZIONALE ALLA FERRIERA !


Proponiamo un semplice criterio per valutare gli avvenimenti:

E' BENE TUTTO QUELLO CHE RICOLLEGA TRIESTE ED IL SUO PORTO AL SUO ENTROTERRA MITTELEUROPEO E AI TRAFFICI MONDIALI, INVECE E' MALE QUELLO CHE LA ISOLA E LA RIDUCE A UNA DEPRESSA PROVINCIA ITALIANA (come invece avviene da circa 100 anni).


Le notizie che ci arrivano sul ripristino di efficienti collegamenti ferroviari del Porto con l' Europa centrale e dell' est, in particolare con Budapest e Praga, sono buone.
E diciamo bravo al Commissario D'Agostino che ci ha lavorato sopra e lavora efficientemente sul potenziamento dei collegamenti ferroviari del nostro Porto. Ci voleva!

A noi interessa il bene del porto e di Trieste e ogni passo in questo senso è benvenuto, chiunque lo faccia.

Così come è benvenuta la nuova consapevolezza sul ruolo internazionale del Porto Franco Internazionale di Trieste che è il vero cuore e intima sostanza del movimento indipendentista triestino, senza il quale staremmo ancora a cincischiarci su cose di poco conto.

Siamo però dubbiosi che lo stato italiano, che ha interessi nazionali e geopolitici opposti, consenta uno sviluppo di lungo periodo in questo senso ma prendiamo atto del passo nella direzione giusta.

Anzi, lo difenderemo da ogni tentativo di mettere i bastoni tra le ruote: tipo "Porto Regione".

E' da notare anche la presa di posizione del terminalista del Molo VII Maneschi che dice:

1) Il Porto Off-Shore di Venezia non si può fare e il terminal merci dell' Alto Adriatico è Trieste.
A Venezia vadano i passeggeri.


2) «In cinque anni il porto può creare 6mila posti di lavoro tra diretti e indiretti. Non solo per i container, ma per tutte le voci merceologiche possibili». Per crescere, avverte però l'imprenditore, «bisogna ridisegnare il porto per i prossimi 50 anni, utilizzando al massimo quanto lasciato dall' Austria: il migliore sistema ferroviario italiano».


3) Porto Vecchio così com' è non è appetibile e non si può farne un enorme museo.

Riguardo l' alternativa occupazionale all' "area a caldo" della Ferriera abbiamo sempre detto che un nuovo terminal portuale che coinvolga le banchine di Servola creerebbe 1.647 nuovi posti di lavoro secondo lo studio Alpe Adria: adesso il Terminalista di Molo VII valuta ancor più ottimisticamente che lo sviluppo portuale in 5 anni porterebbe ben 6.000 nuovi posti di lavoro.


C'è ancora qualche dubbio sul fatto che la strada dello sviluppo della portualità che stiamo indicando da tre anni sia quella giusta per risolvere i problemi 
del lavoro  e contemporaneamente quelli dell' inquinamento ?

Il merito storico del movimento indipendentista triestino è quello di aver portato alla luce e focalizzato l' attenzione su queste tematiche indicando un progetto per Trieste ben più consistente delle fantasie su un impossibile turismo di massa che ha portato a voli pindarici, "color run" e trenini in Porto Vecchio: un' area che potrà diventare la nostra City e la nostra Silicon Valley con un utilizzo produttivo del particolare regime di Punto Franco che va ripristinato anche per costituirvi una No Tax Area.


Lo stesso D' Agostino ha indicato ieri in una trasmissione televisiva alcuni degli utilizzi possibili per l' area su cui ha saggiamente mantenuto il Punto Franco, allargabile, sulla fascia costiera: tra cui anche il Mercato dell' Arte come nel Porto Franco di Zurigo di cui spesso abbiamo parlato.

E non si può certo ipotizzare che un' area strategica del genere sia ridotta a un rione o a un mercato del pesce all' ingrosso o a un terminal passeggeri deserto come vorrebbe Dipiazza  in sintonia con Brugnaro (sindaco di Venezia).


Basta "Fantaturismo", "città metropolitane", chiacchiere e fantasie: finalmente i piedi per terra puntando a un solido sviluppo economico fondato sulla portualità, l' indotto e i grandi vantaggi del Porto Franco !

«In cinque anni - dichiara il terminalista toscano del Molo Settimo - il porto può creare 6mila posti di

lavoro tra diretti e indiretti. Non solo per i container, ma per tutte le voci merceologiche possibili». Per crescere, avverte però l'imprenditore, «bisogna ridisegnare il porto per i prossimi 50 anni, utilizzando al massimo quanto lasciato dall' Austria: il migliore sistema ferroviario italiano».

Maneschi rispolvera l’off shore 
«Venezia non può fare l’isola nel mare, si faccia a Trieste». Pierluigi Maneschi ritorna con parole chiare sul progetto di off shore che tanto piace all'Autorità portuale della città lagunare. Il proprietario di Trieste marine terminal (Tmt) invita anche alla programmazione. «Non si può decidere che tutti i porti siano passeggeri e merci, vanno seguite le rispettive vocazioni: Venezia passeggeri, quelli che non puo fare li fa Trieste, che invece dovrà fare container». Detto che l'aeroporto di Ronchi, prossimo a chiamarsi "Trieste", è un «cimitero», Maneschi critica l'assenza di un master plan per il riuso del Porto vecchio e aggiunge: «Così com'è quell’area non è vendibile, non è appetibile. Bisogna che vengano gli imprenditori con gli architetti e che possano lavorare. Nell'immaginario si vorrebbe un enorme museo, ma questo non è possibile. Per commercializzarlo vanno fatte cose belle e occorre che funzioni». (m.b.)



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