RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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martedì 26 luglio 2016

NO TAX AREA: BENVENUTA MA NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE - RIPRISTINARE I BENEFICI FISCALI AGGIUNTIVI SCOMPARSI NEL COLPEVOLE SILENZIO DEI POLITICI LOCALI -



Vengono annunciati incontri "esplorativi" per l' istituzione di una NO TAX AREA che si aggiunge alla EXTRATERRITORIALITA' DOGANALE (anche dalla UE) dei Punti Franchi del PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE.
Salutiamo con favore l' intenzione manifestata dalle autorità italiane di ripristinare almeno i benefici fiscali operativi fino agli anni '60 nella Zona del Porto Franco Industriale: E' QUANTO ANDIAMO SOLLECITANDO DA ALMENO TRE ANNI e non possiamo che esserne lieti perchè vogliamo subito il miglioramento della situazione a Trieste e non fare solo sterile demagogia.

In fondo riportiamo il testo completo dell' articolo del Piccolo che riprende il comunicato della Regione aggiungendo una valutazione positiva sulle mosse del Commissario all' APT D' Agostino che nei limiti delle sue funzioni sta operando a favore del nostro Porto Franco e della creazione di posti di lavoro a Trieste.

Cogliamo l' occasione per chiarire nuovamente le caratteristiche fiscali dei PUNTI FRANCHI del Porto Franco Internazionale di Trieste perchè non sembrano chiare a tutti, trattandosi di argomento tecnico regolato dall' Allegato VIII.

1) I Punti Franchi sono pienamente EXTRADOGANALI ANCHE DALLA UE e questo comporta la totale estraneità di quanto vi avviene dalla giurisdizione delle Dogane italiane, e di qualsiasi altro paese, che hanno il DIVIETO di ingerenza, e nulla conta a tal fine il fatto che che le navi per arrivarci attraversino un breve tratto di acque territoriali italiane.
A tale proposito si legga lo studio del 1998 del professor Campailla cliccando QUI.

Il DIVIETO DI INGERENZA DELLE DOGANE in quanto avviene nei Punti Franchi non viene attualmente rispettato ma deve essere rispettato sia dal nuovo Disciplinare Doganale, che invece ingerisce, sia dai nuovi Regolamenti Attuativi dei Punti Fanchi che nella bozza introducono divieti inesistenti nell' Allegato Ottavo ovvero quelli di commercio al dettaglio e di residenza.

Sul piano fiscale la piena extraterritorialità doganale comporta automaticamente l' esenzione da numerose tasse, imposte e accise INDIRETTE: Dazi Doganali, IVA, registro ecc.

La cosa è importante anche per ciò che riguarda i CARBURANTI che nel Porto Franco dovrebbero essere esenti da IVA e accise e pertanto essere estremamente convenienti per le navi e i TIR: la questione è ritornata alla luce con la vicenda del blocco delle forniture della Depositi Costieri come abbiamo già sottolineato e il nostro articolo è stato citato dal sito specializzato FAQ TRIESTE (clicca QUI)
Inoltre, visto che si pensa ad attrarre insediamenti di servizi finanziari internazionali, visto che la No Tax area è prevista nei Punti Franchi e visto che l' insediamento ideale per queste attività è Porto Vecchio, come già per il Centro Finanziario Off-Shore previsto dalla legge 19/91 mai realizzato, va ripristinato il Punto Franco, appena tolto, su tutta la superficie di Porto Vecchio, lasciando perdere progetti inconsistenti di "fantaturismo" e urbanizzazione.

Tuttavia nei Punti Franchi DA SEMPRE PERMANE L' OBBLIGO DI PAGARE LE TASSE DIRETTE SUI REDDITI D' IMPRESA E PERSONALI, come stabilite dal Governo amministratore (quale che sia: italiano, austriaco o altro), se stabilite con procedure legittime e conformi agli obblighi internazionali e proporzionali ai servizi pubblici offerti (cosa che oggi non avviene riguardo l' imputazione di quota del debito pubblico nazionale italiano ed il fatto che da Trieste vi è un gettito fiscale superiore di almeno il 40% alle necessità del territorio per servizi pubblici).
Esattamente come avviene nella zona extradoganale di Livigno e come avveniva ai tempi dell' Impero e del TLT: le tasse DIRETTE sui redditi sono sempre state pagate all' autorità competente.

2) Il Punto Franco del Porto Industriale godeva durante tutto il dopoguerra di esenzioni riguardanti ANCHE le tasse DIRETTE sui redditi.
Lo vediamo dal bollettino del decennale pubblicato nel 1960 dove di parla di esenzione per dieci anni dall' imposta sui redditi e sui fabbricati oltre ad altre agevolazioni-
La NO TAX area di cui si parla in questi giorni si riferisce a questi vantaggi fiscali AGGIUNTIVI rispetto al regime di EXTRATERRITORIALITA' DOGANALE e che, nel corso degli anni, sono stati silenziosamente abbandonati, anche se mai aboliti formalmente.
Un po' come è avvenuto col Punto Franco di Prosecco Stazione che il Prefetto Garufi aveva detto essere ormai "virtuale" (?) perchè abbandonato anche se mai abolito formalmente e pertanto, secondo noi, perfettamente utilizzabile ed estendibile fino a Fernetti lungo la ferrovia senza bisogno di spostare nulla da Porto Vecchio.

Stiamo, insomma,parlando di ripristinare vantaggi fiscali caduti nel dimenticatoio PER COLPA DI AUTORITA' E POLITICI LOCALI che preferivano occuparsi d' altro e pavoneggiarsi con fanfare e bersaglieri e sogni di un turismo di massa impraticabile invece di pensare allo sviluppo economico vero.

MEGLIO TARDI CHE MAI.



ECCO IL TESTO COMPLETO DELL' ARTICOLO:
L’incontro 
“No tax area” in Porto
 La giunta accelera 

La Regione Friuli Venezia Giulia pensa di istituire una “No tax area”, ovvero uno spazio a regime di fiscalità di vantaggio, all’interno del Porto di Trieste. Un incontro in questo senso si è svolto ieri a Trieste, tra l’assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, e il commissario straordinario dell’Autorità portuale triestina, Zeno D’Agostino. «La Regione - spiega Peroni - vuole esplorare e approfondire con l’Autorità portuale quali siano le opportunità di una convergenza tra le attuali prerogative doganali, proprie del Porto franco, e un eventuale nuovo regime fiscale di vantaggio, che risulterebbe particolarmente benefico non solo per la zona direttamente interessata, ma per tutto il Sistema Regione, con ricadute positive per l’indotto e per il gettito regionale complessivo». L’ipotesi entra dunque in una fase di valutazione, in accordo con il commissario straordinario dell’Authority. Per D’Agostino, «il collocamento di aree nelle quali i vantaggi fiscali si aggiungerebbero alle peculiarità attuali del Porto di Trieste, ossia il Porto franco internazionale con diversi punti dove si possono svolgere attività industriali, sarebbe il completamento perfetto della nostra voglia di proporci al mercato internazionale». La proposta, tuttavia, deve tener conto delle rispettive competenze in capo alla Commissione europea e allo Stato italiano. Alla Regione spetta la “regia” delle politiche industriali. Può anche agire come attore istituzionale di area vasta, propulsore d’idee presso il Governo nazionale e le istituzioni europee. La proposta di candidare Trieste a sede di una “No tax area” è stata oggetto di una lettera della presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, il 30 giugno scorso, subito dopo il referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna.

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