RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

giovedì 16 giugno 2016

ANCORA SULLA BOZZA DI REGOLAMENTO PER I PUNTI FRANCHI - NECESSARIO ELIMINARE GLI ARTT. 5, 6 E 7 E INSERIRE UN ARTICOLO CHE FACCIA DECADERE IL NUOVO "DISCIPLINARE" DELLE DOGANE PER LE PARTI IN CONTRASTO.



Ritorniamo sulla questione della bozza del Decreto attuativo per la Gestione dei Punti Franchi su cui abbiamo già scritto ieri perchè oggi è uscito un articolo sul Piccolo a pag.26 da cui apprendiamo che l' estensore materiale della Bozza è lo "Studio Legale  Zunarelli di Bologna per conto del Ministero delle Infrastrutture e alla cui stesura ha collaborato l' Autorità Portuale che ha coordinato le posizioni di diversi attori tra cui le Dogane e il CLPT. Il testo è arrivato da alcuni giorni sui tavoli delle parti. Una volta che ciascuno avrà  apportato eventuali osservazioni ecc."( clicca QUI per l' articolo).
 
Clicca qui per scaricare la Bozza di regolamento attuativo .

Ci sentiamo pertanto in dovere di rendere pubbliche le nostre osservazioni, già accennate ieri QUI, nella speranza che vengano recepite dalle parti e discusse seriamente, anche se possono turbare il clima di festa.

Pur essendo positivo l' impianto generale del provvedimento, riteniamo dannoso l' inserimento degli articoli finali 5, 6 e 7 che vietano la vendita al dettaglio, la residenza e l' abitazione nei Punti Franchi.

QUESTI TRE ARTICOLI SEMBRANO AGGIUNTI APPOSTA SOLO PER IMPEDIRE LA FORMAZIONE DI UNA "ZONA FRANCA TERRITORIALE" OTTENUTA CON L' ALLARGAMENTO E L' UNIFICAZIONE DEI PUNTI FRANCHI EXTRA UE DISSEMINATI SUL TERRITORIO.
Ed anche per impedire la realizzazione di un eventuale grande centro Duty Free per turisti, e residenti,  ad esempio in prossimità di un Terminal Passeggeri in regime di Punto Franco (come ad esempio avviene all’ aereoporto di Ginevra anche nel campo delle opere d’ arte).

 E' evidente che se si vuole costruire una Zona Franca Territoriale con le caratteristiche di Livigno e che coinvolga tutto il territorio e la città, è necessario PERMETTERE COMMERCIO AL MINUTO, SERVIZI ALLA PERSONA, RESIDENZA E ABITAZIONI che l' Allegato VIII e la legislazione precedente NON VIETANO e che SAREBBERO VIETATI PER LA PRIMA VOLTA CON QUESTO DECRETO, non si capisce per quale motivo se non per chiudere queste possibilità visto che non ne deriva vantaggio alcuno.

Ricordiamo che la Zona Franca Territoriale oltre ad essere stata proposta all' inizio proprio su queste pagine, è stata il punto qualificante del programma elettorale di UpT dell' avv. Sponza e che gli articoli 5, 6 e 7 di questa bozza sono in palese contrasto rendendola di fatto irrealizzabile e spiace di dover continuare ad essere noi a fare i “guastafeste” in assenza di osservazioni altrui,  ma tacere in questa fase sarebbe oltremodo dannoso.

Come dice anche l' articolo del Piccolo di oggi, e come abbiamo già scritto ieri, il decreto di cui abbiamo la bozza NON riguarda Porto Vecchio (tranne la fascia costiera di 15 metri) da cui il Punto Franco è già stato tolto il 26 gennaio scorso (Clicca qui ) e pertanto il divieto di residenza e abitazione NON riguarda Porto Vecchio e non se ne capisce l' utilità se non, appunto, quella di impedire l’ estensione dell’ extraterritorialità doganale dei Punti Franchi ad un territorio abitato, ora possibile perché non  vietata.

Per quanto riguarda l' asserita, in fondo all' articolo del Piccolo, "piena potestà della Autorità Portuale sul Porto Franco autorizzando e gestendo gli investimenti"  rileviamo che è in totale contrasto con l' art. 50 del nuovo "disciplinare" delle Dogane per i nostri Punti Franchi, appena diventato operativo da pochi giorni, e che dice invece che la gestione spetta alle Dogane Italiane stesse, per quanto incompetenti per extraterritorialità doganale :
L' Art. 50 recita: " Modalità di esercizio delle lavorazioni industriali 1. Le lavorazioni dovranno svolgersi entro i limiti ed alle condizioni fissate nelle autorizzazioni e nei relativi disciplinari di servizio rilasciati dall’Ufficio delle Dogane di Trieste ."(Clicca  qui ).
Con che diritto le Dogane Italiane pretendono di regolamentare e controllare attività industriali in un territorio NON di loro competenza?
Perchè un provvedimento appena varato e operativo dice il contrario di quello che dovrebbe essere contenuto in una bozza in via di apptovazione?

Invitiamo pertanto, e dobbiamo farlo anche pubblicamente visto che la discussione è ormai pubblica, chi ha la possibilità di far giungere le sue osservazioni prima dell' approvazione della bozza di decreto attuativo del regime dei Punti Franchi a richiedere l' abolizione degli articoli 5, 6 e 7 per palese inutilità ai fini della portualità e manipolazione industriale e dannosa autolimitazione delle potenzialità future dei Punti Franchi.

E l' inserimento di un articolo che dichiari decadute le parti del "disciplinare" delle Dogane Italiane che afferma competenze delle medesime su quanto avviene all' interno del Porto Franco, onde evitare i quotidiani conflitti con le Dogane che già adesso ostacolano lo sviluppo del porto.

NOTA: ECCO IL TESTO DEI SOPRACITATI ARTICOLI 5, 6 E 7 DELLA BOZZA DI DECRETO ATTUATIVO DELLA 84/94 DI CUI PROPONIAMO L' ELIMINAZIONE PER CONSENTIRE UN FUTURO SVILUPPO DI UNA ZONA FRANCA TERRITORIALE  E L' IMMEDIATO UTILIZZO A FINI DI GRANDI DUTY FREE (l' art.2 limita l' attuazione del decreto ai Punti Franchi come risultanti DOPO lo spostamento di quello di Porto Vecchio avvenuto a gennaio). Nell' art.7 si cita l' art.8 che consente solo eventuali bar e ristoranti.


DI SEGUITO IL TESTO DEL CITATO ARTICOLO DEL PICCOLO CHE POTETE VEDERE ANCHE CLICCANDO  QUI 
TRIESTE Il decreto sulla gestione dei punti franchi, che apre nuove prospettive per l’intero scalo, e non solo, è in dirittura d’arrivo. Per ora si tratta di una bozza, elaborata dallo Studio Zunarelli per conto del ministero per le Infrastrutture e i trasporti, alla cui stesura ha collaborato l’Authority, che ha coordinato le posizioni di diversi attori, fra cui le Dogane e il Coordinamento dei lavoratori portuali.
Il testo è arrivato da alcuni giorni sui tavoli delle parti. Una volta che ciascuna avrà apportato eventuali osservazioni, e rispedito il testo al dicastero, il provvedimento sarà pronto per la firma del ministro Delrio.
«Queste norme - osserva il segretario generale dell’Authority, Mario Sommariva - sono collegate al decreto legislativo che definirà le autorità portuali di sistema. L’auspicio è che la firma del ministro sia posta entro metà luglio».
La nuova normativa sulla gestione e la regolamentazione dei punti franchi si applicherà alle aree del Porto nuovo e ai punti franchi creati di recente con lo spostamento di parte del punto franco vecchio a FernettiProsecco, al Canale navigabile, alle Noghere e all’area Teseco.
In proposito Sommariva sottolinea che il decreto, dando al presidente dell’Authority i poteri di direttore del porto franco (previsto dall’Allegato VIII del Trattato di pace, ndr), «va oltre la legge 84/94 e regolamenta la gestione in punto franco delle aree retroportuali».

Numerosi e articolati i poteri attribuiti all’Autorità portuale, a cominciare dall’autorizzazione alla manipolazione delle merci e alla produzione di beni e servizi, anche a carattere industriale. «È la strategia che portiamo avanti da un anno - commenta Sommariva -. Stiamo lavorando intensamente per attrarre investitori internazionali. È una nuova visione del porto franco come collettore di investimenti che si integrano con i traffici».
Il segretario generale conferma che l’interesse c’è, ma non va oltre. Una prova tangibile la si è avuta martedì scorso, con l’incontro tra i responsabili di Amazon, colosso mondiale delle vendite on-line, la presidente della Regione Serracchiani, il sindaco Cosolini e i rappresentanti dell’Authority, in cui si sono approfondite anche le opportunità offerte dal porto franco. Sempre in questa ottica, negli ambienti poportuali si parla dell’interesse di una multinazionale Usa dell’informatica a insediare una struttura per l’assemblaggio di componentistica.
La bozza del decreto è stata ieri al centro di un incontro nella sede del Cral dell’Authority, organizzato dal Coordinamento dei lavoratori portuali (Clpt-Usb). «Siamo nati per far rispettare l’Allegato VIII - ha rimarcato il segretarioStefano Puzzer -. Dopo lo sciopero dell’agosto 2015, l’Autorità portuale, che ringraziamo, ha rispettato l’impegno di creare una commissione di studio sull’Allegato VIII, alla quale ha preso parte il nostro legale Nicola Sponza (candidato sindaco con la lista Uniti per Trieste, ndr). Il primo risultato è questa bozza del decreto attuativo del regime di porto franco».
«Si aprono grandi potenzialità per il porto - ha rilevato a sua volta Sponza -. L’Authorithy avrà la piena potestà sul porto franco, autorizzando e gestendo gli investimenti».


1 commento:

  1. Perchè? perchè è in atto la Svendita del porto a chi a breve ne richiede la restituzione pattuita nel 1954 ... come dicevasi, Attenzione a non lasciar tagliata fuori la città. Bene ABOLIZIONE ART: 5 6 7 !!!!

    RispondiElimina