RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 14 marzo 2016

LO SPETTACOLO DELLE PRIMARIE E IL “FRONTE DI SALVEZZA CITTADINA”

#TriesteAmministrative

In questi  giorni volevamo scrivere un commento generale sulle Primarie a sinistra e destra e la situazione degli schieramenti di Centro dx e Centro sin in tutta Italia.

E’ stata una piacevole sorpresa trovare sul Piccolo di oggi il lavoro già fatto: pronto da copiare.

L’ articolo di Jori ha un solo difetto: interpreta l’ affluenza alle Primarie del  PD di Trieste come un segnale di rafforzamento del vincitore Cosolini.

Invece si tratta solo di un aumento dovuto alle truppe cammellate giunte in soccorso ai due contendenti dall’ esterno e che non voteranno assolutamente PD alle elezioni.

Da alcune parrocchie per il cattolico Russo, dal centro destra di Camber per Cosolini in ossequio al noto accordo “segreto” da tempo occultamente  operativo, con l’ aggiunta di altre parrocchie mobilitate dal cattolico Rosato che combatte una “guerra per procura” contro Russo.

Sono circa 2.500 voti in più che NON saranno dati al PD alle elezioni.

La situazione di Centro Sinistra di Cosolini, che ha perso la sinistra, e del Centro Destra di Dipiazza, in crisi col “centro della Jota” ( Bandelli , Rovis, Antonione ecc.),  è pessima e si respira un’ aria da fine impero.

Sono eccellenti invece le condizioni per l’ affermazione di un terzo “fronte di salvezza cittadina” costituito da volenterosi  indipendentisti,  autonomisti,  5Stelle, con il concorso di una parte della sinistra frantumata, ma ci vuole uno sforzo per superare rigidezze ideologiche, personalismi ed egoismi di gruppo.
E puntare al recupero degli astenuti per disgusto.
Ma ce la si può fare.

Importante è ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO, obiettivo cui vanno sacrificati interessi di parte puntando su chi ha più probabilità di farcela come in una buona squadra: poi la strada è in discesa.
Noi proponiamo i "Cinque Punti Per Trieste" come programma di aggregazione: si chiama tattica per conseguire il bene comune, non inciucio all' italiana.

Ecco l’ articolo:
LO SPETTACOLO DELLE PRIMARIE LILLIPUZIANE di FRANCESCO JORI
Balocchi e profumi? No, tarocchi e pattumi. Nella versione centrosinistra di una settimana fa come nella variante centrodestra di questo week-end, le primarie propongono un identico desolante connotato: lo squagliamento di partiti ridotti a un’informe poltiglia di fanghi e veleni, rappresaglie e vendette. Con una ricaduta suicida sugli stessi schieramenti: perché in simili condizioni, anche il miglior candidato ne esce comunque indebolito.
E magari c’è perfino del metodo in questa apparente follia: in una politica imbelle e mediocre, quel che conta non è vincere, ma impedire agli altri di riuscirci; o comunque condizionarne il successo per renderli ricattabili. Da Roma a Napoli, il centrosinistra ha dato decisamente il peggio di sé: prima, durante e dopo. Con una scarsa partecipazione, a dispetto dei giochi verbali di prestigio inscenati dai magliari delle statistiche.
Inquinata per giunta da un sottobosco popolato da una fauna comunque di bastardi: perché stare a sfrucugliare i potenziali elettori a colpi di monetine da un euro non può che connotare chi lo fa come un incapace o un mascalzone, senza neppure influenzare il risultato. Solo che da queste cialtronate hanno preso la palla al balzo i soliti noti, per farne l’ennesima arma nella guerriglia permanente contro i vertici del Pd; arrivando puntualmente a riproporre la stucchevole litanìa del “tenetemi o apro un nuovo partito”.
O perazione in cui peraltro la sinistra è specialista, anche se sistematicamente incapace di attirare una clientela sufficiente a evitare il flop.

-Unico caso in controtendenza, Trieste: dove chi ha voluto le primarie per mettere i bastoni tra le ruote si è ritrovato invece bastonato, pelo e contropelo. Di più: la partecipazione davvero elevata, specie in raffronto al resto del quadro, ha garantito al sindaco uscente un rilancio deciso, alla faccia di chi sperava di segarlo. –(sicuro? Ndr)

Dovrebbero servire, le primarie, per selezionare un candidato assieme al quale pedalare tutti assieme verso le urne. Invece le si affronta già col retropensiero: se perdo, prima denuncio brogli e poi mi organizzo per correre in proprio; di sicuro non vinco, ma rovino la corsa a quell’altro. E anche in questo delirio si distinguono vecchie cariatidi ossessionate dal miraggio del riciclo: ieri Cofferati in Liguria, oggi Bassolino a Napoli, impegnati a far perdere quelli di casa anziché gli avversari.
Avrebbe allora quasi perfino ragione Berlusconi, quando dice che la sinistra ha utilizzato le primarie in forma devastante. L’avrebbe, se come spesso gli accade lui non riuscisse a fare peggio: inventandosi un tragicomico inedito della politica tipo le "primarie confermative" romane in scena tra sabato e ieri. Come dire: decido io, e tu dammi ragione. L’ex cavaliere peraltro trova un’altrettanto risibile sponda nell’esternatore seriale Salvini, che da mago Othelma dei poveri cerca di spacciare per indispensabili le poche centinaia di consensi leghisti in una città di quasi 3 milioni di abitanti. E per inserire queste sceneggiate in un contesto adeguato, ecco il vero e proprio stupro del lessico affidato al neologismo “gazebarie”: il trionfo dell’orrore, anche se ormai tutto può diventare straordinario in un'Italia in cui perfino una realtà un tempo prestigiosa come l'Accademia della Crusca arriva a tessere le lodi dell’aggettivo “petaloso”.
Di questo passo, si approda però al modello Gulliver: la politica di Lilliput. Dove, come nel romanzo di Swift, il confronto tra i partiti avviene sul modo corretto di rompere le uova; gli intrighi di palazzo contrappongono quelli dei tacchi alti e dei tacchi bassi; le cariche vengono assegnate a chi sa fare meglio il funambolo. E dove, per quante polemiche si agitino, per quante trame si orchestrino, per quanto protagonismo si ostenti, quando si fanno le primarie l’esito non può che essere lo specchio di un’unica, inequivocabile, trasversale classe dirigente. I nani.

Francesco Jori – Il Piccolo 14/3/16
https://www.facebook.com/rinascita.triestina.tlt/photos/a.589476287825330.1073741828.589469291159363/795038643935759/?type=3&theater

Nessun commento:

Posta un commento