#TriesteAmministrative
In questi giorni
volevamo scrivere un commento generale sulle Primarie a sinistra e destra e la
situazione degli schieramenti di Centro dx e Centro sin in tutta Italia.
E’ stata una piacevole sorpresa trovare sul Piccolo di oggi
il lavoro già fatto: pronto da copiare.
L’ articolo di Jori ha un solo difetto: interpreta l’
affluenza alle Primarie del PD di
Trieste come un segnale di rafforzamento del vincitore Cosolini.
Invece si tratta solo di un aumento dovuto alle truppe
cammellate giunte in soccorso ai due contendenti dall’ esterno e che non
voteranno assolutamente PD alle elezioni.
Da alcune parrocchie per il cattolico Russo, dal centro
destra di Camber per Cosolini in ossequio al noto accordo “segreto” da tempo
occultamente operativo, con l’ aggiunta
di altre parrocchie mobilitate dal cattolico Rosato che combatte una “guerra
per procura” contro Russo.
Sono circa 2.500 voti in più che NON saranno dati al PD alle
elezioni.
La situazione di Centro Sinistra di Cosolini, che ha perso
la sinistra, e del Centro Destra di Dipiazza, in crisi col “centro della Jota”
( Bandelli , Rovis, Antonione ecc.), è
pessima e si respira un’ aria da fine impero.
Sono eccellenti invece le condizioni per l’ affermazione di
un terzo “fronte di salvezza cittadina” costituito da volenterosi indipendentisti, autonomisti, 5Stelle, con il concorso di una parte della
sinistra frantumata, ma ci vuole uno sforzo per superare rigidezze ideologiche,
personalismi ed egoismi di gruppo.
E puntare al recupero degli astenuti per disgusto.
Ma ce la si può fare.
Importante è ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO, obiettivo cui vanno
sacrificati interessi di parte puntando su chi ha più probabilità di farcela
come in una buona squadra: poi la strada è in discesa.
Noi proponiamo i "Cinque Punti Per Trieste" come
programma di aggregazione: si chiama tattica per conseguire il bene comune, non
inciucio all' italiana.
Ecco l’ articolo:
LO SPETTACOLO DELLE PRIMARIE LILLIPUZIANE di FRANCESCO JORI
Balocchi e profumi? No, tarocchi e pattumi. Nella versione
centrosinistra di una settimana fa come nella variante centrodestra di questo
week-end, le primarie propongono un identico desolante connotato: lo
squagliamento di partiti ridotti a un’informe poltiglia di fanghi e veleni,
rappresaglie e vendette. Con una ricaduta suicida sugli stessi schieramenti:
perché in simili condizioni, anche il miglior candidato ne esce comunque
indebolito.
E magari c’è perfino del metodo in questa apparente follia:
in una politica imbelle e mediocre, quel che conta non è vincere, ma impedire
agli altri di riuscirci; o comunque condizionarne il successo per renderli
ricattabili. Da Roma a Napoli, il centrosinistra ha dato decisamente il peggio
di sé: prima, durante e dopo. Con una scarsa partecipazione, a dispetto dei
giochi verbali di prestigio inscenati dai magliari delle statistiche.
Inquinata per giunta da un sottobosco popolato da una fauna
comunque di bastardi: perché stare a sfrucugliare i potenziali elettori a colpi
di monetine da un euro non può che connotare chi lo fa come un incapace o un
mascalzone, senza neppure influenzare il risultato. Solo che da queste
cialtronate hanno preso la palla al balzo i soliti noti, per farne l’ennesima
arma nella guerriglia permanente contro i vertici del Pd; arrivando
puntualmente a riproporre la stucchevole litanìa del “tenetemi o apro un nuovo
partito”.
O perazione in cui peraltro la sinistra è specialista, anche
se sistematicamente incapace di attirare una clientela sufficiente a evitare il
flop.
-Unico caso in controtendenza, Trieste: dove chi ha voluto
le primarie per mettere i bastoni tra le ruote si è ritrovato invece bastonato,
pelo e contropelo. Di più: la partecipazione davvero elevata, specie in
raffronto al resto del quadro, ha garantito al sindaco uscente un rilancio
deciso, alla faccia di chi sperava di segarlo. –(sicuro? Ndr)
Dovrebbero servire, le primarie, per selezionare un
candidato assieme al quale pedalare tutti assieme verso le urne. Invece le si
affronta già col retropensiero: se perdo, prima denuncio brogli e poi mi
organizzo per correre in proprio; di sicuro non vinco, ma rovino la corsa a
quell’altro. E anche in questo delirio si distinguono vecchie cariatidi
ossessionate dal miraggio del riciclo: ieri Cofferati in Liguria, oggi
Bassolino a Napoli, impegnati a far perdere quelli di casa anziché gli
avversari.
Avrebbe allora quasi perfino ragione Berlusconi, quando dice
che la sinistra ha utilizzato le primarie in forma devastante. L’avrebbe, se
come spesso gli accade lui non riuscisse a fare peggio: inventandosi un
tragicomico inedito della politica tipo le "primarie confermative"
romane in scena tra sabato e ieri. Come dire: decido io, e tu dammi ragione.
L’ex cavaliere peraltro trova un’altrettanto risibile sponda nell’esternatore
seriale Salvini, che da mago Othelma dei poveri cerca di spacciare per
indispensabili le poche centinaia di consensi leghisti in una città di quasi 3
milioni di abitanti. E per inserire queste sceneggiate in un contesto adeguato,
ecco il vero e proprio stupro del lessico affidato al neologismo “gazebarie”:
il trionfo dell’orrore, anche se ormai tutto può diventare straordinario in
un'Italia in cui perfino una realtà un tempo prestigiosa come l'Accademia della
Crusca arriva a tessere le lodi dell’aggettivo “petaloso”.
Di questo passo, si approda però al modello Gulliver: la
politica di Lilliput. Dove, come nel romanzo di Swift, il confronto tra i
partiti avviene sul modo corretto di rompere le uova; gli intrighi di palazzo
contrappongono quelli dei tacchi alti e dei tacchi bassi; le cariche vengono
assegnate a chi sa fare meglio il funambolo. E dove, per quante polemiche si
agitino, per quante trame si orchestrino, per quanto protagonismo si ostenti,
quando si fanno le primarie l’esito non può che essere lo specchio di un’unica,
inequivocabile, trasversale classe dirigente. I nani.
Francesco Jori – Il Piccolo 14/3/16
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