RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 29 settembre 2017

I "FRATELLI D' ITALIA" SI MOBILITANO CONTRO LA SELECO NEL PUNTO FRANCO DI PORTO VECCHIO - CONVOCATA COMMISSIONE REGIONALE D' INQUISIZIONE E SI MOBILITA CONFINDUSTRIA - I POLITICI NON VOGLIONO MOLLARE IL COMITATO PORTUALE E DIPIAZZA FA RICORSO - COMPETENZA E RAPPRESENTANZA: DIFFICILE MIX, MA ADESSO ABBIAMO BISOGNO DI COMPETENTI - LA PROVINCIA AUTONOMA UNA SOLUZIONE -


Sventolano i Tricolori, suonano le Fanfare e il capo regionale di "Fratelli d’Italia", Luca Ciriani, cadidato in pectore a Presidente della Regione, "s' è desto" e chiede la riunione della Seconda Commissione che discuta del passaggio della Seleco da Pordenone (dove non c'è) al Punto Franco di Porto Vecchio !
Dice l' autorevole "Fratello d' Italia" Ciriani: «Nelle prossime ore depositerò una richiesta di convocazione urgente della Seconda commissione consiliare che inviti in audizione l’Ad dell’azienda trevigiana. Apprendere, dopo mesi di illusioni, che sul sito pordenonese di Vallenoncello verrà messa definitivamente la parole fine, da pordenonese, mi amareggia molto» (Piccolo 20/9/17 pag.20).

Ecco invece le valutazioni del presidente di Unindustria Pordenone sul Porto Franco Internazionale di Trieste in relazione all'annunciato insediamento della Seleco in Porto vecchio: "Devo ancora approfondire nei dettagli – ha spiegato Agrusti – il funzionamento di questa nuova legislazione perché sarebbe quantomeno curioso che servisse ad alimentare un sistema di dumping interno tale da spingere un buon numero di imprese a spostare le aziende a Trieste da Udine e Pordenone. Anche perché noi abbiamo protestato, e a ragione, quando la Polonia, grazie alle agevolazione dell’Unione europea, si è presa Electrolux e non potremmo certo accettare una situazione simile in casa nostra."

Niente di nuovo: è assolutamente normale che chi rappresenta tanto accesamente gli interessi Italiani e del Friuli si opponga frontalmente al Porto Franco Internazionale di Trieste.
Per costoro, nelle varie gradazioni di tricolorazione, il Porto di Trieste deve essere, al massimo, di solo transito con tutto il retroporto e gli insediamenti industriali saldamente in territorio italiano, ovvero friulano.

Questo spiega molto dei pluridecennali ritardi nel rendere operativo il Porto Franco Intrernazionale e tutti gli sforzi per scoraggiare l' utilizzo produttivo dei Punti Franchi per cui la stessa Seleco aveva fatto inutilmente richiesta in passato e proprio  in  Porto Vecchio.


E, secondo costoro, il Porto Franco di Trieste non deve nemmeno rompere troppo ai porti italiani concorrenti.

Purtroppo la Geopolitica vuole che sia nelle condizioni migliori per essere il candidato ideale a terminal marittimo delle Nuove Vie della Seta...e così le cose devono cambiare per forza, se non per amore...

Adesso che i Punti Franchi, PER PRIMO PROPRIO QUELLO DI PORTO VECCHIO (ohibo!), possono essere usati per attività industriali in Regione si protesta, mentre Monfalcone chiede che il Porto Franco sia esteso anche lì.

Che i territori di questa regione artificiale e inventata abbiano interessi divergenti è noto e sperimentato quotidianamente: ci sarà pur un motivo perchè il Friuli sia stato annesso con un referendum all' Italia nel 1866 mentre Trieste è stata annessa con la violenza come "preda di guerra" nel 1921 e perciò senza alcun referendum...
Il rapporto conflittuale in Regione si sperimenta costantemente dal 1963, a danno di Trieste che ha meno peso elettorale per motivi demografici.

Questa spaccatura cronica e strutturale della Regione Friuli-Venezia Giulia, costruita a tavolino come i confini in medioriente che stanno saltando, pone seri problemi di "governance" territoriale perchè non è possibile che ogni volta che un' industria intende stabilirsi a Trieste la Politica regionale debba riunire commissioni, minacciare e intimidire gli imprenditori e rompere le scatole invece di agevolare gli investimenti con un clima disteso e collaborativo.


Per questo insistiamo sulla PROVINCIA SPECIALE AUTONOMA DI TRIESTE con poteri analoghi a quelli di Bolzano (che sono superiori a quelli della Regione) e con il 100% delle tasse trattenute in loco.

Anche nel Comitato Portuale si pone un problema di governance territoriale nel momento che viene sancita l' incompatibilità con le  cariche elettive: Dipiazza e Serracchiani devono lasciare il posto a tecnici di provata capacità (e puntano ovviamente i piedi vista l' importanza che il Porto Franco Internazionale va assumendo).


Da anni a Trieste si pone il problema del rapporto tra Competenza e Rappresentanza.

Il fatto che la Rappresentanza elettorale sia stata ottenuta soprattutto grazie a pulsioni di pancia, appartenenze nazionalistiche e ideologiche, mutazioni forzose della composizione demografica, disinformazione sitematica grazie ad un monopolio giornalistico piuttosto che per la valutazione di seri programmi politici, non depone molto a suo favore.

Abbiamo tanto bisogno di Competenza e la svolta offerta finalmente dalla nuova Autorità Portuale ne è la dimostrazione concreta.


Avessimo la nostra Provincia Speciale Autonoma di Trieste, un suo rappresentante potrebbe collaborare con l' Autorità Portuale, che dovrebbe comunque avere l' ultima parola, per lo sviluppo armonico di Porto Franco e Territorio.

La presenza di politici di mestiere nei comitati portuali non la vediamo volentieri: cambiano spesso e non sempre per motivi razionali.
Cosa farebbe un Comitato Portuale con dentro un Ciriani eletto a Presidente Regionale come diversi vorrebbero ? Canterebbe l' Inno di Mameli ?

1 commento:

  1. Dal 1947 esiste il Territorio Libero di Trieste! Non abbiamo bisogno di una provincia (?) autonoma!

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