RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 26 settembre 2017

LA SELECO IN PORTO VECCHIO GRAZIE AL PUNTO FRANCO ! UNA GRANDISSIMA VITTORIA ! NOI NE PARLIAMO DAL 2014 ! SOLO L' UTILIZZO PRODUTTIVO DEI PUNTI FRANCHI PUO' RIVITALIZZARE PORTO VECCHIO E CREARE OCCUPAZIONE: ALTRO CHE LE SCEMENZE PARATURISTICHE DI CUI I POLITICI FANTASTICANO DA ANNI PER GETTARE FUMO NEGLI OCCHI DEI CITTADINI ! AVANTI COSI!

La Seleco si insedia in Porto Vecchio grazie al Punto Franco residuo e in un magazzino NON sdemanializzato e ancora, fortunatamente, nella disponibilità dell' Autorità Portuale: posti di lavoro e sede centrale trasferita da Milano a Trieste ! E non è che l' inizio...

Il "caso" vuole che nella slide che riproponiamo ossessivamente dal 2014 si parli proprio della Seleco come esempio di possibile insediamento produttivo usando il Punto Franco di Porto Vecchio.


Non abbiamo la sfera di cristallo ma semplicemente analizziamo la situazione con criteri razionali e non da propaganda elettorale e sapevamo che già a suo tempo la Seleco Brionvega voleva insediarsi ma era stata di fatto, colpevolmente, scoraggiata.

Sul riutilizzo produttivo dei Punti Franchi,

compreso quello di Porto Vecchio che viene riesteso, ABBIAMO RAGIONE NOI e torto quelli che hanno fatto di tutto per toglierli, spostarli, sdemanializzarli ecc.

I politici su Porto Vecchio oscillano tra Color Run, Spiagge di Sabbia, Mercato del Pesce, Central Park, Passeggiate, spettacolini di luci e suoni, urbanizzazioni impossibili e dannose, senza combinare niente di concreto ormai a tre anni dalla "sdemanializzazione" che come unico risultato ha portato un sigillo trecentesco al sen. Russo oltre a montagne di annunci, articoli trionfalistici e tonnellate di scartoffie burocratiche.
Mentre noi parliamo di Saipem e Seleco: realtà concrete e posti di lavoro.

A Trieste da anni  parlare di industria e reindustrializzazione era diventata quasi una bestemmia: solo turismo, eventi e spettacoli erano degni di considerazione.

Anche in Consiglio Comunale ieri, all' audizione di Zeno D'Agostino si è parlato di Punti Franchi e facilitazioni fiscali da aggiungere alla extraterritorialità doganale: la No Tax Area su cui martelliamo da anni.
Questo dimostra che Trieste ha bisogno di manager e tecnici capaci intorno a cui ricostruire una classe dirigente e politica attualmente alla frutta.


Noi parliamo da sempre di Utilizzo Produttivo dei Punti Franchi e NO TAX AREA: adesso queste nullità cercheranno di intestarsi i meriti grazie alla grancassa mediatica .

Trieste rinasce grazie al Porto Franco : oggi stappiamo una bottiglia !


Ecco l' articolo del Piccolo (QUI la versione on-line):


Sèleco in Porto vecchio con 50 posti di lavoro
L’azienda produttrice di tv attratta dai vantaggi della zona franca di Trieste Previsto a giorni il trasferimento in città anche della sede legale ora a Milano

Sèleco, lo storico marchio italiano produttore di elettrodomestici ed elettronica di consumo, trasferisce la sua sede legale e il suo stabilimento produttivo a Trieste. L’Autorità portuale ha appena rilasciato un’autorizzazione di anticipata occupazione del Magazzino 5 in Porto vecchio. È la prima azienda che opera in ambito non portuale a sbarcare a Trieste - prospettando una cinquantina di posti di lavoro -, attratta dall’accelerazione sul regime di zona franca. È l’inizio di un processo che il presidente dell’Autorità portuale dell’Adriatico Orientale, Zeno D’Agostino, aveva anticipato all’entrata in vigore del decreto che regolamenta le nuove free zone di Trieste. Allora infatti raccontò di una decina di investitori fortemente interessati alla zona extradoganale, aggiungendo che entro la fine dell’anno avremmo assistito ai primi insediamenti di nuove aziende che opereranno in regime di Punto franco anche per realizzare trasformazioni industriali. «L’anticipata occupazione è stata rilasciata per consentire alla Sèleco di iniziare immediatamente i lavori che permetteranno di mettere a norma quella struttura e di trasformarla nel loro stabilimento - precisa D’Agostino che non nasconde soddisfazione per la riuscita dell’operazione -, ora servono i tempi tecnici per sbrigare questioni amministrative e poi nell’arco di qualche settimana verrà rilasciata la concessione». A operare in attività non portuale in regime di zona franca c’è già anche Saipem, la società del gruppo Eni di carattere logistico-marino, titolare di una concessione decennale in forza della quale gestisce l’area su cui è operativo il capannone 23. Il magazzino 5 dove sbarcherà Sèleco è invece adiacente alla sede distaccata dei Vigili del fuoco in Punto franco vecchio, e vanta un’estensione di 6mila metri quadrati. Sèleco spa attualmente ha sede legale a Milano e strutture operative nel capoluogo lombardi e a Como. Ma il marchio di tv venne fondato nel 1965 a Pordenone. Nei mesi scorsi era stata annunciata la riapertura con rilancio proprio dello storico stabilimento produttivo di Pordenone. Un progetto che comunque non verrà abbandonato, precisano dell’azienda, anche se l’operazione Trieste ne farà inevitabilmente slittare i tempi. «Abbiamo deciso di ripartire proprio dal Fvg e da Trieste in particolare – spiega Aurelio Latella, consigliere di amministrazione delegato di Sèleco e di origini triestine - attratti certamente dal regime di Porto franco, ma anche dal fermento che si respira oggi in questa città che ha caratteristiche che incarnano il nostro progetto legato all’innovazione. Non si tratta però di un addio a Pordenone: la città si inserirà in un progetto più ampio». Entro una decina di giorni la sede legale verrà spostata a Trieste in uno studio professionale sulle Rive. «Siamo felicissimi per l’anticipata occupazione - dichiara Latella -, a breve partirà il progetto operativo per convertire il magazzino nello stabilimento in cui faremo progettazione, assemblaggio, stoccaggio e commercializzazione». Entro pochi mesi verranno aperti a Trieste gli uffici amministrativi della spa «mentre per l’inizio della produzione e l’entrata a regime dello stabilimento servirà più tempo ma meno di un anno», assicura. L’azienda avvierà anche nuove assunzioni. «A regime, nella prima fase, lavorerà una cinquantina di persone», valuta Latella. L’idea di spostare la sede a Trieste è nata di recente. «Ad agosto con esattezza - racconta il manager -, abbiamo colto che quell’area stava diventando il punto di massima energia del territorio, con opportunità incredibili, peculiarità uniche supportate anche da un grande sostegno delle istituzioni». Sèleco, nei mesi scorsi, ha affidato a dei professionisti triestini uno studio di valutazione sui vantaggi che l’azienda avrebbe tratto dall’operare in regime di zona extradoganale. Viste le prospettive, il cda ha deliberato per lo spostamento. «Devo sottolineare che le istituzioni, Autorità portuale e Comune, hanno dimostrato concretezza, competenza e rapidità: valori aggiunti per un’azienda che intende prendere una decisione così importante», aggiunge Latella. Il quale, in veste anche di imprenditore nell’ambito dell’innovazione e del design, anticipa che «Sèleco farà da apripista per altri progetti, ora allo studio, per quella zona». Il gruppo Sèleco, proprietario anche del marchio Magnadyne e produttore pure delle cuffie audio e radio Dab, ha da sempre una particolare sensibilità per lo sport. Oggi è sponsor della Lazio, del Napoli basket, della Pallanuoto Catania e con il marchio Magnadyne dell’Udinese e della Spal. Un aspetto che lascia intravvedere la possibilità di veder comparire il logo Sèleco anche sulle maglie della Triestina calcio. .


QUESTA SLIDE DEL 2014 E' CONCRETA E REALISTICA: STA AI LETTORI SCEGLIERE SE SEGUIRE I PIFFERAI O TENERE I PIEDI PER TERRA INSIEME A NOI !
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