RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 31 gennaio 2017

"Dagli amici ci guardi Iddio..." - ATTACCO Al PORTO DI TRIESTE DI BRUGNARO (Sindaco di Venezia) AMICO E SODALE DI DIPIAZZA (CHE TACE) -




Il sindaco di Venezia Brugnaro (Centro Destra) insieme al presidente dell' Autorità Portuale Veneziana Costa (PD area Prodi),
non perdono occasione per sferrare scomposti attacchi al Porto di Trieste: lo abbiamo già documentato in precedenti articoli (clicca QUI).
Possiamo dire che il nostro porto è attaccato da destra e da sinistra...e sempre viene proposta una mortale alleanza con Venezia: il classico "bacio della morte" cui Trieste sfuggì con la Dedizione all' Austria del 1382.


Ricordiamo che DIPIAZZA sostiene a spada tratta l' alleanza con Venezia, soprattutto ai fini portuali ( vedi QUI) mentre Brugnaro ha appena protestato col ministro Delrio per il fatto che l'Autorità Portuale di Trieste dovrebbe far parte di una delegazione ufficiale in Cina.
Evidentemente considera "cosa loro" la Nuova Via della Seta...

Sull' argomento è uscito un articolo del Corriere della Sera del Veneto di Domenica di cui riportiamo l' immagine e che si può scaricare cliccando QUI.

Dipiazza farebbe meglio a pensare al Porto di Trieste prendendo le distanze dal suo sodale di Venezia con cui vorrebbe tessere spericolate alleanze fra porti che hanno entroterra e interessi radicalmente diversi e divergenti: Venezia la Val Padana e Trieste la Mitteleuropa (che Venezia vorrebbe papparsi con l' Off-Shore come terminal della Nuova Via della Seta).

Ma purtroppo temiamo di avere a che fare con un sindaco emulo di Marco Ranfo, il patrizio triestino che nel 1313 cercò di vendere Trieste ai Veneziani (clicca QUI) e pertanto subì la condanna capitale e la "damnatio memoriae".

IL TESTO DELL' ARTICOLO DEL CORRIERE:
 Corriere Veneto
Porti, via della Seta senza Venezia Brugnaro attacca Delrio: così non va
Francesco Bottazzo
Domenica 29 Gennaio 2017 «Non va bene Graziano Delrio, la via della Cina taglia fuori il Porto di Venezia e Venezia? Ma vi sembra logico», twitta il sindaco Luigi Brugnaro a metà pomeriggio. C’è l’ha con la decisione del governo di puntare su Genova e Trieste per la missione cinese che l’Italia sta preparando e che mette al centro i porti. Ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro delle Infrastrutture ma prima degli appuntamenti ufficiali sembra previsto per la fine di febbraio una missione dei presidenti dei porti di Genova e Trieste per preparare i contenuti operativi dell’alleanza. «Se confermata, ritengo questa scelta un errore e non solo perché l’Autorità di sistema del Mare Adriatico settentrionale (Venezia e Chioggia) non è rappresentata ma perché l’intero sistema portuale italiano non è solo Genova e Trieste — interviene il parlamentare pd Michele Mognato — Non si era più volte affermato e non solo verbalmente che bisogna fare sistema? Non è più rinviabile un confronto è un chiarimento con il governo come ho ribadito con forza qualche giorno fa in commissione trasporti alla Camera dei deputati».
L’obiettivo della missione è di intercettare i volumi sempre più crescenti che arrivano dalla Cina, ed è probabile che ci siano degli incontri bilaterali su investimenti, trasporto aereo e porti. Appare però singolare l’iniziativa del governo che taglierebbe fuori Venezia su cui, sono proprio i cinesi a voler investire con sviluppo dello scalo, pronti a mettere centinaia di milioni di euro per realizzare il porto off shore. In questi giorni è arrivata anche la decisione del Tar di respingere il ricorso presentato contro l’assegnazione al raggruppamento italo-cinese 4C3 (costituito dalle società 3Ti Progetti Italia ed E-Ambiente e guidato dal quinto general contractor mondiale, China Communication Constructions Company Group) per la progettazione definitiva del nuovo terminal. Non a caso il presidente uscente del Porto di Venezia Paolo Costa critica l’iniziativa che starebbe portando avanti il governo: «Per fortuna che c’è il sindaco a difendere il porto di Venezia da questi subdoli tentativi che stanno rendendo complicati i rapporti con la Cina. Anche perché non mi pare che sia mai stata definita una politica italiana di settore». E non aiutano certo le difficoltà della politica veneziana a fare lobby e a battere i pugni sul tavolo. Lo confermano anche le diverse posizioni sulla soluzione al passaggio delle crociere davanti a San Marco, con il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta sempre più intento a ribadire, a titolo del tutto personale, la necessita di spostare le grandi navi a Marghera, andando contro le posizioni del sindaco Luigi Brugnaro e del Porto che invece vogliono la conferma della centralità della Marittima con la realizzazione del canale delle Tresse. Ci sono poi le lungaggini che hanno portato a rinviare la scelta del nuovo presidente, che solo in questi giorni è in discussione in Parlamento. Al voto favorevole della commissione Trasporti del Senato sulla nomina di Pino Musolino, dovrebbe seguire mercoledì quello della commissione della Camera anche se nei giorni scorsi non sono mancate le posizioni contrarie di alcuni parlamentari. «A questo punto mi auguro che la questione sia affrontata presto dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che ricordo essere anche il presidente del Comitatone per Venezia», dice Costa. Anche perché alla promessa di novembre del ministro Delrio di convocare il Comitatone, entro gennaio, non sono seguiti i fatti.



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