RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 10 maggio 2016

NUOVA VIA DELLA SETA: LA POLITICA TRIESTINA SI SVEGLIA IN CAMPAGNA ELETTORALE E PRESENZIA AI CONVEGNI SU TEMI SEMPRE SNOBBATI PRIMA


La campagna elettorale, come il Principe Azzurro, ha il potere di risvegliare la "bella addormentata" politica triestina.
Sono quasi TRE ANNI che dalle pagine di RINASCITA TRIESTINA stiamo insistendo sulla Nuova Via della Seta cinese come opportunità strategica per il PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE e tutto il Territorio, pubblicando studi, mappe e quant' altro per dimostrare che il terminal naturale nel mediterraneo è Trieste e non Venezia come vorrebbe l' Italia, che invece vuole costruire il suo Porto Off-Shore proprio per questo.

A Trieste, che ha già fondali naturali, collegamenti e storia, basterebbe un investimento 14 volte più piccolo (206 MLN) di quello veneziano per creare un nuovo grande Terminal che oltre a creare 1.647 nuovi posti di lavoro risolverebbe il problema della Ferriera (clicca QUI).

La Nuova Via della Seta  (clicca QUI) è stata annunciata nel settembre del 2013 dal Presidente  Xi Jinping e subito noi abbiamo rilanciato la notizia, essenziale per la ripresa del ruolo che compete al nostro Porto Franco Internazionale: quello di cerniera logistica e commerciale fra Oriente e Mitteleuropa, smentendo chi pensa per Trieste solo un futuro di turismo e decadenza pilotata.

Per riprendere questo ruolo il Porto di Trieste, che ha poco spazio, ha bisogno di ogni metro di banchina e area portuale e non può permettersi di sprecare spazio per rifornimenti a una Ferriera inquinante o per progetti fantaturistici di un ipotetico futuro in Porto Vecchio.

Per riprendere il suo ruolo Trieste ha bisogno di utilizzare al massimo lo strumento del Punto Franco extra UE che consente vantaggi invidiabili, se non viene quotidianamente sabotato dalle Dogane italiane...

Per riprendere il suo ruolo Trieste ha bisogno di potenziare e sviluppare i collegamenti con l' Europa Centrale e Orientale e l' area danubiana, mentre invece  le ferrovie italiane hanno chiuso la ferrovia Transalpina.

La nostra pagina FB è nata proprio pubblicando la mappa della Nuova Via della Seta: nel frattempo la Cina, che corre veloce, si è comperata il porto del Pireo (Atene) e sta infrastrutturando i Balcani con linee veloci che arriveranno nel cuore della Mitteleuropa, a Budapest.

Adesso ci sono segni di risveglio dal letargo della catastrofica classe  politica e dirigente locale che, almeno a parole, si comincia a interessare, se non altro presenziando e blaterando ai convegni.
Adesso siamo contenti che qualcosa si muova ed avversari politici riconoscano che le nostre idee erano giuste, naturalmente non nominandoci mai.
E' un passo in avanti per la Rinascita di Trieste.

 Cliccando QUI trovate le slides del nostro intervento su "Ruolo del Porto Franco Internazionale di Trieste nei nuovi scenari geopolitici" del 6 maggio.

Dopo le due foto qua sotto, che diffondiamo da anni, trovate anche il testo dell' articolo del Piccolo, riportato in testa,  che illustra la "scoperta dell' acqua calda" da parte dei nostri illuminati governanti in tempo di elezioni.



IL PICCOLO 10/5/16
La via della seta e i Balcani si incontrano a Trieste Convegno di Ince e Bers per la presentazione delle potenzialità d’investimento della corazzata cinese in infrastrutture nell’area dell’Europa sudorientale
di Mauro Manzin

Trieste snodo lungo la via della seta che i cinesi stanno ripercorrendo nel verso opposto a quello di Marco Polo. Trieste come centro per lo sviluppo del know how, e come incubatrice di importanti progetti finanziari, industriali e commerciali che attraversando i Balcani giungono fino in Estremo oriente. Il volano che permette al capoluogo giuliano di poter svolgere questo ruolo è costituito dall’Iniziativa centroeuropea (Ince) che ha il suo segretariato proprio a Trieste. Ince che, assieme alla Banca per al ricostruzione e lo sviluppo europeo (Bers), con sede a Londra, ha organizzato il prossimo 19 maggio, al Teatro Verdi di Trieste un meeting con importanti banche e fondi cinesi relativamente alle possibilità di investimento nel settore delle infrastrutture marittime, ferroviarie e stradali lungo quella che, per l’appunto, fu ed è la via della seta, con un particolare focus sulle opportunità aperte dai mercati e dalle realtà dell’Europa sud-orientale. L’idea, come spiega il segretario generale dell’Ince, ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri, nasce dalla lunga collaborazione tra Ince e Bers. Bers che però questa volta ha voluto “alzare la posta” in gioco mettendo a frutto i suoi contatti con il mondo economico e finanziario cinese. Cina che, tra l’altro, è entrata da poco nel borad della Bers. L’ambasciatore Caracciolo ricorda come il Fondo Ince presso la Bers finanzia l’assistenza tecnica collegata agli investimenti della Bers stessa nei Paesi membri dell’Ince ma non appartenenti all’Ue (finanziamenti a fondo perduto per studi di prefattibilità e fattibilità). I fondi sono stanziati dall’Italia che dal 1992 ha versato 41,5 milioni di euro, di cui 23 milioni per progetti di assistenza tecnica. «Questi progetti - precisa Caracciolo - hanno permesso di mobilitare 4,9 miliardi di euro di investimenti nei Paesi beneficiari». «Più precisamente - precisa il segretario generale - ogni euro erogato dall’Ince ha generato circa 215 euro di investimenti da parte di Bers, istituzioni finanziarie internazionali, banche commerciali e partner locali». E a Trieste il prossimo 19 maggio gli imprenditori cinesi passeranno in rassegna tutti i progetti imprenditoriali in corso e di futura realizzazione lungo la via della seta. «Tutto è mirato a investimenti infrastrutturali - spiega Caracciolo - marittimi, ferroviari e stradali, ma anche sull’indotto, sul commercio e sulle piccole e medie imprese». «Un’occasione di primo piano per Trieste e l’Ince - sottolinea ancora l’ambasciatore - soprattutto alla luce degli sviluppi che si potranno trarre nell’area cinese. E sarà anche un’occasione per l’Italia per prendere contatto con i leader finanziari ed economici di Pechino visto che a breve è in cantiere una visita del presidente del Consiglio, Matteo Renzi in Cina». E che l’appuntamento assume un’importanza strategica anche per la Cina lo dimostra il fatto che al meeting, oltre agli interventi istituzionali, si stanno iscrivendo a proprie spese anche gli industriali cinesi (già una trentina hanno assicurato la loro presenza). Anche per questo Caracciolo di Vietri si augura che il meeting del 19 non rimanga un episodio ma sia piuttosto il primo di una serie di incontri periodici tra il Nordest italiano, i Paesi balcanici e i cinesi per parlare di sviluppo e cooperazione. E visto che i cinesi giungeranno a Trieste già il prossimo 13 maggio sera l’Ince sta già predisponendo tutta una serie di incontri tecnici con il Porto di Trieste, con il Polo scientifico-tecnologico e il Mib. Ma contatti si avranno anche con gli scali portuali di Fiume e Capodistria, «contatti - precisa Caracciolo - che io non leggo in chiave concorrenziale, ma in chiave di sistema visto che Trieste, Venezia, Capodistria e Fiume insieme non riescono a movimentare quanto da solo fa il porto di Rotterdam». Oggi l’incontro di Trieste sarà presentato in una conferenza stampa cui parteciperanno fra gli altri il segretario generale dell’Ince, Giovanni Caracciolo di Vietri, la presidente del Fvg, Debora Serracchiani e il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini.

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