RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 13 maggio 2016

FANTATURISMO IN PORTO VECCHIO - QUANTI TURISTI VERI VENGONO PER LA MOSTRA SUL LLOYD ? IL CRACK DELL' EXPO' E' UN SERIO AVVERTIMENTO PER LA "POLITICA DEI BLUFF" TURISTICI CARA AL PD.


E' noto da tempo agli operatori economici che l' Expo' di Milano è stato un crack dal punto di vista economico.
Perfino il "ligio al PD" Piccolo ne parla oggi in un articolo di cui, sotto, riportiamo il testo integrale da cui si ricava che l' EXPO':
 --- HA UN DEFICIT DI 1,258 MILIARDI FINANZIATO CON SOLDI PUBBLICI E RESTA UN DEBITO DI OLTRE 400 MILIONI
--- L' UNIVERSITA' DI VENEZIA CALCOLA UN AUMENTO DEL PIL (LORDO)  DI 1,4 MILIARDI SUL SISTEMA ITALIA A FRONTE DI 1,258 DI SOLDI PUBBLICI (la Bocconi valuta di più ma è noto che, dai tempi di Monti, Bocconi e Governo sono legati a doppio filo).

E' l' ulteriore conferma che queste iniziative sono economicamente perdenti e servono solo per il "prestigio" politico.

Bisogna cominciare a ragionare seriamente e coi piedi per terra dell' ipotesi di sviluppo turistico e urbanistico di Porto Vecchio che i Partiti della Nazione indicano come il vero futuro di Trieste.

Del Porto Vecchio Urbanizzato il PD parla come del PRINCIPALE FUTURO MOTORE ECONOMICO, ATTRATTORE PER  MILIONI DI TURISTI ALL' ANNO ecc.
Il cuore di questo presunto attrattore turistico sarebbe un "Museo del Mare" il cui cuore sarebbe costituito, come annunciato, dalla mostra del LLoyd in corso (clicca QUI).

Per valutare l' attendibilità di queste affermazioni chiediamo che vengano resi pubblici, prima delle elezioni, i dati ufficiali della Mostra sul Lloyd in Porto Vecchio che è il primo esperimento sul campo.

QUANTI TURISTI VERI ATTIRA VERAMENTE LA MOSTRA SUL LLOYD ?

Detratti locali, scolaresche e turisti che sono qui comunque?
E' possibile saperlo per valutare se le ipotesi di Cosolini sono credibili?

Inoltre lo stesso Advisor ha ricordato che per lanciare la nuova destinazione turistica di Porto Vecchio (fra 20-25 anni ?) saranno necessari continui Grandi Eventi e manifestazioni di peso internazionale (una al mese ha detto).
CHI PAGA TUTTO QUESTO ?
Se lo Stato Italiano è senza soldi e si grida al miracolo per un finanziamento CIPE di soli 50 milioni ancora da deliberare ?
Mentre solo l' Expò di Milano ne ha ricevuti 1.258 ed ha ancora debiti ?
E sapendo che che Porto Antico di Genova, con tanto di famosissimo Acquario, è in forte deficit cronico (clicca QUI)?

Non è che questi della urbanizzazione in chiave turistica di Porto Vecchio stanno facendo i conti senza l' oste?  Fantaturismo, insomma !?

Quando noi parliamo di Zona Franca Territoriale e dei suoi benefici abbiamo l' esempio, e i conti, di 3.500 zone franche in 130 paesi che danno lavoro a 66 milioni di persone.
Abbiamo anche l' esempio, e i conti, della Zona Franca Extradoganale di Livigno che da miserabile è diventato il comune più ricco d' Italia.

I conti dell' Expò e del Porto Antico di Genova, che è in grave deficit finanziario cronico (QUI un altro articolo), non depongono a favore delle fantasie dei Partiti della Nazione nostrani.

Chi ripianerà i deficit strutturali? Il Comune (noi)?

NON E' CHE STANNO TIRANDO LA CITTA' IN UN CRACK SENZA SENSO ECONOMICO ?
E IMMOBILIZZANDO PORTO VECCHIO IN UN ITER BUROCRATICO E UN PROGETTO LUNGHISSIMO DI ESITO INCERTO E SENZA INVESTITORI (DA UN ANNO E MEZZO NON SI PUO' PIU' FARE NIENTE IN ATTESA DELLA REALE SDEMANIALIZZAZIONE) ?


QUI ci sono le nostre proposte per Porto Vecchio e Zona Franca, clicca.

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Ecco il  testo integrale dell' articolo del Piccolo:
Per Expo spesi 2,2 miliardi
oltre la metà soldi pubblici
La relazione del liquidatore della società. Guerra di cifre sui crediti dalle bonifiche
Per andare in pareggio il biglietto sarebbe dovuto costare poco più di 100 euro

di Andrea Di Stefano
◗ MILANO
Oltre due miliardi di euro di
costi. Patrimonio netto di 23
milioni al netto dei costi di gestione
sino allo scorso 28 febbraio.
Sono i numeri che emergono
dalla relazione del liquidatore
della società Expo Milano
2015 che saranno portati
all’esame dell’assemblea il
prossimo 27 maggio. Per la
precisione da quando è nata,
nel 2009, a quando ha chiuso i
battenti, nel 2015, la società
Expo è costata 2,254,7 miliardi
di euro. Ha chiuso con un patrimonio
netto pari a 30,7 milioni
che considerando i 7,7
milioni per la gestione fino al
18 febbraio 2016, si riduce a 23
milioni di euro. Expo è stata finanziata
per 1,258 miliardi
con contributi pubblici, 944
milioni di ricavi gestionali e
168,9 milioni di altri ricavi. Dalla
vendita dei biglietti ha ricavato
421,3 milioni, dalle sponsorizzazioni
353,7 milioni,
dall’affitto degli spazi ai Paesi
partecipanti 19,2 milioni. Se
non ci fossero state risorse
pubbliche per quasi 1,3 miliardi
la società avrebbe dovuto
vendere i biglietti ad almeno
100 euro l’uno per tentare di
compensare le spese complessive
sostenute. Le concessioni
di spazi e servizi di Padiglione
Italia hanno generato ricavi
per 29,2 milioni di euro, le royalties
sul cibo e il merchandising
a 27,8 milioni. È stato confermato
che Expo 2015 nell’anno
dell’esposizione universale
è andata in perdita per 32 milioni,
su un totale di più di 700
milioni di entrate.
Oggi nei conti della società
che è amministrata da un collegio
di liquidatori guidata da
Alberto Grando, pesano, enon
poco, i crediti vantati per 279,3
milioni di euro già svalutati
per 59,7 milioni. Questi crediti
sonocompensati in gran parte
dai debiti, per 148,8 milioni
nei confronti dei medesimi
soggetti. Pertanto i crediti netti
esigibili risultano essere 70,8
milioni di euro a fine anno. Di
questi, 32,9 milioni sono stati
incassati al 18 febbraio 2016.
Rimangono da incassare ulteriori
37,9 milioni di euro. Nelle
pieghe del bilancio del liquidatore
c’è poi il nodo delle bonifiche:
la società Arexpo che ha
messo a disposizione le aree
aveva stimato menodi 7 milioni,
Expo Spa aveva sostenuto
spese per complessivi 86,6 milioni
(tra bonifiche e movimento
terra). Proprio un mese fa la
società in liquidazione ha raggiunto
un accordo con Arexpo
che le permetterà di incassare
5,7 milioni per le bonifiche
mentre per il movimento terra
si finirà in tribunale perché il
collegio dei periti ha stabilito
al massimo che spetterebbe
adExpo 29 milioni.
Numeri che sembrano non
collimare per nulla con quelli
del bilancio pubblicato ieri dal
liquidatore che ha contabilizzato
82,6 milioni di euro da ricevere
dai proprietari delle
aree. A fine 2015 i debiti ancora
da liquidare ammontano a
406,8 milioni di euro, di cui
148,8 milioni di euro compensati
da crediti di pari importo
verso gli stessi soggetti, per un
totale netto di 258 milioni di
euro. Ad essi vanno aggiunti
57 milioni di euro di atti transattivi
con le imprese appaltatrici
accantonati a fondo. Anche
le università si dividono
sulla valutazione dell’impatto
economico dell’evento: se la
Sda Bocconi stima un impatto
di pil aggiuntivo di 4,2 miliardi
di euro sull’intera Italia e di 2
miliardi per la sola città di Milano,
l’Università di Venezia
valuta, invece, in 1,4 miliardi
l’effetto dei visitatori dell’evento
sul sistema Italia ridimensionando
soprattutto l’effetto
non solo turistico.





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