RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 6 aprile 2016

CORRUZIONE: ITALIA PEGGIORE IN EUROPA - Proposti impacchi d' acqua fresca e solenni moniti


#TriesteAmministrative
CORRUZIONE: L’ ITALIA LA PEGGIORE IN EUROPA.

PROPOSTA  LA SOLITA LITANIA RETORICA CHE "BISOGNA PARTIRE DALLA SCUOLA" E L' ENNESIMO "CODICE ETICO", STAVOLTA IN COMUNE E GIUSTO PRIMA DELLE ELEZIONI - 

POSSIBILE CHE QUESTI VOGLIANO ANCORA RESTARE IN UN PAESE IRRIFORMABILE E DESTINATO AL TRACOLLO?


Oggi il Piccolo ospita un articolo di Franco Belci, segretario regionale CGIL, che denuncia i danni della corruzione, che vede l' Italia primatista europea al secondo posto dopo la Bulgaria.
La soluzione proposta?
Il varo dell' ennesimo "codice etico" in Comune, di cui tutti si faranno un baffo, come adesso delle leggi e del rispetto del ruolo istituzionale.


E, naturalmente, la solita solfa delle prediche ai bambini nelle scuole in perfetto scolastichese: "
Ma forse ciò che più serve è un'azione politica e culturale diffusa con iniziative che partano dalle scuole e facciano capire che senza regole ed etica il Paese non uscirà dalla crisi."

Bisogna avere invece il coraggio di dire la verità: lo Stato Italiano è intimamente corrotto da sempre e la corruzione è diffusa nella società italiana come un cancro in metastasi, come dato antropologico derivato da quello che i sociologi chiamano "familismo amorale", contro cui non sono mai state fatte campagne di bonifica radicale, e che è alla base anche del radicamento sociale della criminalità organizzata.

Il ceto politico e dirigente è il prodotto che autoalimenta e amplifica questa società marcia, che tutti conoscono ed è oggetto di libri, spettacoli, battute e film (come anche l' ultimo di Checco Zalone: enorme successo italiano perchè tutti si identificano).

E' pia illusione sperare di curare questo cancro con l' aspirina di nuovi regolamenti e di predicozzi nelle scuole.

L' Italia andrà a sbattere come la nave di Schettino, emarginata ed isolata nel Sud dell' Europa: e la chiusura dei confini austriaci sono solo un primo segnale di quello che verrà.

Da questo naufragio FORSE nascerà la voglia e la consapevolezza di cambiare rotta e rigenerare il tessuto sociale e politico: ma sarà una vicenda traumatica.

Ancora non hanno capito che i Triestini, che provengono da ben diversi modelli di organizzazione statale e sociale, non hanno intenzione di farsi trascinare in questo sfacelo.

Tra non molto questa realtà sarà sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che sperano che le cose si metteranno a posto da sole, e le scelte saranno necessarie: perchè le belle parole delle maestre in classe e i regolamenti scritti sulla carta non basteranno.


"Corruptissima re publica plurimae leges"- Tacito
(moltissime sono le leggi - e i Codici Etici ndr - quando lo Stato è molto corrotto)


Ecco il testo:
Corruzione, Italia seconda in Europa dopo la Bulgaria 
di Franco Belci.
Secondo una recente statistica di Transparency International, l'Italia è, dopo la Bulgaria, il Paese più corrotto d'Europa. Il dato non solo è drammatico sul piano della credibilità istituzionale e politica, ma ha riflessi pesanti anche su quello economico. E' stato calcolato che la corruzione sottrae al bilancio pubblico circa 60 miliardi all'anno, cui si aggiungono gli oltre 100 dell'evasione fiscale e i 43 di quella contributiva. Se si disponesse di queste risorse sarebbe possibile, per fare un solo esempio, varare un piano di investimenti pubblici capaci di far ripartire l'economia e creare occupazione, com'è avvenuto negli Stati Uniti. Le politiche di contrasto a questo tipo di illegalità si sono affidate a norme spesso ambigue e perciò aggirabili, in quella che appare talvolta una sorta di tollerata convivenza tra legalità e illegalità. L'attuale governo, dopo gli iniziali annunci, non ha avuto il coraggio di invertire la tendenza frenato da alcuni degli interessi rappresentati al suo interno, ma anche perché è sempre più labile nella classe politica italiana la convinzione che la tensione etica debba costituire un presupposto indispensabile per ridare credibilità alla politica. Eppure non sono troppo lontani nel tempo esempi di Paesi nei quali il livello di corruzione ha generato sfiducia nelle istituzioni aprendo la strada a crisi politiche ed economiche, e osservatori attenti attribuiscono le attuali difficoltà della Cina al diffondersi del fenomeno. In assenza di un agire orientato al bene comune il riferimento principale appare, sempre più spesso, quello degli interessi che, in Parlamento o al governo, si rappresentano. Ultimo esempio in ordine di tempo il comportamento che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi, nel quale è evidente lo scarso rispetto del ruolo istituzionale o forse un'inaccettabile inconsapevolezza dei doveri che ne derivano. Non è più rinviabile quel ripensamento profondo della politica e delle sue regole che costituisce la più necessaria anche se la più difficile delle riforme. Bisognerebbe cominciare dai fondamentali, riconoscendo che vanno evitati non solo i comportamenti illegittimi, ma pure quelli inopportuni, che allargano ulteriormente le maglie di un lassismo già troppo diffuso. Altrimenti, passo dopo passo, si rischia di stravolgere la funzione dei ruoli istituzionali facendone trampolini per il privilegio, piccolo o grande che sia. Sta qui uno dei limiti più gravi dell'azione di questo governo: quando il mantra della (autodichiarata) efficienza assorbe ogni altro riferimento e non è percepibile un quadro esplicito di principi e valori cui ispirarsi, il cambiamento non ha una direzione e un senso, e prevale spesso il puro esercizio del potere che ciascuno esercita rispondendo innanzitutto ai propri riferimenti. Pensiamo che sia urgente affrontare il tema con fermezza e decisione a ogni livello di amministrazione e per questo abbiamo segnalato, nella lettera pubblica inviata al sindaco, la necessità di farne un punto qualificante dell'azione della prossima amministrazione per quelle che sono le competenze del governo locale. Abbiamo indicato qualche veloce proposta: un codice etico che riguardi gli assessori e i consiglieri, regole che evitino conflitti d'interesse nell'amministrazione, parametri per verificare la compatibilità degli incarichi e indicazioni per evitarne la proliferazione, individuazione di prassi e procedure capaci di favorire trasparenza amministrativa e accessibilità agli atti, lotta all'evasione. Ma forse ciò che più serve è un'azione politica e culturale diffusa con iniziative che partano dalle scuole e facciano capire che senza regole ed etica il Paese non uscirà dalla crisi.

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