"Per ora importa suscitare l' interesse e la coscienza del pubblico che deve tornare ad occuparsi dei grandi problemi dell' evoluzione economica..." Max Fabiani.
E' quello che stiamo cercando di fare con gli articoli di questi giorni riguardanti la progettata Idrovia Trieste-Danubio che trae spunto dalla notizia del progetto cinese di collegare la Grecia al Danubio.
Nei precedenti articoli abbiamo ricordato che esiste dai tempi di Maria Teresa il progetto di collegare Trieste al Danubio, che tale progetto è esplicitato nell' art 4 dell' allegato economico al Trattato di Osimo insieme alla Zona Franca Transfrontaliera (e su questa base Gorizia richiede una Zona Franca Isontina che la Ue non può contestare perchè prevista da un trattato recepito, mentre la politica triestina tace sulla necessaria No Tax Area da affiancare all' extraterritorialità doganale del Porto Franco).
Gli studi prevedono due ipotesi del punto di sbocco del canale: quello più antico indica Monfalcone, quello più recente invece indica Muggia (clicca sulle rispettive immagini).
Gli studi prevedono due ipotesi del punto di sbocco del canale: quello più antico indica Monfalcone, quello più recente invece indica Muggia (clicca sulle rispettive immagini).
SBOCCO A MONFALCONE
Entrambi i progetti sono definiti fattibili e concreti: il primo dal Convegno di Grado dell' ottobre 1984 cui hanno partecipato 450 tecnici e il Ministro degli Esteri Andreotti, il secondo dal Politecnico di Milano .
Qui sotto c' è il video dell' impianto di sollevamento navi di Louis/Arzwiller in Francia sul canale Reno-Marne che consente di superare i dislivelli senza l' uso di numerose chiuse.
Non può sfuggire che tutti i grandi porti del Nord Europa sono efficacemente collegati con la fitta rete di canali e idrovie
che percorrono il continente e che il trasporto fluviale di merci pesanti costa un cinquantesimo del trasporto terrestre ed inquina molto di meno.
Non può sfuggire che rappresenterebbe un vantaggio competitivo importante avere l' imbocco di un canale navigabile che colleghi Trieste al bacino del Danubio, e da lì a tutta Europa, vicinissimo al futuro Terminal Container del molo VIII, inserito nella Nuova Via della Seta, e dai Punti Franchi utilizzati per insediamenti industriali.
Non può sfuggire che c'è bisogno di investimenti in infrastrutture utili per rilanciare l' economia (moltiplicatore keynesiano...).
Non può sfuggire che Trieste dovrebbe far parte di organismi internazionali che discutono di queste tematiche come la Macroregione Danubiana, di cui Koper fa parte ma Trieste no per miope scelta italiana.
Non può sfuggire che c' è bisogno di parlare delle prospettive economiche di Trieste invece dei sciocchezzai quotidianamente proposti dal "marketing politico".
Che il dibattito pubblico si occupi di queste cose che sono serie così come è serissima la Nuova Via della Seta di cui parliamo da anni, all' inizio isolati ...cerchiamo di non lasciarci sopravanzare come la questione del canale greco sembra indicare...
Ricollegare Trieste al suo entroterra naturale è la priorità.
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