RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 1 luglio 2017

TRIESTE E SINGAPORE ACCOMUNATE DAL CANALE DI SUEZ - LA STORIA E L' ECONOMIA DI SINGAPORE per i nostri lettori



Non è molto noto che sia il Porto di Trieste che il Porto di Singapore devono entrambi il loro sviluppo al Canale di Suez, recentemente raddoppiato,  e alla cui costruzione Trieste ha dato un notevole contributo anche con l' Impegno del Barone Revoltella.

Due fatti contribuirono oltremodo ad aumentare l’importanza dell’isola di Singapore: l’apertura del Canale di Suez nel 1869 e l’avvento dell’uso del telegrafo come mezzo di comunicazione.
In questo modo Singapore diventò a tutti gli effetti un nodo di scambio commerciale tra Europa e sud est asiatico.


Singapore è una Città-Stato indipendente dal 1965.


716 km². Popolazione: 3.844.800 ab. (stima 2013). Lingua: cinese, inglese, malesetamil (ufficiali). Religione: buddhisti 33,3%, taoisti 10,9%, musulmani 14,7%, non religiosi/atei 17%, cristiani 18,3%, induisti 5,1%, altre religioni 0,7%. Unità monetaria: dollaro di Singapore 


Economia: generalità

Singapore è uno degli stati economicamente più avanzati dell'Asia; secondo solo al Giappone (esclusi i Paesi del Medio Oriente), esso presenta uno dei PIL pro capite tra i più alti del mondo (38.972 $ USA) e un PIL di 181.939 ml $ USA (2008). Il grande sviluppo della moderna economia di Singapore iniziò verso la metà del sec. XIX grazie all'attività del suo porto che, sin dalle origini, ebbe una prevalente funzione di smistamento per i commerci del Sudest asiatico. Un così organico e rapido sviluppo economico ha una prima e ben precisa giustificazione posizione geografica del Paese particolarmente favorevole, dato che il porto di Singapore è situato al punto d'incrocio di tutte le vie marittime dell'Oceania e dell'Estremo Oriente da e per l'Africa e l'Europa (vi transitano infatti ben 400 delle principali linee di navigazione mondiali), quantunque le cifre relative al peso delle merci scambiate siano ben lontane da quelle dei porti per esempio dei Paesi arabi (i quali, però, sono per lo più solo dei terminal petroliferi). Avvantaggiato dall'ottima organizzazione di una struttura economica largamente basata sui traffici internazionali (tra l'altro Singapore svolge anche la funzione di sbocco commerciale di molti prodotti della Malaysia, in particolare il caucciù e lo stagno), il Paese riuscì a passare relativamente indenne o comunque a riassorbire in breve arco di tempo le ripercussioni della gravissima crisi economica mondiale degli anni 1973-74; parimenti il ritiro statunitense dal Viet Nam (1975), verso il quale Singapore aveva svolto in precedenza un intenso traffico d'esportazione, non influì in misura determinante sull'andamento commerciale del Paese. Grazie a una struttura economica molto elastica e contemporaneamente facendo il più ampio ricorso al capitale estero, Singapore ha inoltre saputo potenziare le proprie basi produttive, sviluppando con enorme successo l'attività industriale sin dall'indipendenza e ancor di più durante la crisi degli anni Settanta. Numerose sono ormai le multinazionali che hanno installato nel piccolo Stato parte dei loro impianti, specie quelli riguardanti produzioni altamente qualificate, a cominciare dalle più avanzate industrie elettroniche. Fattori non meno importanti che hanno favorito l'ascesa economica di Singapore sono derivati da motivazioni finanziarie d'ordine internazionale. L'insediamento di numerose filiali delle maggiori banche mondiali (alla fine del 2007 operavano a Singapore 112 banche, di cui oltre un centinaio estere) ha fatto sì che il piccolo Stato sia divenuto un validissimo tramite finanziario tra i mercati occidentali da un lato e quelli orientali e dell'Australia dall'altro. La struttura economica che si è venuta formando richiama per molti aspetti quella di Hong Kong di cui Singapore si può dire ripeta le funzioni di “capitale” dell'affarismo asiatico o addirittura mondiale: si tratta di una competizione sostenuta con successo, come testimonia il fatto che Singapore dal 1988 ha superato la concorrente per importanza del mercato valutario, collocandosi, nell'area del Pacifico, solo alle spalle di Tōkyō. Avviate politiche di liberalizzazione e introdotte misure per la riduzione del costo del lavoro, sospinto verso l'alto dalla sopraggiunta scarsità di manodopera, il governo ha quindi incoraggiato le imprese operanti a Singapore a trasferire le attività a minor valore aggiunto nei Paesi confinanti, soprattutto verso gli altri due poli del cosiddetto “triangolo dello sviluppo” (la regione di Johor in Malaysia e le isole indonesiane Riau), nell'intento di riqualificare la struttura produttiva nazionale adeguandola alle mutate caratteristiche della forza lavoro ovvero indirizzando sempre più l'isola a divenire polo terziario internazionale per il Sudest asiatico. Indicativo delle tendenze in atto è, del resto, l'elevato grado di terziarizzazione già raggiunto e, più specificamente, il forte contributo economico fornito dai settori finanziario e bancario. L'orientamento favorevole all'internazionalizzazione si è manifestato inoltre nella ricerca di nuovi e più vasti mercati e negli investimenti delle varie società pubbliche negli Stati Uniti. L'economia del Paese ha recentemente vissuto a metà degli anni Novanta del Novecento una fase di recessione, seguita da ulteriori periodi di flessione della crescita. Nel 1996 Singapore è intervenuto in favore delle economie thailandese e indonesiana, a cui è legata, ma l'anno successivo, a causa della crisi finanziaria asiatica, la sua crescita ha subito un'ulteriore battuta d'arresto. Nel periodo 2001-2003 alcune ripercussioni su Singapore, le hanno esercitato la crisi dei mercati di componenti elettronici e dell'alta tecnologia e la diffusione dell'influenza aviaria (SARS,che ha colpito il turismo e i consumi). Il Paese, che intrattiene rapporti commerciali con Stati Uniti e vari Paesi nell'ambito dell'ASEAN, ha stabilito nel 2002 nuovi accordi di libero scambio con Giappone, Australia e Nuova Zelanda e ha avviato trattative con l'Unione Europea per stabilire un FTA (Free Trade Agreement). Nei primi anni del Duemila il prorompente ingresso della Cina e dell'India nei mercati (con prodotti dell'industria tessile, elettronica, informatica ecc.) ha dato vita a una situazione di concorrenza regionale a cui Singapore ha risposto orientandosi verso nuovi comparti industriali (biotecnologie) e potenziando i servizi finanziari in vista di una riduzione della produzione manifatturiera tradizionale. Gli investimenti produttivi e finanziari stranieri continuano a essere incoraggiati dalle ampie agevolazioni fiscali.

Economia: industria e risorse minerarie

L'industria è in continuo sviluppo, basata essenzialmente sulla trasformazione di materie prime d'importazione; l'alta tecnologia, più in particolare, fornisce da sola ca. il 57% dei manufatti esportati. Il Paese, pur privo di risorse petrolifere (oltre che minerarie in genere), ha nell'isola di Bukum una delle più grandi raffinerie del mondo e numerose industrie petrolchimiche; utilizzano petrolio d'importazione anche le centrali termiche; del pari varie industrie chimiche lavorano caucciù di provenienza malese. L'elevato movimento portuale ha favorito il sorgere – soprattutto a Jurong, dove si trova la massima concentrazione industriale dello Stato – di poderosi complessi meccanici (motori, macchinari di vario tipo) e cantieristici; questi ultimi sono adibiti, oltre che alla riparazione e alla manutenzione delle navi, a lavorazioni assai specializzate, come quelle relative alle piattaforme galleggianti per le ricerche petrolifere. Non mancano settori, essi pure fiorenti, di più tradizionale impianto, come il tessile, l'alimentare (oleifici, birrifici, conservifici ecc.), quelli delle manifatture di tabacchi e dei cementifici e così via; ; negli anni Novanta del Novecento hanno registrato particolare dinamismo l'industria elettronica e la meccanica di precisione. Di più recente sviluppo è l'industria farmaceutica, delle nanotecnologie e di prodotti biomedicali; nel 2001 è iniziata la costruzione del centro di ricerca , la città delle scienze biomediche intorno a cui gravitano laboratori di sviluppo di grandi case farmaceutiche, oltre a vari servizi (residenziali, ricreativi, commerciali).

Economia: commercio, comunicazioni e turismo

Il terziario impiega più dei due terzi della forza lavoro e contribuisce a circa il 65% del PIL. Singapore è il maggior centro congressi e fieristico di tutta l'Asia. Il sistema finanziario è avanzato e altamente sviluppato. Gli scambi commerciali sono naturalmente assai intensi, dato che l'economia di Singapore si basa sull'importazione di materie prime (petrolio, materie prime industriali in genere ecc.) e alimentari e sull'esportazione di prodotti finiti o semilavorati (derivati del petrolio, macchinari e mezzi di trasporto, apparecchiature ad alta tecnologia ecc.); gli scambi si svolgono essenzialmente con gli Stati Uniti, la Malaysia, la Cina, il Giappone. La bilancia commerciale è comunque in attivo. § Per quanto riguarda le comunicazioni, Singapore presenta un'efficientissima rete stradale, che si sviluppa per ca. 3262 km; un ponte sullo stretto di Johor, su cui passano un'autostrada e una linea ferroviaria raccordata con la ferrovia malaysiana, congiunge l'isola alla penisola malese. Già evidenziata la mole e l'importanza dell'attività portuale, resta da sottolineare che Singapore dispone tra l'altro di un'ottima marina mercantile, che totalizza ca. 30 milioni di t di stazza (2006). Molto attivo è anche il traffico aereo che si avvale degli aeroporti di Changi e Seletar. § Una voce assai importante nell'economia nazionale è data dal turismo, che registra una crescente espansione; nel 2006 il Paese è stato visitato da oltre 9 milioni di stranieri.

Economia: agricoltura, allevamento e pesca


Nell'ambito del settore primario, cui si dedica complessivamente solo lo 0,7% della popolazione attiva, l'agricoltura è praticata in modo intensivo, ma data la ridottissima estensione del territorio e in particolare delle aree coltivabili, peraltro assai fertili, le produzioni sono ovviamente molto limitate. Oltre ai prodotti tipici locali (noci di cocco, patate dolci, manioca) si coltivano tabacco, ortaggi, frutta (banane, ananas, agrumi) e fiori (orchidee), mentre non mancano le piantagioni da cui si ricava la gomma naturale. § Quanto all'attività zootecnica, si pratica, come in tutto il Sudest asiatico, l'allevamento dei suini; numerosi sono inoltre i volatili da cortile. § Attività tradizionale è la pesca, ma la quantità del pescato è del tutto insufficiente al fabbisogno locale che per questo, come per altri generi alimentari, deve ricorrere agli acquisti dall'estero. Un settore particolare, che in breve ha assunto grande rilievo, è quello dei pesci ornamentali da acquario.

Generalità

Stato insulare dell'Asia, situato all'estremità meridionale della penisola malese e separato dal continente dall'esiguo stretto di Johor. Il territorio comprende numerose altre isole minori tra cui quelle di Tekong e Ubin, nello stretto di Johor, e Blakang Mati, a S di Singapore. Pochi luoghi come Singapore sono così profondamente legati al periodo del colonialismo britannico, di cui sono rimaste tracce e condizionamenti nelle successive evoluzioni economiche e sociali del Paese. Posto al crocevia tra gli oceani Indiano e Pacifico, fu scelto come uno degli anelli fondamentali della cintura di basi strategiche create dagli inglesi tra mondo arabo ed Estremo Oriente e, benché geograficamente un lembo malese, Singapore si andò popolando essenzialmente di cinesi, attratti dalle possibilità offerte da un luogo contraddistinto da grande dinamismo economico. Resasi definitivamente indipendente anche dalla Malaysia la città-stato di Singapore si è mostrata sempre più integrata nel mondo occidentale, anche grazie al suo straordinario sviluppo nel settore industriale, incentrato sulla componentistica ad alta tecnologia e nelle attività terziarie. Nonostante abbia subito, nell'ultimo decennio del XX secolo, il contraccolpo della crisi che ha investito le “Tigri asiatiche” (i Paesi emergenti del Sudest asiatico) e la flessione dovuta al rallentamento nei mercati mondiali dei settori chiave dell'economia nazionale, la “città del Leone” (l'antico nome in sanscrito di Singapore) ha saputo superare la recessione puntando sull'allargamento dei partner commerciali, sulla diversificazione interna e soprattutto valorizzando i tratti peculiari della propria cultura: sincretismo e multiculturalità. Il ricorso a risorse eterogenee e lo sfruttamento di esperienze alternative è evidente anche nel tessuto sociale, dove la commistione tra stili e culture si mostra a partire dal cambiamento architettonico delle città: grattacieli a fianco di templi indù, moschee o santuari buddhisti; quartieri cinesi, arabi e indiani che si ritagliano un posto nelle aree più occidentali dei centri urbani. 

Storia

L'isola doveva già costituire un centro di rilievo nel sec. XIV, quando fu invasa e devastata da truppe giavanesi. Nel 1819 sir Thomas Stanford Raffles la acquistò dal sultano di Johor e ne fece una sede della Compagnia inglese delle Indie Orientali. L'isola fu incorporata nella colonia degli Stabilimenti dello Stretto nel 1826 e sei anni più tardi ne divenne la capitale. Durante la seconda guerra mondiale (15 febbraio 1942) fu occupata dalle truppe giapponesi che costrinsero alla resa la guarnigione inglese. Alla fine del conflitto (settembre 1945) tornò in possesso degli inglesi che ne fecero una colonia autonoma. Il regime coloniale si allentò alquanto nel 1955 in seguito alla concessione di una Costituzione. Nel 1959 Singapore divenne uno Stato indipendente nell'ambito del Commonwealth britannico, ma gli inglesi detennero il controllo degli affari esteri e della difesa del nuovo stato. Nel settembre 1961 Singapore si unì alla Federazione della Malesia che, due anni dopo, si costituì in Federazione della grande Malesia o Malaysia, ma nell'agosto del 1965 se ne distaccò per dichiararsi indipendente e darsi quindi un ordinamento istituzionale repubblicano. Singapore è stata governata, dal giorno dell'indipendenza al 1990, da Lee Kwan Yew del PAP (People's Action Party). L'amministrazione di Lee Kwan Yew, filoccidentale in politica estera e liberista in economia, ha fatto di Singapore una delle maggiori piazze finanziarie del mondo e un vero colosso industriale, nonostante l'esiguità della popolazione. Soprattutto nei settori ad alta tecnologia, Singapore è riuscita ad inserirsi tra i primi quattro o cinque produttori mondiali. Non sono però mancate accuse di autoritarismo e insofferenza nei confronti delle opposizioni. Nel 1985 Singapore ha comunque raggiunto un tenore di vita simile, o addirittura superiore, a quello della Germania occidentale. Nella seconda metà del decennio è perdurata la stabilità politica del Paese, malgrado siano comparsi sulla scena politica alcuni partiti d'opposizione che hanno raggiunto anche apprezzabili riscontri elettorali: istituzionalizzata la loro presenza con un emendamento costituzionale nel 1984, essi hanno infatti guadagnato due seggi nelle elezioni del 1988 e quattro in quelle del 1990 e del 1991, dando rappresentanza alle rivendicazioni liberali della classe media di recente formazione. Dal novembre 1990 capo del governo è divenuto Goh Chok Tong, già vice primo ministro. Nell'agosto 1993 si sono svolte le prime elezioni presidenziali a suffragio universale, vinte, in assenza di candidati dell'opposizione, da Ong Teng Cheong, già vice primo ministro e presidente del PAP. Nel 1996 il Parlamento approvò una serie di emendamenti costituzionali diretti a limitare i poteri del capo dello stato. In politica estera hanno registrato sensibili miglioramenti le relazioni con la Malaysia e l'Indonesia, mentre dal 1990 sono state stabilite relazioni diplomatiche con la Cina. Nelle elezioni del gennaio 1999 il PAP ha conquistato nuovamente la maggioranza assoluta, eleggendo Sellapan Ramanthan Nathan presidente (riconfermato senza votazioni nel 2005). Nel 2003 il governo ha firmato un accordo di libero scambio con il Giappone. Lee Hsien Loong, figlio dell'ex primo ministro Lee Kwan Yew, diventava primo ministro nel 2004. Nel maggio 2006 si svolgevano le elezioni generali, per la prima volta con più di un candidato, e venivano vinte dal PAP con 82 seggi su 84; simile risultato anche alle elezioni del 2011, anche se l'opposizione riusciva a ottenere sei seggi. Nel marzo 2015 moriva Lee Kwan Yew, padre fondatore del Paese.







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