Il pensiero dei Pacorini è stato ben espresso dal fratello Roberto cui è passata l' azienda di famiglia:
Sono senza pudore...
Poi c'è la materializzazione del detto "il bue che da del cornuto all' asino" con Cosolini che rimprovera un Dipiazza intronato che attribuisce il merito alla Monassi.
Il fatto è che Cosolini, come tutti gli alfieri dell' urbanizzazione e "sdemanializzazione" di Porto Vecchio ha costantemente e pesantemente attaccato la funzione dei Punti Franchi.
Ad esempio Cosolini in un confronto pubblico con il Comitato Lavoratori Portuali Trieste aveva definito " status irragiungibili le richieste di applicazione dell'Allegato VIII " (clicca QUI)
Roberto Cosolini, intervenendo al convegno “Il futuro di Trieste passa per il porto. Allegato VIII del Trattato di pace”, organizzato dall’Unione sindacale di base e dal Coordinamento dei lavoratori del porto. Il sindaco, davanti a una sala gremita, non è entrato nel merito di ricostruzioni giuridiche circa lo status del porto e della città «che mi sembrano confutabili e su cui la discussione sarebbe probabilmente inutile, perché lo sviluppo della scalo non si ottiene inseguendo status irraggiungibili».
Non poteva mancare il dichiaratore seriale sen. Russo che pure, per giustificare la sua "sdemanializzazione" ed eliminazione del Punto Franco di Porto Vecchio, aveva ripetutamente denigrato l' istituto "anacronistico" dei Punti Franchi.
In particolare il PD triestino aveva sviluppato, a partire dal deputato europeo Giorgio Rossetti, un' autentica ideologia basata sull' inutilità dei Punti Franchi e delle Zone Franche nel Mercato unificato europeo e nella globalizzazione: esattamente il contrario della realtà come l' interesse cinese per le Zone Franche lungo la Nuova Via della Seta dimostra.
Infatti la Cina ha basato il suo travolgente sviluppo sulle Zone Economiche Speciali che adesso esporta nei paesi confinanti come il Kazakistan.
Infatti la Cina ha basato il suo travolgente sviluppo sulle Zone Economiche Speciali che adesso esporta nei paesi confinanti come il Kazakistan.
Ma guardare al di là del proprio naso non è abitudine di questa sedicente "classe dirigente" locale che adesso sgomita per montare sul carro del "Porto Franco" finora ignorato per inseguire inconsistenti fantasie turistiche in Porto Vecchio.
Ne vedremo ancora delle belle...
Monumento alla "classe dirigente" triestina
Nessun commento:
Posta un commento