RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 11 luglio 2017

TRIESTE CITTA' INTERNAZIONALE ED EUROPEA - PORTO FRANCO INTERNAZIONALE ED EUROCAPITALE DELLA SCIENZA - PORTO MEDITERRANEO DELLA MITTELEUROPA - LA SITUAZIONE E' ECCELLENTE -


Sono tutte internazionali le principali risorse ed eccellenze di Trieste: il Porto Franco Internazionale con i suoi Punti Franchi e la rete ferroviaria internazionale ereditata dall’ Impero, il Centro Internazionale di Fisca Teorica Abdus Salam,  la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, internazionale è la comunità scientifica e internazionali sono le imprese nate e che si sviluppano nell’ Area di Ricerca, internazionali le opportunità di sviluppo legate ai nuovi assetti geopolitici globali che stanno maturando.

Su queste basi internazionali si sta rifondando la rinascita ed il futuro di Trieste.


Il Porto Franco Internazionale di Trieste sembra avere un nuovo forte impulso che lo porterà ad essere lo snodo multimodale tra nave e ferrovia sulle Nuove Vie dalla Seta.
I suoi Punti Franchi verranno finalmente utilizzati in modo produttivo per favorire insediamenti industriali di imprese internazionali per rimediare ad una drammatica deindustrializzazione subita da decenni. 


Spingono in questo senso gli assetti geopolitici mondiali in evoluzione e la consapevolezza acquisita, dopo anni di sollecitazioni e lotte, della solidità dell’ impianto giuridico internazionale del Porto Franco derivante dal Trattato di Pace del 1947, finora misconosciuto da una classe politica e dirigente locale inetta, rimbecillita dal nazionalismo e succube di Roma.


La comunità scientifica triestina che si è sviluppata grazie agli investimenti di Agenzie Internazionali in prevalenza dell' ONU sui centri di eccellenza come il Centro Internazionale di Fisica Teorica (che gode addirittura di extraterritorialità) e la SISSA ha messo in campo una squadra formidabile di prestigiosi scienziati internazionali che ha fatto di Trieste la Capitale Europea della Scienza nel 2020.
Come ha detto Fantoni annunciando la vittoria:  "La commissione ha riconosciuto Trieste come città dell’Europa centrale. L’evento si rivolgerà a una platea di 240, 250 milioni di persone, considerando tutti i paesi interessati".

Fantoni “ha evidenziato le 164 lettere di supporto ricevute dalla candidatura di Trieste e provenienti da Italia, Austria, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Georgia, Montenegro, Repubblica Ceca, Romania, Ucraina e Ungheria (eppure c'è chi parla di "vittoria italiana" e tarocca il logo dell' iniziativa aggiungendoci tricolori: meschinità ...). 

Sono successi importanti e tali da indurre ottimismo sul futuro.

Come sempre i carri che sembrano vincenti si affollano di sedicenti “vincitori”, in primis una classe politica che definire scadente e priva di visione strategica è oltremodo generoso.

Sul Porto Franco Internazionale e su Trieste Eurocapitale della Scienza si tentano continuamente di piantare ridicoli e anacronistici tricolori nazionali  e vantare meriti inesistenti.

Dà un enorme fastidio vedere incapaci totali e  sabotatori seriali dei Punti Franchi che hanno ridotto Trieste ad una
specie di Paperopoli 
 intestarsi meriti grazie anche a giornali corrivi come la Gazzetta di Paperopoli detta il Bugiardello che tra l' altro ha una pagina pubblicitaria che cita la Trieste Futura di Pacorini, l' iniziativa fallita su Porto Vecchio che non c' entra  assolutamente niente con la vittoria odierna: meschinità ... 


Tuttavia il tempo è galantuomo ed il bene di Trieste viene prima di tutto, anche se costa dover vedere dei corvi spennacchiati farsi belli con le piume altrui.




Quando la nuova situazione produttiva sarà consolidata e saranno presenti attori internazionali con le spalle larghe non ci sarà più spazio per i ciarlatani che sono destinati all’ estinzione e alla “damnatio memoriae”.

Ed emergerà anche la necessità di un governo autonomo dell’ intero territorio di Trieste che, con un fiorire di attività internazionali non potrà più reggere i lacci, lacciuoli, fiscalità e degrado politico italiani.

L' assetto istituzionale ed amministrativo seguirà, e non precederà, quello economico: come è naturale.

Agevolare il cambiamento e lo sviluppo produttivo, economico, scientifico e sociale è la priorità.
 

Anche se costa doversi prendere ogni tanto delle bustine di digestivo.
Questo non vuol dire essere ingenui: bisogna anzi rafforzare vigilanza e controllo sociale.

Merita attenzione e commiserazione il tentativo del principale “leader” italiano, tale Matteo Renzi, che per recuperare qualche voto ha deciso di ingaggiare una battaglia demagogica e persa in partenza contro la UE a guida tedesca.


E’ vero che la politica economica (e migratoria) imposta da Berlino all’ Europa danneggia l’ Italia e rischia di disgregarla accentuando il divario tra Nord e Sud: ma questo è un problema italiano.
Ed è altrettanto vero che avvantaggia l’ area di influenza tedesca e ne accresce la prosperità.
Ed è con l’ europa centrale a guida tedesca che la Cina vuole avere rapporti.

Con la vittoria del “neoliberista dal volto umano” Macron si è rafforzato l’ asse franco tedesco costruito su questa politica economica e migratoria esiziale per l’ Italia che è destinata a lasciarci le penne malgrado i lamenti e le illusioni.

Il vertice di Tallin sulle migrazioni e il G20 di Amburgo hanno dimostrato l' isolamento dell' Italia.

Il summit sui Balcani Occidentali di Trieste ribadirà che quest' area del mondo è da considerarsi sotto l' influenza tedesca, cosa evidente fin dalla dissoluzione della ex-Jugoslavia con il sostegno offerto alla secessione di Slovenia e Croazia che erano già pienamente nell' "area del marco".

Renzi, alla ricerca di facili consensi, si è spinto negli scorsi giorni fino ad indicare nell’ Europa a guida tedesca il “nemico”: dal punto di vista italiano ha probabilmente qualche ragione.


Dal punto di vista triestino che ha subito 99 anni di malgoverno italiano pragmaticamente “i nemici di Roma sono i nostri amici”.

Buoni rapporti con l’ area austro-tedesca sono vitali per Trieste che è pienamente inserita nella "catena di valore" tedesca con un Porto che lavora al 90% con l' Europa centrale ed orientale, fornisce il 40% del fabbisogno petrolifero tedesco ed è sede di importanti investimenti germanici come la Allianz.


Bisogna aver il coraggio di dire con realismo e senza timore di apparire nostalgici, che è tuttora attuale il sogno di Karl Ludvig von Bruck, fondatore a Trieste del Lloyd Austriaco e ministro dell’ Economia dell’ Impero, di una Mitteleuropa dal Nord della Germania al Nord dell’ Adriatico con Trieste come suo porto sul Mediterraneo.

I tempi della geopolitica sono lenti quasi come quelli geologici ma adesso assistiamo ad un  terremoto che sembra rendere probabile la formazione di una Kerneuropa (nocciolo europeo) a guida tedesca, ipotizzata nel 1994 dal potente ministro dell' economia Schäuble.


E' un progetto che ricalca la Mitteleuropa di von Bruck, di cui a Trieste, che è posta proprio sulla linea di faglia con la periferia europea sud di cui fa parte l' Italia, converrebbe far parte, almeno di fatto.
Ovviamente con le dovute autonomie simili a quelle delle città portuali – stato di Brema e Amburgo: stati autonomi nella repubblica federale tedesca. 
Le formule istituzionali nell’ ambito europeo possono essere molteplici e tali da evitare inutili traumi.
A cominciare dalla necessaria adesione di Trieste alla Macroregione Danubiana di cui fanno parte Austria e Slovenia ma nessuna parte dell' Italia.

Trieste è una città europea, nata europea e sviluppatasi come tale, Porto Franco Internazionale dell' Europa centrale sul Mediterraneo, e non può lasciarsi trascinare nel buco nero della periferia sud in disfacimento insieme alla bagnarola italiana, stato fallito e di second’ ordine fin dall’ inizio, per quanto tronfio come un tacchino destinato però al pranzo natalizio.


cartina da Limes





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