RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 24 marzo 2017

ZONA INDUSTRIALE: SITO INQUINATO NAZIONALE E DA 16 ANNI NON FANNO NIENTE - GRANDE DIFFICOLTA' PER IMPRESE ESISTENTI E NUOVI INSEDIAMENTI - SITUAZIONE PEGGIORATA DALLA LIQUIDAZIONE DELL' EZIT DA PARTE DELLA REGIONE - FARNE RETROPORTO INDUSTRIALE ED ESTENDERE IL PUNTO FRANCO CON "NO TAX AREA"-



Accorato appello delle imprese insediate in Zona Industriale che è stato dichiarato Sito di Interesse Nazionale con D.M. 18/09/2001 n. 468.
Sono passati 16 anni e non hanno fatto niente bloccando la possibilità per le imprese di effettuare qualsiasi miglioria e nuovi insediamenti.


Una storia vergognosa che dura da 16 anni ed è seconda solo ai 23 anni di attesa per i decreti attuativi per i Punti Franchi previsti dalla legge 84/94 ed alla pluridecennale vicenda di Porto Vecchio che non ha visto la realizzazione dell' Off-Shore Finanziario in regime di Punto Franco previsto dalla legge 19 del 1991.


La situazione è peggiorata dopo che la Regione ha  messo in liquidazione l' EZIT a seguito della nota richiesta di 10 milioni di tasse non dovute da un ente non economico che esisteva da 60 anni, ed ha messo sotto giurisdizione regionale l' area.


Da notare che proprio nel maggio 2015 era stato dato l' annuncio dell' imminente avvio delle bonifiche con fanfare di assessori e politici ma naturalmente non se ne è saputo più niente (clicca QUI articolo del Piccolo del 3/5/2015 da leggere assolutamente fino in fondo e confrontare con quello di oggi 24/3/17 a pag.26 clicca QUI). 

Ieri il Presidente della Confartigianato Trieste Dario Bruni ha dichiarato: «La piccola imprenditoria non è in condizione di ampliare le proprie attività, di effettuare alcuno scavo del sottosuolo, di eseguire alcuna costruzione. Non solo: ma se l’artigiano non può migliorare il suo sito produttivo, il valore immobiliare del sito scende e questo deprezzamento gli viene ricordato quando va in banca a chiedere un fido». 

Per capire meglio l’Sos di Bruni, bisogna fare un passo indietro. Correva il novembre 2015, quando l’ultrasessantenne Ezit, istituito dal Governo Militare Alleato veniva commissariato dalla giunta regionale.
Un mese più tardi, in sede di discussione consiliare sulla Finanziaria regionale, un emendamento spacchettava le competenze del liquidando l' EZIT, cosicchè la stessa Regione Fvg si sarebbe tenuta la gestione del Sito inquinato (Sin) e il marketing territoriale.
E da allora del Sin - lamenta Bruni - non si parla più.


L'assessore regionale all’Ambiente, Sara Vito, ha replicato:" La riqualificazione del Sin va avanti - L' iter prosegue.."  Campa cavallo... se 16 anni vi sembran pochi...


Un' altra delle conseguenze della liquidazione dell' Ezit è che l' ex-Olcese prima destinata ad un distretto industriale ad alta tecnologia verrà data all' ennesimo Centro Commerciale per mancanza di soldi.

Un nuovo posto di lavoro nei Centri Commerciali comporta la distruzione di 6 posti nel piccolo commercio già colpito da una crisi devastante. 

La Regione Friuli Venezia Giulia ama particolarmente i Centri Commerciali visto che qui hanno una superfice per 6 milioni di utenti contro poco più di un milione di abitanti.


Da tempo sosteniamo che tutta la Zona

Industriale deve essere adibita a Retroporto e che deve essere utilizzato il regime di Punto Franco per favorire insediamenti industriali e produttivi: cosa che si sta realizzando con l' accordo tra Autorità Portuale, Area di Ricerca e Samer che ha dato via a Freeway Trieste (clicca QUI).

Questo valido modello deve essere esteso a tutta la Zona Industriale, per cominciare, estendendo il Punto Franco e mettendo tutta l' area sotto la governance dell' Autorità Portuale che sembra avere idee chiare di sviluppo economico per il territorio.


Al Punto Franco doganale andrebbe aggiunta anche una NO TAX AREA FISCALE, analoga a quella che viene richiesta da tutti a Gorizia, e sulla quale è d' accordo anche l'Autorità Portuale di Trieste.


Facciamo tuttavia notare che questo modello di nuovi insediamenti andrebbe efficacemente applicato anche a Porto Vecchio che Sito Inquinato SIN non è, e che è pertanto adatto ad essere utilizzato immediatamente e più economicamente solo che si tolga un vincolo architettonico demenziale voluto dagli imbalsamatori di Trieste.

Infatti l' urbanizzazione in chiave turistica di Porto Vecchio è solo un polverone politico privo di investitori privati come dimostrano i due anni e tre mesi trascorsi dalla "sdemanializzazione" senza che sia stato mosso concretamente un solo chiodo.
Speriamo che non si vogliano attendere anche qui altri 20 anni per capirlo.
Intanto Faq Trieste pubblica un interessante articolo sulla nascita della leggenda metropolitana degli "sceicchi" ansiosi di investire in Porto Vecchio: clicca QUI.


Qui sotto proponiamo una pubblicazione promozionale della Zona Industriale e del Punto Franco Industriale anni '60 quando erano ancora operative facilitazioni fiscali analoghe a quelle di una NO TAX AREA: 





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