RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 5 settembre 2016

LA POLEMICA SUL NULLA DI PORTO VECCHIO NASCONDE IL VUOTO DI PROSPETTIVE PER LA RINASCITA DI TRIESTE - LO "SCONTRO TRA TITANI" E' UNA BARUFFA SENZA SENSO TRA TOPOLINI -



Due paginoni del Piccolo sullo scontro su Porto Vecchio: di fronte all' evidenza che a quasi due anni di distanza dal celebre "Emendamento Russo" sulla sdemanializzazione di Porto Vecchio non c'è niente di concreto, nemmeno il trasferimento di proprietà al Comune da due mesi passato al Centro Destra, si rimpallano le accuse condite da ipotesi fantaeconomiche e fantaturistiche prive di qualsiasi fondamento concreto.
Si va dai fantasmatici Fondi Sovrani smaniosi di investire nell' area evocati da Russo in qualità di medium, all' ipotesi di Casinò passando per il mercato delle sardelle in Punto Franco.
Desolante assenza di qualsivoglia ipotesi seria di rilancio dell' economia di Trieste.

Un rilancio che passa necessariamente per tre punti principali:
1) Porto Franco Internazionale di Trieste.
2) Riutilizzo produttivo e in regime di Punto Franco dell' Area di Porto Vecchio (vedi slide alla fine).
3) Rilancio dell' edilizia diffusa grazie alla messa in sicurezza antisismica con contributi pubblici grazie all' aggiornamento della mappa di sismicità sulla base dei recenti studi geologici.

Commercio, servizi e professioni, adeguatamente liberate da burocrazia e concorrenza sleale, necessariamente seguiranno l' avviamento dei motori economici principali.

Per apprezzare l' assenza totale di concretezza vanno letti gli articoli della titanica polemica.

L' INTERVENTO DI RUSSO CHE HA INIZIATO IL CONFRONTO SUL NULLA :
A quasi due anni dalla legge del senatore triestino del Pd che ha sdemanializzato i magazzini il passaggio di mano è ancora in alto mare. (MA VA'?!)-

La rivoluzione Russo è ancora pura teoria  ( COME VOLEVASI DIMOSTRARE E' SOLO UN BLUFF!) e a oltre venti mesi dall’approvazione della legge del senatore triestino del Pd il Porto vecchio rimane un deserto abbandonato dove nulla è cambiato, nemmeno il previsto passaggio di proprietà dell’area al patrimonio del Comune. Senatore, non le sembra che il Comune non abbia tanta fretta di prendersi in carico i Magazzini del Porto vecchio? Porto Vecchio può segnare il rinascimento di una città straordinaria ma che non può permettersi di sprecare nessuna occasione. La nuova amministrazione comunale ha una grandissima responsabilità: se c'è la volontà politica entro un anno si può arrivare a un grande investitore internazionale e al decollo dell'intera operazione. Sta ai nuovi amministratori la scelta: scrivere una pagina indelebile nella storia di Trieste o farla sprofondare definitivamente nell'immobilismo. All'Autorità portuale va riconosciuta la disponibilità a velocizzare i tempi a partire dall’offerta fatta al Comune di continuare a finanziare i costi di gestione ordinaria fintantoché le aree non saranno vendute o concesse a investitori privati. Risulta che la Corte dei conti abbia fatto qualche rilievo sulla destinazione dei 50 milioni stanziati dal Cipe? Ad esempio sulla parte a favore dell’Ursus? È un problema che si può risolvere. Se partono gli investimenti ci saranno anche le risorse per una realtà unica come l'Ursus, però mi pare che al momento il Comune non abbia fatto nulla per mettersi in condizione di ricevere i 50 milioni che il Governo Renzi ha stanziato. Ribadisco, come ho già fatto ai diretti interessati, che sono a disposizione, ma servono progetti precisi e puntali che al momento Roma non ha ancora ricevuto. Qualche ritardo può essere addebitato anche all'amministrazione precedente di centrosinistra? L'amministrazione precedente ha avuto il merito di iniziare un lavoro difficile: ad esempio lo spostamento dei Punti franchi. Qualcosa in più però poteva essere fatto. Già a novembre 2015 portai a Trieste il Commissario nazionale dell'Anticorruzione Cantone il quale, sul modello Expo, ci indicò la strada da seguire: creare al più presto una società snella con un management capace di operare a livello internazionale e preparato per gestire l'area. Purtroppo non se ne è ancora fatto nulla. Che fine ha fatto il lavoro dell'advisor la cui parte fondamentale doveva essere conclusa già a giugno-luglio? Ernst&Young ha completato i primi due step. Manca la conclusione: ma per finire il lavoro mi risulta che l'advisor aspetti ancora le indicazioni da parte del Comune. Credo che il sindaco Dipiazza dovrebbe insistere per ottenere da loro non tanto il masterplan quanto il modello di gestione dell'area. Ovvero chi, con quali risorse e in che modo gestirà la riqualificazione dei Magazzini. Immagino che il primo passaggio sia la creazione di una società pubblica in cui la maggioranza sia detenuta dal Comune ma preveda la partecipazione di Regione, Autorità Portuale e Invitalia. Questi tre soggetti, insieme al Comune, potrebbero contribuire inizialmente con risorse necessarie alla fase di start-up. L'attuale amministrazione, oltre a mandare la documentazione a Dubai, avrebbe dovuto già coltivare altri potenziali investitori? Prima di contattare gli investitori vanno completati i passaggi intermedi: serve il dossier completo da parte dell' advisor e, come accennavo, la creazione di una società gestita da un management preparato. Una volta completato l'iter va selezionata, sulla piazza internazionale, una banca d'affari che aiuti il Comune a individuare i grandi investitori internazionali. In un periodo in cui le rendite finanziarie garantiscono ritorni molto bassi, un investimento come quello in Porto Vecchio, un'area pregiata frontemare in una delle città più belle d'Europa, può rappresentate un'ottima opportunità di investimento per molti fondi internazionali. Loro, a differenza degli investitori italiani (e ancor più delle amministrazioni pubbliche), 5 miliardi di euro li hanno a disposizione. Può essere verosimile che il Comune non sappia da che parte incominciare per occuparsi, facendo quadrare i conti, di messa in sicurezza, illuminazione, sorveglianza, assicurazione, tassazione del patrimonio immenso che sta per piovergli addosso? Capisco le difficoltà di prendere in mano un dossier così difficile e su cui c'è grande aspettativa da parte dell'opinione pubblica. Ma se il centrodestra, nei prossimi mesi, si rendesse conto di non essere in grado di progettare il futuro della nostra città gestendo al meglio un progetto ambizioso come questo, farebbe meglio a dirlo apertamente. E a chiedere aiuto perché su questo punto c'è la disponibilità di tutti, senza distinzione di casacca politica. Se invece tra un anno nulla sarà cambiato sarò io il primo a chiedere che Dipiazza e la sua giunta si facciano da parte. Concretamente si rischia di vedere il panorama immutato anche per i prossimi due anni finché non sarà aperto in Porto vecchio il nuovo Mercato ittico? Farò tutto quanto è in mio potere affinché non accada. E spero che Dipiazza non cada nella tentazione di riproporre il progetto dell'ex presidente Monassi: uno spezzatino in cui, per far contenti alcuni interessi particolari, le aree venivano affidate, senza un disegno complessivo, a una miriade di soggetti. Sarebbe la pietra tombale sull’area. Serve, invece, un progetto complessivo e un grande investitore che, in accordo con le indicazioni fornite dal Comune (la percentuale della superficie adibita al verde pubblico, alle attività commerciali e industriali, a quelle culturali e di ricerca, al rimessaggio dei grandi yacht, al turismo, al residenziale) si prenda l'onere di riqualificare tutta l'area. Se questo accadrà sono certo che gli imprenditori non solo triestini, ma anche internazionali faranno la fila per uno spazio in Porto Vecchio. 

LA RISPOSTA DEL CENTRO DESTRA OGGI, INSIEME ALLA SOLITA POLEMICA INTERNA AL PD FRA RUSSO E COSOLINI:
«Come si può dar credito sul Porto vecchio a un senatore come Francesco Russo che voleva portare la sabbia a Barcola per creare una megaspiaggia o a un partito di governo come il Pd che non ha ancora bocciato il porto offshore di Venezia che sarebbe la morte di Trieste e che non ha nemmeno messo la parola fine al rigassificatore di Zaule?». Il centrodestra affida alla coordinatrice regionale di Forza Italia Sandra Savino, persona che mai si sottrae al confronto, la replica alle dure accuse di Russo che dopo aver rilevato che a oltre 20 mesi dalla sua legge l’immobilismo regna sovrano ha concluso che se entro un anno Porto vecchio non sarà alla svolta, Dipiazza dovrà dimettersi. Lo stesso sindaco non risponde alle telefonate che vorrebbero chiedergli una replica e così nemmeno il suo portavoce. «Una polemica strumentale che non merita nemmeno la lettura dell’intervista», la bolla il vicesindaco Pierpaolo Roberti. «Il Porto Vecchio non è una partita che si risolve in due minuti come vuol far credere il senatore Russo - sottolinea Savino - serve lungimiranza e visione di insieme, dato che è una sfida a lungo termine e non uno sprint da campagna elettorale. L’attuale giunta, che è al lavoro da neanche due mesi, ha ereditato una situazione difficile con problemi da risolvere nell’immediato, penso alla pulizia della città, al mercato ittico e all’occupazione, questioni che hanno la priorità assoluta». Secondo la parlamentare forzista anche la questione Porto vecchio «sarà influenzata dalle scelte del governo sul progetto dell’offshore di Venezia. Mi chiedo cosa stia facendo Russo all’interno del Pd - afferma - visto che rischiamo di azzerare lo scalo giuliano con ripercussioni drammatiche. Chieda conto a Delrio di qual è la strategia del governo per l’alto Adriatico, ovvero se proseguirà questo dualismo o se una volta per tutte si punterà su Trieste, che richiede pochissimi investimenti, come hub principale». Anziché addentrarsi nell’argomento, Savino ricorda «il tema del rigassificatore sul quale il Pd ha fatto cadere un velo di silenzio dopo le parole del Ministro Calenda, casualmente in campagna elettorale, alle quali non sono seguiti atti ufficiali. Invece di parlare di Dipiazza - prosegue - Russo farebbe bene a parlare delle politiche drammatiche della presidente Serracchiani, più interessata a fare la vicesegretaria dei democratici che gli interessi dei cittadini. I 50 milioni di Franceschini - sostiene - erano una mossa elettorale esattamente come le promesse di aumenti nel pubblico impiego, quest’ultima questione arenatasi dopo la sconfitta elettorale e davanti alle indisponibilità economiche. Russo, che ricorderemo perché voleva portare la sabbia a Barcola, farebbe bene a chiedere conto alla sua presidente. Ricordiamo - aggiunge la parlamentare azzurra - che i 50 milioni annunciati dal Governo con la sfilata del premier sempre in campagna elettorale, servono a ben poco considerato che 5 sono già impegnati per l’Ursus, che con il massimo rispetto sembra una cifra completamente fuori da ogni logica». A detta dell’esponente berlusconiana, bisogna infine considerare «anche la quantità di lavori che richiede l’area dove non ci sono le opere infrastrutturali che in ogni caso graverebbero sulle casse comunali. Come centrodestra abbiamo presentato un programma chiaro per il rilancio della città e sulla base di questo i cittadini ci hanno premiato. Ora sul Porto Vecchio - conclude - serve la giusta cura nella ricerca degli investitori che devono dimostrarsi affidabili e che potranno arrivare grazie alle mosse dell’attuale amministrazione comunale, dopo 5 anni di buio Pd come ha ammesso lo stesso senatore durante le primarie». Ma Russo aveva dato una bacchettata anche all’ex amministrazione di centrosinistra che non aveva dato vita a una società pubblica per gestire la questione come indicato dal commissario dell’Anticorruzione Cantone. «Russo non ha esperienza di amministrazione locale - controbatte l’ex sindaco Roberto Cosolini - e forse non sa che era l’advisor nell’ultima fase del suo lavoro a dover suggerire lo strumento operativo. Detto questo, condivido la sua preoccupazione per i due mesi di silenzio dell’attuale giunta dato che già a fine giugno Ernst&Young ha consegnato il proprio rapporto. L’intavolazione dei Magazzini al Comune era prevista tra settembre e ottobre, ma non credo che questa giunta la stia sollecitando come mi pare insostenibile la collocazione del Mercato ittico nei Magazzini identificati, accanto ai megayacht di Fincantieri».




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