RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 3 settembre 2016

L' ECONOMIA ITALIANA VA MOLTO MALE: A TRIESTE PEGGIO - IL RILANCIO ECONOMICO PASSA PER IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE E L' EDILIZIA DIFFUSA. -


Malgrado le continue chiacchiere e gli annunci di Renzi l' economia italiana va molto, molto male.
Peggiorano i dati sull' occupazione, specialmente giovanile, e dopo 8 anni di crisi dura non c' è nessuna ripresa mentre è noto che per poter cominciare a riassorbire la disoccupazione la crescita dovrebbe superare il 2,5%.
A Trieste questo si somma alla decadenza cronica che permane da decenni a causa del forzato distacco dall' entroterra economico mitteleuropeo ed ormai non si contano più le imprese locali di ogni settore che hanno chiuso: dal commercio con Godina, Marchi Gomma, Smolars ecc, a quelle edili con la crisi annunciata anche delle poche superstiti come Riccesi.

E' chiara da tempo la strada da intraprendere per un rilancio economico e questa passa per il volano principale dell' economia triestina: il Porto Franco Internazionale che deve tornare ad essere integrato con l' entroterra economico naturale che non è certo l' Italia ma l' Europa centrale ed orientale come dimostra anche il fatto che il porto di Trieste tuttora lavora quasi totalmente "estero su estero" a differenza di TUTTI i porti italiani.

Ma vi è un altro volano economico utilizzabile: quello dell' edilizia che traina numerosi altri settori.
Non le "grandi opere", che tanto piacciono ai politici per motivi elettoralistici evidenti ed anche per motivi inconfessabili, come l' assurda e antieconomica "urbanizzazione e privatizzazione di Porto Vecchio", bensì l ' edilizia diffusa che coinvolge anche le piccole imprese locali e non solo i grandi palazzinari e le "archistar".

L' adeguamento antisimico degli edifici pubblici e privati è di quest' ultimo tipo.

E' stato annunciato un piano generalizzato di prevenzione antisimica che prevederebbe due miliardi all' anno di investimenti pubblici per le aree a rischio.
Abbiamo documentato che Trieste rientra tra queste (* vedi nota in fondo) ma che ancora le mappe delle zone sismiche non sono state aggiornate malgrado gli studi geologici ufficiali già pubblicati da tre anni.
Infatti Trieste risulta ancora Zona 3 a basso rischio e pertanto esclusa dai programmi di prevenzione antisismica, che sono un preciso dovere del Governo Amministratore, ed anche esposta al rischio di un Rigassificatore di cui continua l' iter di approvazione al Ministero dello Sviluppo Economico.


Pensiamo non sia necessario essere indipendentisti per volere l' attivazione di provvedimenti di messa in sicurezza del Territorio e di sviluppo economico.
Ma Comune, Regione, maggioranze e opposizioni TACCIONO...


(* Nota):
Per i nostri precedenti articoli con la documentazione dei recenti studi geologici clicca QUI e QUI.
Per il servizio del TGR RAI clicca QUI.
Per l' articolo del Sole 24 Ore sul Casa Italia clicca QUI.
Per la mappa italiana del rischio sismico clicca QUI.

MAPPA UFFICIALE  DEL RISCHIO SISMICO ELABORATA DOPO IL 2002

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