RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 11 ottobre 2017

LA LEZIONE CATALANA - INDIPENDENZA, AUTONOMIA, EUROPA E TRIESTE



Nelle questioni di indipendenza e sovranità c’è sempre il momento in cui il piano del diritto e della legittimità lascia il campo a quello del potere ovvero della forza (politica, economica, diplomatica, militare...).

Ieri la dirigenza catalana dopo aver valutato le forze in campo ha evidentemente concluso che non vi erano le condizioni per vincere rapidamente e con pochi danni uno scontro frontale con Madrid, in cui anche la componente di boicottaggio economico e perfino di impegno militare poteva avere notevole peso.
L’ indipendenza è stata solo annunciata verbalmente ed un minuto dopo sospesa.
Poi è stata firmata una “dichiarazione d’ indipendenza” solo simbolica e non votata  dal Parlamento unico organo deputato a proclamarla ufficialmente.

Il Premier spagnolo Rajoy
, con una certa ironia, oggi ha detto: “Puigdemont deve chiarire se ha dichiarato o meno l'indipendenza della Catalogna", dalla risposta ufficiale dipenderanno le conseguenze. 
La richiesta di chiarimenti da parte di Rajoy mette il presidente della Generalitat catalana con le spalle al muro.
Ma rappresenta anche una forma temporanea di apertura, se paragonata all’attivazione diretta dell’art.155 della Costituzione, che provocherebbe il caos e problemi gravissimi anche di ordine pubblico, che al momento è in pausa. Vedremo presto che risultati avrà la mossa di Madrid.
 



Alcuni osservatori ipotizzavano una soluzione “slovena” ovvero un rapido scontro anche militare con una successiva separazione quasi consensuale.
Ma la situazione slovena era radicalmente differente: la Slovenia è stata immediatamente riconosciuta, in primis dalla Germania che la secessione la aveva incoraggiata anche con aiuti economici e perfino militari per la costituzione della Milizia Territoriale che, perfettamente armata, è intervenuta subito presidiando i punti nevralgici (e ciò nonostante la situazione nella ex-Jugoslavia è poi degenerata come sappiamo bene). 
Infatti i Balcani del Nord erano ormai stabilmente nell’ “area del marco” che costituiva quasi una valuta parallela al dinaro mentre in Spagna il fedele esecutore delle politiche della Germania, fortemente coinvolta nel sistema bancario e  finanziario spagnolo, è il governo di Madrid di Rajoy.

E la UE a guida tedesca ha fatto chiaramente capire che non ci sarà alcun riconoscimento per la Catalogna indipendente, al contrario di quanto avvenuto con Slovenia, Croazia e perfino Kosovo.
Infatti per la Spagna la perdita di una regione che rappresenta il 20% del PIL sarebbe una catastrofe economica, per il debito pubblico, per le banche e la finanza in cui, ripetiamo, la finanza di Berlino è pesantemente coinvolta.
Il boicottaggio anticatalano delle banche si è già visto.

Non solo, ma gli effetti dell' indipendenza catalana su Euro, assetti statuali europei e Nato potrebbero diventare dirompenti, a cascata e soprattutto temuti.
La UE, ovvero Berlino, non vuole caos in Spagna dove deve recuperare i suoi crediti.
Per cui c'è chi si impegna a rabbonire perfino Rajoy, o a sostituirlo se troppo intransigente, al di là delle apparenze feroci delle dichiarazioni alla stampa: in fondo due milioni di voti per l' indipendenza con centinaia di seggi chiusi e la Guardia Civil che pestava i votanti non sono cosa che si possa trascurare...


Se non ci sono le condizioni per vincere uno scontro bene, rapidamente  e senza gravi conseguenze per la popolazione una dirigenza seria sceglie il compromesso e, se necessario, innesca anche una sgradevole e impopolare retromarcia rispetto a posizioni che portano all' urto frontale, evitando "ultimatum" che non è in grado di sostenere.
Pertanto si è arrivati ad una strana forma ibrida di “Indipendenza Sospesa”: la Catalogna Indipendente è esistita per quasi un minuto per poi essere "sospesa".

Così la Catalogna indipendente è finita in una specie di Limbo degli stati.

La situazione Catalana si evolverà probabilmente in qualche forma di autonomia spinta, forse anche con modifiche dello stato spagnolo in senso federalista e addirittura repubblicano visto il vasto discredito della monarchia e la pessima prova fornita in questi giorni (vedi nota).
A meno che rigidezze e settori politici e militari madrileni non provochino una precipitazione degli eventi al momento non prevedibile.

Come il referendum sull’ indipendenza scozzese ha portato un maggior grado di autonomia alla Scozia è probabile che qualcosa di simile accada per la Catalonia e sarebbe un successo nel quadro internazionale attuale e con le forze in campo.

Diversa è la situazione italiana dove la classe politica è, se non alla frutta, almeno al "rosatellum" del dessert: autorevoli, capaci e fedeli esecutori delle politiche UE non se ne vedono e anche il giovane sbruffone fiorentino è stato pesato, valutato e trovato insufficiente.

Nel suo "testamento politico" l' ex ministro delle finanze tedesco 
Schäuble ha praticamente condannato l' Italia (clicca QUI) eliminando ogni flessibilità di bilancio e prevedendo default programmati.
Il suo successore alle Fiananze di Berlino (cioè UE) sarà un falco 
del FDP ancora più duro.
La situazione economica italiana è destinata alla stagnazione, come quella di tutta la periferia sud-europea.

Ma le regioni produttive del Nord sono saldamente inserite nella "catena di valore"
tedesca  (anche Trieste lo è con il suo Porto Franco che lavora al 90% con la Mitteleuropa e fornisce il 40% del fabbisogno petrolifero della Germania e il 90% dell’ Austria) e ben 
difficilmente si lasceranno trascinare nel naufragio meridionale mentre  sarà sempre maggiore l’ attrazione  del Nocciolo Europeo: la Kerneuropa teorizzata da Schäuble  fin dal 1994.

Questa particolare situazione geopolitica apre la strada ad ipotesi di integrazione progressiva nella Kerneuropa, in forme ancora non prevedibili.

I referendum autonomisti del 22 ottobre in Veneto e in Lombardia si svolgeranno in questo quadro e potranno avere conseguenze importanti anche da noi, innescando un ciclo di autonomismo e di riforme costituzionali di cui Trieste farebbe bene a trarre profitto per realizzare obbiettivi di elevata autonomia amministrativa e fiscale.

Su queste esperienze catalane è bene che ci sia una attenta riflessione, anche da parte di un movimento indipendentista triestino che, pur avendo il merito storico di aver posto la questione del Porto Franco al centro dell’ attenzione dopo decenni di oblio, dopo un tentativo di scontro frontale con un avventurista “ultimatum all’ Italia” senza seguito, si è frantumato, come spesso avviene quando si fanno minacce cui non seguono i fatti, e incartato concentrandosi solo su aspetti giuridici e di legittimità trascurando totalmente l’ aspetto della forza, politica innanzitutto, che la vicenda catalana dimostra essere fondamentale.

Soprattutto è importante lasciarsi aperte vie d' uscita su percorsi autonomisti, 
senza tagliarsi i ponti alle spalle, qualora maldestri tentativi di scontro frontale sul tema della sovranità, che scarsamente interessa ai cittadini oberati da problemi concreti e quotidiani, abbiano portato in vicoli ciechi e all' isolamento.


Nota: oggi Rajoy al parlamento tra varie durezze e minacce ha però detto anche "«si può dialogare sul perfezionamento dell’autogoverno, sui servizi pubblici, sul miglioramento della convivenza. In questo Parlamento si può dialogare su tutto quello che la Costituzione permette di discutere. Si può discutere anche della riforma della Costituzione." Può essere interpretato come un percorso di dialogo?

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