RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 19 luglio 2017

LA SVIZZERA AMMICCA ALLA LOMBARDIA - LA MITTELEUROPA CHIAMA TRIESTE E IL SUO PORTO: "Torna a casa Lassie !" - REFERENDUM PER L' AUTONOMIA IN VENETO E LOMBARDIA IL 22 OTTOBRE - VENTI DI FRAMMENTAZIONE IN ITALIA....


Il maggior quotidiano svizzero, il  Neue Zuercher Zeitung, sta sostenendo con una vera e propria campagna  che prevede l' annessione dei territori di confine a nord quanto al sud. 
Ueli Maurer, già ministro della Difesa della Confederazione ha dichiarato:«Annettere la Lombardia non sarebbe un problema- aveva sottolineato Maurer parlando dei rapporti con l' Italia -: rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro Paese».
Ne hanno parlato diversi quotidiani tra cui Libero , il Giornale di Brescia e la Provincia di Como.
Riportiamo sotto l' articolo di Libero che è di centro destra e "sovranista" italiano.

Segnaliamo la notizia perchè è sintomatica delle forze centripete che stanno agendo su tutto il Nord italiano provato dalla crisi economica, politica e morale italiana di cui nessuno vede una soluzione, mentre è forte l' attrazione dei baricentri economici europei.

Il 22 ottobre ci saranno i referendum per l' autonomia della Lombardia e del Veneto che mirano ad un status simile alla Provincie Autonome di Trento e Bolzano, e in cui il SI è dato vincente con percentuali bulgare.

Trieste e il suo Porto Franco Internazionale sono nella sfera di influenza della Mitteleuropa sia per storia che per legami economici: il porto, che si candida a diventare il terminale europeo della Nuova Via della Seta Marittima, lavora per il 90% con l' Europa centrale ed orientale e solo per il 10% con l' Italia (clicca QUI).
E si sà che essere inseriti come Trieste nella "catena di valore" mitteleuropea conta di più degli anacronistici nazionalismi del secolo scorso buoni solo per vellicare le pance.

E' stato già notato da autorevoli riviste come Limes, di cui sotto riportiamo una mappa, che il Nord italiano è sottoposto a spinte geopolitiche disgregatrici ed all' influenza dei baricentri europei.

Anche i blocchi realizzati e/o minacciati, per la questione dei migranti, ai confini con  Austria, Svizzera e Francia dimostrano che l' Europa percepisce i suoi confini reali alle Alpi e non certo a Roma.

Del resto un' Italia con la capitale diventata narcocittà e capitale mondiale della cocaina (
clicca QUI), Napoli tra i dieci posti più pericolosi del mondo (clicca QUI), una situazione di vivibilità deteriorata ovunque (clicca QUI) e incendi dolosi in tutto il Sud a dimostrare la perdita di controllo del territorio da parte dello Stato, ha un "appeal" decisamente basso.

Tutto questo, ed altro ancora, aumenta l' importanza e l' attualità delle istanze indipendentiste e autonomiste in tutto il Nord Italia, che assumono il ruolo di forze trasformatrici e modernizzatrici rispetto agli anacronistici Stati Nazionali che hanno insanguinato l' Europa nel '900.

Ostinarsi a non capirlo e continuare a mettere gli indipendentismi progressisti e tendenzialmente federalisti europei scozzese, catalano, irlandese, basco, sardo, sudtirolese, lombardo-veneto e triestino nel calderone dei sovranismi nazionalisti reazionari dimostra un' ottusità mentale clamorosa, tipica della sinistra malata di ideologia e di malriposto senso di superiorità antropologica oltrechè, ormai, anche di criptonazionalismo tricolore.
Ottusità paragonabile solo alla scemenza colossale di aver denigrato ed ostacolato per decenni il Porto Franco che è la principale risorsa di Trieste, come adesso stiamo appena cominciando a verificare.

E se la Svizzera offrisse anche a Trieste di diventare un cantone indipendente, come il Canton Ticino italiano, quanti triestini direbbero di no?


E se si avesse l' opportunità di diventare città-stato portuale federata alla Mitteleuropa, come è il caso di Brema e Amburgo, quanti direbbero di no?

Ecco l' articolo del 18 luglio di Libero, non certo sospettabile di indipendentismo:



Mentre Roberto Maroni sogna l' autonomia da Roma e per ottenerla ha indetto un referendum popolare (urne aperte il 22 ottobre), gli svizzeri premono alla frontiera per annettere la Lombardia ai loro cantoni. Un sogno che il principale quotidiano svizzero, il Neue Zuercher Zeitung, sta sostenendo con una vera e propria campagna ideologica e che prevede l' annessione dei territori di confine a nord quanto al sud. Così, cinque secoli dopo la sconfitta di Melegnano, gli svizzeri tornano alla carica per cambiare l' epilogo della storia che li ha visti perdenti e in ritirata sui monti.
Una invasione che non prevede "manu militari" ma solo una campagna geopolitica che riunisca dentro solidi confini le regioni più produttive nel cuore della vecchia e stantia Europa. Il progetto, per stessa ammissione del Neue Zuercher Zeitung, sarebbe a lungo termine con il 2050 come data utile per l' annessione alla Confederazione. Come dire che a 202 anni dal Congresso di Vienna del 1815 i confini svizzeri nei prossimi trent' anni potrebbero trovare nuovi sbocchi, inglobando le regioni tedesche (Baden-Wuerttemberg), quelle francesi (Savoia) e per ultime le regioni italiane di confine. E il cuore del progetto di espansione geopolitica sarà appunto la Lombardia delle mille fabbriche, la locomotiva economica del nord Italia.
 Del resto gli stessi analisti economici quando parlano della «banana blu», la zona europea economicamente «sostenibile», non possono che indicare Milano al fianco di Zurigo, Monaco di Baviera, Stoccarda, fino alla Londra che oramai aspetta solo la Brexit per spezzare le sue catene.
Tra i Cantoni l' idea delle annessioni non è così peregrina, tanto che per motivare un eventuale ritorno di Milano sotto la bandiera bianco-crociata qualcuno ha pure scomodato la battaglia dei giganti di Marignano.
Era il 1515 quando l' alleanza franco-veneta della Lega di Cambrai costrinse proprio gli svizzeri alla ritirata riprendendosi il Ducato di Milano.
Con l' annessione della Lombardia e magari l' allargamento a nord verso la Germania, la Svizzera (sempre nei sogni del Neue Zürcher Zeitung e di un piano geopolitico a lunga scadenza) avrebbe diritto di diventare membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e magari partecipare al G7 avendo un peso sostanziale.
Sogni palesati istituzionalmente non più tardi di qualche anno fa da Ueli Maurer, già ministro della Difesa della Confederazione.
«
Annettere la Lombardia non sarebbe un problema- aveva sottolineato Maurer parlando dei rapporti con l' Italia -: rappresenta circa il 90% del totale di tutti gli scambi commerciali con il nostro Paese». Intervento che sollevò un vero e proprio polverone mediatico costringendo il ministro svizzero a porre le scuse ufficiali alla Lombardia malgrado 200mila persone avessero sostenuto la proposta di annessione sottoscrivendo liberamente la boutade di Maurer.
Ora l' annessione torna di stretta attualità nel dibattito politico svizzero che con una fantasiosa docufiction intitolata «Operazione Lombardia» (mandato in onda sulla prima rete della televisione svizzera) si era riacceso già tre anni fa.
Tutto questo mentre la giunta leghista della Lombardia vorrebbe liberarsi dal giogo romano e iniziare ad essere più autonoma, senza pensare che a nord di Milano c' è chi farebbe carte false pur di colonizzare l' antico ducato perso nel 1515.

di Giuseppe Spatola


da Limes




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