RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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lunedì 17 luglio 2017

PORTO VECCHIO ED "EUROCAPITALE DELLA SCIENZA": A TRIESTE SERVE REALISMO DOPO DECENNI DI VOLI PINDARICI E ANNUNCI SULL' URBANIZZAZIONE DI PORTO VECCHIO.


Grazie a una eccellente squadra di scienziati degli istituti internazionali qui attivi, Trieste sarà Eurocapitale della Scienza nel 2020: è una buona cosa perchè la scienza e la ricerca sono tra le più potenti forze produttive con enormi ricadute sull' economia e il territorio.
E Trieste, che ormai ha i parametri economici sotto il limite vitale, ha bisogno di un rapido sviluppo delle forze produttive su cui si innesti anche un cambiamento radicale della sovrastruttura amministrativa, giuridica e della "governance" del territorio.


La manifestazione si svolgerà presso l' attuale "Polo Museale" di Porto Vecchio ed avrà un budget di 4 milioni: appena sufficienti, si spera, per l' allestimento dell' evento che durerà un breve periodo e occuperà il Magazzino 26 restaurato solo al grezzo, la Centrale Idrodinamica, la Sottostazione Elettrica ed un paio di altri magazzini già utilizzati per manifestazioni sul Caffè.

Si tratta una porzione limitatissima di Porto Vecchio con un limitatissimo budget che certamente non consentirà alcun intervento sulle aree degradate circostanti.
Si creerà così la tipica "cattedrale temporanea nel deserto" all' interno di un' immensa area degradata: 
come è stata nel 2011 la "Biennale Diffusa" di Sgarbi al Magazzino 26, anch' essa annunciata trionfalmente come una delle numerose "restituzioni alla città" di Porto Vecchio (clicca QUI).

Le attività scientifiche e di ricerca in Porto Vecchio vanno benissimo perchè fanno parte, anzi sono l' avanguardia, del mondo produttivo.


Tuttavia se non si vuole che nel 2020 Trieste si presenti con un' enorme area degradata vi è una sola possibilità: l' utilizzo produttivo di Porto Vecchio abbandonando le illusioni di urbanizzazione e di farne "un nuovo quartiere della città".

Non ci sono investitori privati per le cifre enormi necessarie (il sen. Russo parla sempre di 5 miliardi), con gli enormi costi di urbanizzazione primaria e i ritorni economici improbabili.
Se ci fossero il sen. Russo non avrebbe dichiarato sul Piccolo del 16/7 a pag. 34:

"Porto vecchio ha bisogno ora di una scelta fondamentale, su cui sto lavorando con Dipiazza. È quella di far nascere quanto prima, spero entro fine anno, la società di gestione. Avrà il compito di cercare gli investitori per il progetto complessivo".
Se ci fossero qualche nome sarebbe venuto fuori in anni di annunci tanto generici quanto inconsistenti su "interessamenti" Sauditi, Americani, Russi, del Dubai e quant' altro.


E non c'è neanche un piano strategico perchè quello di Ernst & Young è solo un compitino puerile con un elenco di buoni propositi suggerito dai politici committenti.


Se si vuole rivitalizzare Porto Vecchio c'è solo una strada:


1) Togliere il Vincolo architettonico che lo ha desertificato.

2) Riestendere il Punto Franco extradoganale dotandolo anche di una No Tax Area per le imposte dirette e i contributi sul lavoro


3) Proporlo sul mercato internazionale come area per insediamenti produttivi e servizi in regime agevolato di Porto Franco.


Cosa si può fare in Porto Vecchio?  Quello che proponiamo da anni:
- Imprese ad alta tecnologia pulite, sul tipo della “Silicon Valley”;
- Incubatori di “Start-up” giovanili con fiscalità di vantaggio;
- Centri di ricerca legati alle aziende dell’area di ricerca ed alle istituzioni scientifiche;
- Centri finanziari e bancari “Off-shore”, extra UE, per realizzare la nostra “city”;
- Custodia, borsa e manipolazione di materie prime e metalli, anche pregiati ed opere d’arte anche per operazioni finanzarie come avviene nel punto franco dell’aeroporto di Ginevra e Singapore;
- Trasformazione di merci, anche nel campo della moda, tessili, alimentari e hardware, in regime extradoganale ;
- Assemblaggio di macchinari ad alta tecnologia per impieghi specializzati, potenziando ed incentivando quanto già viene prodotto dalla Saipem con i robot per le trivellazioni sottomarine;
- Potenziamento delle attività portuali esistenti come l’Adriaterminal, alla quale sono stati tolti i collegamenti ferroviari nel 2010 ;
- Distretto nautico, con cantieri per Yacht che operano “estero su estero” e “usi del mare” in esenzione doganale e fiscale;

Si dice che si vuol utilizzare una limitata porzione di Porto vecchio per farne anche un Terminal Passeggeri in alternativa a Venezia?
Benissimo: rientra nelle attività portuali, i fondali ci sono, le banchine recenti e il collegamento ferroviario anche
(malgrado le balle raccontate finora).

Tuttavia bisognerebbe dimostrare che esiste un mercato e che questi famosi turisti sono disposti a farsi 3 ore di treno al giorno, nei vagoni bestiame di Trenitalia, per andare e venire da Venezia che è e resterà sempre la loro meta principale per ovvi motivi.
Gli allarmi sulla eliminazione di Trieste dalle toccate di Costa Crociere sembrano testimoniare il contrario.

E bisognerebbe dimostrare anche quali sarebbero esattamente le ricadute economiche su Trieste di questo flusso di turisti in veloce transito: finora pressochè nulla perchè si imbarcano e sbarcano a gran velocità senza prendere nemmeno un caffè.

Un suggerimento:
se il Terminal Passeggeri fosse in regime di Punto Franco extradoganale potrebbe ospitare il Duty Free Shop più grande del Mediterraneo
ed essere realmente, oltrechè un' attrazione, anche uno strumento per far ricadere denaro sul territorio.
Ma bisognerebbe abbandonare la sciocchezza dell' urbanizzazione e dell' eliminazione del Punto Franco: prodezza per cui il sen Russo è stato insignito di Sigillo Trecentesco.

Cerchiamo di mettere i piedi per terra dopo decenni di progetti, "sfide","scommesse", "restituzioni alla città", "firme epocali" e annunci vari di politici incapaci.

Quale è stato il risultato del vincolo architettonico posto 16 anni fa? Degrado.

Quale è stato il risultato della "sdemanializzazione" di due anni e mezzo fa?  Degrado.

Quale è stato il risultato dei megaprogetti che si susseguono da decenni (Trieste Futura, Porto Città, Greensisam ecc. ecc.)?  Degrado.

Al contrario l' unico edificio di Porto Vecchio che viene ora ristrutturato da privati è il Magazzino 23 della Base Saipem in procinto di diventare Polo Mondiale per la Robotica Subacquea, per attività produttive in regime di Punto Franco che è il motivo, insieme ai fondali di 12 metri, per cui la Saipem è venuta a Trieste in Porto Vecchio (clicca sul video). 

I FATTI parlano chiari.
Si vuole proseguire come stupidi rinoceronti a sbattere la testa contro il muro invece di guardare la REALTA'?

I fatti ci dicono che da tre anni e mezzo su questo blog parliamo di Nuova Via della Seta e Porto Franco Internazionale, all' inizio isolati e perfino derisi come velleitari utopisti.
Adesso è chiaro a tutti che quella è la strada.

Fin dall' inizio abbiamo parlato di "Utilizzo Produttivo" dei Punti Franchi per industria e servizi anche finanziari, anche in questo caso isolati e tacciati di essere "nostalgici".
Adesso è chiaro a tutti che quella è la strada.

Fin dall' inizio abbiamo sostenuto che l' urbanizzazione con finalità turistiche di Porto Vecchio, per farne una nuova parte di una città in forte calo demografico, con ormai quindicimila abitazioni vuote e centinaia di negozi chiusi, era una sciocchezza senza futuro e senza possibilità di trovare investitori privati tanto sprovveduti da rischiare i loro denari e da farsi accollare gli oneri di urbanizzazione che il Comune in bolletta non può realizzare.
Il crescente degrado di Porto Vecchio lo dimostra a due anni e mezzo dalla "sdemanializzazione" che doveva risolvere tutto in un battibaleno.
La stessa Ernst & Young parla di 25 anni per la realizzazione, ma solo se si trovano i soldi.

Trieste non ha bisogno di un allargamento della città ma di attività produttive e di lavoro !

Al contrario proprio in questi giorni si riscontra un forte interesse per insediamenti produttivi in regime di Porto Franco: Trieste ha pochi spazi e 67 ettari, pronti per insediamenti e serviti da banchina e ferrovia, non sono da sprecare in sogni e voli pindarici fallimentari che perdurano ormai da decenni.

Altrimenti l' Eurocapitale della Scienza si svolgerà nel desolante panorama illustrato dal video di Alex Bini (clicca QUI o sull' immagine) 

REALISMO, PLEASE !








Le fake news del Piccolo su Porto Vecchio del solo 2015


La slide che proponiamo da anni:


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