RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

lunedì 9 gennaio 2017

FOLLIE - COMMERCIO IN CRISI NERA: CHIUDONO PURE I NEGOZI CINESI... POPOLAZIONE IN CALO E VOGLIONO URBANIZZARE PORTO VECCHIO ED APRIRVI NUOVI NEGOZI ( PER FAR CHIUDERE QUELLI RIMASTI !) - IL 13 UN CONVEGNO DEGLI "URBANIZZATORI SDEMANIALIZZATORI"



Come purtroppo noto Trieste è una città in gravissima crisi.
Sotto gli occhi di tutti c'è la situazione del commercio con numerose chiusure di negozi anche storici e molte chiusure perfino di negozi cinesi.


La popolazione è in forte calo: la città ha perso un quarto degli abitanti dagli anni '70 e non si contano più le abitazioni vuote.

In questa situazione desolante è stata fatta una grande pensata: allargare la città urbanizzando un immensa area priva anche di fognature perchè precedentemente destinata ad attività portuali e produttive. 

Attività continuate fino al 2001 quando un demenziale vincolo architettonico ne ha impedito qualsiasi ammodernamento; attività tuttora presenti all' Adriaterminal con Saipem e GMT.

Un' urbanizzazione con finalità turistiche e commerciali di quest' area creerebbe, in questa situazione di drammatico calo demografico e crisi commerciale, grandi danni alla città con spostamento del baricentro, calo del valore degli immobili e dei negozi, abbandono e desertificazione di ampie fette dell' attuale città.
Per non parlare dei costi stratosferici di gestione e infrastrutturazione primaria a carico del Comune che non ha i fondi e non ha nemmeno fatto la indispensabile previsione e Variazione di Bilancio.


Un' operazione del genere potrebbe essere vagamente ipotizzata solo in presenza di una città in forte crescita con un aumento di almeno 100.000 abitanti (sui 200.000 attuali) e di un flusso turistico di due milioni di turisti all' anno: sono cifre astronomiche e palesemente irraggiungibili indicate proprio dagli "sdemanializzatori"- clicca QUI -.


Si aggirano per Trieste delle persone che millantano la realizzazione di quento sopra con una cinquantina di milioni erogati dal Ministero della Cultura mentre solo l' infrastrutturazione primaria (fogne ecc.) costerebbe più di 300 milioni, mentre non c'è neanche l' ombra di un investitore privato disposto ad imbarcarsi in un' avventura fallimentare da 5 miliardi (copyright sen. Russo).

Millantano di riuscire ad attirare 100.000 nuovi abitanti e imponenti flussi turistici con un "attrattore culturale transnazionale" costituito da un accorpamento di musei deserti che non riescono nemmeno a pagarsi un cassiere con al centro mostre come quella sulle "Navi del Lloyd" di cui non hanno nemmeno il coraggio di rendere noto l' esiguo numero di visitatori paganti e con una nave arrugginita e imbottita di amianto come la Vittorio Veneto con costi di bonifica insostenibili. FANTATURISMO !


Tutto pur di non utilizzare l' area con finalità produttive sfruttando il regime agevolato di Punto Franco e la fiscalità di vantaggio di una No Tax Area che pure era prevista nella legge 19/1991 che istituiva il Centro Finanziario Off-Shore abortito.
Meglio cercare di racimolare qualcosa con speculazioni edilizie di esito incerto come i precedenti tentativi fallimentari hanno dimostrato (Portocittà, Trieste Futura ecc.).


E' noto che una città si sviluppa ed aumenta gli abitanti solo perchè offre possibilità di lavoro: ma questo non entra nella testa, e negli interessi, di queste persone legate a ipotesi da anni '70 poi rivelatesi catastrofiche.

Nei prossimi giorni documenteremo quello che è successo veramente con i recuperi dei Porti Vecchi di Lione, Marsilia e  Amburgo che pure erano molto più piccoli, in città affluenti e in forte crescita e con abbondanza di fondi pubblici, e che vengono citati e decantati come esempio da Ernst & Young e sdemanializzatori vari...

Venerdì 13, giorno scaramanticamente disgraziato, alcuni di questi personaggi si riuniranno per iniziativa di Confindustria per presentare i risultati del sondaggio su cosa fare in Porto Vecchio.

Il problema è che fra le domande non c' era il RIUTILIZZO PRODUTTIVO PER CREARE LAVORO ma solo amene ipotesi campate in aria.

Staremo a vedere cosa si inventeranno e commenteremo il sondaggio ricordando il pensiero mainstream della dinastia dei Pacorini, di cui uno è relatore al citato convegno, pensiero magistralmente condensato da Roberto Pacorini sul Piccolo meno di un anno fa: 

QUI LINK PER TAVOLA ROTONDA DI CONFINDUSTRIA


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