RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 31 dicembre 2016

- DIPIAZZA INSISTE SUL MUSEO AL MAGAZZINO 23 DI PORTO VECCHIO: QUALCUNO GLI DICA CHE E' SULL' ADRIATERMINAL, IN PUNTO FRANCO E IN CONCESSIONE A SAIPEM CHE LO RISTRUTTURA ! - LE BUGIE DIPIAZZESCHE SUL MAG.23 E I MUSEI, IL MERCATO ITTICO E LA FERRIERA -


Errare è umano ma perseverare è diabolico !
Sono giorni che insistiamo a spiegare che è solo una balla quella di dire che nel Magazzino 23 di Porto Vecchio verrà messo un Museo: infatti il 23 è sull' Adriaterminal, tuttora in Punto Franco, in concessione alla SAIPEM che ha appena avuto l' autorizzazione a una ristrutturazione del costo di 2 milioni ( per i nostri precedenti articoli clicca QUIQUI e QUI).

Abbiamo mandato gli articoli anche ai Consiglieri Comunali del Centro Destra perchè la smettano di raccontare bugie su Porto Vecchio.

Ma oggi sul Piccolo Dipiazza insiste sul Museo del Mare al magazzino 23 (vedi sotto l' articolo): allora è una bugia reiterata che si aggiunge  agli annunci bugiardi sull' imminente trasferimento del Mercato Ittico in Porto Vecchio e alle promesse senza esito di chiusura dell' "area a caldo" della Ferriera.
Su quest' ultimo argomento ieri hanno tenuto una conferenza stampa il Circolo Miani e l' associazione Servola Respira  denunciando l' inefficacia dell' azione del Sindaco: "Tempo Scaduto- L' area a caldo della Ferriera NON verrà chiusa" è il titolo di un trafiletto del Piccolo che riproduciamo sotto. 
E' ormai chiaro che se succederà qualcosa è per l' intervento della Magistratura che come al solito esercita un ruolo di supplenza ad una politica inconcludente.
Evidentemente promesse, dichiarazioni solenni e sfilate non bastano...

Notiamo che sul passaggio di proprietà di Porto Vecchio stavolta il Piccolo pubblica solo un trafiletto a pag. 25 mentre in precedenza per notizie molto meno significative si suonavano le fanfare del trionfo.
Probabilmente cominciano ad emergere le magagne come la mancanza di soldi per le spese correnti e l' infrastrutturazione primaria...


A tal proposito Dipiazza  cita un "incontro per far partire la spesa dei 50 milioni di euro" come se fosse imminente ma dimentica di precisare le condizioni rigidissime per il rilascio di questi finanziamenti ne citiamo due:


A)" opere di urbanizzazione e Nuovo Piano Viabilità"  ovvero il tempo per fare un Nuovo Piano di Viabilità e le spese di centinaia di milioni per le opere di Urbanizzazione ( fogne ecc.).

b) "procedure volte a garantire il rispetto delle caratteristiche architettoniche - sistema dei vincoli" ovvero il demenziale Vincolo Architettonico che impedisce persino la segnaletica verticalee qualsiasi ragionevole innovazione.


Alleghiamo a tal proposito la slide dello studio di Ernst & Young sull' argomento, fornita da Roberto Martini dello staff che si occupa dell' esame del lavoro dell' "advisor".


Insomma tanto tempo e tanti soldi prima di avere, forse, i 50 milioni vincolati a utilizzi culturali: e INTANTO CHI PAGA ?


Perchè non è stata fatta ancora la variazione del Bilancio del Comune che comprenda le spese che partono da oggi e modifichi lo stato del patrimonio disponibile?

I cittadini per sapere quanto e come il Comune deve spendere per Porto Vecchio dovranno rivolgersi alla Magistratura Amministrativa ( Corte dei Conti ) ?



E' ammissibile che ingenti spese pubbliche siano avvolte nel mistero e si raccontino continue bugie su Porto Vecchio?

Qui sotto gli articoli del Piccolo citati: mentre il Piccolo attacca pesantemente Dipiazza su questioni ideologiche tipo "guerra degli striscioni" si limita a trafiletti in pagine secondarie su COSE BEN PIU' SOSTANZIOSE IN CUI E' COMPROMESSO ANCHE IL CENTRO SINISTRA



 Porto vecchio passa dal Demanio al Comune
Un «anno scoppiettante». Così il sindaco Roberto Dipiazza immagina il 2017 per Trieste in un’intervista all’Ansa in cui fa gli auguri ai concittadini, tira un bilancio dei primi sei mesi da sindaco e indica gli obiettivi. E i fuochi d’artificio riguardano soprattutto Porto vecchio che da oggi entra a far parte del patrimonio comunale. «Sono un sindaco fortunato: domani (oggi, ndr) mi consegneranno le chiavi del Porto vecchio. Si comincia subito e grazie anche a un ottimo rapporto di collaborazione con Serracchiani: la settimana prossima è previsto un incontro per far partire la spesa dei 50 milioni di euro» annuncia il sindaco. Primo passo, la realizzazione di una rotatoria all’altezza del ponte di ferro. «Il Porto vecchio non voglio che sia un progetto di Dipiazza ma che sia un progetto di tutti. Voglio fare un esperimento, collaborare a 360 gradi con tutte le persone che vogliono impegnarsi sul Porto vecchio compreso anche l’ex sindaco Cosolini e il Pd. E il Movimento 5 Stelle». È in ballo una «grande opportunità, 65 ettari sul mare, proviamo a lavorare insieme come sto già facendo con la presidente Serracchiani, senza fare le solite polemiche». Ai magazzini «23, 24 e 25 verrà il Museo del mare,(E insiste! ndr) davanti al Molo Zero, nei 30mila metri quadrati del 26 ci andranno Icgeb, Immaginario Scientifico e altre realtà». Oggi avverrà il passaggio di mano dal Demanio dello Stato a quello municipale così come previsto dalla legge del dicembre 2014 su emendamento proposto dal senatore Francesco Russo. Dei 650mila metri quadrati complessivi del Porto vecchio, ne passano al Comune circa mezzo milione. La linea di demarcazione tracciata preserva infatti al Demanio marittimo l’intera striscia di costa, l’area dell’Adriaterminal e quella degli stabilimenti balneari e delle società sportive. Gli edifici, secondo quanto riportato su una brochure di qualche anno fa dell’Authority, sono 38 suddivisi in tre tipologie: a un solo piano fuori terra; a due o tre piani fuori terra con cantina e soffitta e ballatoi tra gli avancorpi sostenuti da colonnine di ghisa; a quattro piani fuori terra con cantina, pianoterra e quattro piani superiori con ballatoi. 

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Circolo Miani «Tempo scaduto L’area a caldo della Ferriera non sarà chiusa»

«Dipiazza aveva promesso di chiudere l’area a caldo, i mesi che aveva indicato sono ormai trascorsi. I dati disponibili sull’inquinamento della Ferriera, che il Comune possiede, sono quelli forniti dall’Arpa. Quindi il ruolo dei tecnici del Municipio è assolutamente inutile». Il fulcro della riunione convocata ieri nella sede del Circolo Miani era proprio questo: spiegare i motivi per cui, secondo Maurizio Fogar, presidente dell’associazione, «l’amministrazione Dipiazza non chiuderà mai l’area a caldo della Ferriera». Secondo Fogar le affermazioni del sindaco Roberto Dipiazza non stanno in piedi. A partire dalla richiesta di revisione dell’Aia del primo cittadino. Fogar infatti afferma che «la legge parla da sola: l’attuale domanda è sbagliata, perché Dipiazza l’ha inviata alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, che è stata anche gentile e comprensiva nel rispondergli. Doveva invece mandarla all’ufficio regionale o statale che ne ha la responsabilità. Altrimenti è irricevibile. E inoltre avrebbe dovuto specificare i motivi fondanti per cui ha fatto questa richiesta, che al contrario non erano espressi». Ma non basta. «Ho cercato di far capire al sindaco - continua Fogar - che stava sbagliando sia nella forma che nella sostanza. Ma lui si è fidato dei suoi consiglieri, credo che il problema non si risolverà». A entrare nel dettaglio delle motivazioni è stato Romano Pezzetta del circolo “Servola respira”, che in passato aveva lavorato all’altoforno dello stabilimento sotto le proprietà Pittini e Italsider: «Ho visto che lavora gente inesperta - ha detto Pezzetta - mi sorprende che i sindacati non si muovano. Finalmente si è mossa la Procura, credo che dirà ad Arvedi “o fai il lavoro o sequestro l’altoforno”. In ogni caso sarebbe meglio farne un impianto nuovo che risanare l’attuale». Infine gli esponenti del Circolo si sono riuniti per dare il via al coordinamento della lista civica “No Ferriera, Sì Trieste”, «attraverso un primo congresso cittadino dando il via alle iscrizioni».


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