RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 19 dicembre 2018

#PerNonDimenticare - NON IMPORTA SE IN PORTO L' OPERATORE SIA ROSSO O NERO, EUROPEO O CINESE: L' IMPORTANTE E' CHE NON DIA FASTIDIO ALLA "CUPOLA" DI CAMBER - IL CASO DELLA CACCIATA DELL' OLANDESE ECT DA MOLO VII E LE INQUIETANTI SIMILITUDINI CON LA PREANNUNCIATA GAZZARRA ANTICINESE IN CONSIGLIO COMUNALE -



CORSI E RICORSI STORICI: OGNIQUALVOLTA SI FANNO CONCRETE IPOTESI DI INVESTIMENTI ESTERI NEL NOSTRO PORTO SI METTONO DI TRAVERSO I SOLITI NOTI.

Anche la cacciata degli olandesi della ECT , terminalista allora (1999) primo in Europa e quarto al mondo, vide tra i protagonisti il Clan Camber e particolarmente la onnipresente Marina Monassi.
La “signora” (così la chiamavano reverenti i funzionari) prende servizio come Segretario Generale il 3 gennaio del 1994 su nomina del ministro Publio Fiori di Alleanza Nazionale, premier Berlusconi.

Proseguiamo citando Paolo Rumiz: il nuovo Presidente dell' Autorità Portuale Michele Lacalamita, nominato un anno prima, nel 96   "ha l’ardire di rompere monopoli e rendite di posizione, indicendo una gara internazionale per il Molo VII, forse la prima in porto dai tempi dell’Austria-Ungheria. È un momento magico, Trieste respira, c’è di nuovo vento di mare. Se pol? Certo che se pol. Si presentano alla gara colossi di Hong-Kong e di Singapore, una cordata britannica e l’olandese E.C.T. Ma di nuovo, come nel caso Rovelli, si mette di mezzo la Fiat che pretende l’assegnazione diretta. Al presidente (nel frattempo siamo al governo Prodi) viene fatto capire che non è il caso di insistere, pena la revoca del mandato. Ma l’uomo tiene duro, batte il pugno sul tavolo del capo del governo e continua per la sua strada. Seguono giorni stressanti per il porto. Quando l’accordo con gli olandesi finisce in dirittura d’arrivo, partono notizie stampa (poi dimostratesi non vere) secondo le quali l’E.C.T. starebbe per ritirarsi a causa delle eccessive richieste di Lacalamita. I dettagli della notizia fanno pensare che qualcuno abbia messo il naso in documenti riservati, ma il presidente non si fa intimidire: chiama in causa il tribunale per qualcosa che a tutti gli effetti pare una turbativa d’asta, poi si precipita dalla “signora” a dirle che con decorrenza immediata le viene proibito di aprire le lettere per la presidenza e che sempre da subito le vengono tolte tutte le deleghe. È uno scontro drammatico, cui segue un consiglio di amministrazione altrettanto drammatico. Ma alla fine Lacalamita ottiene il via libera, gli olandesi vincono e prendono in carico il molo con le sue maestranze, in gran parte da riqualificare. Ma l’E.C.T. rappresenta lo scardinamento del porto come rendita di posizione e parcheggio di merci. Così gli olandesi capiscono presto di avere contro una bella fetta del potere: parte dei sindacati, il blocco della Fiat ostile alla gara, la Evergreen di Taiwan che ha fagocitato il Lloyd Triestino, il governo nuovamente di Berlusconi, e naturalmente il binomio Camber-Monassi affamato di rappresaglia per l’affronto subito. Dopo la scadenza di Lacalamita e la nomina al suo posto dell’avvocato genovese Maurizio Maresca, collegato com’è naturale più alla marineria tirrenica che a quella adriatica, contro la E.C.T. scattano nel 1999 addirittura sabotaggi sulle banchine, al punto che il Molo VII viene blindato con controlli speciali. Ma quando nella palazzina della direzione, durante un incontro tra compagnia e clienti, viene addirittura fatta esplodere una bomba nell’ascensore, il capo dell’ E.C.T. chiama furente da Amsterdam per comunicare a Maresca il fine-partita per... impraticabilità del campo. I piccoli interessi hanno di nuovo campo libero. Ma l’invadenza del duo Monassi Camber ha cominciato a irritare non pochi, anche nel Centrodestra. E ormai siamo alle soglie del ‘2000" (Paolo Rumiz 19/2/2011 per le 4 puntate dell' inchiesta di Rumiz clicca QUI).

Sul Piccolo leggiamo : "il 15 settembre del '99 una bomba carta esplose nell'ascensore mentre i vertici del terminal erano riuniti con alcuni clienti. Gli autori dell'atto, che solo per fortuna non fece vittime, non vennero mai scoperti. Se quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, altri episodi di boicottaggio, denunciati dagli olandesi dopo aver abbandonato Trieste, ebbero per teatro il Molo Settimo durante la gestione Ect." ...
"l'allora presidente Michele Lacalamita riuscì a fra "digerire" l'accordo al Comitato portuale. Un passo non facile, che mise in luce pesanti divergenze con l'allora segretario generale Marina Monassi. Divergenze emerse già durante la stesura del contratto, in cui la Monassi avrebbe voluto clausole che concedessero all'Authority voce in capitolo nella gestione del terminal. Il solco fra presidente e segretario generale divenne sempre più profondo. A un certo punto Lacalamita "invitò" la Monassi a farsi da parte, avocando a sè l'intera procedura. Lo scontro non mancò di avere ripercussioni politiche. Annusando come sarebbe finita, il Polo delle libertà offrì alla Monassi la candidatura alle elezioni regionali del 1998"  "Il Piccolo 22/4/2011, per l' articolo clicca QUI).

Adesso il "nemico" sono gli operatori cinesi che si vogliono bloccare con strombazzati Consigli Comunali Straordinari con cui far passare l' idea di una città contraria all' "invasione cinese" per motivi umanitari di difesa dei "diritti civili" e "diritti dei lavoratori": cose che al Clan Camber non possono fregar di meno.
Tentando così di allontanare il diavolo cinese, tanto pericoloso per i loro miserabili interessi d' orticello.


In cambio cosa offrono costoro? Il nulla, la palude stagnante o, meglio, la solita merce fraudolenta e avariata che propongono da 100 anni: l' Italia, uno stivale sfondato.
Uno Stato che essendo alla canna del gas non ha nemmeno più le lacrime per piangere, altro che fare investimenti e sviluppo per il Porto Franco Internazionale di Trieste.

Ma i triestini ormai hanno imparato che dietro gli appelli patriottici, nazionali e identitari si celano storiche enormi fregature.

Va inoltre segnalata la convergenza tra gli allarmismi anticinesi dei Forzaitalioti e gli allarmismi di esponenti Piddini: la Serracchiani, perdendo l' occasione di tacere, il 24 ottobre scorso ha presentato un' interrogazione contro gli investimenti cinesi a Trieste in cui chiede:
"quali siano le iniziative portate avanti dal sottosegretario Geraci nei confronti del Governo cinese e se condividano le sue valutazioni riguardo alla democrazia e ai diritti umani;
se le iniziative citate in premessa rientrino in una strategia del Governo nell'approccio con la Cina, che sembra improntata, a giudizio dell'interrogante, alla sostanziale acquiescenza agli interessi cinesi;
se, con riferimento al porto di Trieste quale terminale della Via della seta, gli investimenti cinesi si limitino alla costruzione di un nuovo molo e se, più in generale, si registri un interesse cinese ad altri asset strategici italiani;
se, nell'ambito delle trattative in corso con le società statali cinesi, il Governo intenda assicurare, fermi restando i poteri di vigilanza previsti dalla legge, l'autonomia operativa dell'Autorità di sistema del mare Adriatico orientale." 
 Clicca QUI per l' interrogazione.
DOVE STA LA DIFFERENZA CON LE POSIZIONI DI CAMBER?

Infatti da tempo si parla di collaborazione se non di fusione tra  ampi settori di PD e FI due partiti pesantemente bastonati dai risultati elettorali ed in stato di meritato disfacimento.



1 commento:

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