RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 26 settembre 2018

LIBERO SUDTIROLO - CONTINUA LA CAMPAGNA STAMPA DEL GIORNALE DI FELTRI PER IL DOPPIO PASSAPORTO AUSTRIACO E PER L' AUTONOMIA, DA PRENDERE A MODELLO PER ALTRI TERRITORI - TRIESTE COME LA PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - BUONSENSO CONTRO IDEOLOGIA: BASTA OTTUSO NAZIONALISMO OTTOCENTESCO E CELEBRAZIONI DI "VITTORIE" DI PIRRO -



Continua l' interessante campagna stampa di "Libero", quotidiano diretto da Vittorio Feltri, a favore del doppio passaporto austriaco e, soprattutto, del modello di autonomia sudtirolese da estendere alle regioni e territori che lo volessero. Ne parlavamo già ieri (clicca QUI).
Dimostra che sono questioni di BUONSENSO che superano la divisione ideologica destra - sinistra.
Proponiamo sotto l' articolo di ieri di Renato Farina mentre proporremo domani, per non appesantire troppo, altri articoli di Feltri pubblicati oggi.


L' articolo di Libero che proponiamo sotto è ampiamente condivisibile in particolare su questi punti:
1) "Giuseppe Conte è il caso vincoli il suo consenso alla possibilità per i cittadini di prima lingua italiana li residenti da più di quattro anni (come prevede la legge provinciale per avere il diritto di voto lo cale) di ottenere anch’essi, se si sentono austriaci, lo stesso diritto. ": perchè svincola il doppio passaporto dalla questione etnica e linguisica per farne, modernamente, un fatto territorialecome sarebbe nel caso di Trieste.  Salvini ha dichiarato nell' incontro con il vicecancelliere Strache che "un accordo si troverà sulla cittadinanza austriaca" con gran scorno degli "italianissimi" locali stile "Fratelli d' Italia".
2) "può spendere il 90 per cento delle sue tasse in casa propria" : ovvero la necessità dell' autonomia finanziaria e la facoltà di trattenere le tasse sul territorio.
3) "Autonomia per le Regioni che la vogliano": Il modello della Provincia Autonoma di Bolzano  è quanto  andiamo sostenendo da tempo. Per arrivarci è necessario che la Regione rivendichi nuove competenze esclusive da delegare al Cantone Autonomo di Trieste di cui parlava Fedriga in campagna elettorale.

Una volta l' applicazione delle autonomie previste dalla Costituzione italiana contro il centralismo nazionalista era prerogativa della sinistra democratica: da tempo i suoi gruppi dirigenti se ne sono dimenticati, cosi come della difesa dei lavoratori e dei ceti più deboli massacrati dal neoliberismo... e si lamentano se sono in via d' estinzione.


Buona lettura:

LA QUESTIONE SUDTIROLESE 
Altro che lamentarsi del doppio passaporto !
L’Alto Adige è un tesoro. Peccato non sia nostro. 
Fondi provinciali per il volontariato e legge sul Maso. Così Bolzano è l’unica provincia dove la montagna non si è spopolata. Anzi, produce ricchezza e figli
di Renato FARINA Libero 26/9/18

Ieri alla Camera c’è stata un’interrogazione parlamentare. Una faccenda locale, e però molto istruttiva. Rigua da un territorio della provincia di Belluno, coronato dalle Dolomiti, da cui la gente scappa, perché i servizi se ne vanno, pure l’lnps, e la montagna è così abbandonata. L’interrogante, il deputato pentastellato Federico D’Incà, uno in gamba, chiede con vigore che si guardi un metro più in là, alla provincia diBolzano, all’AltoAdige. Questa interrogazione, senza averne l’intenzione, e perciò con la forza della realtà, spiega perché l’Alto Adige (dizione italica) o Sud Tirolo (nome storico, non a caso te desco) sia un tesoro seppellito nel nostro campo, che andrebbe investito per salvare l’Italia. E se la maggioranza dei suoi abitanti, i quali ne determinano il senso civico e la cultura amministrativa, vuole avere la doppia cittadinanza, che essi l’abbiano pure, che problema è? Se li fa essere più se stessi, non ci tolgono niente. Semmai, poiché il cancelliere di Vienna Sebastian Kurz ha detto di voler condurre la pratica in accordo con il governo di Roma, Giuseppe Conte è il caso vincoli il suo consenso
 alla possibilità per i cittadini di prima lingua italiana li residenti da più di quattro anni (come prevede la legge provinciale per avere il diritto di voto lo cale) di ottenere anch’essi, se si sentono austriaci, lo stesso diritto. 
L’Italia è piena di cittadini italiani con passaporto peruviano, statunitense, pachistano, marocchino: cioè extracomunitario.
Se sulle Alpi una popolazione libera e prospera, che non minaccia di usare i passaporti per passare nelle file dell’Isis, dispone di questa doppia carta, chi potrà aversene a male? Torno all’interrogazione. Dice D’Incà, che è deputato di quelle terre: «Noi parliamo di alcune vallate delle Alpi che sono soggette a uno spo polamento molto grave, tra le più isolate che cisono all’in terno delle Alpi». Parla della provincia di Belluno, «un territorio aspro, montano, bellissimo: le Dolomiti sono bellis sime. In quelle vallate abbiamo meno di un figlio per donna e, quando nasce un ragazzo, questo probabilmente vorrà andarsene a cercare non soltanto fortuna, ma anche servizi migliori in grandi città e in centri diversi».
PICCOLA PATRIA
D’Incà porta «l’esempio pratico dell’Alto Adige. Abbiamo, da una parte, meno di un figlio per donna e, dall’altra parte, in Alto Adige, addirittura 1,76 figli per donna; quest’ultimo è tra i luoghi d’Italia dove c’è l’andamento demografico migliore». Perché? Perché Bolzano è così? Perché è insieme italiana e austriaca. E una piccola patria. Ha cercato di mantenere la propria identità, contro i tentativi prima del ventennio mussoliniano e poi resistendo a un certo revanscismo molto nazionalista e poco patriottico negli anni 70-80.
POCA IMMIGRAZIONE
Risultato: è una perla. Vero: 
può spendere il 90 per cento delle sue tasse in casa propria. Vero: la maggioranza tedesca fa di tutto per rendere stabile la proporzione tra le etnie che la favorisce, e a suo tempo il grande leader sudtirolese Silvius Magnago scoraggiò l’immigrazione da altre regioni in ogni modo, con ciò inducendo gli italiani a sentirsi vittime di un apartheid nella Repubblica che si chiama italiana.
Il fatto è che questa Repubblica preme il calcagno dove la storia gliene negherebbe il diritto, e se va le il principio dell’autodeterminazione e della difesa sovranista su base identitaria, e non burocraticamente formale, hanno mille ragioni i sudfirolesi.
Di certo non serve manifestare ostilità a un’iniziativa fraterna del governo viennese verso gente della loro medesima cultura, stirpe, persino dialetto.
E meniamo a frutto l’intelligenza della montagna tirolese.
Esempio? Elena Artioli, figlia di madre di stirpe tedesca e del grande imprenditore automobilistico della Bugatti, consigliere provinciale leghista bolzanina antesignana di una pacificazione con l’etnia tedesca, e perciò emarginata a suo tempo dalla coalizione di centrodestra (magari sarebbe il caso di ripensarci, vero Salvini?) propone per tutta Italia il modello li creato con leggi e costumi civici idonei. E copiabili.
LA RICETTA
Invece di assumere forestali o allargare la pletora d’impiegati comunali, tra le Dolomiti tirolesi si è incentivata la propensione della popolazione dei villaggi per il volontariato, l’amministrazione finanzia squadre di pompieri volontari che difendono benissimo i loro boschi (sono i loro boschi!), aiuta la Croce Bianca volontaria disponibile 24 ore su 24; ogni villaggio ha una banda musicale volontaria che organizza perfino i balli e tutte le feste e sagre, con un corpo di Schùtzen impiegati volontari anche per servizi d’ordine, le Haus der Kultur per il teatro, per gli eventi culturali. Dice la Artioli: «Soprattutto abbiamo incentivato il desiderio degli agricoltori di restare nel le loro terre». La montagna si è ripopolata, i contadini che erano scesi in città in cerca di lavoro sono tornati nelle loro case in montagna utilizzando gli aiuti generosi della Provincia per costruire o rinnova re le case con tuffi i servizi e le comodità delle case cittadine, ma coi gerani sui balconi, ed ampliarle permetterle pure a disposizione dei turisti che amano la montagna.
Scuole di artigianato. La legge sul Maso impedisce il frazionamento dei poderi di montagna, lasciandolo ai primogeniti, con una liquidazione per gli altri eredi che con sente di aprire botteghe artigiane in valle. Il risultato? I villaggi dell’Alto Adige sono i più belli e graziosi del mondo, il reddito è elevato, 
la Provincia di Bolzano ha il più basso livello di disoccupazione d’Europa. Per ché non si possono usare gli stessi criteri positivi che hanno reso ricchi i villaggi dell’Al to Adige- Sud Tirolo? Autonomia per le Regioni che la vogliano. Chiamiamoli a far da maestri nelle scuole: di cultura civica e di antimafia, che è la stessa cosa. Che abbiano due passaporti, che male ci fa?


SCHEDA da "Libero":
LAVORO PER TUTTI
Nel primo trimestre 2018, la crescita media del mercato del lavoro è stata deI 3,7%, con punte del +8,5% per il settore alberghiero e del +5,5% per l’edilizia. La disoccupazione si è attestata aL 2,7% (ultimi due trimestri) (In Italia è il 12% ndr) mentre un anno fa era ancora al 3,5%. Il tasso di occupazione ha raggiunto il 78,4%, livello mai registrato in Alto Adige e che fa sperare nell’effettivo raggiungimento dell’obiettivo dell’80% auspicato per il 2020.

ALTA NATALITÀ E VITA LUNGA
Secondo l’istituto provinciale di statistica, il numero di abitanti in Alto Adige è in crescita, essendo passato dai 504.643 abitanti dei 2011 ai 527.750 al 31.12.2017. Il bilancio migratorio assume valori positivi dai primi anni ‘90. lI tasso di fertilità totale (1,76 figli per donna) è il più alto di tutto il territorio nazionale, e anche per quanto riguarda la longevità l’Alto Adige si pone al di sopra della media, con una speranza di vita di 81,1 anni per gli uomini e di 85,6 anni per le donne.




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