Lunedì 27 una qualificata delegazione del
Governo italiano sarà a Pechino.
La guideranno il ministro Tria per le questioni
finanziarie e il sottosegretario Geraci per le questioni inerenti lo sviluppo
economico
E’ lodevole intenzione del Governo, e di Geraci
in particolare, proporre ai Cinesi il Porto Franco Internazionale di Trieste
come terminal della Nuova Via della Seta marittima.
Come ha detto Geraci al Corriere della Sera, l’
appeal di Trieste è quello di essere vicina e ben collegata via ferrovia con l’
Europa Centro- Orientale, non certo quello di essere amministrata dall’ Italia.
Infatti alla Cina interessa raggiungere i
mercati europei e Trieste è collocata nel punto giusto, ha profondi fondali e
il regime di Porto Franco che i Cinesi ben conoscono visto che il loro
straordinario sviluppo degli ultimi decenni è avvenuto utilizzando ampiamente
Zone Franche.
Inoltre ha un piano regolatore di sviluppo già approvato e un’ unica Autorità come interlocutore delle imprese il che è una notevole semplificazione burocratica.
Inoltre ha un piano regolatore di sviluppo già approvato e un’ unica Autorità come interlocutore delle imprese il che è una notevole semplificazione burocratica.
Oltre alla vicinanza alla Mitteleuropa (Europa
di Mezzo) il Porto di Trieste, a differenza di quelli di Genova e Venezia, è
efficacemente collegato con le ferrovie la cui spina dorsale è stata ereditata
dalle famose ferrovie dell’ Impero Austriaco.
Il Governo di Roma ha capito che il Porto di Trieste - amministrato, malamente, dall’ Italia fin dal 1954 - è una carta da giocare per ottenere in cambio investimenti cinesi sui titoli di debito pubblico che tra poco andranno in sofferenza per la fine dell’ intervento straordinario QE della BCE.
Nel nuovo governo ci sono degli economisti di valore e non succubi del pensiero neoliberista finora imperante: Savona, Tria e Geraci che sosterrà le ragioni del nostro porto a Pechino.
Così, grazie alla spinta del debito pubblico italiano,
Trieste si ritrova la più grande opportunità di sviluppo dai tempi dell’
apertura del canale di Suez.
Riteniamo che la priorità per Trieste siano lo sviluppo economico e le connessioni a livello mondiale pertanto sosteniamo l' azione della delegazione del Governo che va in questa direzione.
Riteniamo che la priorità per Trieste siano lo sviluppo economico e le connessioni a livello mondiale pertanto sosteniamo l' azione della delegazione del Governo che va in questa direzione.
Non è detto che tutto vada bene e che la visita a Pechino si
concluda con un accordo positivo per il porto di Trieste perché oltre a resistenze
interne provenienti da chi si sente tagliato fuori, principalmente Genova e
Venezia, sul tappeto vi sono tensioni internazionali.
La prima è la rivalità geopolitica tra USA e Cina che fa dire ad alcuni che l’ Italia farebbe meglio a chiedere aiuti sul debito agli USA lasciando perdere la Cina e le Nuove Vie della Seta: ma non è detto che non si possa trovare un modo di coesistenza pacifica sulla questione che ci riguarda.
Un’ altro è la conflittualità attuale tra il Governo di Roma e la UE che per i cinesi è il mercato di riferimento verso cui, ovviamente, non vogliono trovare ostacoli.
La prima è la rivalità geopolitica tra USA e Cina che fa dire ad alcuni che l’ Italia farebbe meglio a chiedere aiuti sul debito agli USA lasciando perdere la Cina e le Nuove Vie della Seta: ma non è detto che non si possa trovare un modo di coesistenza pacifica sulla questione che ci riguarda.
Un’ altro è la conflittualità attuale tra il Governo di Roma e la UE che per i cinesi è il mercato di riferimento verso cui, ovviamente, non vogliono trovare ostacoli.
Tuttavia le possibilità di risultati positivi per Trieste sono
buone perché sono nella logica naturale di sviluppo della nuova situazione
geopolitica mondiale.
Trieste, ci auguriamo, godrà di un grande sviluppo delle
connessioni internazionali e di un notevole sviluppo economico a partire dagli
investimenti cinesi nel porto.
L’ Autorità Portuale giustamente ritiene che gli operatori debbano investire mezzi propri nelle infrastrutture a mare date in concessione: per questo è ipotizzabile un massiccio investimento cinese per il Molo VIII, dalla Piattaforma Logistica alla banchina davanti alla Ferriera.
L’ Autorità Portuale giustamente ritiene che gli operatori debbano investire mezzi propri nelle infrastrutture a mare date in concessione: per questo è ipotizzabile un massiccio investimento cinese per il Molo VIII, dalla Piattaforma Logistica alla banchina davanti alla Ferriera.
D’ Agostino inoltre intende far si che il Porto non sia solo un punto di transito ma che il valore si fissi sul territorio grazie all’ utilizzo produttivo del regime di Punto Franco.
Un processo che investirà tutto il territorio e
probabilmente anche Porto Vecchio che è la più grande area immediatamente disponibile
per attività produttive.
Una volta che imprenditori globali e dinamici come i cinesi
saranno arrivati qui non ci vorrà molto perché si rendano conto dei vantaggi
dell’ Allegato VIII e ne chiedano la piena applicazione.
Ma sia per tenere il Porto Franco Internazionale di Trieste
al riparo da tensioni internazionali che riguardino il governo italiano, sia
per governare il processo di sviluppo nell’ interesse del Territorio sono
necessari ampi livelli di autonomia.
Questo nuovo governo e questa nuova giunta regionale oltre
ad avere dimostrato sensibilità per il nostro Porto hanno anche palesato
disponibilità sui temi dell’ autonomia.
Se tutto andrà per il verso giusto il Porto Franco Terminal
delle Nuove Vie della Seta e il Cantone Autonomo di Trieste diventeranno il
trampolino di lancio per la rinascita di Trieste.
Tra poco più di una settimana potremo sapere com’ è andata, intanto incrociamo le dita e facciamo gli auguri a Geraci.
Tra poco più di una settimana potremo sapere com’ è andata, intanto incrociamo le dita e facciamo gli auguri a Geraci.
IL MINISTRO TRIA
COME IL SOTTOSEGRETARIO GERACI INSEGNA ED HA VISSUTO IN CINA
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