RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 25 agosto 2018

LA CINA E’ VICINA, LA MITTELEUROPA PURE: LA SITUAZIONE E’ ECCELLENTE – Roma invece è lontana e piena di debiti: per questo tratta con i cinesi su concessioni nel nostro porto che può avere uno straordinario sviluppo. Grazie anche a degli economisti intelligenti e non succubi del neoliberismo che operano nel nuovo governo: Geraci, Tria, Savona – Sosteniamo l’ azione del nuovo governo a favore di Trieste ma attenti alle tensioni internazionali e alle manovre che arrivano da Genova e Venezia che si sentono tagliate fuori.



Lunedì 27 una qualificata delegazione del Governo italiano sarà a Pechino.
La guideranno il ministro Tria per le questioni finanziarie e il sottosegretario Geraci per le questioni inerenti lo sviluppo economico

E’ lodevole intenzione del Governo, e di Geraci in particolare, proporre ai Cinesi il Porto Franco Internazionale di Trieste come terminal della Nuova Via della Seta marittima.

Come ha detto Geraci al Corriere della Sera, l’ appeal di Trieste è quello di essere vicina e ben collegata via ferrovia con l’ Europa Centro- Orientale, non certo quello di essere amministrata dall’ Italia.

Infatti alla Cina interessa raggiungere i mercati europei e Trieste è collocata nel punto giusto, ha profondi fondali e il regime di Porto Franco che i Cinesi ben conoscono visto che il loro straordinario sviluppo degli ultimi decenni è avvenuto utilizzando ampiamente Zone Franche.
Inoltre ha un piano regolatore di sviluppo già approvato e un’ unica Autorità come interlocutore delle imprese il che è una notevole semplificazione burocratica.

Oltre alla vicinanza alla Mitteleuropa (Europa di Mezzo) il Porto di Trieste, a differenza di quelli di Genova e Venezia, è efficacemente collegato con le ferrovie la cui spina dorsale è stata ereditata dalle famose ferrovie dell’ Impero Austriaco.

Il Governo di Roma ha capito che il Porto di Trieste - amministrato, malamente, dall’ Italia fin dal 1954 - è una carta da giocare per ottenere in cambio investimenti cinesi sui titoli di debito pubblico che tra poco andranno in sofferenza per la fine dell’ intervento straordinario QE della BCE.
Nel nuovo governo ci sono degli economisti di valore e non succubi del pensiero neoliberista finora imperante: Savona, Tria e Geraci che sosterrà le ragioni del nostro porto a Pechino.

Così, grazie alla spinta del debito pubblico italiano, Trieste si ritrova la più grande opportunità di sviluppo dai tempi dell’ apertura del canale di Suez.
Riteniamo che la priorità per Trieste siano lo sviluppo economico e le connessioni a livello mondiale pertanto sosteniamo l' azione della delegazione del Governo che va in questa direzione.

Non è detto che tutto vada bene e che la visita a Pechino si concluda con un accordo positivo per il porto di Trieste perché oltre a resistenze interne provenienti da chi si sente tagliato fuori, principalmente Genova e Venezia, sul tappeto vi sono tensioni internazionali.
La prima è la rivalità geopolitica tra USA e Cina che fa dire ad alcuni che l’ Italia farebbe meglio a chiedere aiuti sul debito agli USA lasciando perdere la Cina e le Nuove Vie della Seta: ma non è detto che non si possa trovare un modo di coesistenza pacifica sulla questione che ci riguarda.
Un’ altro è la conflittualità attuale tra il Governo di Roma e la UE che per i cinesi è il mercato di riferimento verso cui, ovviamente, non vogliono trovare ostacoli.

Tuttavia le possibilità di risultati positivi per Trieste sono buone perché sono nella logica naturale di sviluppo della nuova situazione geopolitica mondiale.

Trieste, ci auguriamo, godrà di un grande sviluppo delle connessioni internazionali e di un notevole sviluppo economico a partire dagli investimenti cinesi nel porto.

L’ Autorità Portuale giustamente ritiene che gli operatori debbano investire mezzi propri nelle infrastrutture a mare date in concessione: per questo è ipotizzabile un massiccio investimento cinese per il Molo VIII, dalla Piattaforma Logistica alla banchina davanti alla Ferriera.

D’ Agostino inoltre intende far si che il Porto non sia solo un punto di transito ma che il valore si fissi sul territorio grazie all’ utilizzo produttivo del regime di Punto Franco.
Un processo che investirà tutto il territorio e probabilmente anche Porto Vecchio che è la più grande area immediatamente disponibile per attività produttive.

Una volta che imprenditori globali e dinamici come i cinesi saranno arrivati qui non ci vorrà molto perché si rendano conto dei vantaggi dell’ Allegato VIII e ne chiedano la piena applicazione.

Ma sia per tenere il Porto Franco Internazionale di Trieste al riparo da tensioni internazionali che riguardino il governo italiano, sia per governare il processo di sviluppo nell’ interesse del Territorio sono necessari ampi livelli di autonomia.

Questo nuovo governo e questa nuova giunta regionale oltre ad avere dimostrato sensibilità per il nostro Porto hanno anche palesato disponibilità sui temi dell’ autonomia.

Se tutto andrà per il verso giusto il Porto Franco Terminal delle Nuove Vie della Seta e il Cantone Autonomo di Trieste diventeranno il trampolino di lancio per la rinascita di Trieste.

Tra poco più di una settimana potremo sapere com’ è andata, intanto incrociamo le dita e facciamo gli auguri a Geraci.

IL MINISTRO TRIA
COME IL SOTTOSEGRETARIO GERACI INSEGNA ED HA VISSUTO IN CINA


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