RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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domenica 6 maggio 2018

MEGAPORTACONTAINER DIROTTATA SU TRIESTE DA VENEZIA: IL PD VENETO ATTACCA TRIESTE E MUSOLINO (presidente autorità portuale Ve) - UNA MACROREGIONE CON IL VENETO SAREBBE UNA SCIAGURA PER TRIESTE



Una grande nave portacontainer viene dirottata su Trieste da Venezia e subito dal Veneto si alzano le polemiche: protagonista la
capogruppo del PD al consiglio regionale Alessandra Moretti, renziana di ferro e meglio conosciuta come "Lady Like" anche per aver attribuito la sua sconfitta elettorale alle regionali al suo abbigliamento poco appariscente consigliato dallo "spin doctor" del Partito.

Questo dice il PD veneto per bocca della sua leader e candidata (perdente) alla Presidenza della Regione nonchè attuale capogruppo regionale:

«Se le navi cinesi, per ragioni “operative”, cominciano a sbarcare le loro merci a Trieste, significa che Venezia sta dicendo addio alla Via della seta — critica Moretti — Un declassamento figlio del disinteresse di tanti, non ultima la Regione Veneto che, in questi anni, nulla ha fatto o detto per scongiurare decisioni che hanno portato al rafforzamento del porto triestino a discapito del nostro».
E poi sostiene pure che se la Cina scaricherà le merci a Trieste ci sarà un forte aggravio di costi per le imprese venete pari a 150 milioni all' anno.


Il campanilismo veneto, discendente diretto e degenerato dell' imperialismo veneziano sull' Adriatico, si manifesta sempre e ovunque.


Musolino, il capace tecnico presidente dell' Autorità portuale, ha reagito alle sconsiderate accuse piddine precisando sul Corriere della Sera che : " I traffici di Venezia e Trieste sono diversi" (clicca QUI).


L' idea di una Macroregione che unisca il Friuli Venezia Giulia con il Veneto, espressa sia dal PD Rosato (QUI
) che da una parte della Lega (soprattutto veneta), sarebbe chiaramente catastrofica per Trieste e va bloccata.
E questo deve essere ben chiarito a Fedriga.


Ecco l' articolo del Corriere di Verona:

La super-container dirottata a Trieste. Moretti attacca. Il Porto: solo lavori


La mega nave container partita dalla Corea viene «dirottata» a Trieste e scoppiano le polemiche. «La Regione non fa niente per il “suo” porto», attacca la consigliera pd Alessandra Moretti, «il porto di Venezia senza nuovi scavi perde la sua competitività», si lamentano gli operatori. L’annuncio è arrivato nel fine settimana: «Motivi operativi», li definisce Evergreen Shipping Agency la società che gestisce il collegamento. In realtà il problema è dato dai lavori al bacino di evoluzione che non permette alla Cma Cgm Cendrillon (una nave lunga 330 metri con un pescaggio fino a 12,6) di arrivare in banchina. «È un problema temporaneo, abbiamo completato il dragaggio, serve la bonifica bellica che deve completare, già lunedì, la Marina Militare. Nessun dirottamento, la nave è stata solo momentaneamente spostata su Trieste per rientrare a scalare su Venezia alla prossima settimana», dice il presidente del Porto Pino Musolino. Ma il problema resta, perché nei prossimi anni l’arrivo delle mega-navi comporterà una scelta di campo dell’ente e della città. Paolo Costa aveva pensato il megaterminal off shore, Musolino, considerandolo eccessivo, ha virato verso un terminal più piccolo alla bocca di porto di Malamocco. «Stiamo lavorando su dati e analisi scientifiche non ci faremo trovare impreparati», precisa il presidente. Ma è chiaro che l’equilibrio dello scalo veneziano è sempre più precario stretto tra aspetto fisico-morfologico (il piano regolatore non prevede scavi di canali oltre i 12 metri) e quello economico. Vale per il traffico commerciale ma anche per le navi da crociera. «Se le navi cinesi, per ragioni “operative”, cominciano a sbarcare le loro merci a Trieste, significa che Venezia sta dicendo addio alla Via della seta — critica Moretti — Un declassamento figlio del disinteresse di tanti, non ultima la Regione Veneto che, in questi anni, nulla ha fatto o detto per scongiurare decisioni che hanno portato al rafforzamento del porto triestino a discapito del nostro». Le polemiche non mancano nemmeno sul fronte delle crociere, con uno stallo che dura da sei anni e il Porto al lavoro sulla soluzione Marghera dopo le decisioni del Comitatone dello scorso 7 novembre. Il comitato No grandi navi ha già lanciato una nuova manifestazione per il prossimo 10 giugno e proprio giovedì scorso ha incassato un successo giudiziario per il «tuffo collettivo» di una protesta analoga risalente al settembre del 2013. Quel giorno una cinquantina di attivisti si erano lanciati in acqua per sospendere il passaggio delle navi da crociera e l’immagine aveva fatto il giro del mondo.
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