RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 10 aprile 2018

LE RIVENDICAZIONI FISCALI DEI PORTUALI DEL CLPT SONO LA BASE DI PARTENZA DELLA "FREE ZONE" FISCALE DI TRIESTE . TUTTI I CITTADINI HANNO INTERESSE A SOSTENERLE.



In tutte le grandi trasformazioni c'è sempre un' avanguardia e i portuali del CLPT Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste, sindacato ormai maggioritario nel nostro porto, si pongono di fatto alla testa del movimento per realizzare la FREE ZONE FISCALE  a Trieste, partendo dal Porto Franco Internazionale.
Lo avevano già fatto con la rivendicazione dell' applicazione dell' Allegato VIII culminata con lo sciopero dell' agosto del 2015 che è stata la molla principale per arrivare all' emanazione dei decreti applicativi per i Punti Franchi che si sono attesi per 23 anni.

Adesso inizia una nuova tappa nel lungo cammino per far rinascere il nostro porto e la nostra città, quella di aggiungere una No Tax Area FISCALE alla extraterritorialità doganale ormai pacificamente riconosciuta.
Se passa questo principio di fiscalità di vantaggio (detassazione) per gli stipendi dei portuali e del reinvestimento delle entrate nel Porto stesso, anzichè finire nel buco nero di Roma, si apre un' era nuova anche per le aziende  e per tutta la città che beneficerà di un importante sviluppo economico.

Cosa chiedono i portuali ?

Lo trovate nell' articolo di Faq Trieste del 6 aprile (clicca QUI) e quello che più riguarda la No Tax Area è il punto 1:
"Visto l'art. 6 comma 12 della legge 84/94 che definisce speciale la normativa che regolamenta il Porto Franco di Trieste ( Allegato VIII del TdP di Parigi del 1947 ) e visto il decreto ministeriale del luglio 2017 che definisce il porto di Trieste zona extraterritoriale e che conferisce pieni poteri al Presidente "Direttore " i lavoratori richiedono tramite una petizione la tassazione specifica sul lordo della retribuzione per i lavoratori del Porto Franco di Trieste".

In altre parole si richiede la tassazione in forma ridotta dei redditi dei lavoratori e il reinvestimento delle entrate nel Porto Franco Internazionale che è extraterritoriale.

Lo stesso dovrebbe avvenire per le imprese e ricordiamo che nel Porto Franco Industriale fino agli anni 60 vigeva l' esonero da tasse sui redditi d' impresa e dall' IGE ( l' IVA di allora) per 10 anni dall' insediamento (vedi fotocopia sotto).

E' evidente interesse di tutti i triestini appoggiare le rivendicazioni e le azioni d' avanguardia del lavoratori portuali del CLPT, soprattutto in un momento in cui sono già state varate ZES (zone franche speciali) con vantaggi fiscali per i porti del sud e la stampa nazionale comincia a parlare di fiscalità di vantaggio al Sud anche per i pensionati: clicca QUI.
L' Autorità Portuale e le Imprese guardano con interesse a queste rivendicazioni che hanno possibilità concrete di produrre risultati positivi per tutti.




Nessun commento:

Posta un commento