RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 15 novembre 2017

CONFERMATO: DIRIGENTE MISSINO CONFESSA CHE DIETRO AI MOTI "SPONTANEI" DEL '53 C' ERANO I FASCISTI, CON ALMIRANTE GIUNTO IN INCOGNITO A TRIESTE, OVVIAMENTE "ALL' INSAPUTA" DEGLI APPARATI ITALIANI...


Probabilmente senza rendersi conto che la sua è una confessione, l' ex parlamentare missino Renzo de Vidovich, conferma che dietro i moti "spontanei e popolari" del '53 a Trieste ci fu una regia fascista con tanto di intervento in incognito di un Almirante appena reduce dalla Repubblica di Salò.
Renzo de Vidovich era allora Segretario Generale della "Giunta d' Intesa Studentesca" che fu al centro degli scontri più sanguinosi che provocarono le più giovani vittime .


Volevano i morti, possibilmente ragazzini incoscienti mandati allo sbaraglio, per commuovere l' opinione pubblica internazionale e dare una spallata a favore di un affidamento all' Italia della zona A del TLT.
Cosa che successe, guarda caso, pochi mesi dopo.


E' un dato acclarato da diversi libri di storia l' attiva presenza in quel periodo di apparati dello stato italiano, in particolare l' Ufficio Zone di Confine e l' Ufficio Affari Riservati del Governo Italiano, e l' uso di organizzazioni fasciste per provocare sanguinosi incidenti in quel periodo storico (nota 1).


Ma finora mancava una sfrontata confessione a mezzo stampa di uno degli organizzatori che rivela l' influenza su questi giovani scalmanati di un Giorgio Almirante arrivato in incognito a Trieste a dirigerli.
Figurarsi se a quei tempi i Servizi italiani ed il Governo non erano al corrente che un fascista di quel calibro era in "missione segreta 😁" a Trieste...


E pure una via vogliono intitolargli !
E la Giunta Dipiazza fa propria la mozione dei missini riciclati di "Fratelli d' Italia" in tal senso !
Mentre a Maria Teresa, che ha fatto nascere pacificamente un porto e una città prosperi e tolleranti, invece no.


Questi sono pazzi che insieme a pugili suonati vogliono trascinare la città indietro di 50 anni !
Il nazionalismo è una grave malattia mentale che ha infettato questi rottami di una storia infausta.

Ecco la "segnalazione di de Vidovich:

TOPONOMASTICA / 1
Dietro i moti del ’53 c’era Almirante
Nel 1953, dopo 8 anni di occupazione anglo-americana, era chiaro a Trieste che le due super potenze del tempo volevano utilizzare la città ed il suo porto quale base navale per controllare l’intero bacino adriatico e buona parte del Balcani. Lo scontro tra la polizia “civile” guidata dagli ufficiali inglesi e gli studenti medi della Giunta d’Intesa studentesca e quegli universitari di Francesco Paglia decisero di fare le manifestazioni che furono, inattesamente, represse dagli “alleati” anglo-americani con una durezza che dimostrava quanto la Royal Navy di Sua Maestà britannica e quell’americana ritenessero strategica la nostra città. Un’infiltrazione a Trieste di reparti partigiani di Tito che non intaccassero le postazioni militari anglo-americane, non sarebbe stata seriamente contrastata e le foibe di Basovizza e Plutone avevano una notevole capienza… Mi trovai, a diciannove anni, unitamente ad i miei coetanei ancora più giovani, ad affrontare un problema di natura strategica ben superiore alla nostra preparazione politica, messa alla prova da sei morti, circa 150 feriti da arma da fuoco o da corpi contundenti ed altri 300 arrestati o fermati dalla polizia “civile”. Gli uomini di riferimento furono il sindaco di Trieste Gianni Bartoli e l’Arcivescovo di Trieste e Capodistria monsignor Antonio Santin.
In quella tragica occasione conobbi Giorgio Almirante, uno dei massimi esponenti nazionali dell’Msi che venne a Trieste in stretto incognito e fu largo di consigli saggi e politicamente adeguati.
Nessun altro uomo politico italiano corse il rischio di venire a Trieste ed essere arrestato dal Governo Militare Alleato che amministrava il Territorio libero di Trieste.
Basterebbe questo per giustificare l’intitolazione a Trieste di una via o una piazza a Giorgio Almirante che prima e dopo questi episodi fu regista appassionato e geniale della difesa dell’italianità d’Istria, Fiume e Dalmazia e dei 350 mila profughi fuggiti dal paradiso comunista di Tito sotto l’incubo delle foibe e delle deportazioni.
Renzo de’ Vidovich Segretario generale della giunta Intesa studentesca 1953



Nota:
1) Ad esempio ANDREOTTI E L' ITALIA DI CONFINE Lotta politica e nazionalizzazione delle masse (1947-1954) LA QUESTIONE DI TRIESTE di P.Gheda e F.Robbe - Guerini €24,50 - 

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