Ecco il bel risultato di decenni di oblio del "core business" di Trieste: il Porto Franco Internazionale.
Il risultato di decenni di deliri, annunci, promesse e fantasticherie sulla "vocazione turistica" e di denigrazione del valore e del potenziale dei Punti Franchi: come se il turismo, per giunta "di massa" e non di nicchia, potesse essere il volano principale per l' economia di Trieste anzichè un mero contorno.
Trieste si è ridotta ad avere solo il 9% del PIL da industria dopo il tracollo della cantieristica e della navalmeccanica mentre Bolzano ha il 21,5%, il Friuli il 21% e la media italiana è del 18,5%: ecco spiegato il mistero del problema del lavoro nella nostra città.
Una classe politica locale incosciente ed alla ricerca di facili consensi da vent' anni non parla d' altro che di turismo, eventi, acquari, fiere itineranti di baracche, e soprattutto di urbanizzazione a fini turistici di Porto Vecchio: SENZA COMBINARE NIENTE per giunta!
Andare in Porto Vecchio a due anni e mezzo dalla "sdemanializzazione" per verificare di persona.
Se tutti i soldi e il tempo persi in questi anni in progetti e chiacchiere su Porto Vecchio si fossero utilizzati per favorire l' insediamento di "Start Up" in regime agevolato di Punto Franco ora in lì avremmo una Silicon Valley invece del noto covo di pantigane.
Un solo Polo Mondiale per la Robotica Subacquea nel Punto Franco di Porto Vecchio vale più di decenni di chiacchiere e baracche (clicca QUI).
Idem per i prossimi insediamenti di industrie ad alta tecnologia nel Punto Franco della Zona Industriale (clicca QUI).
A Bolzano evidentemente, oltre alla forte autonomia dal fallimentare carrozzone statale italiano, hanno selezionato una classe politica locale che fa gli interessi del territorio.
Il 1° Maggio è la Festa Mondiale del Lavoro, non delle chiacchiere e nemmeno delle dispute ridicole sulle stelle e le bandiere con cui il Consiglio Comunale spreca il suo tempo e i denari dei cittadini....
Il Piccolo 30/4/17 pag. 6
Lavoro e stipendi, Bolzano al top -
Trieste al 38esimo posto superata in Fvg da Pordenone, Gorizia e Udine
Bolzano provincia ideale per
chance di lavoro e “peso” della
busta paga: è in Alto Adige (SUDTIROL ndr), infatti,
che il tasso d’occupazione
sfiora il 73% e che la retribuzione
media si scopre esser la
migliore d'Italia (1.476 euro).
Dall’altra parte dell’Italia, a
Reggio Calabria, meno di 4 persone
su 10 risultano impiegate,
mentre spetta ad Ascoli Piceno
la maglia nera degli stipendi
che, mediamente, si fermano a
925 euro.
Per quanto riguarda il Friuli
Venezia Giulia, invece, svetta
Pordenone (1381 euro) che
stacca Gorizia al 27mo posto
(1352) subito davanti a Udine
(1349). Trieste è fanalino di coda
regionale, al 38esimo posto
nazionale con 1.324 euro. A
tracciare la road map del mercato
del lavoro nel nostro Paese
è lo studio realizzato dall’Osservatorio
statistico dei consulenti
del lavoro, presentato al
Teatro Augusteo di Napoli. Il
dossier conferma lo stato di salute
decisamente più confortante
delle aree del Settentrione,
a scapito del Mezzogiorno:
dal secondo posto in giù si collocano
le province nelle quali
sono occupati più di due terzi
della popolazione in età lavorativa
ovvero, nell’ordine, Bologna
(71,8%), Belluno e Modena
(68,8%), Parma (68,7), Milano
(68,4%), Lecco e Forlì-Cesena
(68,3%), Reggio Emilia
(68,2%), Siena (67,9%), Cuneo
e Pordenone (67,7), Firenze e
Pisa (67,5%), Arezzo (67,4%) e
Lodi (67%). Molto distanziata
Roma (al 57º posto della classifica),
allarmante la condizione
lavorativa del capoluogo calabrese
(soltanto il 37,1% di persone
in attività) e di altri grandi
centri del Sud come Palermo
(37,4%), Caserta (38%), Napoli
(38,6%), Crotone (38,7%), Agrigento
(39,1%), Vibo Valentia
(39,4%), Catania (39,6%) e Trapani
(39,8%). Analizzando,
poi, il cosiddetto gender gap (il
divario di genere), il report accende
i riflettori sul tasso d’occupazione
femminile più cospicuo
nella provincia di Bologna,
dove due terzi delle donne
hanno un posto (66,5%), al
contrario a Barletta-Andria-Trani
le occasioni lavorative
“rosa” sono scarse, giacché
a svolgere mansioni fuori casa
è meno di un quarto delle abitanti
della provincia pugliese
(24,1%); percentuali d’occupazione
di donne superiori al
63% si registrano anche in altre
3 province, ossia a Bolzano
(66,4%), Arezzo (64,4%) e Forlì-Cesena
(63,3%), viceversa solamente
un quarto ha incarichi
a Napoli (25,5%), Foggia
(25,6%) e ad Agrigento (25,9%).
Bolzano si rivela, inoltre, regina
pure per l’inserimento nel
mercato dei Neet (gli under 29
che non lavorano, né studiano):
soltanto il 9,5% rimane fermo,
diversamente da quanto
accade nella provincia sarda di
Medio Campidano con il
46,2% di ragazzi inoccupati detiene
il triste primato naziona. Bolzano
è al top in Italia per occupazione e stipendio medio -
RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -
AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -
domenica 30 aprile 2017
TRIESTE: LA FESTA AL LAVORO - BOLZANO AL PRIMO POSTO PER OPPORTUNITA' DI LAVORO E STIPENDI, TRIESTE AL 38° SUPERATA DA PORDENONE, UDINE E GORIZIA - ECCO IL RISULTATO DELL' OBLIO DEL "CORE BUSINESS" : IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE - LA SOLUZIONE E' L' USO PRODUTTIVO E INDUSTRIALE DEI PUNTI FRANCHI -
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