RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

domenica 30 aprile 2017

TRIESTE: LA FESTA AL LAVORO - BOLZANO AL PRIMO POSTO PER OPPORTUNITA' DI LAVORO E STIPENDI, TRIESTE AL 38° SUPERATA DA PORDENONE, UDINE E GORIZIA - ECCO IL RISULTATO DELL' OBLIO DEL "CORE BUSINESS" : IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE - LA SOLUZIONE E' L' USO PRODUTTIVO E INDUSTRIALE DEI PUNTI FRANCHI -

Ecco il bel risultato di decenni di oblio del "core business" di Trieste: il Porto Franco Internazionale.
Il risultato di decenni di deliri, annunci, promesse e fantasticherie sulla "vocazione turistica" e di denigrazione del valore e del potenziale dei Punti Franchi: come se il turismo, per giunta "di massa" e non di nicchia, potesse essere il volano principale per l' economia di Trieste anzichè un mero contorno.


Trieste si è ridotta ad avere solo il 9% del PIL da industria dopo il tracollo della cantieristica e della navalmeccanica mentre Bolzano ha il 21,5%, il Friuli il 21% e la media italiana è del 18,5%: ecco spiegato il mistero del problema del lavoro nella nostra città.


Una classe politica locale incosciente ed alla ricerca di facili consensi da vent' anni non parla d' altro che di turismo, eventi, acquari, fiere itineranti di baracche, e soprattutto di urbanizzazione a fini turistici di Porto Vecchio: SENZA COMBINARE NIENTE per giunta!
Andare in Porto Vecchio a due anni e mezzo dalla "sdemanializzazione" per verificare di persona.


Se tutti i soldi e il tempo persi in questi anni in progetti  e chiacchiere su Porto Vecchio si fossero utilizzati per favorire l' insediamento di "Start Up" in regime agevolato di Punto Franco ora in lì avremmo una Silicon Valley invece del noto covo di pantigane.


Un solo Polo Mondiale per la Robotica Subacquea nel Punto Franco di Porto Vecchio vale più di decenni di chiacchiere e baracche (clicca QUI).


Idem per i prossimi insediamenti di industrie ad alta tecnologia nel Punto Franco della Zona Industriale (clicca QUI).


A Bolzano evidentemente, oltre alla forte autonomia dal fallimentare carrozzone statale italiano, hanno selezionato una classe politica locale che fa gli interessi del territorio.

Il 1° Maggio è la Festa Mondiale del Lavoro, non delle chiacchiere e nemmeno delle dispute ridicole sulle stelle e le bandiere  con cui il Consiglio Comunale spreca il suo tempo e i denari dei cittadini....



Il Piccolo 30/4/17 pag. 6
Lavoro e stipendi, Bolzano al top -
Trieste al 38esimo posto superata in Fvg da Pordenone, Gorizia e Udine

Bolzano provincia ideale per chance di lavoro e “peso” della busta paga: è in Alto Adige (SUDTIROL ndr), infatti, che il tasso d’occupazione sfiora il 73% e che la retribuzione media si scopre esser la migliore d'Italia (1.476 euro). Dall’altra parte dell’Italia, a Reggio Calabria, meno di 4 persone su 10 risultano impiegate, mentre spetta ad Ascoli Piceno la maglia nera degli stipendi che, mediamente, si fermano a 925 euro. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, invece, svetta Pordenone (1381 euro) che stacca Gorizia al 27mo posto (1352) subito davanti a Udine (1349). Trieste è fanalino di coda regionale, al 38esimo posto nazionale con 1.324 euro. A tracciare la road map del mercato del lavoro nel nostro Paese è lo studio realizzato dall’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, presentato al Teatro Augusteo di Napoli. Il dossier conferma lo stato di salute decisamente più confortante delle aree del Settentrione, a scapito del Mezzogiorno: dal secondo posto in giù si collocano le province nelle quali sono occupati più di due terzi della popolazione in età lavorativa ovvero, nell’ordine, Bologna (71,8%), Belluno e Modena (68,8%), Parma (68,7), Milano (68,4%), Lecco e Forlì-Cesena (68,3%), Reggio Emilia (68,2%), Siena (67,9%), Cuneo e Pordenone (67,7), Firenze e Pisa (67,5%), Arezzo (67,4%) e Lodi (67%). Molto distanziata Roma (al 57º posto della classifica), allarmante la condizione lavorativa del capoluogo calabrese (soltanto il 37,1% di persone in attività) e di altri grandi centri del Sud come Palermo (37,4%), Caserta (38%), Napoli (38,6%), Crotone (38,7%), Agrigento (39,1%), Vibo Valentia (39,4%), Catania (39,6%) e Trapani (39,8%). Analizzando, poi, il cosiddetto gender gap (il divario di genere), il report accende i riflettori sul tasso d’occupazione femminile più cospicuo nella provincia di Bologna, dove due terzi delle donne hanno un posto (66,5%), al contrario a Barletta-Andria-Trani le occasioni lavorative “rosa” sono scarse, giacché a svolgere mansioni fuori casa è meno di un quarto delle abitanti della provincia pugliese (24,1%); percentuali d’occupazione di donne superiori al 63% si registrano anche in altre 3 province, ossia a Bolzano (66,4%), Arezzo (64,4%) e Forlì-Cesena (63,3%), viceversa solamente un quarto ha incarichi a Napoli (25,5%), Foggia (25,6%) e ad Agrigento (25,9%). Bolzano si rivela, inoltre, regina pure per l’inserimento nel mercato dei Neet (gli under 29 che non lavorano, né studiano): soltanto il 9,5% rimane fermo, diversamente da quanto accade nella provincia sarda di Medio Campidano con il 46,2% di ragazzi inoccupati detiene il triste primato naziona. Bolzano è al top in Italia per occupazione e stipendio medio -



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