RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

giovedì 24 novembre 2016

LA CINA E' VICINA - LA "NUOVA VIA DELLA SETA" DIBATTUTA AL PROPELLER DI TRIESTE - IL PORTO FRANCO HA BUONI COLLEGAMENTI FERROVIARI GRAZIE ALL' EREDITA' DELL' AUSTRIA E AL RECENTISSIMO LAVORO DELL' APT... MALGRADO LE FERROVIE ITALIANE-


Finalmente il Magazzino 26 di Porto Vecchio è stato usato per qualcosa di diverso dai soliti dibattiti sui Musei e il riutilizzo fantaturistico: finalmente un dibattito sul ruolo del Porto Franco di Trieste per la "Nuova Via della Seta", tema che riproponiamo ossessivamente da tre anni, COMPRESO QUELLO DELL' UTILIZZO DEL "PUNTO FRANCO" (che qualcuno voleva eliminare)  PER LA PRODUZIONE DI MERCI E SERVIZI.

Sfondato il muro del silenzio e dell' accusa di utopismo e velleitarismo ormai si allarga la consapevolezza del grande impulso che Trieste può ricevere grazie al Porto FRANCO inserito, anche con attività produttive e non solo logistiche, nel nuovo flusso di traffici Oriente - Occidente, solo che non si lasci soffiare l' opportunità da altri, in particolare dall' attivismo di Venezia, ben ammanigliata col Governo Italiano e più rispondente agli interessi nazionali italiani.

Va dato atto al neopresidente dell' Autorità Portuale Zeno D'Agostino di lavorare in questo senso e per la promozione a livello internazionale dei vantaggi del Porto Franco Internazionale, finora misconosciuti.


Gli va dato atto anche di lavorare bene per aumentare l' efficienza dei collegamenti ferroviari e di aver detto il vero quando ha dichiarato al Piccolo: «Un anno e mezzo fa - ha affermato Zeno D’Agostino, presidente dell’APT - un convegno così non avremmo potuto organizzarlo. Oggi invece facciamo marketing perchè prima abbiamo sviluppato la logistica». .... Nell’ultimo anno e mezzo Trieste ha sviluppato numerosi nuovi collegamenti su ferro. Treni giornalieri lasciano lo scalo per le destinazioni di una vasta area che va da Budapest al Lussemburgo. E quindi «se un giorno Trieste sarà terminale marittimo della Via della seta - ha sostenuto il presidente - potrà costituire punto d’arrivo per le merci destinate al cuore dell’Europa".

Collegamenti ferroviari che prima erano stati malamente trascurati al punto di creare la stramba "doppia manovra" e di portare alla chiusura della Linea Transalpina che collega Campo Marzio con Opicina e che va riattivata urgentemente

Ma va anche dato atto che se Trieste gode di buoni collegamenti ferroviari è grazie all' eredità dell' Impero Asburgico che sulle ferrovie ha sempre investito in generale e per il nostro porto in particolare, mentre le Ferrovie Italiane si sono sempre distinte per mettere i bastoni tra le ruote ed imporre tariffe punitive.

E va anche dato atto al movimento indipendentista che tramite queste pagine ha messo da subito in luce le opportunità della Nuova Via della Seta trascurate in questi tre anni da una classe politica impegnata nelle elucubrazioni fantaturistiche su Porto Vecchio ed a denigrare l' utilità del Porto Franco, come rimarcavamo QUI.

Dare a Cesare quel che è di Cesare.


ECCO L' ARTICOLO DEL PICCOLO IN CUI SI FANNO GRANDI MERAVIGLIE PER COSE ARCINOTE AI NOSTRI LETTORI:

Le potenzialità del porto e della logistica ricordate al convegno sulla “Via della seta” del XXI secolo -
Hong Kong e la Cina chiamano Trieste e i suoi operatori, marittimi e logistici, per inserirsi nel gigantesco progetto denominato Via della seta, che coinvolge 63 paesi dell’Asia, dell’Europa e dell’Africa, e nel quale la Cina ha già investito 120 miliardi di dollari. «Nei Balcani i cinesi hanno già acquistato alcune infrastrutture», ha sottolineato Fabrizio Zerbini, presidente del Propeller Club, aprendo il convegno “Hong Kong e il porto di Trieste sulla Via della seta del XXI secolo”, organizzato assieme all’Autorità di sistema portuale (Adsp) dell’Adriatico orientale al Magazzino 26 del Porto vecchio. «Altre opere sono state acquisite o progettate - ha rimarcato Zerbini - e si prevedono decine di miliardi di investimenti. Sono opportunità da non perdere, dati gli interessanti risvolti logistici, non solo per il nostro territorio». E proprio in tema di logistica, uno dei cardini del grande progetto, Trieste non si fa cogliere impreparata. «Un anno e mezzo - ha affermato Zeno D’Agostino, presidente dell’Adsp - un convegno così non avremmo potuto organizzarlo. Oggi invece facciamo marketing perchè prima abbiamo sviluppato la logistica». D’Agostino ha poi rilevato come il porto occupi il 14° posto fra i primi venti scali europei, precedendo Genova di due posizioni. Nell’ultimo anno e mezzo Trieste ha sviluppato numerosi nuovi collegamenti su ferro. Treni giornalieri lasciano lo scalo per le destinazioni di una vasta area che va da Budapest al Lussemburgo. E quindi «se un giorno Trieste sarà terminale marittimo della Via della seta - ha sostenuto il presidente - potrà costituire punto d’arrivo per le merci destinate al cuore dell’Europa». Ma se a lavorare intensamente per il progetto “Via delle seta” è il governo cinese, qual è il ruolo di Hong Kong? A chiarirlo è stata Alice Choi, rappresentante dell’Hong Kong Economic and Trade Office. «Hong Kong - ha spiegato - è l’elemento di connessione tra la Cina e il mondo, con il suo porto, le importanti società finaziarie e i servizi per commerci e industrie». Hong Kong, ottava economia del mondo, ha poi alle spalle la Cina ed è vicina a una delle regioni più produttive dell’enorme paese asiatico. Ma anche la Cina incontra le difficoltà economiche di tanti altri paesi, e la sua economia non è più trainata dall’export ma dai consumi interni. A precisarlo è stato Riccardo Fuochi, vicepresidente dell’associazione Italia Hong Kong e al vertice del Propeller Club di Milano. «Nel 2013 - ha spiegato - la Cina ha quindi varato un grande piano per stimolare lo sviluppo dei commerci fra Asia ed Europa. Nei primi anni ’80 - ha ricordato - Trieste era l’unico porto italiano noto in Cina. Poi qualcosa non ha funzionato. Ma Trieste è nella posizione ottimale per la logistica delle merci asiatiche dirette in Europa. Non dobbiamo aspettare che si muovano altri paesi - è stato il suo invito -. Lavoriamo per promuovere Trieste come centro logistico e di lavorazione delle merci in arrivo via mare». (gi.pa.)

Nessun commento:

Posta un commento