“BASTERÀ UNA CRISI DELLO STATO E DELL’ ECONOMIA ITALIANA PERCHE TRIESTE
RICOMINCI A GUARDARE AL SUO ENTROTERRA STORICO E NATURALE” cui è
legata da un secolare destino geopolitico economico e storico.
Così lo storico Bogdan Novak conclude il suo libro “Trieste
1941-1954. La lotta politica, etnica e ideologica“ pubblicato per l’
Università di Chicago nel 1970, osservando che la “Questione di Trieste” non è
chiusa.
Che ci sia una crisi epocale in Italia è evidente a tutti anche perché la sua funzione di portaerei della Nato nel Mediterraneo (con 120 basi note più venti segrete QUI) e di stato vassallo degli Stati Uniti la coinvolge pesantemente nella guerra in corso.
A differenza della Germania che ha spazi di mediazione autonoma, un’
economia solida che le permette di stanziare 200 miliardi per calmierare le
bollette e l' intenzione di riarmarsi autonomamente diventando così nuovamente
un soggetto geopolitico a pieno titolo (stanziati 100 miliardi oltre al 2% del
cospicuo PIL).
Fin dagli anni ’90 in Germania si parlava di “Kerneuropa”(QUI) –
Europa del Nocciolo – termine usato dal ministro Shäuble riferendosi all’ ampia area centroeuropea (che comprende il Nord Est
italiano) che è entrata a far parte della “catena del valore” tedesca (supply chain)
e dipende dalla sua forte economia industriale.
I tedeschi ne parlavano come del “nocciolo” europeo da salvare e sviluppare
in caso di crisi della Ue o della moneta unica.
Mentre gran parte dell’ Europa del Sud sarebbe stata da lasciar andare al suo destino. Il tema è tornato di moda con la crisi della Grecia e adesso.
Il Porto Franco Internazionale di Trieste - benché non ancora
pienamente attuato perché manca da decenni una semplice comunicazione del
governo alla UE – tuttora lavora per il 90% con la Kerneuropa e
solo per il 10% con l’ Italia. Penisola con cui Trieste è tuttora malamente
collegata: basti pensare alla linea ferroviaria passeggeri .
Non è un caso se l’ impresa pubblica HHLA della tedesca città di Amburgo ha
investito nel nostro porto e si appresta a costruirvi il più grande terminal:
il Molo VIII.
Mentre l’ Ungheria investe anch’ essa in un terminal.
La Storia ci insegna che alle condizione economiche e materiali
poi seguono inevitabilmente gli assetti politici e amministrativi.
La situazione di Trieste è di essere dilaniata fra una realtà economica e una prospettiva di futuro che la spinge
verso le sue origini mitteleuropee e una sempre maggior integrazione con la
Kerneuropa e una realtà politico-amministrativa centralista romana che la
frena (nemmeno una lettera alla UE sullo status di Porto Franco riescono a
mandare…).
Come la inarrestabile decadenza economica e demografica in 100 anni di
annessione all’ Italia dimostrano a chiunque.
Questa è un’ epoca di grandi rivolgimenti geopolitici: chi si sarebbe aspettato solo due anni fa l’ attuale grave situazione internazionale di scontro Occidente-Oriente, l’ acceso conflitto italiano con il suo principale fornitore energetico, la chiusura dei gasdotti, i discorsi sulle bombe atomiche e così via?
La crisi sta investendo il tessuto della UE che si dimostra inadeguata.
Investe le economie e l’ assetto degli stati di cui il meno unitario,
seccamente diviso tra Nord e Sud, e il più disastrato è attualmente l’ Italia.
E’ giunto il momento che Trieste, che è una città nata veramente come tale
appena nell’ 800 con il Porto Franco e quindi giovane, cominci a pensare a cosa
farà da grande e se il fidanzato italiano, più imposto che scelto, sia adatto
per una vita futura.
E se valga la pena di morire con lui in un futuro di miseria e
guerra.
E’ ormai ora di introdurre nel nostro dibattito pubblico il concetto di Confederazione Mitteleuropea per prepararci alle scelte dei tempi futuri
guardando al modello di Amburgo che tuttora è una Città-Stato portuale, col
rango di Stato e con un parlamento autonomo, all’ interno dello Stato Federale
di Germania.
Ogni epoca trova le forme politiche e amministrative più adatte.
Ciò che sembrava poter andar bene dopo la Prima e dopo la Seconda Guerra
Mondiale non va più bene adesso che stiamo vivendo una "Terza
Guerra Mondiale a pezzi" come dice Papa Francesco.
Bisogna immaginare il futuro per non esserne travolti.
pd
RispondiEliminaNecessità di risolvere una situazione finanziaria.
Avete la soluzione con noi.
didiergomesse@gmail.com
Necessità di risolvere una situazione finanziaria.
Avete la soluzione con noi.
didiergomesse@gmail.com
Necessità di risolvere una situazione finanziaria.
Avete la soluzione con noi.
didiergomesse@gmail.com
Necessità di risolvere una situazione finanziaria.
Avete la soluzione con noi.
didiergomesse@gmail.com
Necessità di risolvere una situazione finanziaria.
Avete la soluzione con noi.
didiergomesse@gmail.com